Buongiorno. Volevo chiedere: Al mio ragazzo non escono mai, ma sottolineo mai, le lacrime davanti a
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Buongiorno. Volevo chiedere:
Al mio ragazzo non escono mai, ma sottolineo mai, le lacrime davanti ad altre persone e per questo nessuno l'ha mai visto fragile. Anche davanti a me spesso fa fatica, ma le lacrime escono anche se si nasconde per vergogna. Io rispetto questa sua sensazione, ma voglio provare a sbloccarlo perché non gli fa bene per la sua salute mentale. L'ho visto piangere solo una volta, dopo aver litigato, anche se era una discussione tranquillissima. Lui è molto ma molto sensibile e di cuore, infatti quando è solo piange per le minime cose e per quelle in cui non ha pianto davanti agli altri. Mi domandavo perché gli viene in automatico di fare tutto ciò. Lui stesso non mi sa rispondere e dice che è sempre successo così sin da bambino. Ho dedotto che forse questo può essere o per paura di farsi vedere fragile dagli altri, come una sorta di protezione personale che gli viene automatico metterla, o quando piangono gli altri lui rimane impassibile di lacrime (per esempio un lutto) per farsi vedere "forte" e un punto di riferimento se qualcuno a cui tiene sta male per questo. Mentre per quanto riguarda il motivo per il quale ha pianto solo davanti a me, ho pensato che forse fosse una questione di fiducia: ovvero che io già so il suo cuore gigantesco e la sua sensibilità e che non ha niente da temere nel mostrarmi ciò.
Secondo voi mi sono avvicinata un pochettino? Cos'è realmente? Faccio bene a cercare di sbloccarlo o dovrei lasciarlo così? (Lui stesso mi ha detto che un pò ci soffre a non riuscire a piangere davanti agli altri nelle situazioni importanti, come il lutto).
Grazie
Al mio ragazzo non escono mai, ma sottolineo mai, le lacrime davanti ad altre persone e per questo nessuno l'ha mai visto fragile. Anche davanti a me spesso fa fatica, ma le lacrime escono anche se si nasconde per vergogna. Io rispetto questa sua sensazione, ma voglio provare a sbloccarlo perché non gli fa bene per la sua salute mentale. L'ho visto piangere solo una volta, dopo aver litigato, anche se era una discussione tranquillissima. Lui è molto ma molto sensibile e di cuore, infatti quando è solo piange per le minime cose e per quelle in cui non ha pianto davanti agli altri. Mi domandavo perché gli viene in automatico di fare tutto ciò. Lui stesso non mi sa rispondere e dice che è sempre successo così sin da bambino. Ho dedotto che forse questo può essere o per paura di farsi vedere fragile dagli altri, come una sorta di protezione personale che gli viene automatico metterla, o quando piangono gli altri lui rimane impassibile di lacrime (per esempio un lutto) per farsi vedere "forte" e un punto di riferimento se qualcuno a cui tiene sta male per questo. Mentre per quanto riguarda il motivo per il quale ha pianto solo davanti a me, ho pensato che forse fosse una questione di fiducia: ovvero che io già so il suo cuore gigantesco e la sua sensibilità e che non ha niente da temere nel mostrarmi ciò.
Secondo voi mi sono avvicinata un pochettino? Cos'è realmente? Faccio bene a cercare di sbloccarlo o dovrei lasciarlo così? (Lui stesso mi ha detto che un pò ci soffre a non riuscire a piangere davanti agli altri nelle situazioni importanti, come il lutto).
Grazie
Buongiorno, sicuramente aver vicino una persona supportiva e comprensiva può aiutarlo e se lei ci tiene a lui fa bene a restargli vicino, così come accetterlo per quello che è.
Se questo blocco causa un disagio importante nella vita del suo ragazzo il massimo che può fare lei è cercare uno psicologo e suggerirgli di andarci, sarà poi lui a decidere.
Nonostante ci faccia male veder soffrire chi ci sta vicino, non dobbiamo cercare di farci carico dei suoi problemi, c'è un alto rischio di venir tirati giù a nostra volta.
Spero che la sua situazione migliori,
buona fortuna!
Se questo blocco causa un disagio importante nella vita del suo ragazzo il massimo che può fare lei è cercare uno psicologo e suggerirgli di andarci, sarà poi lui a decidere.
