Buongiorno, sono una ragazza di 29 anni, fidanzata con uno di 27. Mi stanno sorgendo dei grossi dubb

19 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 29 anni, fidanzata con uno di 27. Mi stanno sorgendo dei grossi dubbi riguardo l’uso di alcol che fa in determinate situazioni e vorrei sapere se sono di fronte ad un alcolista o no. Premetto che suo padre è un alcolizzato e questo problema l’ha portato alla separazione dalla moglie. So anche che i figli di alcolizzati hanno grandi possibilità di diventare alcolizzati loro stessi. Ancora oggi il padre non si è curato e alterna fase di alcolismo a brevi tentativi di astinenza, che appunto durano poco. Il mio fidanzato beve molto in occasioni sociali, quando è con gli amici e quando siamo a casa sua con il padre è capace di bere anche una bottiglia di vino da solo (perché una se la beve il padre) e amari vari a fine pasto. Nonostante ciò è uno sportivo professionista e non può permettersi di trascurarsi e fortunatamente le occasioni per uscire sono pochissime. Due eventi mi hanno spaventata e preoccupata: entrambe le volte avevamo litigato furiosamente e lui ha bevuto fino ad ubriacarsi e il suo comportamento è cambiato, farfugliava frasi senza senso, imprecava a voce alta nonostante i vicini fossero in casa, pronunciava insulti nei miei confronti. È in grado di stare settimane e anche mesi senza bere, ma in queste occasioni esagera. Sapreste chiarirmi la situazione? Scusate se mi sono dilungata.
Buonasera. Forse il suo fidanzato è un alcolizzato, forse non lo è. La vera questione è capire quale sia la Sua implicazione a riguardo. In altri termini: che cosa se ne farebbe di un'eventuale risposta o diagnosi? Quali sono i pensieri che l'accompagnerebbero? SM

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Gentile Utente,
Difficile dire se il Suo compagno è un alcolista. Quel che è certo, dai suoi racconti, è che gli alcolici sono un mezzo di regolazione delle emozioni per lui, e che è un comportamento appreso di lunga tradizione nella sua famiglia di origine. E questo rappresenta un problema nella misura in cui è frequente l’utilizzo del bere come soluzione (esempio dopo un litigio con lei), e che nel tempo se si cronicizza potrebbe rappresentare un problema. Per lui e per la coppia. Dovrebbe essere stimolato a cercare un rapporto diverso e meno spaventato con il suo mondo interno, ma è una motivazione che deve nascere in lui. Un caro saluto
Salve ci sono dati riguardo l'eredità di tante patologie tra le quali l'alcolismo. Al momento il suo fidanzato sembra ubriacarsi solo in momenti sociali non possiamo prevedere se ciò avverrà nella quotidianità. Capisco la sua preoccupazione lo convinca a parlarne con uno psicoterapeuta per cercare una soluzione a questa situazione a rischio. Dott.ssa Milvia Verginelli


Salve, la domanda se è alcolizzato o no non può trovare una risposta certa al momento. Sicuramente l'alcol per il suo fidanzato rappresenta un modo per sentirsi più a suo agio nelle situazioni sociali o anche solo per divertisi di più e una strategia di gestione di vissuti emotivi intensi, come nel caso della litigata. Il ruolo di un partner può essere importante in queste situazioni come motivazione a trovare nuove modalità di gestione degli eventi, ma non sempre è così. Dipende molto dal livello di consapevolezza del suo fidanzato, dalla volontà di dare alle situazioni una piega diversa, ecc. Di sicuro l'alcool è qualcosa di estremamente "consentito" per lui. Provi a parlare con lui e a manifestargli i suoi pensieri.
Buonasera, potrebbe essere ereditaria la dipendenza da alcool, soprattutto xchè il suo ragazzo ha vissuto a contatto con il padre che da quello che scrive potrebbe essere alcolizzato. Il comportamento del suo ragazzo potrebbe essere un alcolismo occasionale, cioè beve solo in situazioni particolari, una festa, un incontro con il padre o in situazioni di lite con lei. Cmq sicuramente va tenuto sotto controllo, potrebbe in seguito diventare una propria dipendenza. Le consiglio di convincere il suo ragazzo ad iniziare un percorso psicologico, potrà elaborare perchè eccede in certe situazioni con l'alcool, xchè ha bisogno di anestetizzarsi in certi momenti della sua vita, che forse fa fatica ad accettare. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Cara utente, capisco la sua preoccupazione ma una risposta certa alla sua domanda non si può dare avendo a disposizione solo queste poche informazioni. Si chieda cosa la preoccupa così tanto, se lei è disposta a dare fiducia al suo ragazzo, ne ha parlato con lui direttamente?
Se ha bisogno di chiedere un consiglio concreto si rivolga ad uno specialista.
Un saluto,
Dott.ssa Federica Leonardi
Salve. Quello che ci racconta del suo fidanzato lo colloqui di certo all'interno di una fascia"a rischio ".
Tuttavia sono le reazioni emotive dirompenti che vanno secondo me valutate in ambito clinico.
Sarebbe utile trovare la strada giusta per motivare il suo fidanzato ad intraprendere un percorso.
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Gentile utente, lei ha descritto bene la situazione relazionale che sta vivendo: il suo fidanzato usa bere alcolici, ma ciò che la preoccupa sono gli episodi delle due litigate furiose quando, dopo l’assunzione da parte sua di notevoli quantitativi alcolici, si è trovata di fronte un fidanzato che non riconosceva: farfugliava parole senza senso, la insultava, imprecava ad alta voce in una condizione di fuori controllo. Questa l’ha portata ad interrogarsi se possa esserci una qualche forma di dipendenza vista anche la sensibilità familiare nei confronti degli alcolici.

