Buongiorno, vi scrivo per una serie di problemi che mi stanno letteralmente rovinando la vita e non

20 risposte
Buongiorno, vi scrivo per una serie di problemi che mi stanno letteralmente rovinando la vita e non so come uscirne.
Chiedo scusa per la lunghezza ma non trovo altro modo per spiegare.
Sono un ragazzo di 30 anni e da un po soffro di ansia sociale, faccio molta fatica a relazionarmi con persone nuove, ma anche con persone che conosco già.
In alcuni casi mi sento molto a disagio, mi sento giudicato, anche senza un reale motivo, sopratutto se mi trovo in mezzo alla gente, come in un locale per esempio, o posti affollati, a tal punto da far fatica quasi a guardare le persone in faccia, ed il contatto visivo diretto mi imbarazza molto.
E iniziato tutto molto prima di due anni fa, di mio sono gia molto timido e quindi ho sempre fatto fatica a relazionarmi, ma da circa 2 anni la il problema si è intensificato e succede anche con persone che conosco da anni con cui ho un bel rapporto.

Per questo ho smesso quasi del tutto di uscire di casa, esco solamente per le necessità e con pochissime persone, ma evito sempre locali o luoghi affollati.
Ho gia avuto un percorso con uno psicologo, ma non mi ha aiutato, o almeno io credo sia così, perchè non ho mai notato miglioramenti, e a dire la verità, durante questo percorso mi limitavo ad esporre i miei problemi allo psicologo, cercava di farmi scavare dentro di me in modo che io capissi quale fosse il fulcro di questo mio problema, ma non mi è stato di alcun aiuto e non ho ricevuto nessun consiglio concreto.
Ed ho interrotto il percorso proprio perche non notavo nessun cambiamento, ed anche economicamente facevo fatica.

Di me posso dire con certezza che ho zero autostima di me stesso, sopratutto fisicamente.
Ma so anche di avere dei valori e di essere una persona per bene, ma ogni volta mi faccio sempre paranoie su tutto e quando l'ansia prende il sopravvento, io devo scappare da certe situazioni perchè diventa estenuante per me, e mi chiudo in me stesso e in casa.

Inoltre, ho davvero pochi amici, e per quanto riguarda le ragazze, beh ho avuto una storia che mi ha distrutto emotivamente e non riesco piu a fidarmi delle persone.
Frequento un sito online, una chat (non di incontri, ma semplicemente di svago) e questo mi aiuta un po ad avere almeno un minimo di rapporti sociali.
Anche se purtroppo mi capita di conoscere ragazze, con cui mi trovo bene a parlare, e io mi ci affeziono subito, mi fido delle belle parole, anche se spesso dico a me stesso che contano i fatti, ma quelle parole mi restano dentro comunque anche se i fatti poi solo leggermente diversi.

Ed appena noto una minima cosa che mi desta un po di sospetto, inizio subito ad avere pensieri negativi, che questa persona mi stia prendendo in giro, che dica il falso, solamente per ferirmi. La mia testa diventa un vortice di pensieri incontrollabili che mi portano sempre piu a dubitare di quella persona, anche per delle sciocchezze, fino ad arrabbiarmi ed esternando quei pensieri alla persona interessata portandola ad allontanarsi, e questo da poi conferma dei miei pensieri negativi e sospetti. Il classico del cane che si morde la coda.

Non capisco se ho solo la sfortuna a conoscere persone che realmente giocano su questo e sui sentimenti delle persone, oppure è il mio modo di comportarmi che porta le persone ad essere cosi.

