Buongiorno, vorrei chiedervi un parere: come vedete l'idea di chiedere al proprio terapeuta di utili

17 risposte
Buongiorno, vorrei chiedervi un parere: come vedete l'idea di chiedere al proprio terapeuta di utilizzare una comunicazione meno formale e più empatica? So bene quanto sia importante mantenere i confini di un rapporto professionale, specialmente perché ho l'obiettivo di diventare psicologa in futuro. Tuttavia, trovo difficile aprirmi su temi molto intimi e personali quando la comunicazione è troppo rigida e formale.
Buongiorno,

Sicuramente può parlare con il suo terapeuta della possibilità di utilizzare una comunicazione meno formale e più empatica. È importante che si senta a suo agio e in grado di aprirsi durante le sedute terapeutiche. La comunicazione e il rapporto con il terapeuta giocano un ruolo cruciale nel processo di terapia, e la modalità comunicativa dovrebbe supportare il suo benessere e la sua capacità di esprimersi.

Oltre a discutere questo aspetto, potrebbe essere utile approfondire anche il motivo per cui si sente a disagio con una comunicazione più formale. Questo potrebbe rivelare ulteriori elementi importanti del suo percorso terapeutico e personale. Esplorare queste dinamiche potrebbe offrirle una comprensione più ampia delle sue esigenze e dei suoi sentimenti, sia nel contesto della terapia attuale che nel suo futuro percorso professionale come psicologa.

Avere una conversazione aperta e onesta con il suo terapeuta riguardo le sue preferenze comunicative è un passo positivo verso una terapia più efficace e personalizzata. Buona fortuna nel suo percorso!

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Salve, i casi sono due: o affronta il proema con il suo psicoterapeuta per valutare se è possibile trovare un punto di incontro soddisfacente, oppure tente piu semplicemente unaltra strada.
La psicoterapia è fatta anche di alchimia fra terapeuta e paziente, la valutazione è tutta sua e di nessun altro.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, dal mio punto di vista è certamente utile parlarne con il suo terapeuta. Sarà interessante confrontarvi sull'argomento. A me piacerebbe sapere che cosa fa sì che lei definisca formale la vostra comunicazione. Se si riferisce al darsi del lei o del tu, nella mia esperienza trovo che si possa mantenere il lei pur utilizzando un tono empatico e di vicinanza. Lei parla però anche di empatia e allora che cosa le fa sentire non empatico il suo terapeuta? Quali emozioni circolano nella vostra relazione, se ne può parlare? Affronti l'argomento, tanto più se sta studiando per diventare psicologa. Confini e rigidità si possono discutere...
Buon percorso! Dott.ssa Franca Vocaturi
Buongiorno ne parli con il suo terapeuta sicuramente ne uscirà un confronto ricco di spunti per il suo percorso. Molto dipende anche dal tipo di psicoterapia utilizzata dal suo terapeuta. Un caro saluto
Salve, sicuramente ne deve parlare al suo terapeuta. Se non riesce a parlare di temi intimi e personali di cosa parla?
Al di là dell' approccio terapeutico deve sentirsi libera di parlare e di esplorare.
Dott.ssa Milvia verginelli
Buonasera, grazie per la sua condivisione. è fondamentale che possa sentirsi a suo agio, sicura e libera con il suo terapeuta: comunicare in modo più empatico e vicino non ha niente a che vedere con lo svalicamento dei confini. Credo che senza dubbio debba provare a comunicare questo suo bisogno, che capisco e che trovo fondamentale. Dopodichè, penso che una buona relazione terapeutica sia fondamentale perchè la terapia sia efficace, per cui se questo senso di disagio dovesse permanere le suggerirei di cercare un professionista più adatto a lei e al suo modo di stare in terapia. Per qualsiasi altra domanda mi trova a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Gentile utente, comunicare al proprio terapeuta cone ci si sente e quello che si prova è importante anche ai fini della terapia stessa. Se sente di aver bisogno di una comunicazione che la metta più a suo agio, credo possa essere importante condividerlo con il terapeuta. Rimango a disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, la sua domanda è molto interessante e lo è ancora di più il fatto che di fronte ad una difficoltà in psicoterapia, abbia pensato a delle strategie per risolverla. e se ne vuole rassicurare. Concordo con le colleghe che mi hanno preceduto che è importante che si confronti con la sua terapeuta. Può essere un ottimo spunto per lavorare su stessa, su com'è la formalità per lei, quando e con chi l'ha vissuta ecc.
Veda come va, se migliora. Se invece a questo non c'è seguito, le suggerisco di cambiare terapeuta. Prima di prendersi l'impegno con una persona, faccia dei colloqui conoscitivi e poi scelga in base a dove si è sentita accolta. In terapia la possibilità di parlare di cose intime è fondante. Altrimenti a che serve? Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno gentilissima futura collega. Qui i temi su cui aprirsi con il suo terapeuta iniziano ad essere tanti (stile comunicativo, empatia, intimità). Provi ad aprirsi. Chi sa mai che questo vi avvicini. Un caro saluto
Gentile Amica e futura collega,
una domanda molto interessante! Mi verrebbe da chiederle cosa intende per comunicazione meno empatica e formale. Credo che la risposta a questa domanda faccia la differenza.
Comunque le faccio una proposta: perché non inizia lei? e poi vede come il suo terapeuta risponde?

