Buongiorno, sto scrivendo a LorSignori per un problema sorto recentemente. Sono un ragazzo che fa
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Buongiorno,
sto scrivendo a LorSignori per un problema sorto recentemente. Sono un ragazzo che fa psicoterapia da quattro anni in modo continuato, e in questi quattro hanni ho visto solo miglioramenti.
Tuttavia, verso un argomento a me molto caro, il mio terapeuta si è mostrato del tutto indifferente: l'amicizia.
Per farla breve, LorSignori devono sapere che non ho mai vissuto la mia adolescenza. Come risultato di ciò, anzi, come risultato della terapia, mi sento come se fossi adolescente in questo esatto momento, a quasi 22 anni, e sto pertanto in crisi d'identità. Essa si traduce in: voglia di andare a scuola (che non ho mai avuto all'"età giusta), voglia di confrontarmi e di stare con ragazzi, voglia di fare ca**ate insieme; tutte cose che ragazzi adolescenti fanno insieme, e che io non ho fatto.
Tutto questo io non posso averlo, non solo e non tanto perché ho 22 anni, ma soprattutto perché all'università non ho stretto amicizia con nessuno. Ho provato di tutto, ho provato a fare il primo passo (sulla parola d'onore, ho sempre fatto io il primo passo verso gli altri, non mi è mai capitato il contrario), ma senza risultato.
La mia domanda "diretta" per coloro che mi risponderanno è: posso ancora vivere una sorta di adolescenza ritardata sperando di crearmi un gruppo - e in questo caso chiedo a Lorsignori come -, o devo semplicemente rassegnarmi e accettare il dolore di non avere avuto, per motivi che ho scoperto in terapia, un'adolescenza normale?
Ringrazio tutti in anticipo e auguro il buon giorno.
sto scrivendo a LorSignori per un problema sorto recentemente. Sono un ragazzo che fa psicoterapia da quattro anni in modo continuato, e in questi quattro hanni ho visto solo miglioramenti.
Tuttavia, verso un argomento a me molto caro, il mio terapeuta si è mostrato del tutto indifferente: l'amicizia.
Per farla breve, LorSignori devono sapere che non ho mai vissuto la mia adolescenza. Come risultato di ciò, anzi, come risultato della terapia, mi sento come se fossi adolescente in questo esatto momento, a quasi 22 anni, e sto pertanto in crisi d'identità. Essa si traduce in: voglia di andare a scuola (che non ho mai avuto all'"età giusta), voglia di confrontarmi e di stare con ragazzi, voglia di fare ca**ate insieme; tutte cose che ragazzi adolescenti fanno insieme, e che io non ho fatto.
Tutto questo io non posso averlo, non solo e non tanto perché ho 22 anni, ma soprattutto perché all'università non ho stretto amicizia con nessuno. Ho provato di tutto, ho provato a fare il primo passo (sulla parola d'onore, ho sempre fatto io il primo passo verso gli altri, non mi è mai capitato il contrario), ma senza risultato.
La mia domanda "diretta" per coloro che mi risponderanno è: posso ancora vivere una sorta di adolescenza ritardata sperando di crearmi un gruppo - e in questo caso chiedo a Lorsignori come -, o devo semplicemente rassegnarmi e accettare il dolore di non avere avuto, per motivi che ho scoperto in terapia, un'adolescenza normale?
Ringrazio tutti in anticipo e auguro il buon giorno.
Buongiorno, Lei è ancora giovanissimo e certamente può vivere, anche grazie ai risultati della sua psicoterapia, una sorta di spensieratezza adolescenziale. Certamente a 22 anni può ancora confrontarsi con i coetanei e uscire. Cerchi di assaporare il gusto di una maggiore consapevolezza associata alla giovinezza.... le assicuro che potrebbero essere gli anni più pieni e belli della sua vita se esce dall'etichetta "adolescenza" e quelli che possono essere comportamenti adolescenziali e quali no. Semplicemente provi a chiedersi cosa vorrebbe e come fare per ottenerlo: sperimenti e si diverta! Si può fare a tutte le età. Provi a comunicare al suo terapeuta che l'argomento amicizia è davvero per lei importante e potrete valutare insieme se restano delle difficoltà psicologiche che le impediscono di mettere in pratica i suoi desideri.
