Buongiorno, Sono virginia, una ragazza di 28 anni, fatti da poco. È un grande passo scrivere qui

16 risposte
Buongiorno,
Sono virginia, una ragazza di 28 anni, fatti da poco.
È un grande passo scrivere qui, mi costa molta fatica mettere nero su bianco tutto quello che voglio dire e chiedere.
Ho avuto un passato difficile, in cui sono dovuta crescere troppo in fretta, occuparmi di mia sorella più piccola e trasferirmi con molte difficoltà iniziali dal sud a Milano, dove vivo tuttora. La malattia di mia sorella più piccola e tante altre cose che non posso esprimere tutte in questa piccola lettera.
La conseguenza di tutta questa mia vita travagliata e piena di sacrifici mi ha portato a soffrire di attacchi di panico 4 anni fa, inizialmente molto violenti e periodici… poi sempre più rari. Ora, grazie alla psicoterapia che continuo a fare sembrano essercene pochi, in modo sporadico.
Tuttavia mi rivolgo a voi perché sento di non vivere bene nulla di ciò che vivo… il mio rapporto con il mio fidanzato, che amo e mi rispetta e che finalmente sembra capirmi, dopo tanti tipi sbagliati, che però vivo con forte insicurezza, con forte ansia… alcuni giorni mi si riempie la testa di pensieri inutili che mi deprimono e mi fanno sentire vulnerabile. Basta una sua parola detta male o un suo essere un po’ meno affettuoso. Ultimamente sta facendo anche lui terapia e io ho l’ansia che quest’ultima lo cambi, che si disaffezioni a me, che non mi ami come mi ama ora.
(Inizialmente lui, dopo le prime sedute, aveva una rabbia che sfogava con me, poi è riuscito a gestire la terapia e ora va bene) Stupide paure, lo so e anche io mi sento stupida solo a scriverle qui. Mi sento meno donna e meno forte.
Dopo gli attacchi di panico ho smesso di guidare (guidavo già pochissimo) e questo, inutile dirlo, è un altro motivo di inadeguatezza enorme e di limitazione. Ho provato negli ultimi mesi a prendere lezioni a scuolaguida ma non trovo poi il coraggio di mettermi in macchina e guidare da sola. Senza istruttore accanto.
Un limite, questo, sia psicologico ma anche pratico, perché dipendo sempre dagli altri per i miei spostamenti, cosa che mi fa sentire un’impedita e che mi crea vergogna quando l’argomento viene fuori.
In più il lavoro. Ho studiato lettere a indirizzo storia dell’arte e cultura visuale… amo le mie materie ma faccio la maestra precaria dove trovo, ogni anno scuole diverse e paesi diversi. A giugno finisco e mi tocca chiedere la disoccupazione, che forse a giugno e luglio per motivi burocratici, arriverà in ritardo. Insomma una vita precaria, interiore ed esteriore… che mi fa vivere delle giornate che mi sembrano eterne, in cui l’unica cosa che riesco a fare è guardare film che mi piacciono isolandomi dal mondo.
Penso al passato e alle scelte prese, a cosa ho dovuto rinunciare per aiutare la mia famiglia, mia sorella, mia madre… comportandomi da madre accudente.
E penso sopratutto al teatro, che da 10 anni studiavo, fin da ragazzina e che poi nn ho potuto continuare… mettendomi da parte, come faccio sempre per gli altri.
Ma sembra io non riesca a essere diversa da così, per quanto la mia dottoressa me lo dica… per quanto mi dica che sono migliorata, io nn lo vedo. Vedo solo il peggio di me, le mie fragilità e le mie tristezza, che mi rendono faticoso vivere. Ogni aspetto della mia vita si riduce a un estenuante lotta interiore, un continuo sforzo di adattamento per non crollare, un eterno labor limae che mi logora dentro… ma non costruttivo. Anzi, alienante, che mi dissuade da chi sono e mi rende fragile ed incapace.
Grazie in anticipo a chi mi risponderà… la terapia sembra nn aiutarmi e io penso di tollerare il tutto invece i giorni in cui crollo, crollo totalmente, vado in uno stato di ansia e depressione, che nulla riesce a persuadermi. E come superare la paura della guida? Penso a come fare a settembre, che andrò in una casa nuova e senza poter guidare sarei isolata… grazie ancora
Lei dice "mi costa molta fatica mettere nero su bianco tutto quello che voglio dire e chiedere" poi pero' mi sembra vada molto spedita e racconta la sua vita come fosse dallo psicoterapeuta. Cosi' e' la vita', se non per tutti, con le sue vicissitudini, soddisfazioni, dispiaceri e paure dietro l'angolo.
Se dovesse deprimersi veramente dovra' forse ricorrere ad uno psichiatra forse anche per riuscire a superare la fobia della guida.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Cara Virginia,

Grazie per aver condiviso così apertamente e sinceramente la tua situazione. È evidente che hai passato attraverso molte sfide e difficoltà nella tua vita, e questo ha avuto un impatto profondo sulla tua salute mentale e sul modo in cui vivi le tue esperienze attuali.

