Buongiorno, vorrei chiedervi se e in che modo la psicologia mi può aiutare. Ho 24 anni, ho avuto due

17 risposte
Buongiorno, vorrei chiedervi se e in che modo la psicologia mi può aiutare. Ho 24 anni, ho avuto due esperienze sentimentali che mi hanno sfinita. Per la prima mi prendo la responsabilità di essermi fatta dei castelli in aria quando l'altra persona era stata del tutto sincera sulle sue intenzioni, la seconda mi ha presa in giro e usata. Il mio problema non è tanto una sfiducia nelle relazioni, perché sono una bella ragazza, ho molte qualità, sto pensando al mio avvenire lavorativo (sono laureata e lavor ma mi sto impegnando per avere più successo), ho difetti su cui so che posso andare a migliorar però in linea generale non sono una persona ''terribile''. So che quindi qualcun altro, pure migliore, potrebbe interessarsi a me, ma io non lo vorrò. L'ultima persona era quella idele per me. Che senso ha avere accanto qualcuno in futuro che mi può dare il mondo, l'uomo perfetto che mi ama alla follia, ma che non mi darà mai l'innamoramento che ho provato? Non accetto che il mio ex viva la sua vita contento mentre io, pur meritandomi più di lui la felicità, sia costretta ad accontentarmi di un uomo che non vorrò mai. Non credo infatti si tratti solo di sfiducia nelle relazioni, come detto, ma piuttosto di ''non voglio un altro''. Non accetto di dovermi accontentare. Perché lui può essere felic e io no? Non è corretto. Ho già provato la psicoterapia, sia per un problema simile che per altri, e ha funzionato solo in quei casi in cui io avevo maggiore controllo sulla situazione, in cui le problematiche non implicavano altri soggetti. Per questa problematica simile, la psicologa si limitò a dirmi ''a volte si tratta solo di accettare'' e come soluzione pratica mi offrì il distrarmi, leggere, studiare. Cose che mi può dire letteralmente chiunque. So che voi non siete dei maghi, ma se in seduta la soluzione che mi verrà offerta sarà ''fattelo andare bene non puoi farci nulla'', oppure ''vedi il bello che ci sarà nell'uomo migliore e se non proverai più quell'innamoramento fatti andare bene che sei più sfortunata del tuo ex, guarda le altre cose belle che hai'' eviterò di fare perdere del tempo ai vostri colleghi, e cercherò di abituarmi da sola al fatto che non sarò mai felice.
Gentile utente,
Capisco perfettamente quanto sia complesso e doloroso affrontare la fine di una relazione in cui avevi investito così tanto, sia emotivamente che mentalmente. È evidente che stai cercando una comprensione più profonda di quello che ti sta succedendo e non semplicemente una soluzione superficiale o un invito a "distrarti". La tua frustrazione nel sentirti dire di "accettare" la situazione è comprensibile, perché quando si prova un sentimento così intenso, non è facile pensare di poter "lasciare andare" o accontentarsi di una risposta che sembra così distante dal tuo vissuto.

La psicologia può certamente aiutarti, ma forse in un modo diverso da come l'hai sperimentata in passato. Più che concentrarsi sul trovare una soluzione immediata o semplicistica, potrebbe essere utile esplorare a fondo le tue emozioni, le tue aspettative e i tuoi desideri. L'idea che "nessun altro sarà mai come lui" potrebbe essere legata a una serie di convinzioni o aspettative che hai costruito intorno a quella relazione. In terapia, potresti esplorare questi aspetti per capire meglio perché questa persona rappresenti per te un punto così insostituibile e perché ti sembra che non ci sia un futuro per te in termini di relazioni.

Una terapia più centrata sul tuo vissuto attuale potrebbe aiutarti a elaborare non solo il dolore della perdita, ma anche l'idea di "giustizia" che hai espresso: il perché tu debba sentirti costretta a vivere un certo tipo di sofferenza mentre il tuo ex sembra essere felice. Questi sono sentimenti profondi che meritano spazio e tempo per essere compresi e affrontati. Non si tratta di accettare passivamente, ma di trovare un modo per dare significato e trovare un equilibrio emotivo che ti permetta di andare avanti senza dover rinunciare alla tua felicità o ai tuoi desideri.