Nonostante ci faccia male veder soffrire chi ci sta vicino, non dobbiamo cercare di farci carico dei suoi problemi, c'è un alto rischio di venir tirati giù a nostra volta.
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Buongiorno, capisco la sua preoccupazione per cercare di far stare meglio possibile il suo ragazzo. Non lo conosco quindi non posso rispondere con certezza alla sua domanda. Solitamente, il modo in cui noi mostriamo le nostre emozioni dipende molto da ciò che abbiamo imparato da piccoli e da ciò che i nostri genitori ci hanno trasmesso. A volte può capitare che, per motivi diversi, impariamo che non è possibile esprimere le emozioni di fronte agli altri. Per questo motivo, indipendentemente da chi abbiamo di fronte, fatichiamo a mostrarci tristi. Capisco la preoccupazione che questo possa significare che lui non esprima le emozioni, tuttavia, lui potrebbe aver trovato le sue modalità per farlo.
Rimango a disposizione per altre domande o chiarimenti, le auguro il meglio! Dott.ssa Rota
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Carissima, il modo di esternare i propri sentimenti ed emozioni è molto personale ed è sovente strettamente connesso all’ambiente di crescita senza tralasciare le esperienze che nel corso della vita si sono fatte. La sua preoccupazione è giustificata ed, il dichiararlo può essere un modo concreto ed alternativo di stargli vicino; il mostrare i suoi pensieri, il condividere i suoi timori permette al suo ragazzo di osservare un altro di vivere le emozioni. Credo che questo suo “stare accanto” senza innescare forzature, possa metterlo nelle condizioni di un lento lasciarsi andare. Il fatto che già in un’occasione sia successo e che lui stesso argomenti il suo vissuto con lei, è indice che nulla dentro di lui è statico, fermo e irremovibile. Credo che arriveranno tempi più maturi in cui ci potrà essere spazio per qualche colloquio psicologico che possa indirizzarlo verso una presa di coscienza più consapevole del suo modo di essere e che gli possa consentire di individuare maggiori risorse per provare a lasciarsi andare (a suo modo) senza sentirsi in balia degli altri. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Caro utente, ti ringrazio per aver condiviso il tuo vissuto e la tua storia, dalle tue parole si percepisce la tua preoccupazione.
In tutta sincerità, rispondere alla tua domanda non è facile in quanto non conosco approfonditamente la situazione.
Se ti va, possiamo parlarne in consulenza psicologica attraverso la videoconsulenza online, sarei felice di aiutarti a trovare le risposte che stai cercando e di sostenerti. Ti aspetto con piacere e se posso esserti d’aiuto resto a tua disposizione. Un saluto caloroso, Dott.ssa Chiara Esposito.
In tutta sincerità, rispondere alla tua domanda non è facile in quanto non conosco approfonditamente la situazione.
Se ti va, possiamo parlarne in consulenza psicologica attraverso la videoconsulenza online, sarei felice di aiutarti a trovare le risposte che stai cercando e di sostenerti. Ti aspetto con piacere e se posso esserti d’aiuto resto a tua disposizione. Un saluto caloroso, Dott.ssa Chiara Esposito.
Buongiorno, rispondere alla sua domanda è difficile in quanto non si possono conoscere le motivazioni per questi comportamenti, solitamente queste strategie vengono apprese e consolidate per numerosi fattori durante lo sviluppo. Il fatto che il suo ragazzo si sia lasciato andare davanti a lei mostrandosi nel pianto è sicuramente importante e non casuale, vuol dire che sente che può fidarsi di lei. Provi a parlarne con lui e cerchi di rispettare la sua scelta, qualunque essa sia, non è facile ma sarebbe controproducente forzarlo ad una scelta che non condivide. Sicuramente un percorso psicologico potrebbe dare degli strumenti in più, ma solamente se condiviso dal diretto interessato.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Salve gentile utente, comprendo benissimo la sua posizione: quando la persona accanto che amiamo in qualche modo "si fa del male" cerchiamo in tutti i modi di aiutarlo. Ma a volte nell'aiutarlo si incorre nel rischio di criticarlo o giudicarlo per quello che fa o per com'è. Io penso che è una bellissima cosa il fatto che con lei il suo ragazzo si apra e si dia il permesso di piangere e lei (non so se già lo fa) potrebbe sottolineare in modo positivo quando il suo ragazzo mostra le sue lacrime o la sua sensibilità e quindi apprezzarlo nei suoi momenti di apertura. Poi starà a lui trovare la forza o il coraggio di mostrarsi così com'è anche di fronte agli altri.