Cordiali saluti
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Buona sera, mi sembra forte il suo desiderio di divertimento e credo proprio che vada ascoltato e vissuto. Prima di tutto uscirei dalle etichette (mi riferisco a quella di adolescenza), e dalle categorizzazione anagrafiche (è vero che solitamente si stabiliscono dei range di età, ma vanno sempre presi con flessibilità). Credo che la vitalità, il divertimento, la voglia di dire e fare ca***te appartengano ad ogni età e sono proprio ciò che ci mantiene attivi e dinamici. È molto bella ed ammirevole la motivazione e l' intraprendenza, che ha avuto sino ad ora nel muoversi in direzione degli altri, per cui mi auguro che non la perda. Ha senza dubbio tutte le carte per giocare, ed il fatto che abbia 22 anni non lo vedrei come un limite, ma anzi, come un asso nella manica proprio per poter vivere il divertimento che desidera con la spensieratezza di un "adolescente" ma con l'esperienza, la consapevolezza e la maturità acquisite fino ad ora. In ogni caso, sembra altrettanto forte l'esigenza di affrontare tale dinamica con il suo terapeuta per cui mi permetterei di suggerirle di fargli capire quanto per lei sia importante cosicché ne possiate discutere insieme.
Le auguro tanto divertimento e tante perdono attorno con cui condividerlo.
In bocca al lupo.
Dr. ssa Silvia Findanno
Le auguro tanto divertimento e tante perdono attorno con cui condividerlo.
In bocca al lupo.
Dr. ssa Silvia Findanno
Gentile Utente,
Il desiderio di inclusione, di scambio, di amicizia, non ha età, ed a 22 anni ci sono tutte le possibilità di vivere ciò che in adolescenza non c’è stato. La volontà è palpabile, traspare dalle sue parole, ma sfortunatamente sembra incontrare difficoltà nel trovare un Altro con il quale condividere questi sentimenti, e questo sembra a tratti smorzarle la speranza. Il problema le è molto caro e dunque, se ritiene che il lavoro terapeutico dovrebbe dirigersi in questa direzione, non esiti a farlo presente al suo terapeuta; gli scopi devono sempre essere condivisi, altrimenti c’è il rischio di correre verso mete diverse, seppur entrambe corrette.
Un caro augurio di buona fortuna
Il desiderio di inclusione, di scambio, di amicizia, non ha età, ed a 22 anni ci sono tutte le possibilità di vivere ciò che in adolescenza non c’è stato. La volontà è palpabile, traspare dalle sue parole, ma sfortunatamente sembra incontrare difficoltà nel trovare un Altro con il quale condividere questi sentimenti, e questo sembra a tratti smorzarle la speranza. Il problema le è molto caro e dunque, se ritiene che il lavoro terapeutico dovrebbe dirigersi in questa direzione, non esiti a farlo presente al suo terapeuta; gli scopi devono sempre essere condivisi, altrimenti c’è il rischio di correre verso mete diverse, seppur entrambe corrette.
Un caro augurio di buona fortuna
Buonasera,i bisogni di cui parla,primo fra tutti avere una vita sociale,non sono esclusivi del periodo adolescenziale, potrà soddisfarli anche ora lavorando sulle difficoltà che incontra in psicoterapia. Le suggerisco perciò di esprimersi con il suo terapeuta come detto anche dai colleghi in modo da trovare una direzione comune. Cordiali saluti. D. Esposito Malara
Salve, a 22 anni è ancora nel pieno della sua adolescenza, lei ancora può giocare tutte le sue carte, si dia da fare s'iscriva ad un circolo sportivo, entri in qualche squadra dove può trovare la disciplina sportiva dove ci è portato di più. In genere nelle squadre si fanno molte amicizie, certo lei dovrebbe dimostrare disponibilità e senso di appartenenza. Cerchi di avere più fiducia in sè stesso, le cose avverranno e lei neanche se ne accorgerà a 22 anni tutto può accadere, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno. Credo che abbiano già risposto i colleghi abbondantemente. Le auguro di proseguire nel percorso psicoterapico che, comunque, ha già dato i suoi frutti. Ciò che vorrei aggiungere è semplicemente la riflessione sul sentirsi "autorizzati a..."Potrà fidarsi di sé stesso sempre di più del suo istinto e dei suoi desideri. Imparerà così che non esiste un protocollo di aspettative da soddisfare!
Buongiorno
Conoscere e riconoscere noi stessi e i nostri desiderata ci indica la strada da seguire se il nostro percorso non diventa però una rincorsa verso ciò che sentiamo di non aver avuto.
Provi ad accogliere ciò che ora desidera e a riconoscere e distinguere gli attuali desideri da una voglia di recuperare ciò che non e’ stato.
Rischierebbe in questo secondo caso di ‘distrarsi’ dal presente, l’unico che abbiamo e di non viversi ciò che ora potrebbe essere a portata di mano.
Se può, le consiglio di partecipare ad un percorso di attenzione consapevole ( MBSR) che può aiutarla a coltivare la consapevolezza. ( Mindfulnss)
Conoscere e riconoscere noi stessi e i nostri desiderata ci indica la strada da seguire se il nostro percorso non diventa però una rincorsa verso ciò che sentiamo di non aver avuto.