Sto vivendo male, non riesco ad essere felice e non so come uscire da questa situazione
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, ogni sintomo è collegato e nasce all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Quello che le posso suggerire è di fare una scelta su di sé, cioè prendersi cura di ciò che le accade. Anche se in passato è stato in terapia e questo non ha sortito effetti di fatto si trova adesso in una condizione di difficoltà e chiede aiuto. La prossima terapia potrebbe essere di tutt'altro effetto. Consideri che non sempre il primo terapeuta che si incontra è quello giusto e inoltre la terapia non è solo fonte di consigli ma dovrebbe mettere in moto una pratica di vita, dopo che si è compreso da cosa dipende il suo stato emotivo. Non demorda, anche dal punto di vista economico si possono trovare delle soluzioni. La direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno. Le faccio una domanda. Si sente degno di essere amato? Perchè vede, da quello che ho letto, la sua tendenza ad anticipare gli eventi in modo negativo e il suo darsi risposte prima di sapere come andranno veramente le cose, è un riflesso della sua paura di non piacere. E' la profezia che si auto avvera. Lei nella sua mente pensa "di sicuro non le piacerò, mi lascerà, mi tradirà, mi sta prendendo in giro, ecc..." e quindi, date queste sue convinzioni, i suoi comportamenti di iper protezione, andando a chiedere al partner se è vero ciò che crede, non fanno altro che confermare quello che ipotizza. Deve cambiare mind set e se vuole in questo posso aiutarla.
Ciao, hai centrato in pieno: è il tuo modo di comportarti che crea nelle persone un certo comportamento. ti faccio un esempio: Chi entra in un bar con sguardo basso e sfuggente, difficilmente verrà coinvolto poiché potremmo pensare "non ha voglia di parlare, è timido, ha dei problemi etc." lo so, non è un bell'esempio ma spesso è così, socialmente si attivando questi comportamenti.

Anche se siamo intorno a un tavolo, solitamente chi è silenzioso si lascia in silenzio: pochissimi hanno il coraggio di coinvolgerlo.


Questo non è il contesto per spiegarmi meglio o dare consigli pratici ma provo a farti alcune domande:

- Dentro di me, quali sono le paure?

- Qual è il giudizio più temuto: aspetto fisico o di essere considerato poco interessante? o altro?

- Cosa succederebbe se qualcuno mi giudicasse per questo?

- Qual è la situazione che vorrei vivere, se tutto fosse risolto?

- Come posso comportarmi diversamente affinché io ottenga ciò che desidero?


