Buongiorno. Tendo a provare molta frustrazione notando che quando gli altri parlano tendono a parlar

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Buongiorno. Tendo a provare molta frustrazione notando che quando gli altri parlano tendono a parlare tanto e a non voler essere interrotti, mentre al contrario quando non sono loro a parlare ma sono io a parlare tendono a non ascoltare e hanno tendenze di fondo: 1. o interrompono dopo 3 secondi (per fare domande a macchinetta, senza aspettare che racconto tutto) 2. o stanno in silenzio e non dicono nulla, praticamente ascoltano e basta come se io stessi parlando con un muro e magari dicono anche di essere stanchi (modo non diretto per dirmi di stare zitto). Però quando parlano loro pretendono di essere ascoltati. Ho riscontrato che pochissime sono le persone che si discostano da questo comportamento di voler parlare impiegando anche 10 minuti per poi dire cose banali che potrebbero dire benissimo in 30 secondi e però quando parlo io, che sono molto conciso e per esprimere un concetto non faccio lunghi giri, o mi interrompono in continuazione o stanno tutto il tempo in silenzio facendo finta di ascoltare (cosa che mi irrita parecchio). Un tale modo di comportarsi da parte degli altri (lo riscontro nel 99 % delle persone), secondo voi e in linea generale, possiamo dire che è indice di una loro incapacità relazionale o è più probabile che l'incapace a livello relazionale sia io?
Caro utente, non credo sia una questione di incapacità relazionale degli altri o la sua. Penso che lei desideri una reciprocità di dialogo ed intesa che non è sempre facile trovare e questo la fa soffrire. A volte è anche importante valutare a chi ci si sta rivolgendo. Se desidera approfondire io sono disponibile. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Domigno

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Salve gentile utente.
Le sue osservazioni sulla comunicazione sono interessanti e per certi versi corrette.
Non credo che il 99% delle persone siano incapaci di ascoltare e di intavolare una conversazione piacevole e onesta. Se fosse così, non ci sarebbe modo di parlare con nessuno.
Credo che lei abbia voluto esagerare quella che è una sensazione vissuta nei confronti di persone che frequenta di solito, per esempio la cerchia di amici o familiari, oppure i colleghi di lavoro. Sarebbe importante chiarire il contesto in cui queste dinamiche di comunicazioni sono più frequenti per determinare i motivi di questi comportamenti che sta notando nelle altre persone nei suoi confronti.
Ciò che può controllare più direttamente è il suo modo di relazionarsi e di parlare. Provi ad osservare se è sempre in grado di comunicare in modo efficace, se le sue idee o opinioni arrivino con completezza di informazioni, se il suo tono di voce o la gestualità sono adeguate al tipo di messaggio che intende trasmettere.
Comunicazione significa letteralmente "mettere in comune": si può farlo in modi efficaci, che si definiscono attivi e costruttivi, quando entrambe le persone sono immerse nel dialogo con interesse e ampia disponibilità all'ascolto, quando ci sono domande e risposte sui dettagli e si arriva sempre a una condivisione, e non a uno scontro.
Però ciò non accade sempre, a volte la comunicazione è più passiva con uno dei due dialoganti che evade il discorso, è poco partecipe o per nulla interessato, mentre l'altro vorrebbe essere più considerato.
Oppure, la comunicazione risulta distruttiva, cioè c'è una chiara intenzione di contrastare l'opinione dell'altro, si diventa offensivi, sarcastici e si manifesta irritazione.
Se queste dinamiche negative di comunicazione con una certa persona si ripetono nel tempo, è evidente che c'è un problema di fondo nel relazionarsi e, forse, è una persona con cui non vale la pena pretendere un dialogo costruttivo, ma mantenere rapporti essenziali, come purtroppo accade spesso sul posto di lavoro o in famiglia.

