Buongiorno , vi scrivo per un problema relazionale che mi perseguita. In adolescenza persi mia mad
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Buongiorno , vi scrivo per un problema relazionale che mi perseguita.
In adolescenza persi mia madre , da lì probabilmente nacque in me una sorta di sindrome dell’abbandono , ahimè mai affrontata in un percorso psicologico . Nel 2019 inizio una relazione con un ragazzo borderline e narcisista che mi porta a vivere un attaccamento fortissimo a causa delle dinamiche relazionali di continuo up & down . Una sorta di ciclo vizioso di presenza -abbandono che mi ha portato a provare un amore incommensurabile . Trovata la forza a settembre 2022 di chiudere tale relazione , da quel momento inizio a frequentarmi con un ragazzo che ha sempre avuto una nomea di donnaiolo. Sin da subito questo mi ha concesso di distogliere l’attenzione dalla precedente esperienza ma poco dopo è emerso che pure questa situazione stava per diventare un problema . Infatti , nonostante la mia consapevolezza circa il fatto che sarebbe impossibile instaurare un rapporto stabile con lui (se anche lo facessi , mi tradirebbe ), temo di essermi innamorata (o ossessionata , non capisco ) . Lui è consapevole dei miei sentimenti ma sembra che per il sesso e qualche messaggio qua e lá , io vada sempre bene (ovviamente dopo il sesso sparisce , per ripresentarsi puntualmente , da un anno a questa parte, sempre qualche giorno dopo l’incontro). Certo è che se non mi cercasse più mi renderebbe la vita più facile ma purtroppo temo non smetterà perché giustamente LUI non ha nulla da perdere ..
come posso trovare la forza di dire basta ?
Vorrei dei consigli per poter andare avanti e concedermi il lusso di vivere senza dipendere da questi suoi continui riavvicinamenti . In più , gradirei capire perché le persone “normali “ mi appaiono noiose e piatte, mentre quelli che mi trattano meno bene mi fanno battere il cuore .
Grazie
In adolescenza persi mia madre , da lì probabilmente nacque in me una sorta di sindrome dell’abbandono , ahimè mai affrontata in un percorso psicologico . Nel 2019 inizio una relazione con un ragazzo borderline e narcisista che mi porta a vivere un attaccamento fortissimo a causa delle dinamiche relazionali di continuo up & down . Una sorta di ciclo vizioso di presenza -abbandono che mi ha portato a provare un amore incommensurabile . Trovata la forza a settembre 2022 di chiudere tale relazione , da quel momento inizio a frequentarmi con un ragazzo che ha sempre avuto una nomea di donnaiolo. Sin da subito questo mi ha concesso di distogliere l’attenzione dalla precedente esperienza ma poco dopo è emerso che pure questa situazione stava per diventare un problema . Infatti , nonostante la mia consapevolezza circa il fatto che sarebbe impossibile instaurare un rapporto stabile con lui (se anche lo facessi , mi tradirebbe ), temo di essermi innamorata (o ossessionata , non capisco ) . Lui è consapevole dei miei sentimenti ma sembra che per il sesso e qualche messaggio qua e lá , io vada sempre bene (ovviamente dopo il sesso sparisce , per ripresentarsi puntualmente , da un anno a questa parte, sempre qualche giorno dopo l’incontro). Certo è che se non mi cercasse più mi renderebbe la vita più facile ma purtroppo temo non smetterà perché giustamente LUI non ha nulla da perdere ..
come posso trovare la forza di dire basta ?
Vorrei dei consigli per poter andare avanti e concedermi il lusso di vivere senza dipendere da questi suoi continui riavvicinamenti . In più , gradirei capire perché le persone “normali “ mi appaiono noiose e piatte, mentre quelli che mi trattano meno bene mi fanno battere il cuore .
Grazie
E' difficile addentrarsi in risposte troppo complesso, non avendo molti dati, ma posso dirle che non sia molto inconsueto che una persona riproponga nella sua vita di adulto, alcuni schemi di reazione, comportamento ed adattamento appresi nelle epoche precedenti, come lei presumibilmente intuire. Un pò come confrontarci sempre con una dinamica del passato, proiettandola nel presente, quasi nel tentativo, più o meno disperato, di cambiare cose già sperimentate e dolorose. Ma comprendere questo, se questa è la spiegazione...non basta a cambiare le cose. Posso sicuramente dirle che un "cambiamento" avviene solo nel corso di un lavoro con se stessi, possibilmente accompagnato e supportato in un setting di psicoterapia appropriato e non attraverso la relazione con cui confliggiamo
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