Inoltre, potresti esplorare il concetto di "accontentarsi", che sembra una delle tue preoccupazioni principali. In terapia, si può lavorare sulla distinzione tra il "non accontentarsi" e il costruire una nuova idea di felicità, che non deve necessariamente essere una copia del passato, ma che può essere altrettanto appagante, anche se diversa. Questo percorso ti permetterebbe di riscoprire te stessa e di immaginare un futuro che includa il vero appagamento emotivo, senza necessariamente doverlo comparare al passato.

Credo che tu possa trarre beneficio da un tipo di terapia che ti permetta di esplorare questi temi in profondità, non solo cercando di gestire i sintomi, ma lavorando attivamente su ciò che ti sta bloccando. Se vuoi, rimango a disposizione come terapeuta per accompagnarti in questo percorso di comprensione e crescita personale.

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Gentile utente, ma a chi vuoi farla pagare? Avverto tanta rabbia nelle sue parole, comprensibile se la storia d'amore è andata male. Succede, e lei mi dirà che sto dicendo una banalità. Ma non è così, è la vita e l'accettazione degli eventi è un lungo processo, che attraversa emozioni, non solo pensieri. E chi l'ha detto che lui sarà felice e lei no? E' così sicura che non troverà di meglio? Qualcuno che non se ne va per esempio. Si dà la possiibilità di cambiare o lo considera un difetto? Veniamo alla sua domanda: la psicologia può aiutare, se c'è una persona disposta a farsi aiutare. Aiutare non vuol dire sfornare ricette, consigliare comportamenti. Il terapeuta aiuta la persona a trovare le sue risposte, le sue modalità di interagire con la vita, non gliele propone ma sostiene un processo di introspezione, di emersioni di risorse, di una progettualità che è propria di quella persona e non uno standard. Più di così qui è difficile dire, se vuole approfondire bisogna farlo di persona. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno, mi dispiace per la condizione di sofferenza nella quale si trova. Concordo con lei quando dice che la psicologia dovrebbe dare risposte differenti da quelle da lei descritte, le quali mi sembrano un utile suggerimento per andare oltre alla condizione in ci si trova intrappolata ma che non affrontano il cuore della condizione emotiva che descrive.
Il senso di perdita inconsolabile a seguito della rottura della relazione da lei desiderata unito alla sensazione di non correttezza o ingiustizia della condizione in cui si trova, questa è la questione principale che lega la sua condizione emotiva oggi e che le impedisce di immaginare per sé un futuro differente. Ho la sensazione che lei si senta privata della felicità che aveva conquistato, per questo rifiuta le alternative a questa gioia, perché sente che non le appartengono, non sono quelle desiderate da lei, bensì rappresentano una "seconda scelta" a cui sarebbe costretta di adattarsi. E questo risulta certamente inaccettabile. Che sia questo il pensiero o altro, quale contributo utile può fornirle la psicoterapia? Certamente, nell'autonomia delle decisioni che solo lei può scegliere, l'apporto di un percorso terapeutico è quello di comprendere quali sono le dimensioni individuali, profonde o meno, che la muovono emotivamente, che la portano ad una condizione di sofferenza al fine di recuperare una condizione di benessere e quindi compiere scelte libere e autonome.
Le auguro ogni bene.
Ricevo in studio e online
Dott. Fabrizio Capra
La psicologia può aiutarti a elaborare le emozioni legate alla delusione amorosa, andando oltre il semplice "accettare" la situazione. Il tuo senso di ingiustizia e il confronto con il tuo ex sono sentimenti normali, ma la terapia può aiutarti a distinguere la tua felicità da quella degli altri, lavorando sul tuo benessere emotivo. Esplorare nuove forme di psicoterapia, come la terapia cognitivo-comportamentale, potrebbe offrirti strumenti più efficaci rispetto alle esperienze precedenti. Anche se ora sembra impossibile, il lavoro su te stessa può aprirti nuove possibilità di felicità in futuro.
Gentilissima, la fine di una relazione che ritenevamo perfetta per noi ci confronta a un processo di elaborazione del lutto più articolato e complesso. Perché parliamo di lutto? Perché pur essendo ancora presente fisicamente, la fine di un amore è comunque una perdita che ci confronta a vissuti e a emozioni simili a quelli di una persona che non c’è più. Probabilmente, si trova in un momento in cui non c’è speranza nell’ immaginare un futuro diverso con un’altra persona e va bene così. Il suo legame di attaccamento con il suo ex è ancora forte, ed è comprensibile non poter immaginare nessun altro se non lui. L’accettazione di cui parla è una fase ancora lontana che deve apparirle impossibile da raggiungere e comprendo la frustrazione che ha provato nel sentirsi dire che “deve solo accettare”. Adesso, quello che si può immaginare di fare, è strutturare delle strategie per attraversare e per stare in questa fase in cui si trova, in modo sufficientemente “comodo”. La psicoterapia può aiutarla molto tuttavia, come in tutte le cose, bisogna darsi tempo e trovare il professionista giusto con cui lavorare insieme per rispondere ai suoi bisogni attuali e raggiungere gli obiettivi che desidera darsi per il futuro. Augurandole il meglio, porgo cordiali saluti
Gentile utente, grazie per la condivisione delle sue esperienze. Da quello che scrive sicuramente è una donna che darà del filo da torcere ai colleghi che la seguiranno. Costruisco sempre buone alleanze terapeutiche con donne forti e indipendenti. Buona psicoterapia. Cordialità dott. Gaetano Marino
Buongiorno, grazie per aver condiviso la tua esperienza e riflessione. Comprendo il tuo sconforto, soprattutto perché sembra che la tua difficoltà non risieda nel trovare una nuova relazione, ma piuttosto nel concetto di "accontentarsi" e nella sensazione di ingiustizia legata alla felicità del tuo ex. La psicologia può essere uno strumento prezioso non solo per affrontare situazioni esterne, ma soprattutto per aiutarti a esplorare come stai vivendo e interpretando questi eventi a livello emotivo e cognitivo.

