Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni, 6 anni fa ho avuto una depressione ansiosa e sono stata cur

2 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni, 6 anni fa ho avuto una depressione ansiosa e sono stata curata con daparox e xanax, l'inizio è stato durissimo in quanto l'ansia si concentrava tutta sullo stomaco e dovetti andare anche da un gastroenterologo che mi dette anche una cura forte per lo stomaco in quanto non mangiavo più e vomitavo in continuazione, dopo un mese la situazione è migliorata, tolto xanax e cura dello stomaco, non ho più avuto episodi di ansia. Dopo 6 anni decido con il mio medico curante di iniziare la diminuzione di daparox. Dopo 4 mesi è tornata l'ansia e i problemi allo stomaco... 10 giorni fa il mio medico decide di aggiungere xanax e pantoprazolo. Sono passati 10 giorni di cura e la situazione è peggiorata soprattutto per quanto riguarda lo stomaco. Mi sveglio alle 3 e inizio con le forze di vomito senza buttare fuori nulla mi alzo molto stanca e dopo i pasti inizia il dolore allo stomaco e il senso di nausea. Ieri sono riandata dal mio medico curante che mi ha consigliato di prendere depakin chron prima di andare a letto e per lo stomaco nulla di più, è possibile che questo peggioramento sia dovuto all'aumento di daparox... che ne pensate?
Salve, sarebbe opportuno fare una visita specialistica presso uno psichiatra per in quadrare il problema nella sua totalità. Magari si può risolvere semplicemente, con una cura "su misura" per lei, ma consiglio una valutazione specialistica

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Buongiorno. Posto il fatto che la diagnosi di disturbi psicosomatici deve avvenire sempre e solo per esclusione di altre malattie, e che quindi sarebbe consigliabile effettuare una visita presso un gastroenterologo, non mi sembra proprio il caso di assumere Depakin. Innanzitutto perché il quadro clinico non lo giustifica, e poi soprattutto perché è controindicato nelle donne in età fertile, per via dei suoi ben noti effetti teratogeni (può cioè causare anomalie e malformazioni al feto durante una gravidanza). Per la terapia psicofarmacologica meglio consultarsi col proprio psichiatra.

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