Buongiorno, vorrei un consiglio psicologico su come dovrei comportarmi , ora spiego. Mia figlia vic

17 risposte
Buongiorno, vorrei un consiglio psicologico su come dovrei comportarmi , ora spiego.
Mia figlia vicina ai 12 anni, da quando è finita la scuola non ha più voluto tornare a casa con me e il mio compagno .
Il padre abita vicino ai suoi genitori e lei, nostra figlia, ha sempre preferito stare coi nonni paterni e con lui quando c è, tipo la sera o i weekend.
Io premetto che col padre siamo stati " bravi" e ci siamo semre organizzati senza problemi.
Lui la vede sempre nei weekend e gli altri giorni ,la ragazzina vive con me e il mio compagno.
Ora che è estate però trova scuse su scuse per prolungare i giorni via, e addirittura dice che vorrebbe cambiare scuola e trasferirsi li dai nonni e papà e scambiare i giorni con me per vederla io i weekend.
Non capisco se sto sbagliando a dirle che mi manca e che voglio " godere" anche io della sua presenza o usare la maniera più fredda, e dirle va bene fai come vuoi. Troppo accondiscendente o no? E se veramente si trova meglio li perché qui viviamo a casa del mio compagno e sono oramai gia 5 anni , e dovrei mettermi da parte pur stando malossimo ma senza che a lei pesi? Io voglio il suo bene più di ogni altra cosa , e vado a trovarla io in questo periodo , con la speranza che decida di ritornare ,ma nulla. Non so se obbligarla o cedere alle sue provocazioni , perché io credo di questo si tratti.
Salve, ritengo utile poter richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile utente, la questione è abbastanza complessa per l’età di sua figlia che si affaccia all’adolescenza. In questo momento i ragazzi mettono spesso alla prova i genitori, testando quanto siano liberi di decidere quel che desiderano o non desiderano fare. Per questo è importante che lei e il papà possiate per prima cosa indagare sulle motivazioni per cui vostra figlia vorrebbe stare nella casa dei nonni e decidere insieme una linea comune di comportamento, alla quale attenervi in modo coerente. Vista l’età di vostra figlia, è importante anche capire se il voler stare dai nonni non sia un modo per rifugiarsi in un posto in cui essere sempre coccolata, accontentata e assecondata. In fondo è difficile che i nonni possano sostituirsi ai genitori per mettere i paletti educativi necessari in questo periodo di cambiamenti. Quindi, se da una parte è importante cogliere i segnali di richiesta della ragazza, è anche importante che non si senta da sola a poter decidere quello che le pare e piace. La questione è comunque delicata e potrebbe essere utile farvi accompagnare da un professionista che si occupi di problematiche genitoriali. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Gentile signora, comprendo il disappunto e il disorientamento che prova di fronte all'atteggiamento di sua figlia. Credo che dietro il comportamento della ragazzina vi sia un intento provocatorio che va affrontato con rispetto per ciò che esprime da un lato, e dall'altro educandola al rispetto per i sentimenti delle persone significative. Altrimenti tutto si riduce ad un capriccio infantile, e non dev'essere così. Fortunatamente il rapporto di voi genitori è equilibrato, pertanto non le sarà difficile concordare una linea educativa altrettanto equilibrata che rispetti le rispettive istanze. Un consulto con un professionista potrebbe aiutarla ad essere più serena ed obiettiva. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Cara signora,
Posso solo immaginare la difficoltà di rispondere alle richieste di sua figlia. In questi casi è importante trovare il modo di confrontarsi ascoltando i bisogni emotivi della ragazza, ma al contempo condividere anche ciò che lei prova in questa situazione, al fine di trovare, una soluzione rispettosa del benessere di entrambe.

