Buongiorno vi ringrazio in anticipo per la disponibilità sono una mamma di un ragazzo di 13 anni (ra

24 risposte
Buongiorno vi ringrazio in anticipo per la disponibilità sono una mamma di un ragazzo di 13 anni (ragazzo perché è il doppio di me ed è più grande di quello che sembra) premetto che mii figlio ha fatto della scuola la sua unica ragione di vita eccellente in tutte le materie gli insegnanti mi dicono che ha una educazione di altri tempi unico e raro.. questo è mio figlio a scuola. A casa e un altra persona aggressivo prepotente testardo non esce mai se non quando le scuole sono chiuse non cerca amici non vuole interagire mai con nessuno anzi evita qualsiasi tipo di aggressione lui dice che quando deve studiare la sua concentrazione e mirata solo su quello..mi dice che lui oggi farà dei sacrifici per quando sarà grande e che avrà tempo per la vita sociale (sue testuali parole)parla benissimo l’inglese avendo un locale qualche volta gli ho chiesto di servire dei clienti stranieri ma neanche a pensarla una cosa del genere lui (sempre sue parole)preferisce agire da dietro le quinte non al centro dell’attenzione.....l’ho fatto parlare con una psicologa ma è talmente bravo a far credere quello che vuole che mi dicono che sono io esagerata .....ora mi chiedo e vi chiedo un consiglio a voi sono io che sbaglio a spronarlo a chiamare i suoi amici?????sono io che sbaglio a invogliarlo ad uscire????non so più che pensare e come comportarmi io non ci vedo chiaro in questo suo comportamento e vorrei sapere come muovermi come fare per aiutarlo noto il suo disagio quando sta con gli altri lui mi dice che non trova una affinità con i suoi coetanei.....e che a volte solo per apparenza o per circostanze si interagisce con la società
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso da suo figlio.
È sicuramente un periodo molto complesso e delicato per i ragazzi dell'età di suo figlio.
Ciò non spiega il tutto ma sicuramente aggrava situazioni di per sé fragili.
Ritengo fondamentale che suo figlio intraprenda un percorso psicologico per indagare cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Sarebbe opportuno, inoltre, coinvolgere anche voi genitori in questo percorso di riconoscimento, identificazione e modulazione degli stati emotivi negativi di vostro figlio.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, mi dispiace per la situazione che si è venuta a creare. Che cosa le ha detto precisamente la psicologa? Inoltre, dia del tempo a suo figlio per riuscire ad elaborare il tutto.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve. Comprendo la sua preoccupazione di madre ma non è semplice rispondere alla sua domanda, perché parla di un'altra persona. Se suo figlio è interessato a ciò che studia, gli piace, è soddisfatto e, come dice lei, sembra più grande della sua età, forse è anche più maturo e potrebbe non avere nulla in comune con i coetanei.
Se volesse chiarire meglio i suoi dubbi e le sue preoccupazioni, le consiglio di rivolgersi lei ad uno psicoterapeuta che la sostenga e l'aiuti a comprendere meglio il momento che sta attraversando suo figlio. Distinti saluti
Gentile signora, mi colpisce i na cosa della sua descrizione della situazione. Lei sembra molto agitata per il disinteresse per la socialità di suo figlio, ma questo sembra essere un problema per lei è non per il ragazzo stesso.... Le chiedo.. il padre cosa pensa?
Vi consiglierei di richiedere voi un sostegno genitoriale.. valuti insieme al padre questa possibilità.
Buona serata
Dr. ssa Clotilde Marinacci
Buonasera Gentile signora, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Non è facile dare un parere basato sulle poche informazioni che ha portato: può essere che suo figlio abbia un disagio che non riesce ad esprimere con lei o può darsi che lui stia bene così. Da quando ha cominciato ad essere "testardo e aggressivo" in casa? E come mai lo è? è sempre stato poco sociale coi suoi coetanei o riesce ad identificare un momento preciso in cui ha cominciato ad esserlo? Servirebbe approfondire la questione tramite una valutazione psicologica.