Prima di tutto, è importante riconoscere la tua forza nel continuare a lottare nonostante tutto. Sebbene tu possa sentirti fragile e insicura, hai affrontato molte sfide significative nella tua vita e hai continuato a cercare aiuto e sostegno attraverso la terapia, il che è un passo coraggioso.

La tua esperienza con gli attacchi di panico, sebbene ora più rari grazie alla terapia, ha lasciato una traccia profonda sulla tua vita quotidiana, influenzando il tuo rapporto con il fidanzato, il lavoro e persino la guida. Questi sentimenti di insicurezza, paura e limitazione sono comprensibili date le esperienze che hai vissuto.

Quando parli della terapia, sembra che tu non stia vedendo i risultati che desideri o che pensavi di dover vedere. È fondamentale comunicare apertamente con la tua terapeuta riguardo a come ti senti. Potrebbe essere utile esplorare approcci terapeutici diversi o discutere di eventuali aggiustamenti nel percorso terapeutico attuale.

Per quanto riguarda la paura della guida, è un passo importante che stai cercando di affrontare. È normale sentirsi ansiosi riguardo a qualcosa che ti spaventa, specialmente quando ci sono stati eventi passati che hanno alimentato questa paura. Continua a prendere lezioni di guida e cerca di progredire gradualmente. Potrebbe essere utile lavorare con un istruttore di guida che abbia esperienza nell'aiutare le persone a superare la paura di guidare.

Per quanto riguarda il lavoro e la situazione abitativa, capisco le preoccupazioni che hai riguardo alla tua situazione precaria. Forse potresti esplorare opzioni di lavoro che ti permettano di stabilirti in un luogo per un periodo più lungo, se possibile, per sentirti più radicata e sicura.

Infine, non sottovalutare l'importanza di prenderti cura di te stessa. Non è egoistico cercare il tuo benessere e la tua felicità. Continua a esplorare ciò che ti fa sentire appagata e concentrati su piccoli passi avanti ogni giorno. Se ti senti sopraffatta o depresso, ricorda che chiedere aiuto è un segno di forza, non di debolezza.

Se hai l'impressione che la terapia attuale non sia sufficiente, considera di esplorare altre risorse terapeutiche o supporti. Potresti trovare utile parlare con uno psicologo o psicoterapeuta specializzato in ansia e disturbi correlati, che potrebbe offrirti nuovi strumenti per gestire la tua situazione attuale.

Ti auguro tutto il meglio e spero che troverai la via per affrontare queste sfide con coraggio e resilienza.

Un caro saluto.
Carissima Virginia, mi colpisce che scrivi il tuo nome con la minuscola, un errore di battitura senz'altro, ma che sminuisce Virginia. Da quello che hai raccontato Virginia è una ragazza molto forte, che ha aiutato probabilmente troppo la famiglia, che nonostante le rinunce e le difficoltà si è laureata in materie che le piacciono, che anche se ancora saltuariamente lavora come insegnante, e ha anche un ragazzo. Va anche in psicoterapia, gli attacchi di panico sono diminuiti. é la stessa storia tua, narrata mettendo in risalto altri aspetti. Per ogni problema che affrontiamo, sviluppiamo una risorsa. Quanti problemi hai superato? Quante risorse hai sviluppato? La tua narrazione è piena di sofferenza, di brutti pensieri che ti assalgono. Hai valutato un sostegno farmacologico? Quando siamo tanto giù non sentiamo neanche le forze per reagire e tutto è insormontabile. Parla con la tua terapeuta di come stai ed eventualmente valuta altri approcci psicoterapeutici. Hai lavorato sulla rabbia? Spero che questi spunti ti siano di aiuto. Ti auguro energia per affrontare le tue sofferenze. Con la psiche ci vuole il suo tempo, abbi fiducia in Virginia con la V maiuscola. Cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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Buonasera Virginia, condivida le sue sofferenze, dubbi, domande e anche le aspettative sul percorso di terapia con il collega, che l'aiuterà a trovare le sue risposte. Nel caso permangano perplessità può poi sempre cambiare psicoterapeuta. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Buongiorno,