Restando a sua disposizione

Camilla
Gentile utente, i suoi dubbi sono legittimi e comprensibili, farsi queste domande è indice di attenzione e cura nei confronti di sua figlia. Ciò che mi sento di consigliarle in prima battuta e di esplorare insieme al padre di sua figlia quali sono le ragioni di questa sua richiesta. Comprendere cosa sta accadendo a sua figlia in questo momento, sarà importante per lei ed il padre per prendere una decisione di comune accordo. Sua figlia sta entrando in una fase molto delicata della sua crescita emotiva, personale e cognitiva. Dare voce ai vissuti aiuterà voi a capire ma anche lei a mettere ordine e comprendersi e conoscersi meglio.
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera e grazie per la sua condivisione. Sarebbe a parer mio, necessario esplorare le ragioni di questo rifiuto e del disagio che lo accompagna. A volte una figura esterna, esperta di preadolescenti, riesce ad entrare in contatto con le ragazze e i ragazzi, più di quanto possa fare un genitore. I giovani iniziano ad aprirsi al mondo esterno, ed è giusto cosi. Questo potrebbe aiutare tutti voi, che chiaramente sareste partecipi di questo processo, a snodare qualche incertezza o tensione. Un caro saluto.
Buongiorno signora, grazie per questa condivisione. Sua figlia si sta affacciando all'adolescenza, un periodo ricco di potenzialità e rapidi sviluppi che se non ben accompagnati e supportati potrebbero portare anche a sofferenze, disagi e confusione. Sua figlia ha certamente ancora molto bisogno della cornice e del contenitore famigliari, che possono garantirle una base sicura da cui partire per l'esplorazione e l'esperienza all'interno del mondo dei pari. E' certamente molto importante quindi che sua figlia senta che questa struttura ci sia ancora. Le consiglio, dopo confronto con il padre, di trovare uno spazio solo vostro in cui lei possa innanzitutto ascoltare, in modo empatico e non giudicante, le motivazioni e i bisogni che hanno spinta sua figlia ad avanzare questa richiesta. Che cosa la spinge a chiedere di trasferirsi dal padre e/o dai nonni? Che cosa non funziona più per lei della convivenza con lei ed il suo compagno? Che cosa la fa sentire a disagio? Di che cosa avrebbe bisogno? Credo che questo sia veramente il primo passo, che può far comprendere a sua figlia la sua disponibilità ad accogliere le emozioni e i bisogni che la muovono. Starà poi a lei e al padre biologico, in quanto adulti responsabili, decidere quale sia la soluzione migliore, motivandola a vostra volta. E' pericoloso accogliere la sua richiesta senza problematizzare e considerare i vari punti di vista e le conseguenze; è necessario andare più a fondo per capire cosa spinge sua figlia a questo comportamento e negoziare con lei gli aggiustamenti più adatti alla situazione. L'aiuto di un professionista può certamente aiutarvi in questo percorso per poi valutare se siano necessari altri tipi di interventi. Sperando di averla potuto orientare un minimo, la saluto cordialmente rimanendo a sua disposizione, Dott.ssa Paola Pellegrino
Buongiorno,

provi a parlarle, cercando di capire il significato di questa scelta. Nel caso fosse frutto semplicemente di un suo desiderio di cambiamento, la lasci pure fare.