Non si può andare d'accordo con tutti, e con pochi si riesce davvero a creare una sinergia di interessi tale da rendere ogni conversazione ricca di spunti positivi. Vale la pena guardarsi intorno e individuare nel proprio contesto di vita tali persone e approfondire la loro conoscenza, farli essere più presenti nella propria vita. Per gli altri, beh, rimane l'educazione e la giusta moderazione, senza pretendere però che siano allineati sempre alle nostre esigenze e alla nostra intelligenza emotiva.

Spero di averla aiutata ad ampliare la prospettiva sull'argomento. Per qualsiasi dubbio o chiarimento mi scriva pure, sarò felice di risponderle.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentilissimo buongiorno,
cosa fa lei per far comprendere all'altro che lo sta ascoltando veramente? Cosa si aspetta dall'altro per essere soddisfatto della qualità dell'ascolto? Se fanno domande non si sente ascoltato, se non ne fanno, neppure. Forse non si tratta di incapacità relazionale, ma di un'aspettativa da parte sua troppo rigida. Forse per sentirsi ascoltato vuole dei segnali diversi da quelli che vede arrivare e di fronte a questa discrepanza si chiude. Potrebbe essere così? Resto a disposizione se desidera approfondire e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa
Salve, la domanda che lei si pone è corretta.
Potremmo dire che spesso non è quello che diciamo ad interessare o meno gli altri, mentre come lo facciamo, quello assolutamente sì.
Può essere che nella sua modalità espressiva vi sia una distorsione al livello del linguaggio non verbale, ma bensì corporeo.
Quindi, magari lavorando su questa dimensione potrebbe recuperare e raggiungere un livello di ascolto migliore.
Un saluto, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno non tutti sono in grado di ascoltare ed è una tendenza generale l incapacità di ascolto sincero e reale dell altro. Comprendo la frustrazione, può provare a dire ad una persona con cui è piu in confidenza che non vorrebbe essere interrotto ma ascoltato ad esempio. Un caro saluto Rossella Chiusolo
Buongiorno.
Ascoltare è una grande capacità, poco diffusa.
Questa è una mia constatazione frutto anche dell'esperienza professionale e si riferisce ad un ascolto profondo, reale, insomma alla capacità di vedere l'altro.
Se può esserle utile, possiamo incontrarci per un colloquio online e approfondire il tema.
Gentile utente,
"comunicare" significa "mettere in comune" e alla base di questo assunto occorre stabilire un prerequisito: sintonizzarsi con l'altro e stabilire un punto di contatto/interesse comune. In questo contesto si inseriscono le dinamiche delle relazioni umane, che sottostanno anche a meccanismi cerebrali difensivi (chiusura) e di ascolto (apertura) senza i quali non potremmo stabilire la qualità di una relazione che consenta la reciproca espressione di scambio degli interlocutori. Le nostre risorse sensoriali, comportamentali, emozionali, linguistiche, concorrono a creare quell'armonia/sinfonia che rende fluida ed emozionalmente gratificante le relazioni.
Se vuole approfondire come valorizzare e/o potenziare queste risorse io sono disponibile. Cordiali saluti.
Buonasera. Non credo si tratti di incapacità relazionale né da parte sua né da parte degli altri. Intravedo però una forte sensibilità sicuramente da parte sua al contesto relazionale, alla considerazione e all'attenzione che riceve da parte degli altri. Vista l'importanza che ha per lei l'atteggiamento altrui nei suoi confronti le consiglierei di approfondire questo aspetto delle sue relazioni per viverle il più serenamente possibile qualunque sia il comportamento degli altri nei suoi confronti. Sono disponibile se ne avesse bisogno.
Buonasera, concordo con lei che è difficile trovare persone che ascoltano veramente. Sarà il brutto effetto dei talkshow televisivi degli ultimi decenni, dove le persone si parlano sopra senza comprendere e senza spiegarsi? O dell'impazienza generale? Anche nelle situazioni lavorative ci sono "dialoghi" tra sordi. Interruzioni continue, sovrapposizioni. Detto questo in generale, nel particolare poi della propria vita privata o lavorativa le cose vanno diversamente. Ma a lei succede proprio con tutti? Lei parla di persone genericamente ma non contestualizza. Ha mai richiamato l'attenzione dicendo che intende essere ascoltato? Ha mai chiesto a qualcuno che effetto fa lei quando parla? Le suggerisco un corso di teatro, dove insegnano a farsi ascoltare, potrebbe essere anche molto divertente. Ho visto molte persone acquisire notevoli capacità comunicative. Oppure potrebbe lavorare con uno psicologo sulla comunicazione assertiva. Spero di esserle stata utile, la saluto cordialmente, se le servono approfondimenti mi può contattare, dott.ssa Silvia Ragni
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Buongiorno,
La ringrazio molto della Sua domanda.
La ricerca di una vera comunicazione da parte Sua è indice di una maggiore sensibilità.
Una comunicazione si basa soprattutto su bisogni e capacità. Quindi se qualcuno mi chiede una cosa io mi assicuro se veramente lo vuole sapere, se ha un vero bisogno, o chiede solo per un esigenza di riempire spazi vuoti di imbarazzo.
La spiegazione deve essere all'altezza delle capacità di comprensione dell'altro, non troppo difficile, ma neanche troppo facile per non far "scappare" chi ascolta,
Questo si evita chiedendo di tanto in tanto conferme per rallentare il ritmo e far sentire all'altro la sua esistenza.
Per fermare la "cascata " degli altri, bisogna stare in silenzio senza qualsiasi segno di approvazione. Questo destabilizzerà lo spontaneo del parlante e lo bloccherà nel suo fiume di parole.
Se lo ritiene opportuno, può chiedere alla persona come pensa che Lei si sente in quel momento.

Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordialmente
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno Gentile Utente, capisco quanto possa essere frustrante vivere situazioni come quelle che ha descritto: quando ci troviamo di fronte a comportamenti che ci sembrano poco rispettosi o disinteressati, è naturale chiedersi se il problema risieda negli altri o in noi stessi.

Da quanto racconta, emerge una sensazione di mancato riconoscimento da parte degli altri, soprattutto nel momento in cui lei cerca di esprimere le sue idee. Questa dinamica può portare a sentimenti di frustrazione e isolamento, sensazioni che è importante esplorare più a fondo.

Vorrei però invitarla a considerare alcune riflessioni. In primo luogo, è possibile che le persone con cui interagisce abbiano modalità comunicative diverse dalle sue. Alcuni possono avere l'abitudine di interrompere o di non rispondere immediatamente non per mancanza di rispetto, ma perché hanno stili di comunicazione differenti o perché non sono pienamente consapevoli di come il loro comportamento possa essere percepito.

In secondo luogo, sarebbe utile esplorare come lei gestisce queste situazioni. Ad esempio, come reagisce quando viene interrotto? Coma si muove dentro? Oppure, quando percepisce un muro da parte dell'interlocutore, cosa tende a fare? Questi aspetti possono essere rilevanti per comprendere meglio la dinamica complessiva delle interazioni.

Infine, non c'è una risposta univoca alla sua domanda finale. La competenza relazionale è un concetto complesso che coinvolge sia la capacità di esprimersi in modo chiaro sia quella di sapersi adattare ai diversi stili comunicativi degli altri. Può essere utile riflettere su come le sue aspettative e il suo modo di comunicare si integrano con quelli delle persone con cui interagisce.

Se desidera approfondire ulteriormente questi aspetti, potrebbe essere interessante esplorare insieme strategie per migliorare la qualità delle sue interazioni, magari lavorando su tecniche di comunicazione assertiva o su come gestire la frustrazione in questi contesti.

