Buongiorno, sono una ragazza di 33 anni e da qualche anno, solo per alcuni periodi che potevano ess

14 risposte
Buongiorno,
sono una ragazza di 33 anni e da qualche anno, solo per alcuni periodi che potevano essere della durata di giorni o settimane e poi tendevano a scemare, mi capiva di soffrire di alcuni disturbi legati all'alimentazione: in particolare mi capitava di dovermi alzare da tavola mentre mangiavo perché venivo improvvisamente colpita da mal di pancia che mi costringeva ad andare in bagno (diarrea); tutto questo SOLO ed esclusivamente mentre mangiavo o immediatamente dopo. Mi sono rivolta a un gastroenterologo che mi ha detto che soffrivo di colon irritabile e che dovevo "sopportare" e basta perché non c'è una vera e propria cura ed era più che altro un problema psicologico dovuto a stress e ansia. Dato che a distanza di qualche mese i sintomi tendevano sempre a ricomparire causandomi parecchio disagio mi ha fatto fare alcuni esami (tra cui celiachia e lattosio) e sono risultata in salute, a eccezione di una leggera intolleranza al lattosio. A questo punto mi ha detto di escludere il lattosio e mi ha fatto assumere una confezione di COLONIR. Ero parecchio preoccupata perché questa volta il mio "periodo" stava durando da parecchi mesi (da fine giugno a fine ottobre, non ero mai stata male per così tanto tempo), così mi sono rivolta anche a una nutrizionista che mi ha fatto prendere in contemporanea anche il PROLACTIS START. Questa cura sembrava funzionare, mi sentivo meglio e non avevo più episodi di diarrea, però terminate le confezioni di COLONIR e PROLACTIS START ho ricominciato a star male. Così la nutrizionista mi ha fatto prendere una nuova confezione e nel frattempo mi ha programmato una visita. Sono risultata perfettamente in salute. Chiedendomi cosa avevo mangiato negli ultimi giorni in cui ero stata male, ha ipotizzato che il mio problema potesse non essere il lattosio, ma il nichel! Non ho buchi alle orecchie e non indosso bigiotteria, quindi non ho mai avuto problemi di allergia da contatto, né nel corso degli anni il gastroenterologo mi aveva mai citato il nichel.
Così il 2 novembre la nutrizionista mi ha dato una dieta da seguire eliminando il nichel dalla mia alimentazione e finalmente sono stata meglio! Non ho più avuto episodi di diarrea. Il rovescio della medaglia è che ho dovuto escludere davvero tantissimi alimenti dalla mia dieta (mangio solo pasta, pane azzimo, carne, pesce, uova; gli unici frutti concessi sono mela e banana e le uniche verdure sono zucchine, carote e finocchi) e questo mi sta portando anche a perdere peso (sono passata da 42,5 kg a 41,8 nel giro di una decina di giorni). La nutrizionista mi ha detto che è normale avendo eliminato tutti gli extra e di aumentare l'assunzione di carboidrati, ma oltre un certo limite non riesco ad andare altrimenti mi sento troppo appesantita e col reflusso.
Ieri pomeriggio ho provato a mangiare una fettina di torta alla Nutella e stamattina ho avuto diarrea... confermando ancora di più che è proprio il nichel a darmi fastidio.
Vorrei chiedere, secondo la vostra esperienza, quanto dovrà durare questo periodo di dieta ferrea e se arriverà mai il giorno in cui potrò ricominciare a mangiare normalmente (anche se non tutto tutto, ma almeno il lievito di birra, il pomodoro, il cioccolato...). Sono felice di aver scoperto qual è il mio problema, ma sono molto abbattuta psicologicamente e spaventata di perdere troppo peso o avere qualche carenza nutrizionale... Anche perché io e mio marito vorremmo cercare la terza gravidanza, ma forse al momento il mio fisico potrebbe non riuscire a portarla avanti serenamente...
Grazie per l'attenzione
Buonasera, vediamo insieme come i due integratori contengano Lattobacilli e bifidobatteri , alcuni dei colonizzatori starter appunto di un corretto microbiota intestinale, che però è costituito da centinaia di microbi, molti dei quali non sopportano i processi industriali perchè anaerobi. Notiamo infatti che nel Colonir è presente inulina, oligosaccaride indispensabile per la selezione di Akkermansia muciniphila, batterio " architrave " per un buon microbiota intestinale, che però è anaerobio.
Credo che in questo periodo lei abbia selezionato, senza saperlo, una disbiosi intestinale, avviando quella che è conosciuta come " sindrome del colon irritabile ". Senta un professionista per un piano alimentare che le permetta di integrare i nutrienti che le mancano e che non stanno ahimè nelle pasticche. Mi faccia sapere.