Cari saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, parli con sua figlia delle motivazioni che la spingono a questo cambiamento, è importante conoscerle e instaurare un dialogo quanto più profondo in un'età così delicata. Le imposizioni non sono necessarie, è più corretto che la ragazza si senta ascoltata, compresa e rispettata e che sappia che a casa della mamma c'è sempre un posto per lei.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, adolescenza uguale problemi, opposizioni, provocazioni.... Ha chiesto apertamente a sua figlia le motivazioni di questo desiderio? Ne ha parlato con il papà? Se non lo avesse già fatto le consiglio di fare a sua figlia la domanda aperta, di cercare di capire cosa la muove in questo senso.
Sicuramente, se non si sente di essere sufficientemente obiettiva, le consiglio di rivolgersi ad un professionista, con il papà, per capire cosa stia realmente chiedendo sua figlia.
Le auguro di trovare la motivazione e da lì partire per continuare a costruire insieme.
Un saluto
Claudia m
Buon pomeriggio, comprendo il momento di difficoltà che sta vivendo con sua figlia.
Sicuramente sarebbe utile chiederle da dove deriva questo cambiamento facendola sentire accolta e non giudicata in una clima dove la ragazza possa sentirsi libera di esprimere i suoi bisogni.
Inoltre l, vi suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapeutico per gestire tale difficoltà “.
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali salut
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, concordo con lei quando dice che l'unica cosa importante è la serenità di sua figlia. Mettere da parte i propri desideri è difficile ma l'unica cosa da fare al fine di assecondare la volontà della ragazza. Se non ci sono stati motivi importanti, come scontri oppure liti ed altro, che hanno portato sua figlia al voler stare di più con i nonni paterni e il padre assecondi con serenità la situazione visto che tra le altre cose lei e suo marito siete riusciti a costruire un rapporto sereno per il bene di vostra figlia. Se in futuro noterà altri segnali comportamentali che non ritiene giustificati le consiglio di consultare uno psicologo per approfondire la situazione. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno,
occorrerebbe entrare nel merito di che sta attraversando sua figlia. Lei è la vera esperta di quel che sta provando, a lei quindi occorre chiedere. Forse se non si è sentita nella possibilità di chiarire questo con lei, vi sono problemi di comunicazione tra voi e questo può portarla a non sentirsi autenticamente "a casa".
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Sellini
Gentile signora, possono essere molteplici i motivi per cui sua figlia preferirebbe trasferirsi nella casa paterna coi nonni e cambiare scuola. Forse si trova meglio coi coetanei che conosce in quella zona piuttosto che con quelli dove vive con lei, oppure in qualche modo si sente "estranea" nella casa del suo compagno, mentre presso il padre vive tra famigliari consanguinei. Tenga conto che le figlie femmine eleggono il padre a modello maschile prototipico e non è frequente che accettino il nuovo compagno della madre come sostituto paterno, non nel loro intimo.
Probabilmente ora che inizia a crescere ed ad acquistare fiducia in se stessa tenta di riavvicinarsi al suo papà e di allontanarsi da una figura maschile, il suo compagno, che facilmente sente come un "usurpatore". Valuti questa eventualità prima di considerarla semplicemente una ribelle provocatrice: la bambina ha un padre naturale che l'ha cresciuta nei primi fondamentali anni della sua vita, non può imporle di preferirgli un padre putativo che lei, sua madre, si è scelta senza ovviamente chiedere il parere della piccola. Cordialità.
Gentile signora, capisco il disorientamento e la confusione difronte tale situazione. Credo che data l'età di sua figlia sia opportuno trovare una linea di pensiero comune con il padre e cercare prima di tutto di comprendere come mai sua figlia in questo momento non vuole far ritorno a casa.
Resto a sua disposizione
Dott.ssa Veronica Guidi
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Gentilissima, comprendo il suo stato d'animo. Dalle sue parole emerge amore, buon senso, sensazioni di pancia. Sono “ingredienti” importanti per prendere una decisione. Mi vengono in mente diverse opzioni.1) parlare con sua figlia, magari non a casa ma andando a prendere un gelato e in modalità "alla pari” Non con rimprovero o giudizio, ma facendole presente che a lei servo di sapere le motivazioni per decidere se accordare o meno il permesso. Cerchi di comprendere se c’è qualche motivo a casa vostra e/o se è legato alla casa paterna e quella dei nonni. Questo le permette di ascoltare sua figlia rispetto ai suoi bisogni e allo stesso tempo rimandarle che la decisione la prenderà l’adulto.
2) parlare con il suo ex-marito. La questione riguarda anche lui e sarà importante che qualsiasi decisione prendiate lo farete insieme, anche davanti a vostra figlia. lei deve sentire che in questo siete uniti, volendo entrambi il suo bene. 3) in che rapporti è lei con i nonni paterni? Sembra che anche loro giochino un ruolo importante, visto che sua figlia vuole stare lì. Parlerei anche con loro.
Con la sintesi di questi elementi prenda una decisione con il suo ex-marito. Potrebbe anche accordarle il periodo estivo per tornare poi alla vostra normalità. Dall’adolescenza in poi non è facile per i genitori, è ancora più complesso per i separati. Le femmine a volte sviluppano una ribellione verso le madri. Ci sarebbero altri aspetti da approfondire, ma non può essere questa la sede. Rimango a disposizione per eventuali approfondimenti, la saluto cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile signora, è comprendo pienamente i suoi dubbi e titubanze. In primis andrebbe considerata l'età di sua figlia che comporta oltre a cambiamenti psico-fisici piuttosto importanti, anche il bisogno di indipendenza e di ricerca del proprio sè. La sfida che può essere agita nei suoi confronti può essere letta come passaggio di crescita necessario affinchè la ragazza trovi la propria strada.
Trovo fondamentale interagire con la ragazza al fine di poter comprenderne appieno il vissuto emotivo. Per fare ciò credo che debba avvalersi di un/una professionista con cui sua figlia, dopo aver stabilito un rapporto di fiducia, possa aprirsi.
Dott. Cotugno.

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