Prova a risponderti e dimmi come va.Ciao.
Gent.mo, la situazione di disagio che descrive merita di essere meglio compresa. Sarebbe opportuno potesse rivolgersi ad uno specialista e, valutata la sua condizione, capire in che modo poterle essere di aiuto. Tenga tuttavia presente che potrebbe essere indicato un periodo consistente di psicoterapia. SG
Da quello che racconta mi pare che improvvisamente, senza un apparente motivo, dal vivere la situazione che sta accadendo lei si mette a guardare se stesso da fuori in quella situazione… come se piazzasse una telecamera esterna che ha il compito di giudicare, valutare, insospettirsi! Forse mi sbaglio, ma se fosse così andrebbe capito e approfondito chi è il cameraman…
Salve. La mancanza di fiducia in se stesso le fa avere difficoltà ad avere fiducia negli altri con conseguente chiusura nei confronti delle relazioni umane. Le consiglio di riprendere un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla, un percorso che possa stimolare quella fiducia in sé che possa ancorarsi ai valori che sente di avere. Nella mia lunga esperienza come psicoterapeuta corporea, lavorando su più piani, mente-corpo-sensazioni-emozioni-pensieri e integrandoli si riesce a stimolare la fiducia in sé che può attivare processi di cambiamento profondo che permettono di vivere con più leggerezza, serenità e in modo chiaro. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Buongiorno,
le suugerisco una sessione per andare in profondità e comprendere cosa blocca la sua vitalità e se si porta dei pesi che non sono i suoi. Potrebbero essere utile lavorare con lo strumento delle costellazioni familiari per sciogliere questo schema.
Dhiraj
Gentile Utente, arriva in modo molto chiaro la frustrazione per una difficoltà sulla quale sente di non avere controllo. Da ciò che racconta, il suo desiderio di entrare nella relazione con gli altri è dominato dall’attesa di giudizio e rifiuti, al punto da sentirli anche laddove lei abbia consapevolezza che non ce ne siano segnali espliciti. Significa che questa dinamica è radicata e profondamente automatica, e sarebbe importante ragionare su dove abbia imparato, nella relazione con chi, a temere questo giudizio annichilente. Mi spiace il precedente percorso psicologico non l’abbia aiutata come avrebbe sperato, ma la incoraggio a non demordere, si conceda la possibilità di comprendere nei significati più profondi questa temuta invalidazione che ad oggi gestisce ponendosi ai margini di relazioni che invece vorrebbe intensamente. Un caro saluto
Gentilissimo, posso immaginare come possa sentirsi. Reputo che il suo disagio possa, comunque, essere trattato e compreso. Altresì, credo fermamente che sia meritevole di attenzione non solo il suo malessere ma anche il suo "SENTIRSI" come persona, come "essere - in - relazione" con se stesso e con gli altri.
Del resto, non tutti gli Psicologi hanno lo stesso approccio terapeutico, ed io concordo con lei sulla necessità assoluta di accostare a quello che potremmo definire un movimento interiore di riscoperta e crescita personale, anche e sopratutto delle tecniche pratiche che possano aiutarla ad affrontare la sua problematica per consentirle di vivere la sua quotidianità serenamente. Le assicuro che tutto ciò è possibile in terapia, che sia online o che sia in presenza. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti e le faccio i miei migliori auguri.
Dott.ssa Annalisa Ferraro
Carissimo,
probabilmente la prima terapia le è stata utile più di quello che pensa. Ha chiari quelli che sono i disagi che vive, la poca autostima, il desiderio di avere relazioni ma la paura e la difficoltà a sostenerle, il trauma vissuto con la sua relazione…..come se avesse messo tutte le carte in tavola e avesse iniziato a ricostruire il quadro….probabilmente in quel momento non era pronto ad andare oltre, ha avuto paura, o ha intravisto la grande fatica del cambiamento….si perché fare un percorso di psicoterapia vuol dire soprattutto attuare un grande cambiamento, il terapeuta e’ la sua guida ma la fatica la fa soprattutto lei! A volte si fa un pezzettino con un terapeuta in un determinato momento, si lascia consolidare ciò che si è acquisito e magari successivamente si fa un altro pezzo. Credo ora lei sia pronto per procedere. Cordiali saluti Marianna Pasello
Buonasera,
Comprendo le difficoltà del momento e il disagio che vive soprattutto perché essendo "animali sociali" desideriamo per natura stare con gli altri e condividere, anche se questo a volte può essere tutt'altro che piacevole.
Intanto le chiederei come si trovava con il suo psicoterapeuta a livello relazionale? È molto importante condividere con il proprio terapeuta come pensiamo stia andando la terapia...
Le consiglierei di intraprendere un percorso di psicoterapia a orientamento cognitivo comportamentale con un terapeuta esperto in protocollo di esposizione con prevenzione della risposta (ERP) in modo che possa sperimentarsi di nuovo in situazioni sociali in modo graduale e riuscendo ad "accettare" il rischio di provare ansia e di condividere con il nuovo terapeuta non solo obiettivi ma anche le sue percezioni rispetto dall'andamento della terapia.
In bocca al lupo
Buongiorno gentile utente di mio dottore, grazie per aver condiviso con il suo vissuto.
Comprendo la sua difficoltà, come anche riprendere la strada di un percorso psicologico la potrebbe mettere lo stesso in difficoltà, visto la sua precedente esperienza. Ma è assolutamente un'esperienza precedente, lei era diverso e magari non c'era compatibilità con il collega. Non credo che si tratta di sbagliato o meno, ma di funzionale e non funzionale. Da quello che riporta, questo è un momento per lei davvero non funzionale.
Sembra impossibile e faticoso, ma la trasformazione di ciò che ci fa stare male, può accadere, è possibile.
Cordiali Saluti, d.ssa Giakoumi Alexandra
Gentile Amico,
ci descrive una situazione davvero difficile e preoccupante. L'ansia sociale che l'ha aggredita la sta isolando sempre più, intensificando il significato di ogni minimo cenno di disconferma nei suoi confronti.
Il consiglio migliore che potrei darle è di intraprendere al più presto una psicoterapia: sono moti e complessi i motivi che potrebbero rinchiuderla in questa fortezza di ansia e condannarla a interpretare la sua vita come uno spettacolo di ombre cinesi. Le chat questo sono, non crede?