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Gentilissima paziente,
Concordo con quanto detto dalla mia collega.
Cordialmente
Dott.ssa F.A.
Buongiorno temo che le diagnosi siano state molto affrettate. Per la diagnosi di colon irritabile c'è un iter preciso e un rispettivo trattamento alimentare che se adeguatamente avviato non comporta la forte privazione alimentare alla quale è attualmente sottoposta. Le consiglio di ricominciare a partire da un diario alimentare con un Dietista che si occupi di colon irritabile, per giungere poi alla terapia dietetica mirata. Se vuole rimango a disposizione, mi occupo di colon irritabile e non ho un approccio restrittivo, basato sulle evidenze scientifiche del settore! Merita una corretta diagnosi, merita una corretta dietoterapia!
Dott.ssa Alessandra Daidone - Dietista
Roma-Seguo anche online
Buongiorno, i sintomi sembrano ricondurre al colon irritabile, ma è necessaria una valutazione precisa per poterla diagnosticare e successivamente trattare. La terapia nutrizionale in caso di colon irritabile viene fatta per un breve periodo, successivamente vengono reintrodotti gradualmente gli alimenti temporaneamente eliminati. Inoltre le consiglio di ridurre le fonti di stress (il colon irritabile ha una componente psicologica), potrebbe aiutarla svolgere regolarmente l'attività fisica. Non disperi con il giusto trattamento potrà risolvere il problema.
Resto a disposizione!
Saluti Dott.ssa Federica Mostardi.
Buonasera,
il trattamento della sindrome del colon irritabile prevede una iniziale eliminazione di alimenti con successivo lento e graduale reinserimento degli stessi. La durata del protocollo può variare e ovviamente deve tener conto di tanti fattori, quali la sostenibilità di tale approccio per il paziente.
Ritengo fondamentale l'utilizzo di un approccio dieto terapico per trattare la sintomatologia presente ma consiglio di affiancarlo ad percorso che tenga conto anche (soprattutto) dell'aspetto psicologico ed emotivo del caso.

Mi contatti pure qualora avesse bisogno di ulteriori informazioni.

Cordialmente.