Non si tratta solo di accettare o "farsi andare bene" le cose. La terapia può offrirti uno spazio per approfondire come la tua esperienza passata stia influenzando la tua percezione del futuro e delle relazioni, e soprattutto può lavorare sul senso di insoddisfazione e delusione che provi. È comprensibile che tu voglia qualcosa di autentico e che ti faccia sentire pienamente connessa. L'obiettivo non è "accontentarsi", ma piuttosto arrivare a capire meglio i tuoi desideri, le tue aspettative e il dolore che stai vivendo, così da poter lavorare su ciò che ti impedisce di guardare avanti con fiducia.

Ogni percorso terapeutico è unico, e ciò che è stato proposto in passato potrebbe non rispecchiare l'approccio che altri professionisti potrebbero adottare. Il confronto e il lavoro interiore potrebbero aiutarti a costruire un nuovo significato per te stessa e per le tue relazioni future, senza sentire di dover rinunciare a qualcosa. Non sei destinata a vivere nell'insoddisfazione, e il giusto percorso terapeutico potrebbe offrirti nuove prospettive e strumenti per affrontare la situazione in modo diverso.

Se hai altre domande o dubbi, sarò felice di approfondire.
Salve, sé la presente avesse un titolo sarebbe “un sogno inarrivabile”. Tutti sognamo ed abbiamo il diritto di essere felici, e su questo aspetto non vi è sindacabilità. Che un’altra componente però, ed è quella che vede una sorta di autosabotaggio fare capolino nelle nostre vite.Vorrei lui, ma mi devo accontentare dell’altro che mi interessa é un pensiero dal sapore antico nella vita di una donna. La invito ad un percorso di consapevolizzazione sulle sue credenze e sulla loro origine. Questa è una radice fondamentale con cui fare i conti, per poter avere un buon rapporto con se stessi e con le proprie attitudini relazionali. Saluti, dott.ssa Sandra petralli
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Gent.ma, probabilmente una psicoterapia potrebbe accompagnarla nel trovare la via per essere contenta di sé e di ciò che ha. Occorre tuttavia capire meglio la sua personale condizione per poterle prospettare un lavoro terapeutico appropriato, tenendo presente che trasformare la qualità della propria esperienza emotivo-affettiva e relazionale è un processo graduale, che può condurla ad essere un po’ più felice ma che non è esente da qualche fatica. SG
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione. Nelle relazioni non si tratta di accontentarsi né di stabilire chi meriti più o meno di essere felice, ma si tratta di raggiungere una maggiore consapevolezza su di sé. Quando ci si innamora di una persona ciò accade poiché inconsapevolmente sentiamo che quella persona può riempire i nostri bisogni più profondi, che possono essere i più disparati. Quando accade di incontrare più volte partner non adatti a sé oppure, anche se adatti, non disponibili, ciò accade poiché inconsciamente si ricercano partner che diano risposta alle proprie sofferenze ed esigenze più profonde; il problema è che quando si è spinti da una sofferenza inconscia non si riesce a prendere delle decisioni sane per la propria vita. Anche questa situazione che lei sta vivendo, per quanto dolorosa, in realtà può diventare un'occasione estremamente utile per scoprire quali sono i suoi bisogni inconsci che l'hanno spinta verso questi partner. Non c'è nulla di più utile se non le relazioni per scoprire nuovi aspetti di sé e accrescere in consapevolezza. Non è un processo facile, e sicuramente sarà doloroso, ma è estremamente utile. Rimango a disposizione per domande o chiarimenti. Cordialmente, Dott.ssa Chiara Tumminello.
Buongiorno sicuramente la sua situazione ha bisogno di ricevere più attenzione per capire quello che ha dentro di sè e come poter affrontare al meglio le sue difficoltà . Le consiglio di riprovare a rivolgersi a uno psicologo vedrà che riuscirete insieme a capire da dove arrivano il suo dolore e la sua rabbia . Mi rendo disponibile per questo .Buona serata
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Capisco profondamente il tuo stato d’animo e la frustrazione che stai provando. Quando si tratta di situazioni in cui ci sentiamo privati di controllo, come accade spesso nelle relazioni, la sofferenza può diventare ancora più acuta. Dal punto di vista psicodinamico, ciò che descrivi potrebbe essere legato a una serie di dinamiche inconsce che influenzano le tue aspettative verso te stessa e verso gli altri. L'idea di non voler più qualcuno dopo aver provato un innamoramento così intenso potrebbe essere un modo per proteggerti dalla vulnerabilità, evitando la possibilità di provare nuovamente un dolore simile.