Per ulteriori consigli o per intraprendere un percorso di supporto resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Gentile utente la ringrazio per aver condiviso la sua situazione.
La comunicazione è un elemento importante della nostra vita ed è anche l'elemento principale dei litigi e delle incomprensioni quando non è efficace e funzionale. Non credo ci sia nessuna incapacità relazionale da parte di alcuno. Credo però, da quello che descrive lei, che potrebbero esserci schemi comunicativi e di ascolto disfunzionali. Potrebbe anche esserci un errore di percezione degli atteggiamenti altrui.
Le consiglio anche di pensare di poter intraprendere un percorso psicologico con uno specialista per indagare queste tematiche. Un percorso che possa anche aiutarla nel trovare la giusta chiave di lettura di quanto le accade. Spero di esserle stato di aiuto. La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Buongiorno,

Capisco la tua frustrazione e il senso di isolamento che puoi provare in queste situazioni. È naturale sentirsi irritati quando sembra che gli altri non ci diano la stessa attenzione che noi riserviamo loro. Tuttavia, è importante considerare alcuni aspetti della comunicazione umana.

Le persone, spesso inconsciamente, tendono a concentrarsi su se stesse e sui propri bisogni. Questo non significa necessariamente che siano incapaci di relazionarsi, ma piuttosto che la loro attenzione può essere limitata o influenzata da vari fattori, come lo stress, la stanchezza o semplicemente l'abitudine di parlare di sé.

È anche utile riflettere sul fatto che le interazioni quotidiane con persone non significative possono spesso risultare superficiali e poco coinvolgenti. Questo non è un riflesso della tua capacità relazionale, ma piuttosto una caratteristica comune delle comunicazioni moderne.

Detto ciò, potrebbe essere utile esplorare alcune strategie per migliorare queste interazioni. Ad esempio, cercare di coinvolgere l'interlocutore con domande aperte o condividere esperienze personali che possano stimolare una conversazione più profonda. Inoltre, lavorare sulla propria capacità di ascolto attivo può aiutare a creare un ambiente di scambio più equilibrato.

Infine, è importante non prendere queste situazioni troppo sul personale. Le dinamiche sociali sono complesse e spesso influenzate da molti fattori esterni. Continuare a coltivare relazioni significative e autentiche può fare la differenza nel lungo termine.