Provi ad accogliere ciò che ora desidera e a riconoscere e distinguere gli attuali desideri da una voglia di recuperare ciò che non e’ stato.
Rischierebbe in questo secondo caso di ‘distrarsi’ dal presente, l’unico che abbiamo e di non viversi ciò che ora potrebbe essere a portata di mano.
Se può, le consiglio di partecipare ad un percorso di attenzione consapevole ( MBSR) che può aiutarla a coltivare la consapevolezza. ( Mindfulnss)
Buonasera! I periodi non vissuti tornano in qualche modo e sotto qualche "forma". Non tutti ne sono consapevoli e questo per lei è un vantaggio. I bisogni di cui parla possono essere senz'altro soddisfatti, sia perché è oggettivamente ancora giovane e poi perché non mi sembrano di per sé non consoni alla sua età. L'università non è l'unico luogo dove farsi amicizie, provi a dedicarsi ad altre attività che le piacerebbe fare, anche quelle più ludiche ( sicuramente ce ne sarà qualcuna) e vedrà che troverà tanti altri giovani che come lei hanno ancora bisogno di "giocarsi" aspetti più adolescenziali. Forza!
Buongiorno, le consiglio di non rammaricarsi per il tempo passato ma di utilizzare bene il presente facendo tutto il possibile per stare bene. Cerchi di socializzare con i suoi coetanei e si rendera' conto di quante altre storie di vita ci sono e potrà condividere con altre persone la sua.
Cordialmente Enza Marangella
Cordialmente Enza Marangella
Buongiorno credo anche io che le sia più funzionale guardare ciò che c è ora e sentire se le piace piuttosto che continuare a mettere l attenzione sul passato. Da ora può partire per socializzare con i suoi coetanei e condividere momenti di vita giocosi adatti alla sua età e oltre. Le propongo di continuare la terapia che tante soddisfazioni le ha già dato e di parlare al suo terapeuta sull'effetto che le ha fatto il feedback ricevuto sul tema dell' amicizia.
Immagino scoprirà cose nuove e potrá sentirsi all interno di una relazione ancora più autentica e incoraggiante.
Cordialità Valeria Borghi
Immagino scoprirà cose nuove e potrá sentirsi all interno di una relazione ancora più autentica e incoraggiante.
Cordialità Valeria Borghi
Salve. Cone già osservano i miei colleghi, il desiderio di socializzare e stringere legami di amicizia esiste e si manifesta lungo tutto l'arco della esistenza.
Lei è molto giovane e può certamente cominciare(oppure ricominciare) a vivere.
Ha un percorso psicoterapeutico fruttuoso e non può che migliorare.
Le faccio i miei migliori auguri.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Lei è molto giovane e può certamente cominciare(oppure ricominciare) a vivere.
Ha un percorso psicoterapeutico fruttuoso e non può che migliorare.
Le faccio i miei migliori auguri.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Certamente lei può vivere ancora adesso una fase adolescenziale. In terapia vi è, si sa, una regressione positiva per ricordare e superare il ricordo negativo con l'aiuto del terapeuta. Quindi non si terrà sempre il dolore di non avere vissuto l'adolescenza.
Si, ha tutto il tempo per vivere le emozioni dell’adolescenza e far parte di un gruppo.
Salve, non sarà possibile rivivere la sua adolescenza "mancata", ciò che potrà fare invece è continuare a lavorare in terapia e rintracciare, insieme al suo terapeuta, le cause e le motivazioni profonde legate alle sue difficoltà relazionali. Non si scoraggi e prosegua il suo lavoro terapeutico, vedrà che le cose si trasformeranno. Un saluto, G.S.
Gentilissimo, è fondamentale il miglioramento continuo come lei descrive della sua terapia di cui bisogna tenere conto.Le difficoltà che incontra nella sua vita sociale possono essere un argomento del suo percorso terapeutico. Le suggerisco come è stato detto dai colleghi di iscriversi ad un gruppo sportivo che pratica sport di squadra o in alternativa ad uno gruppo teatrale nei quali è possibile stringere amicizia e condividere esperienze. Cordiali saluti
Finché siamo vivi e motivati a raggiungere degli obiettivi c'è sempre una possibilità che è quella di mettersi in gioco e tentare.
Immagino ci sia rimasto male perché il collega non ti è sembrato accogliente verso un tema, l'amicizia, a te molto caro.
Dato che la vostra relazione terapeutica finora é stata buona per te, se vuoi, puoi provare a parlare al tuo terapeuta di come ti sei sentito e di ciò che ti aspettavi da lui in quel momento e vedere come accoglie la tua domanda.