In ogni caso, non siamo fatti tutti per stare bene in mezzo ai coetanei: forse suo figlio non ha ancora trovato le persone giuste con cui socializzare. Rimango a disposizione. Cordialmente, dott. Simeoni
Gentile Signora, dalle sue parole sembra molto preoccupata ed è comprensibile per una madre essere in apprensione per il benessere psicosociale di suo figlio adolescente. La fase adolescenziale è un momento evolutivo per il ragazzo, ma anche per tutto il sistema familiare che cambia. Pertanto è importante che anche gli altri membri della famiglia vengano coinvolti in questa fase di cambiamento. Potrebbe provare ad aiutare suo figlio, rivolgendosi a sua volta ad un* psicolog* che la supporti negli sviluppi della relazione più importante, quella madre-figlio.
Buonasera, diversi consigli condivisibili le sono stati già stati forniti. Mi permetto solo di aggiungere, che se possibile, il percorso psicologico andrebbe continuato da parte di suo figlio (ad esempio se lui è disponibile a continuarlo). Forse lei esagera ma, qualora non esagerasse, una delle prime domande che mi pongo di solito, quando vedo ragazzi dell'età di suo figlio, è appunto come stanno dal punto di vista della socializzazione con i pari età. Pertanto le condotte di chiusura di suo figlio andrebbero monitorate e anche se durante i colloqui psicologici "recita" la parte di colui, che non ha problemi, è solo una questione di tempo, perché a lungo andare è difficile mentire durante una terapia, nel senso che col tempo la personalità prima o poi emerge. Nel frattempo, condivido l'idea di fare delle consulenze psicologiche per avere alcune indicazioni su come rapportarsi con suo/vostro figlio. Ancora buona sera.
Gentile signora,
Mi dispiace molto per questa situazione e immagino la sua preoccupazione per suo figlio. Potrebbe essere solo un periodo dato dal periodo adolescenziale, ma se secondo lei sta esprimendo un disagio più grande, utile sarebbe una terapia familiare così da "smascherare" questi comportamenti perbenisti e arrivare dritti al punto.
Per maggiori informazioni, resto a disposizione.
AB
Gentile signora,
le sue preoccupazioni, eccessive o meno che siano, andrebbero meglio comprese per poter meglio aiutare suo figlio oltre che lei stessa. Ha fatto un tentativo chiedendo consulenza ad un collega, ma da come scrive sembra che non si sia riusciti neanche a impostare un lavoro a breve termine. Potrebbe ricontattare lo stesso professionista per cercare di capire come procedere, oppure sentire un altro parere con un altro professionista: se suo figlio non fosse disponibile, cominci lei. Si potrà eventualmente valutare successivamente un suo coinvolgimento. SG
Salve, essere genitori non è semplice, a volte ci si trova a gestire situazioni complicate e che sembrano sfuggire rispetto alle proprie possibilità o capacità. Quelle che descrive potrebbero essere manifestazioni dovute alle peculiarità dell'adolescenza che è un periodo nel quale si comincia effettivamente a relazionarsi con i pari e questo può determinare situazioni e prese di posizione diverse. Oppure possono essere effettivamente da attenzionare, qualora la chiusura dovesse essere eccessiva, nel caso in cui ad esempio non ci fosse un particolare interesse per la vita sociale o una spinta vitale diretta verso un obiettivo. Sembra, da quel che dice, che suo figlio abbia interesse in qualcosa ma che sia molto concentrato su questo ed è ciò che la preoccupa. Sembra anche che lei faccia fatica ad accettare o forse a riconoscere questo aspetto e che vorrebbe che le cose fossero diverse. Effettivamente lo sguardo dei genitori sui propri figli ha un ruolo molto importante. Potrebbe, quindi, chiedere lei per sé una prima consulenza per capire cosa esattamente non la convinca e successivamente coinvolgere il padre per arrivare poi, qualora fosse necessario, a suo figlio. Spero di esserle stata utile. Un saluto, Marina Montuori