Le mando un caloroso saluto
Rimango disponibile per qualsiasi altra domanda.
dr.ssa Rosalia Bellavia
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Carissima, esprimere le emozioni non sempre è semplice e il modo in cui riusciamo a farlo cambia da persona a persona e si porta dietro regole che abbiamo imparare su come “si può o non si può fare”.
Non conoscendo il suo fidanzato non mi sento di sbilanciarmi ma mi viene da pensare che sia probabilmente come lei ha scritto una forma di auto protezione da un eventuale immagine fragile di se. Potrebbe essere qualsiasi la causa di questo suo comportamento e potrebbe non modificarlo mai perché questo è quello che lo fa sentire più al sicuro. Il consiglio che le posso dare e di continuare a offrirgli una base sicura in cui poter piangere se ne sente il bisogno, comunicando con lui il più possibile con la delicatezza e la gentilezza che il tema richiede.
Se ne volesse parlare più approfonditamente sono a disposizione
Dott.ssa Eleonora Carlino
Non conoscendo il suo fidanzato non mi sento di sbilanciarmi ma mi viene da pensare che sia probabilmente come lei ha scritto una forma di auto protezione da un eventuale immagine fragile di se. Potrebbe essere qualsiasi la causa di questo suo comportamento e potrebbe non modificarlo mai perché questo è quello che lo fa sentire più al sicuro. Il consiglio che le posso dare e di continuare a offrirgli una base sicura in cui poter piangere se ne sente il bisogno, comunicando con lui il più possibile con la delicatezza e la gentilezza che il tema richiede.
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, mi sembra di capire che le piacerebbe che il suo ragazzo si potesse sentire libero di esprimere tristezza e pianto anche in presenza di altri. Potrebbe essere che fin da piccolo la sua famiglia gli abbia trasmesso inconsapevolmente un divieto rispetto al piangere in pubblico, esortandolo al contrario ad essere forte, e questo tipo di retaggio potrebbe essere ormai radicato nel suo comportamento e nella sua espressione delle emozioni. Se si è dato il permesso di farlo davanti a te, sicuramente ha percepito un senso di intimità e di fiducia e penso che questo sia molto importante. Ti invito a non spingerlo a fare cose per cui non senta ancora spontaneità e ad accettarlo nella sua fragilità più intima.
Resto a disposizione, dott.ssa Costanza Zanini
Resto a disposizione, dott.ssa Costanza Zanini
Buongiorno cara Utente, le sue attenzioni verso il suo ragazzo e i suoi stati d'animo sono molto tenere. Probabilmente la sua lettura si avvicina abbastanza alla modalità reattiva del suo ragazzo visto che lo conosce così bene e probabilmente anche la sua intuizione sul perchè con lei si sente più libero di piangere è abbastanza corretta. Pressarlo o non pressarlo/spronarlo nel lasciarsi andare non è forse così semplice. Il processo dovrebbe attraverso un percorso psicologico venir da dentro, andare a comprendere quali sono le modalità del suo fidanzato, cosa lo porta ad agire/reagire in tal modo, ecc. Questo è sicuramente un lavoro più specifico da fare. Se desidera qualche incontro io sono a disposizione in presenza e on line. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Gentile utente, non conoscendo il suo compagno e non conoscendo la situazione è difficile poter rispondere a queste domande. Se a lui non piace questa situazione e vorrebbe approfondire come mai ciò avviene, potrebbe iniziare un percorso di psicoterapia. Rimango a disposizione.
Cordiali saluti, dott.ssa Dafne Devetta
Cordiali saluti, dott.ssa Dafne Devetta
Buonasera, la ringrazio per avere condiviso qui la sua esperienza. Mi sento di dirle che è molto positivo per la coppia e per lei come persona, il suo accudimenti riguardo le fragilità del suo fidanzato. Probabilmente, ha ragione, lei è una figura della quale lui si fida e non ha paura di mostrare le proprie fragilità. Le comunico che il suo intento di “ sbloccare” il ragazzo è assolutamente positivo, ma è bene rispettare i tempi del suo fidanzato. Dunque si potrebbe procedere a piccoli passi e nel caso in cui il suo fidanzato volesse confrontarsi con le proprie fragilità, potrebbe consigliargli di approfondire attraverso un percorso psicologico, nel quale lei potrebbe prendere parte, una volta iniziato.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Valentina Franco
Rimango a disposizione, Dott.ssa Valentina Franco
La ringrazio per aver condiviso con noi i suoi dubbi. La gestione delle emozioni è molto soggettiva. È probabile che il suo ragazzo abbia sin da piccolo imparato, per difesa o pudore, a nascondere la tristezza. Ha fiducia in lei se accetta di farle vedere anche la parte più fragile di sé.