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Se lo sa bene, allora da cosa dipende la sua necessità di rompere il setting ?
Buongiorno,
sarebbe importante ne parlasse direttamente con lui. Potrebbe essere un importante spunto di riflessione su cui soffermarsi e da cui ripartire.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, la cosa migliore che può fare è parlarne con il suo terapeuta, anche perchè dalle poche parole che ha utilizzato non è possibile capire cosa intende nel descrivere l'atteggiamento di lui e non è nemmeno chiaro cosa si aspetti esattamente lei.
buongiorno, la sua domanda è comprensibile, la relazione terapeutica è una relazione d'aiuto, in cui curare sintomi di vario genere, ansia, depressione, conflitti interni, traumi. Deve essere un luogo sufficientemente sicuro in cui sperimentare empatia e un ascolto comprensivo. Questo ambiente sicuro può essere garantito anche dandosi del tu o del lei. Le variabili in gioco sono altre. La richiesta di darsi del tu andrebbe compresa caso per caso e non rifiutata a priori. Io personalmente ho dato del tu per anni, e ancora mi accade con alcuni clienti. Adesso do del lei. Se devo dire la verità, non vedo differenza, tranne che in alcuni casi il lei è più protettivo per il cliente che sente di potersi aprire senza confondere la relazione terapeutica con altri tipi di relazione.
Buongiorno, non è chiaro cosa le dia l'idea di una comunicazione formale e poco empatica se sia qualche elemento sentimentale o l'uso, per esempio, del tu anziché del lei. In ogni caso è utile parlare di questo distacco che sente perché potrebbe essere parte del suo transfert. Un professionista è formato per sentirsi dire anche queste cose, fa parte del lavoro e del suo percorso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, è opportuno portare in seduta queste sue difficoltà nell'aprirsi rispetto a temi più intimi, e può sicuramente manifestare la sua necessità di una comunicazione differente. Sarà poi il terapeuta a gestire tutto questo, tenendo presente che vi sono comunque differenze sostanziali su come gestire comunicazione e relazione legate alla tipologia di terapia che si è scelto di seguire. Cordiali Saluti
Buonasera,

è assolutamente legittimo voler comunicare le proprie esigenze riguardo allo stile della terapia. Se sente che una comunicazione più empatica e meno formale potrebbe aiutarla a sentirsi più a suo agio nell'aprirsi, è importante parlarne con il suo terapeuta. La relazione terapeutica è basata sul dialogo e la fiducia reciproca, e il terapeuta può adattare lo stile per rispondere meglio ai suoi bisogni senza compromettere i confini professionali.

Essere chiara su ciò di cui ha bisogno potrebbe non solo migliorare il percorso, ma anche darle un'esperienza preziosa per il suo futuro come psicologa. Potrebbe considerare questo momento come un'opportunità per sperimentare la flessibilità all'interno della relazione terapeutica, che può essere un'ottima lezione per la sua futura pratica.

Un caro saluto,

D.ssa Violeta Raileanu

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