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che state vivendo sia lei che suo figlio. Come già esposto dai colleghi l'adolescenza è un momento di cambiamento per i ragazzi, ma anche per la famiglia, quindi potrebbe essere utile associare ad un supporto psicologico per il ragazzo degli incontri genitoriale e/o familiare per gestire il cambiamento in atto. Resto a disposizione. Saluti Dott.ssa Paola Tucci
Buongiorno signora, mi dispiace sentire la sua preoccupazione, come hanno detto i colleghi, sicuramente il periodo che stiamo attraversando complica tutto, soprattutto per quelle persone che sono inclini ad isolarsi... senla sua preoccupazione sia esagerata o o è difficile dirlo, difficile capirlo. Sarebbe opportuno fare un colloquio con la famiglia per approfondire le dinamiche relazionali e poi cercare di capire senil "ragazzo" si sente davvero a suo agio nel ruolo che ha "deciso" di vestire ed interpretare.
Le auguroni trovare un professionista che sappia comprendere ed accogliere la vostra situazione.
Rimanendo a disposizione la saluto
Claudia m
Buonasera Signora, mi spiace leggere le sue parole che mi arrivano in tutta la loro carica di preoccupazione, mi dà l'idea di voler "cambiare" suo figlio in una versione totalmente diversa da lui. Mi pare che suo figlio sia stato chiaro su cosa vuole in questo momento dalla sua vita, nettamente diverso dalle sue aspettative da genitore. Ora io non so se la sua preoccupazione sia relativa ai gusti personali di vita di suo figlio, che è comunque in crescita e quindi in cambiamento, oppure se lei si trova preoccupata per altre tipi di osservazioni. Quello che mi viene da dirle è di sostenere suo figlio nella sua unicità come persona: lui non è al mondo per soddisfare le sue aspettative e lei non è al mondo per soddisfare quelle di suo figlio. Lo sostenga. Se ha dubbi o domande mi rendo disponibile.
Le auguro buona serata.
Dott.ssa Francesca Maggi
Gentile signora. è comprensibile la sua preccupazione, verso i comportamenti di suo figlio, ed il timore che dietro a questi si possano celare altre difficoltà.
D'altra parte suo figlio è in piena fase di passaggio, verso l'adolescenza. Il mio suggerimento è di tenere l'attenzione su suo figlio, ma a quella giusta distanza che le consente di osservare senza interferire troppo. Lasci a suo figlio il giusto spazio di scelta e a lei la funzione di essere un supporto anche emotivo.
Mi chiedevo se avesse condiviso le sue preoccupazioni con il padre del ragazzo e con la scuola. Sarebbe importante scambiare punti di vista.
Sono a disposizione. Una caro saluto Dot.sa Demontis Maria Gonaria
Gentile Sig.ra come mamma la comprendo per la sua intenzione di auspicare per suo figlio una crescita sana ed integrata anche a livello sociale. Il ragazzo anche se fisicamente adulto è comunque ancora giovane e dovrà ancora confrontarsi sia con se stesso e anche, soprattutto con il mondo esterno.
Io credo che può essere utile richiedere un primo incontro per voi genitori dove possiate confrontarvi sui vostri dubbi e vostre aspettative ma anche difficoltà di relazione con il ragazzo. Da lì lo specialista deciderà come proseguire.
un cordiale saluto
Cara signora,
Le preoccupazioni che descrive nei confronti di suo figlio sono da prendere in considerazione soprattutto per le difficoltà di socializzazione, che sembrano essere sintomatiche di un disagio chiaramente espresso dalla dualità che lei descrive.
L'aggressività manifestata in casa indica una disfunzione nella relazione con i genitori che vale la pena di essere approfondita, anche assumendosi direttamente la possibilità di una riflessione tramite un consulto che coinvolga lei e suo marito.