Dott.ssa Ornella Marini
Biologa nutrizionista
Facilitatore mindfulness
Istr.Yoga e meditazione
Buongiorno,
diciamo che da quanto da lei riferito potrebbe esserci una sindrome del colon irritabile insieme ad una intolleranza al nickel. Normalmente per evitare di perdere peso, soprattutto per evitare di perdere massa magra, dovrà aumentare le quote di carboidrati/proteine concesse.
Il fatto poi di reintrodurre alcuni alimenti dipenderà molto da come il suo corpo risponderà dopo la loro introduzione che dovrà avvenire uno alla volta e con una buona distanza tra di loro, per capire come reagisce ad ognuno di essi ed eventualmente escluderli di nuovo dalla dieta.
Sicuramente le consiglierei di rinforzare l'intestino con il ripristino di una corretta flora batterica (cicli di fermenti adeguati) e di valutare, previo dosaggio, l'utilizzo della vitamina D che potrebbe favorire una diminuzione dell'infiammazione del suo intestino.
Resto a disposizione,
Cordiali saluti,
Dott.ssa Jeanne Lai
Buongiorno, nel suo caso potrebbe esserci una concausa tra colon irritabile e allergia al nichel. Seguendo una dieta ferrea ma necessaria, può portare dei benefici all'intestino e alla parete intestinale soprattutto, che sarà quindi meno sensibile e infiammata. In questo modo potrà avvertire dei sintomi minori o meno frequenti, in quanto non basterà più la minima presenza di nichel per creare una risposta molto forte dal suo intestino.
Purtroppo solo il tempo potrà dare una risposta su quanto tempo ci vorrà per poter attuare il piano di reintegro di alcuni alimenti e quanti alimenti potrà effettivamente tornare ad assumere con la dieta.
Cordiali saluti, Dott. Luca Macchi.
Buongiorno, consiglio prima di tutto il test per l'allergia al nichel, così da confermare la diagnosi e test per valutare eventuali alterazioni gastrointestinali (test per la disbiosi: indicano e scatolo; test per permeabilità intestinale come zonulina sierica; breath test al lattulosio per valutare la sovracrescita batterica).
Per quanto riguarda la dieta priva di nichel, e bene che sia accompagnata da corretta integrazione che contrasti l'eventuale disbiosi e/o permeabilità intestinale, per ridurre infiammazione e mitigare l’attività del sistema immunitario.
Trascorso questo periodo di 1-2 mesi, si inizia la reintroduzioni degli alimenti precedentemente eliminati, partendo da quelli con minor contenuto di nichel e che sono ben tollerati.
Può essere utile arricchire la dieta con alimenti ricchi in ferro in quanto nichel e ferro utilizzano lo stesso sistema di trasporto per attraversare la mucosa intestinale.
Per contrastare la perdita di peso, è bene aumentare tutti i nutrienti (carboidrati, proteine e grassi), aggiungendo se necessario uno o due spuntini in più durante la giornata per non causare reflusso e migliorare la digestione.
Per qualsiasi altro dubbio o chiarimento, resto a disposizione. Cordiali saluti, Dott.ssa Vanessa Carletti
Buongiorno, qualsiasi sia il suo problema difficilmente si risolve con alimentazione restrittiva in due settimane. E' necessario un periodo maggiore per "depurarsi", si tratti di intolleranza, infiammazione, alterazione del microbiota intestinale (tra loro collegati, tra l'altro).
Tuttavia, il diario alimentare dovrà essere suo complice e sarà necessario che lei faccia varie prove sia in termini di alimenti che di quantità con con cui vengono assunti ed eventuali combinazioni. Non è detto che un alimento consumato da solo le dia fastidio, piuttosto che abbinato con un altro, così come se consumato in una certa quantità. E' un percorso un po' lungo a cui deve dedicare del tempo ma è la maniera migliore per ampliare il più possibile la sua alimentazione senza avere fastidi. Resto a disposizione per qualsiasi necessità, buona giornata, Elena
Buongiorno ,
Concordo con ciò che hanno detto già i miei colleghi.
Credo che bisognerebbe fossilizzarsi sulla questione del colon irritabile (le voglio dire anche che la diagnosi di colon irritabile è confermata dalla colonscopia).
Dal punto di vista alimentare si può applicare una strategia precisa che, se seguita correttamente, potrebbe aiutarla molto.
Buona giornata
Buongiorno Gentilissima,
Come prima cosa le consiglio di farsi confermare la diagnosi di allergia al Nichel da un allergologo attraverso le prove specifiche, in modo da essere sicuri al 100% di aver trovato la causa del suo problema. Se cosi fosse bisogna valutare il caso... ci sono pazienti che dopo un'iniziale periodo di esclusione totale del nichel riescono a reintrodurlo quasi quotidianamente seppur in piccola dose, ci sono pazienti invece che non riescono a reintrodurlo in nessun modo ma purtroppo l'esclusione del nichel dalla dieta rappresenta l'unica cura.
Resto a disposizione, Dott.ssa Stella
Buongiorno,
purtroppo la condizione di allergia/intolleranza al nichel non si risolve in poco tempo e ciò può influire senz'altro sulla sua regolarità intestinale. E'necessaria una fase di disintossicazione dal metallo con eliminazione netta di tanti alimenti che lo contengono, per voi valutare successivamente una fase di reintroduzione. Questa è l'unica efficace strada da intraprendere, insieme ad un supporto di integrazione.
Resto a sua disposizione.

Dott. Benedetta Matarese
Buonasera,
ho diversi pazienti con allergia al nichel e seguiamo un protocollo specifico che però è fatto da fasi. Di certo che lo confermo che inizialmente non è una passeggiata, nella prima fase di eliminazione segue poi quella di detossinazione, ma ci sono tante accortenze che poi la porteranno a limitare gia di suo il nichel e quindi ad essere piu lasciva con l'alimentazione.
Resto a sua completa disposizione per aiutarla
Buona serata
Dott.ssa Barbara Morea
Capisco le sue preoccupazioni riguardo la dieta e la gestione dell’intolleranza al nichel. In genere, la fase iniziale di eliminazione per i sintomi può durare da 4 a 6 settimane, seguita da una fase di reintroduzione graduale, in cui piccoli quantitativi di alimenti contenenti nichel possono essere testati uno alla volta per verificarne la tollerabilità. Questo approccio potrebbe aiutarla a capire quali alimenti può reintegrare senza avere sintomi. Per evitare carenze e prepararsi a una gravidanza, è fondamentale monitorare nutrienti chiave e eventualmente integrare sotto controllo del nutrizionista.

Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini

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