Buongiorno. Vorrei un informazione in merito alle procedure che si mettono in atto durante una prima
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Buongiorno. Vorrei un informazione in merito alle procedure che si mettono in atto durante una prima visita proctologica, per sospette emorroidi/ragadi doloranti da togliere il sonno e con copioso sanguinamento durante l'evacuazione. Ieri in un ospedale del nord Italia, sono stato visitato da un dottore che secondo me non si è comportato nel modo adeguato, facendomi letteralmente urlare dal dolore come mai in vita mia pirma. Premetto che non è la prima visita di questo tipo a cui mi sottopongo, con infiammazione in atto. Parto dalla fine, ovvero il referto: "Emorroidi marginali non complicate; notevole ipertono sfinterale basale e riflesso, non masse palpabili; dolorabilità intensa posteriore; mucosa retto-anale nella norma, emorroidi di 1° grado e marginali con erosione ragadiforme posteriore". Questo l'esito della visita; è circa un mese che soffro abbastanza, con dei picchi da non dormire la notte. Quindi decido di fare una visita di controllo, e rimango letteralmente scioccato dalla totale mancanza di empatia in primis, ma soprattutto dal dolore procuratomi con le manovre di osservazione: mentre nelle precedenti visite i processi di diagnosi si accompagnavano alla spiegazione dei medici, e venivano effettuati con i tempi necessari per il rilassamento dei muscoli, ieri mi son visto "piantare" dita ed anoscopio con una forza che mi ha letteralmente spostato dal letto, facendomi letteralmente urlare da dolore, ma soprattutto con delle manovre di una violenza evidente. Tralascio la richiesta di una conferma se fossi il punto che mi faceva male con una stimolazione, fatta per ben tre volte, quando era evidentissimo alla prima. Mi chiedo se questi metodi sono normali, o se la fortuna non mi abbia assistito e mi abbia fatto trovare uno specialista sicuramente competente vista l'età, ma sinceramente con modi da medioevo. Capisco che sia un lavoro stressante, ma mi sembra che ci sia una certa trasversalità nella mancanza di empatia tra paziente e specialista, a tal punto da essere trattati come dei sacchi di carne senza nessuna dignità. Spero in una risposta chiarificatrice sui metodi. Grazie.
Gentile Signore, ovviamente non sarebbe deontologico discutere l'operato di un collega e quindi non lo farò. Tecnicamente la visita proctologica si basa sulla esplorazione digitale, corredata da opportune manovre soprattutto per valutare la funzione sfinteriale, e da una eventuale, ma non obbligatoria, anorettoscopia. Quasi sempre, soprattutto in presenza di lesioni ragadiformi e/o di infiammazioni, queste indagini risultano più o meno dolorose, anche in base alla soglia dolorosa del paziente. Per quanto mi riguarda, subito prima di procedere a tali manovre chiedo al paziente di ponzare in maniera da decontrarre gli sfinteri e contemporaneamente procedo con un massaggio anale con gel anestetico, rendendo così meno dolorosa la visita. Spero di aver risposto ai suoi quesiti. Saluti.
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la visita proctologica generalmente si basa oltre che sulla raccolta dei sintomi del paziente su tre fasi: ispezione, esplorazione rettale e anoscopia o anorettoscopia. in caso di ragadi soprattutto la visita può risultare dolorosa ma necessaria per giungere ad una diagnosi e quindi una terapia corretta che possa risolvere il problema. non è deontologicamente corretto dare giudizi sull’operato di un collega soprattutto se non si ha modo di confrontarsi, ma certamente posso dire che l’empatia di cui parla è qualcosa di fondamentale in questo genere di visite ma purtroppo non é scontata….
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