A volte, nella relazione terapeutica possono esserci dei momenti di difficoltà. Per motivi differenti. E questo può rappresentare anche un'opportunità di crescita. Di trasformazione. Come nella vita. Ciascuno di noi, di fronte a un momento di crisi può scegliere di affrontare la difficoltà mettendoci il proprio contributo in positivo col proprio atteggiamento. Poi il resto non dipende da noi. Anche se noi possiamo fare sempre la nostra parte. Quindi oggi, se vuoi, nella tua relazione terapeutica come nella tua cerchia di conoscenze puoi aprirti all'altro ed esprimere i tuoi bisogni, desideri, aspettative e cercare laddove possibile un incontro. Uno scambio. E vedere come va. Il passato non possiamo di certo cambiarlo. Ciò che è in nostro potere é vivere il presente cercando di apprendere ciò che della nostra esperienza passata può esserci utile come insegnamento per il nostro futuro e lasciando ciò che del nostro passato, a livello di atteggiamenti, pensieri, vissuti non ci serve più e ci limita. In bocca al lupo per la tua vita e per il tuo percorso terapeutico.
Immagino ci sia rimasto male perché il collega non ti è sembrato accogliente verso un tema, l'amicizia, a te molto caro.
Dato che la vostra relazione terapeutica finora é stata buona per te, se vuoi, puoi provare a parlare al tuo terapeuta di come ti sei sentito e di ciò che ti aspettavi da lui in quel momento e vedere come accoglie la tua domanda.
A volte, nella relazione terapeutica possono esserci dei momenti di difficoltà. Per motivi differenti. E questo può rappresentare anche un'opportunità di crescita. Di trasformazione. Come nella vita. Ciascuno di noi, di fronte a un momento di crisi può scegliere di affrontare la difficoltà mettendoci il proprio contributo in positivo col proprio atteggiamento. Poi il resto non dipende da noi. Anche se noi possiamo fare sempre la nostra parte. Quindi oggi, se vuoi, nella tua relazione terapeutica come nella tua cerchia di conoscenze puoi aprirti all'altro ed esprimere i tuoi bisogni, desideri, aspettative e cercare laddove possibile un incontro. Uno scambio. E vedere come va. Il passato non possiamo di certo cambiarlo. Ciò che è in nostro potere é vivere il presente cercando di apprendere ciò che della nostra esperienza passata può esserci utile come insegnamento per il nostro futuro e lasciando ciò che del nostro passato, a livello di atteggiamenti, pensieri, vissuti non ci serve più e ci limita. In bocca al lupo per la tua vita e per il tuo percorso terapeutico.
Buon giorno,
la sua sembra una ricerca di "Permesso" a potersi vivere la sua spensieratezza, divertimento, ma soprattutto voglia di confronto con altri.
Tutte queste cose non hanno età, potrebbero solo accadere in spazi diversi (lavoro, sport quindi palestre o altro di suo interesse).
Ne parli in psicoterapia, l'aspetto del confronto, i suoi primi passi verso l'altro .... saranno spunti importanti per continuare il percorso di psicoterapia che sta seguendo
Cordiali saluti,
Dott.ssa Barbara Assaiante
la sua sembra una ricerca di "Permesso" a potersi vivere la sua spensieratezza, divertimento, ma soprattutto voglia di confronto con altri.
Tutte queste cose non hanno età, potrebbero solo accadere in spazi diversi (lavoro, sport quindi palestre o altro di suo interesse).
Ne parli in psicoterapia, l'aspetto del confronto, i suoi primi passi verso l'altro .... saranno spunti importanti per continuare il percorso di psicoterapia che sta seguendo
Cordiali saluti,
Dott.ssa Barbara Assaiante
Salve,
numerosi studi e ricerche collocano la durata della fase adolescenziale fino all'età di 24/25 anni, per cui lei ancora rientra in tale fase e, dal momento che non ha avuto modo di vivere l'adolescenza in passato, è del tutto "normale" sentire il bisogno e la necessità di viverla adesso. Condivida tutti questi suoi pensieri con il suo terapeuta e ci lavori su.
Saluti.
numerosi studi e ricerche collocano la durata della fase adolescenziale fino all'età di 24/25 anni, per cui lei ancora rientra in tale fase e, dal momento che non ha avuto modo di vivere l'adolescenza in passato, è del tutto "normale" sentire il bisogno e la necessità di viverla adesso. Condivida tutti questi suoi pensieri con il suo terapeuta e ci lavori su.
Saluti.
Carissimo utente, ma certo che può farlo! Ha 22 anni si diverta e faccia qualche follia senza esagerare. E mi raccomando continui ad andare dal suo terapeuta e a parlare insieme a lui di questa "rinascita". Buona vita caro ragazzo
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