Spero che queste riflessioni possano offrirti una nuova prospettiva sulla tua situazione. Prenditi cura di te e continua a cercare modi per migliorare le tue interazioni sociali. Dott. Andrea Boggero
Grazie per aver condiviso questa tua esperienza. Quello che descrivi è un tema comune nelle interazioni sociali e può essere molto frustrante sentirsi ignorati o interrotti mentre si cerca di comunicare. A volte, le persone non sono consapevoli di come il loro comportamento possa influire sugli altri. Ci sono diverse ragioni per cui le persone possono comportarsi come hai descritto è però importante anche considerare come ti poni nelle interazioni. Ti sei descritto come conciso e diretto, il che è una qualità preziosa. Tuttavia, vale la pena riflettere se il tuo stile di comunicazione potrebbe risultare difficile da seguire per alcune persone. Non è questione di chi sia "incapace" a livello relazionale, ma piuttosto di comprendere che le dinamiche interpersonali sono influenzate da entrambi i partecipanti alla conversazione. Migliorare la qualità delle interazioni può richiedere uno sforzo sia da parte tua che da parte degli altri. Potresti provare a esprimere apertamente il tuo desiderio di essere ascoltato senza interruzioni, magari introducendo la conversazione dicendo che hai bisogno di alcuni minuti per esprimere un concetto prima di essere interrotto. È comprensibile sentirsi frustrati quando le interazioni sociali non soddisfano le nostre aspettative. Tuttavia, è importante ricordare che la comunicazione è una strada a doppio senso, e ci sono sempre opportunità per migliorare sia il modo in cui esprimiamo noi stessi sia il modo in cui gli altri ci percepiscono. Considera la possibilità di esplorare ulteriormente queste dinamiche con un professionista, che può offrirti strumenti pratici per gestire meglio queste situazioni.
Se desideri approfondire l'argomento, sono qui per supportarti e aiutarti a trovare strategie che possano migliorare la qualità delle tue relazioni interpersonali. Un saluto, Dott.ssa Virginia Mancori
Buongiorno, la domanda che lei si pone è senza dubbio molto interessante e sarebbe utile entrare più nel profondo del concetto in sé.
Quando si hanno delle interazioni sociali non bisogna concentrarsi esclusivamente sul contenuto della conversazione, che può essere interessante o meno per l’Altro, ma è utile tener conto anche del linguaggio del corpo. Ad esempio, sarebbe interessante riflettere sul modo di porsi con l’Altro, sulla vicinanza corporea che adotta durante la comunicazione, sul tono della sua voce e così via.
Alcune delle domande che potrebbe farsi sono: In che modo l’Altro mi vede? Cosa mi aspetto dall’Altro? Come posso esprimere questa mia domanda all’Altro in modo tale che mi possa incontrare senza sentirsi giudicato?
Le interazioni sociali sono complesse e ricche di sfumature, non comunichiamo solo con le parole, ma anche con il nostro corpo. I gesti, gli sguardi e la distanza che manteniamo dagli altri trasmettono messaggi importanti. Il linguaggio del corpo e i segnali non verbali possono dire molto su come ci sentiamo e cosa pensiamo, a volte anche più delle parole stesse. Quindi, per capire davvero cosa l’Altro sta cercando di comunicarci, è essenziale prestare attenzione non solo a ciò che dice, ma anche a come lo dice con il corpo.
Un caro saluto, dott.ssa Federica Tilotta
Gentile utente, prima di tutto la ringrazio per aver condiviso questa suo vissuto. Mi pare di capire che il modo di comunicare di molte persone con cui interagisce le crea disagio. Sarei restio a parlare per generalità ("tutti, quasi tutti" etc). Ognuno ha un proprio modo di comunicare, sia nell'espressione verbale che non verbale. E seppure vi sono modi generalmente preferibili ad altri, ogni modalità di comunicazione ha la sua ragion d'essere e può avere la propria utilità in determinati contesti. Quindi, piuttosto che chiedermi "sono io a sbagliare o gli altri?" mi chiederei: "cosa posso fare per migliorare la qualità delle mie conversazioni con gli altri?". Magari può sperimentare modi diversi di relazionarsi con le persone che le creano disagio, per esempio facendo loro esplicitamente notare che non stanno rispettando il turno di parola. E se questo non sortisce l'effetto sperato, valutare se vale la pena continuare ad avere un rapporto con questa persona o, se non può esimersi dal frequentarla, imparare ad accettarla così com'è. D'altronde, non abbiamo potere sugli altri quanto su noi stessi. Spero di averle dato una risposta utile e non esiti a contattarmi se desidera approfondire il discorso. Un caro saluto, Dott. Alessandro Pittari
La tua osservazione suscita molte considerazioni dal punto di vista psicologico sistemico relazionale. In questo approccio, l’attenzione è rivolta non solo al comportamento degli individui, ma anche alle dinamiche interattive che si instaurano all'interno dei gruppi sociali o relazionali. Ecco alcune riflessioni che potrebbero aiutarti a comprendere meglio la situazione.
1. Modelli di Comunicazione: Ogni individuo ha uno stile di comunicazione diverso. Alcuni possono essere orientati a esprimersi in modo ampio e articolato, mentre altri possono preferire la concisione. È possibile che le persone con cui ti relazioni abbiano appreso un modello comunicativo in cui dominano il linguaggio verbale e l’interruzione. Questo potrebbe derivare da contesti familiari o sociali in cui la conversazione è caratterizzata da un flusso di parole piuttosto che da un ascolto profondo.
2. Ascolto Attivo e Validazione: L’incapacità di molte persone di ascoltare attivamente può essere vista come una mancanza di competenze relazionali, ma non nel senso di incompetenza personale; piuttosto, potrebbe indicare una difficoltà più generale nella costruzione di relazioni in cui l’ascolto è valorizzato. La comunicazione sana prevede anche la validazione degli altri e la costruzione di spazi per il dialogo. Potresti scoprire che il tuo stile conciso e diretto non viene adeguatamente accolto in questo contesto.
3. Expectative Relazionali: È utile riflettere sulle tue aspettative riguardo le interazioni sociali. Se ti aspetti che gli altri riconoscano e rispettino il tuo modo di comunicare, può sorgere una frustrazione quando, al contrario, sperimenti una diversa dinamica. Riflettere su quali standard tu ponga sulle conversazioni potrebbe aiutarti a raggiungere una maggiore comprensione delle reazioni altrui.
4. Feedback e Comunicazione: Potrebbe esserci utilità nel fornire feedback diretto alle persone con cui interagisci. Spiegare come ti senti quando vengono interrotti o quando non mostravano interesse potrebbe aprire la strada a una maggiore consapevolezza da parte loro. La comunicazione assertiva può aiutarti a costruire un ponte verso conversazioni più equilibrate.
5. Ruolo del Sistema: In un contesto sistemico, ogni membro del sistema (incluso te) contribuisce alle dinamiche relazionali. È possibile che tu stia soddisfacendo un bisogno relazionale degli altri (per esempio, il bisogno di essere al centro dell’attenzione), e questo diventa parte del circolo che perpetua il comportamento disfunzionale. Una maggiore consapevolezza del tuo ruolo in queste dinamiche può aiutarti a modulare la tua comunicazione e a cercare spazi relazionali più soddisfacenti.
In conclusione, la tua frustrazione è comprensibile e potrebbe riflettere segnali disparati e complessi di interazioni relazionali. È importante considerare sia le tue modalità comunicative che quelle degli altri, cercando di contribuire a conversazioni più armoniose e rispettose. Considera anche la possibilità di esplorare contesti sociali diversi, dove il concetto di ascolto attivo e dialogo franco possa essere più valorizzato. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
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Buongiorno,