La psicoterapia potrebbe aiutarti a esplorare più a fondo i significati legati a questa esperienza, permettendoti di comprendere le tue reazioni emotive e come queste si intrecciano con aspetti del tuo passato. Non si tratta solo di accettare passivamente una situazione o distrarsi, ma di capire da dove nascono queste emozioni e di sviluppare strumenti che ti aiutino a rielaborare il dolore in modo più profondo. Questo percorso potrebbe offrirti una nuova prospettiva non solo sulle relazioni, ma anche su te stessa e sul valore che attribuisci alle tue esperienze passate.

Un consulto con un professionista potrebbe essere utile per esplorare insieme questi aspetti in modo più specifico e personalizzato.

M.G.
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Buongiorno, ho letto ciò che ha scritto e mi spiace per i pensieri che le attraversano la mente.
A parer mio il punto è che, attraverso una psicoterapia, potrebbe aumentare la consapevolezza di come il suo benessere, emotivo e cognitivo, non può dipendere esclusivamente da un'altra persona. Si sente orgogliosa dei risultati raggiunti con l'università e sta utilizzando le sue risorse per raggiungere ciò che desidera a livello lavorativo, soddisfando il bisogno di sentirsi valorizzata e apprezzata. Il bisogno di amore e il soddisfacimento dello stesso è fondamentale nell'essere umano, ma non tutti possono darglielo. E' normale provare rabbia e solitudine dopo la fine di un rapporto, ma queste caratteristiche non dovrebbero intaccare l'immagine che lei ha di Sè, nè la sua visione del futuro. Bisognerebbe, a parer mio, indagare sulle relazioni all'interno del nucleo famigliare e delle sue esperienze fino ad ogg, per capire quale impatto possano aver avuto sulla sua vulnerabilità emotiva e sui meccanismi di pensiero.
Se ha bisogno, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua storia e le sue riflessioni. Comprendo quanto possano essere complesse le esperienze che ha vissuto. Un percorso di psicoterapia può sicuramente offrirle un sostegno, ma è importante considerare che le risposte che emergono in terapia possono richiedere del tempo e variano da persona a persona, soprattutto di fronte a questioni così complesse e profonde. Spesso, ciò che rende difficile superare una situazione non è solo la perdita della relazione, ma anche le emozioni intense e il significato che attribuiamo ad essa.
Nel suo caso, sembra che la difficoltà vada oltre la semplice accettazione del fatto che le cose non siano andate come desiderava. Avverto un forte senso di ingiustizia e di confronto con il suo ex, accompagnato da una preoccupazione per il futuro. È del tutto comprensibile che lei possa sentirsi restia a "accontentarsi" di una relazione che non le susciti le stesse emozioni del passato. Tuttavia, potrebbe esserci uno spazio per esplorare il motivo per cui queste emozioni sono così centrali per lei in questo momento e valutare se esistano altre modalità di vivere una relazione che possa offrirle appagamento, anche se diversa da quella vissuta in precedenza.
Le auguro il meglio per il suo percorso e resto a disposizione per qualsiasi necessità.
Cordialmente, Dott. Gianluca Pignatelli.
Buongiorno ho letto con attenzione quanto da lei raccontato. Emerge, nelle sue parole, molto dolore, rancore e tristezza.
In questa sede non mi é possibile rispondere alla sua richiesta relativa al se la psicoterapia possa aiutarla visto che ha già incontrato dei professionisti.
Quello che però é importante a mio avviso che prenda in considerazione é lo stato emotivo che sta vivendo. E' una ragazza giovane che ha il diritto di essere felice avendo tutta la vita davanti a se. Ci sono dei momenti in cui occorre fermarsi, darsi del tempo per metabolizzare delle esperienze molto dolorose. In questi casi l'aiuto di un professionista le può essere di supporto cercando anche di accettare ed integrare un parere divergente dal suo pensiero. La psicoterapia non é solo sostegno ma anche un'esperienza di confronto a volte difficile che si intreccia con momenti di tristezza. Intraprendere questo percorso e soprattutto portarlo avanti é un impegno che, se anche avrà dei momenti difficili, la porterà a volte faticosamente a nuove consapevolezze ed a guardare la realtà da un'altra angolazione.
Le auguro ogni bene.
Buongiorno,