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, leggo con piacere che ha una certa consapevolezza di ciò che vive. Si pone domande nelle cui risposte considera anche il punto di vista dell'altro. Ciò che descrive in conclusione al suo racconto ad esempio, è un tipico ciclo interpersonale. In cui ci proteggiamo da scenario catastrofico temuto, come l'essere feriti ad esempio, ma è proprio nel fare ciò che i nostri pensieri, emozioni e conseguenti comportamenti automatici lo fanno accadere. Lei ha una buona capacità riflessiva, si dia fiducia, il lavoro in terapia potrà darle soddisfazioni importanti.

Riguardo la sua precedente terapia interrotta; a volte per più ragioni può accadere che non ci sia la giusta sintonia fra terapeuta e paziente. La relazione terapeutica risponde alla logica di ogni relazione umana, è talvolta fallibile. Non rinunci, si dia un'altra chance. Un caro saluto.
Buonasera

La difficolta' che lei descrive si basa sul conflitto tra il desiderio essere dipendenti dall'altro e la paura di esserlo. Da questo conflitto scaturisce l'angoscia.
Le consiglio di intraprendere una psicoterapia psicodinamica.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Buongiorno, i comportamenti di cui parla sono tipici dell'ansia sociale: da una parte la proteggono a breve termine abbassando nell'immediato il livello di ansia; a lungo termine, però, mantengono inalterata la sua sofferenza.
Questo potrebbe essere un primo punto di partenza.
Ecco un altro punto da cui poter partire: che tipo di relazione ho con i miei pensieri? Provi a rifletterci.
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi rendo conto del disagio che sta provando e delle difficoltà che sta vivendo.
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto. Innanzitutto arrivano forte e chiaro tramite il messaggio le sue fatiche e comprendo quanto possa essere difficile vivere la socialità in maniera frammentata e traumatica. Per l'essere umano in generale è fondamentale avere una vita sociale appagante ma spesso è terrorizzante e generale circuiti e meccanismi di malessere dai quali è molto difficile uscire. La psicoterapia è estremamente varia e presenta numerose correnti ma, soprattutto, è possibile che non si sia creata un'alleanza terapeutica funzionale e questo può avvenire per svariate ragioni. Non credo che sia il suo caso perché, dalla terminologia che utilizza ( ansia sociale...) e da come descrive le sue fragilità ( giudizio degli altri, difficoltà relazionali e internazionali, scarsa autostima...), sembra che lei abbia ben chiare le sue difficoltà e che sia stato fatto un pezzo importante di un quadro indubbiamente complesso. Le consiglio vivamente di intraprendere nuovamente un percorso psicoterapeutico ( che sia con lo stesso o con un altro terapeuta) allo scopo di affrontare queste fragilità e indagare in profondità le sue dinamiche intrapsichiche, intersoggettive e relazionali. Un caro saluto, Dott. Ciampone Emanuele
Gentile Utente, ha descritto molto bene la sua sofferenza. In virtù della compromissione che tale disagio porta nella sua vita, ritengo importante che si affidi ad un professionista della salute mentale per poter dare il giusto spazio ai suoi pensieri ed emozioni. È necessario inserire tutto ciò che ha riferito all'interno di una cornice, che corrisponde alla sua esperienza di vita: questo le permetterà di dare senso e significato al suo vissuto.
Resto a disposizione per maggiori informazioni e mi rendo disponibile per un approfondimento. Dottoressa Monica Mugnai

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