Anche attraverso un lavoro indiretto è possibile modificare l'equilibrio relazionale e allentare quella tensione che suo figlio sembra vivere a partire dall'ambiente domestico, pur cercando di compensare attraverso lo studio e l'evitamento delle relazioni sociali.

Un caro saluto.

Dott.ssa Maria Piscitello


Cara Signora,
da quello che leggo, è molto preoccupata per la vita sociale di suo figlio, che sembra completamente concentrato sui risultati scolastici. Possono esserci molti motivi per questo. La cosa migliore da fare è andare insieme da uno psicologo, perché la prima cosa da indagare è proprio la vostra comunicazione reciproca. Mi sembra curioso che suo figlio sia così "manipolatore" da "far credere" a una collega che va tutto bene, visto che basterebbe chiedere informazioni sulle sue attività quotidiane per verificare ...

Con i migliori auguri
dr. Ventura
Gentile Signora, le risposte dei colleghi le offrono certamente molti spunti. Poichè mi occupo di neurodiversità le suggerisco di fare un pensiero anche su questo: alcuni dei comportmaenti di suo figlio potrebbero (ma ovviamente, non conoscendolo, è un discorso generale) far pensare ad una situazione di neurodiversità, ad esmepio alla sindrome di Asperger. Cerchi su internet, ci sono tante informazioni, e se desidera approfondire cerchi qualcuno che si occupa di Apserger o neurodiversità e chieda una consulenza.
Grazie, un caro saluto.
Massimo Martucci, Psicologo a Milano
Buongiorno, mi spiace per le preoccupazioni che prova e sicuramente per la sofferenza che queste le creano. penso che meritino rispteto e ascolto le considerazioni che ha sentito verso il comportamento di suo figlio. L'adolescenza è certamente un'età difficile e di passaggio e l'attuale situazione sanitaria va tenuta presente, rispetto ad una condizione di forzato isolamento. Immagino che desideri vedere in suo figlio una maggiore flessibilità e leggerezza perchè, per quanto sia importante porsi degli obiettivi, è importante dare spazio ad ogni sfera del proprio essere, specie a quella relazionale che non può essere procrastinata ad un'età successiva. Penso che una terapia psicologica potrebbe aiutare suo figlio, anche solo per avere uno spazio, qualora lo volesse, per discutere dei suoi progetti e interessi, in modo da poter raccontare di sè ad un terzo esterno alla relazione tra voi. Un caro saluto
Gentile donna,

da quanto scrive leggo una preoccupazione molto grande nei confronti di suo figlio, che però si mostra come funzionale in diversi contesti della sua vita. Il fatto che non abbia amici potrebbe esser dettato dall'idea di non aver nulla in comune con molti ragazzi della suà età essendo lui già molto responsabile e determinato rispetto a ciò che vuole. Probabilmente si sente avanti rispetto ad i suoi coetanei ed in alcuni casi questo può rappresentare un vincolo rispetto alla possibilità di stare insieme ad altri. E' probabile che lo annoia lo stare con gli altri ed in questa fase della sua vita non lo trovi stimolante. Questo non esclude la possibilità che da qui al prossimo futuro non possa trovare degli amici con cui poter condividere delle cose e altrettanto maturi come lui. Molte volte il vero problema non è la situazione in quanto tale ma i tentativi con cui si cercano di mettere in atto dei cambiamenti.....
Dia tempo a suo figlio e non gli metta fretta nel doversi scegliere a tutti i costi una compagnia, vedrà che è un qualcosa che potrà accadere naturalmente. Consideri che l'adolescenza è un perido particolare della vita dove il soggetto non è ne adulto ne un bambino, ma proprio in virtù di ciò molti aspetti della vita risultano esser in divenire ed alcuni fenomeni come ad esempio quello riguardante la solitudine potrebbero esser transitori.
Nella speranza di aver potuto rassicurarla con queste poche righe...

Un cordiale saluto
Dottor. Diego Ferrara
Cara signora, comprendo la preoccupazione che ha per suo figlio, a quest'età l'aspetto relazionale è importante e se la chiusura è eccessiva può spesso essere un allarme di un disagio. Suo figlio dovrebbe continuare il suo percorso psicoterapeutico e lei e suo marito potreste intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità che vi aiuti a confrontarvi con la situazione e con lui al meglio. Rimango a disposizione se ha bisogno.
Un saluto,
Dott.ssa Federica Leonardi
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buonasera! Cara Signora non è detto che le sue preoccupazioni sia infondate in quanto l'età di suo figlio è quella in cui il gruppo dei pari è il luogo prescelto di interazione e sperimentazione di sé nel mondo. Dovrebbe far fare una valutazione ad un'altra psicologa che si occupi di un inquadramento generale del ragazzo. Tramite anche test grafici si può risalire alle manifestazioni del mondo psichico di suo figlio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, effettivamente in questo ultimo anno con il Covid - 19, i ragazzi hanno sofferto molto di questa chiusura di non poter seguire personalmente le lezioni e di non poter avere dei contatti con i suoi coetanei. Inoltre lei dice che dimostra di più della sua età ma ha solo 13 anni, ed è un periodo difficile x un adolescente della sua età. Dovrebbe lei ed il padre farvi aiutare da una psicoterapeuta, che si occupa di adolescenti ed analizzare oltre al comportamento del ragazzo, anche dei vostri comportamenti nei suoi confronti, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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