avendo già iniziato un percorso di psicoterapia, sarebbe importante condividesse questi pensieri e questi dubbi con la specialista da cui è seguita. Ulteriori pareri potrebbero essere da intralcio al percorso che sta facendo. Abbia fiducia e porti avanti il lavoro terapeutico, vedrà che con il tempo il suo processo di crescita potrà esser portato a compimento.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Virginia, c'è tanto materiale nella sua lettera, tanti problemi da superare. Alla sua età succede così: c'è il lavoro, la casa, il fidanzato. Sono dell'opinione che in genere è meglio affrontare un problema alla volta.
Mi sembra utile però soffermarsi a considerare anche gli aspetti positivi della sua vita. Ha un lavoro, una casa e un fidanzato, anche se non completamente soddisfacenti.
Credo che debba essere affrontato il disagio costituito dagli attacchi di panico.
Tutti questi aspetti vanno visti assieme alla sua psicoterapeuta, che però lei non dice da quanto tempo frequenta. Ritengo che sia l'ansia a spingerla a scrivere, ma se non è così, bensì è il rapporto con la sua attuale terapeuta che non la soddisfa, provi a cambiare professionista.
Cordiali saluti
dott.ssa Rossana Ravalico
forse è il momento di cambiare qualcosa nel suo stile di vita, per i sintomi eistono terapie farmacologiche e psicologiche che possono essere di sollievo, parliamone, saluti
Buongiorno, quello che percepisco nel tuo racconto è che tutto quello che potrebbe aprirti alla vita, anche la terapia, ti fa chiuderti, come se te avessi già condannata a un tipo di vita. Oltre alla psicoterapia potresti sentire il tuo respiro e come senti il tuo corpo mentre fai qualcosa. I tuoi pensieri vanno e vengono come le nuvole e ti trascinano, ma non ti definiscono, sei molto di più dei tuoi pensieri, sei anche corpo che si vuole muovere verso l'esterno.
Un abbraccio
Salve Virginia, da quello che ha condiviso ritengo sia opportuno che lei ne parli con franchezza e sincerità a chi la sta seguendo, valutando approfonditamente l'opportunità di un periodo di sostegno farmacologico da associare al percorso psicoterapeutico in atto. Ciò perché il vissuto di insoddisfazione, i timori e gli evitamenti di cui scrive sono un quadro che va sbloccato il prima possibile, con il supporto adeguato alla sua attuale condizione. Dott. Lucio AUCELLO.
Buon pomeriggio,
scrivere qui e portare un pezzetto di sé delicato è un'azione di coraggio.
Essendo già in carico a un/una collega valuterei assieme, tematizzando gli sputi che ha portato qui, per valutare se e come proseguire.
Da quanto si legge pare emergere un lato più critico verso se stessa e i risultati raggiunti, come se non andasse mai del tutto bene. Questo aspetto potrebbe essere utile motivo di riflessione se non è già argomento.
Buon lavoro, saluti
Cara Virginia la ringrazio per il suo coraggio a scrivere e a raccontarsi è questo permette a lei di cercare e trovare una soluzione ed è di testimonianza e stimolo per tutte quelle persone che non riescono a fare il primo passo. penso che il percorso di terapia fatto l'abbia aiutata ad andare più avanti di dove si trovava, questo è il momento più delicato, non si arrenda, adesso deve continuare a tagliare le catene che ha in fondo al cuore .
LA VETTA E' LA PARTE PIU' DURA DA RAGGIUNGERE
Buongiorno Virginia, grazie per questa condivisione così approfondita e sentita, che è riuscita a fare nonostante la fatica. Il suo dolore arriva tutto. Quello che mi sento di dirle è che, se la terapia non sta funzionando, vuol dire che non è la terapia giusta. Parli apertamente di quello che sente con il suo terapeuta, del fatto che si sente ferma in stallo e che non si sente di star andando da nessuna parte: questo potrebbe aiutare a smuovere le cose. Se questo tentativo non servisse, è importante che possa trovare un terapeuta adatto alle sue esigenze, che possa davvero aiutarla a uscire da questa situazione di arenamento. Perchè la terapia funzioni è fondamentale che nella relazione terapeutica ci sia fiducia, fiducia che in questo momento manca. Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti, o di uno spazio di riflessione in merito, non esiti a contattarmi. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno cara Virginia, credo che il suo percorso abbia dato i suoi frutti e che vada continuato. Per colmare vuoti lasciati dal passato ci vuole tempo. Non posso entrare nei dettagli perché non la conosco ma ho l'impressione che abbia trascorso la sua vita a caricarsi pesi da adulta, non potendo vivere la sua fanciullezza. A questo lego il suo bisogno di "camminare con qualcuno a fianco" che poi può essere simbolizzata nella guida della macchina. Gli attacchi di panico sono rientrati e quindi direi che è già migliorata tanto. Comunichi sempre tutto ciò che sente in seduta, anche il fatto di non percepirsi migliorata. I percorsi possono cambiare, ma l'obiettivo rimane sempre il benessere della persona.
In bocca al lupo
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve Virginia, bene, allora forse è arrivvato il tempo di un sano egoismo, dove lei diventa protagonista e prima attrice della sua stessa vita.
La invito non tento a vedere la vita come scritta nero su bianco, ma come colore su colore.
La vita è ricca di sfumature e lei ha il compito di imparare a coglierle e a viverne l'essenza.
Per quanto riguarda la guida, inizi. da giochi che la aiutano a simularla, scarichi delle app dove le macchine sono protagoniste, e torni un po bambina, giocando con quello che le fa paura.
Non c'è iente di meglio che stemperare una parte delle proprie paure conn il gioco.
Saluti, dott. ssa Sandra Petralli
Salve. Purtroppo se ha così tanti dubbi che non trovano spazio nelle sedute che sta facendo, il suo percorso di terapia non sta funzionando.
Come mai non trova miglioramenti nonostante la terapia?
Resto a disposizione

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