il tema qui riportato è molto importante e andrebbe analizzato in una cornice più ampia di informazioni che in genere solo una psicoterapia fornisce. Molto probabilmente tali aspetti legati alla comunicazione rappresentano per lei una fonte importante di sofferenza. L'idea di esser ritenuto poco interessante o comunque di non esser ascoltato potrebbe esser riconducibile ad altro. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla nel trovare le risposte che cerca. Si affidi pure ad un professionista.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno. Diciamo che la frustrazione di cui parla all'inizio del suo racconto si percepisce perfettamente e lasci che le dica che la capisco: le persone sanno essere molto irritanti, in particolar modo se a livello relazionale avviene un qualcosa che ci colpisce o ci tocca determinate corde: nel suo caso mi pare che sia il non essere ascoltati. Un qualcosa che è molto irritante, e che lei estende addirittura al 99% delle persone, una percentuale altissima, probabilmente a sottolineare quanto sia grande la sua irritazione e allo stesso tempo quanto sia grande il bisogno sottostante. Per rispondere alla sua domanda è dura dire chi sia l'incapace a livello relazionale, ma credo che lei una risposta già ce l'abbia, basta leggere il testo.
Il consiglio che le do è quello di cercare un professionista con il quale poter indagare questo aspetto dell'incapacità relazionale, un qualcosa che probabilmente le sarà molto difficile e per un motivo molto semplice: statisticamente parlando il professionista a cui si rivolgerà, qualora decidesse di fare un tentativo, sarà nel 99% che ha identificato prima e ciò renderà le cose difficili ma non impossibili. Infatti le auguro di trovare una persona che lei possa percepire come accogliente rispetto a tutto quello che porta o che potrebbe portare.
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti e nel mentre la saluto.
Cordialmente, dottor Moraschini.

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