Ciò premesso, laddove il suo ragazzo lo ritenesse opportuno, si potrebbe lavorare sulle emozioni e sulle modalità di viverle ed esprimerle. Cordialmente. Dott.ssa Silvia Lo Massaro
Ciò premesso, laddove il suo ragazzo lo ritenesse opportuno, si potrebbe lavorare sulle emozioni e sulle modalità di viverle ed esprimerle. Cordialmente. Dott.ssa Silvia Lo Massaro
Buonasera. Per quanto mi piacerebbe, non mi è possibile rispondere con certezza alla sua domanda non conoscendo il suo ragazzo. Però se lei dice che ne avete parlato ed è per lui motivo di sofferenza può aiutarlo a cercare un professionista che lo aiuti ad arrivare all'origine di questo blocco. Capisco che lei si senta coinvolta in questo e che cerchi anche attivamente una soluzione, scrivere qui sicuramente rappresenta un buon modo di chiede aiuto ora ed può cogliere i suggerimenti che anche altri colleghi le daranno. S riguardi. Rimango a disposizione e vi saluto, dott.ssa Giulia Remondini
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Buonasera, avere al proprio fianco una persona che ti supporta e cerca di comprenderti è un buon punto di partenza. Dato che ti ha detto che questa situazione lo fa soffrire, potrebbe essere utile suggerirgli di esplorare ulteriormente questa questione con uno psicologo, che potrebbe aiutarlo a identificare le ragioni profonde dietro questo comportamento. In ogni caso, è importante rispettare le sue scelte e i suoi tempi senza forzarlo a fare nulla che non si sente pronto a fare. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Saluti, Dott. Alessio Lambiase.
Cara utente. É molto bello da parte sua preoccuparsi della sensibilità del sul partner ma come ha potuto comprendere da sola,non piangere non vuol dire non provare emozioni anzi! Possiamo cercare di capire , attraverso il racconto della sua storia cosa li frena . Mi faccia pure contattare per una consulenza.
Dott. Eugenio di Giovanni
Dott. Eugenio di Giovanni
Buongiorno, può continuare a mostrarsi disponibile all’ascolto e all’accoglienza della parte vulnerabile del suo partner. Un aspetto sicuramente importante per la costruzione di un legame profondo e autentico.
Per tutto il resto penso che se ne debba occupare un professionista insieme al suo partner.
Lei potrebbe nel mentre supportarlo in questo.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Per tutto il resto penso che se ne debba occupare un professionista insieme al suo partner.
Lei potrebbe nel mentre supportarlo in questo.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Potrebbe essere che il tuo ragazzo si nasconde per paura di essere visto come fragile dagli altri, come una sorta di protezione personale. Potrebbe anche essere che lui rimanga impassibile per mostrarsi forte e un punto di riferimento per gli altri. Il fatto che abbia pianto solo davanti a te potrebbe indicare una questione di fiducia, sapendo che tu conosci il suo cuore gigantesco e la sua sensibilità. Puoi cercare di aiutarlo a sbloccarsi, ma è importante rispettare i suoi tempi e sentimenti. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buongiorno, non è sempre chiaro cosa ci spinga a comportarci in un determinato modo, non è chiaro a noi stesse e di conseguenza diventa difficile spiegarlo a chi ci sta intorno. Noto che il suo ragazzo si sia sentito libero di parlarle di questa sua fatica (oltre ad averla notata primariamente e spontaneamente lei in autonomia) e questo mi fa immaginare una fiducia e una sicurezza protettiva nel vostro rapporto. Se il desiderio di esplorare cosa ci sia nel suo ragazzo che gli impedisce di piangere in pubblico o anche solo più liberamente, le rimando la mi disponibilità a compiere questo percorso con il suddetto ragazzo. La saluto e le auguro una buona giornata,
Dott.ssa Giulia Galbiati
Dott.ssa Giulia Galbiati
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