quello che descrive è un sentimento molto forte e carico di frustrazione, e capisco profondamente il senso di ingiustizia che prova. Da una parte c’è questa consapevolezza di chi è, delle sue qualità, delle sue potenzialità; dall’altra, c’è una sofferenza che sembra non avere una soluzione soddisfacente. È come se avesse già identificato cosa non funziona, ma allo stesso tempo non riesce a trovare una via d'uscita che non sembri un compromesso o un "accontentarsi".

La sua riflessione è molto lucida e mostra che ha già affrontato una parte del lavoro su di sé: ha compreso i propri punti di forza, le proprie vulnerabilità, e ha già fatto un percorso di crescita personale. Ma è proprio questa consapevolezza che rende ancora più difficile accettare il fatto che non si può avere il controllo su tutto, specialmente quando ci sono altre persone coinvolte.

Il dolore che descrive non è solo legato alla relazione passata, ma sembra essere anche il riflesso di una lotta più profonda contro la sensazione di non poter ottenere ciò che si desidera veramente. Ed è qui che la psicologia può fare una differenza, non tanto nel dirle di “accettare” la situazione o di “guardare le cose belle” che ha – perché capisco che queste risposte superficiali possano sembrare vuote e frustranti – ma piuttosto nel lavorare con lei su cosa significa davvero non accettare questa situazione.

Il non voler "accontentarsi" è un sentimento potente, ma può essere utile esplorare cosa significa davvero per lei "accontentarsi". È una rinuncia alle emozioni che ha provato in passato, o è una sfida più grande legata al senso di giustizia e alla sensazione di meritare di più, di voler essere felice come pensa che lo sia il suo ex? Questi sono temi profondi, che vanno al di là della singola relazione e toccano l’essenza di cosa significa per lei trovare felicità e appagamento nella vita.

La psicoterapia può aiutarla a esplorare questi sentimenti senza limitarsi a soluzioni banali. Il punto non è solo trovare un nuovo partner o "superare" il suo ex, ma capire come navigare queste emozioni e il senso di ingiustizia che sembra legato non solo alle relazioni, ma forse anche a una parte più profonda di sé. Il percorso non deve essere una "cura" del sintomo, ma piuttosto un'opportunità per scoprire come gestire ciò che sembra impossibile da controllare.

Non è facile affrontare questa sensazione di non riuscire a trovare una soluzione che non sembri un compromesso. Ma può essere utile vedere la psicoterapia non come una strada che le dirà semplicemente di "accettare" e "distrarsi", ma come un percorso che le offrirà strumenti per esplorare queste emozioni a fondo, per trovare una nuova direzione, o almeno per capire perché certi sentimenti la tengono bloccata.

In altre parole, non si tratta di rassegnarsi, ma di trovare nuovi modi di guardare e affrontare queste sfide emotive. È un viaggio che richiede tempo e pazienza, e il fatto che lei stia cercando risposte è già un primo passo importante.

Se ha bisogno di ulteriori riflessioni o di un confronto, sono qui per supportarla.

Un caro saluto,

D.ssa Violeta Raileanu

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