Le sue preoccupazioni hanno un senso, soprattutto nella prospettiva della costruzione di un futuro di vita assieme di coppia e forse di famiglia, dove i momenti di acceso confronto non mancheranno. Inoltre la possibile prospettiva di vivere accanto ad una persona che ha problemi alcol correlati può alimentare altre inquietudini: la salute della persona stessa, il proprio futuro e quella degli eventuali figli.

I suoi dubbi sono legittimi e li può affrontare solo confrontandosi con il suo fidanzato.

Cordialmente

Gentile utente,

è molto complicato poter dire se una persona che non si conosce approfonditamente sia una alcolista o meno. E'interessante la sua preoccupazione in tal senso, e la paura che il suo uomo in futuro possa divenire problematico come lo è stato il padre. In una famiglia in cui vi è un alcolista c'è sempre un alto rischio che altri componenti della famiglia sviluppino la stessa dipendenza o perchè no anche un'altra.
Non parlerei di ereditarietà ma sicuramente la familiarità in tali casi è una componente pregnante. Potrebbe esser utile comunicare al suo uomo le sue paure e la sua preoccupazione e soprattutto sarebbe legittimo richiedere al suo ragazzo di evitare di bere cosi tanto soprattutto a seguito di una lite. Se la ama realmente, asseconderà questa suo desiderio, non vedo perchè non dovrebbe. In caso contrario potrebbe esserci già un piccolo campanello d'allarme che potrebbe dirle che l'alcol nella vita di questa persona ha già assunto un valore importante.
Nella speranza di aver orientato la sua domanda con queste poche righe...

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Una dipendenza sembra tramandarsi da generazione a generazione e sta indicare un malessere più profondo. Consigli al suo compagno nei affidarsi ad un professionista che lo aiuti a superare questo momento per non permettere la cronicità del disturbo.
Gentile utente, sembra che il suo ragazzo utilizzi l'alcool come mezzo per regolare le sue emozioni, sia nelle occasioni di piacere che in quelle di difficoltà come un litigo con lei. Difficile dire se sia un alcolizzato. Per essere considerato tale dovrebbe esserne dipendente cioè non poterne fare a meno, far dipendere molte azioni quotidiane dall'uso di questa sostanza.
Cosa e come sarà in futuro non si può dire (soprattutto non conoscendolo) ma penso che è ciò che lei teme di più. Sta a lei osservare e valutare il comportamento del suo ragazzo e soprattutto quanto ciò la angoscia. Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti in merito.
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, al suo fidanzato potrebbe giovare un aiuto psicoterapeutico; provi a parlargliene. Se, ovviamente, non vuole ricevere aiuto, Lei, non può fare molto di più. Provi a valutare, nel caso, Lei, un percorso psicologico dove potrà capire meglio le motivazioni che la spingono a stare in una relazione che non la fa stare bene e che è fonte di diverse preoccupazioni e dove potrà trovare maggiore sollievo da questa situazione. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Buongiorno,
Probabilmente il suo fidanzato utilizza l'alcol come facilitatore sociale e come strategia di coping, cioè di gestione delle proprie difficoltà e delle proprie emozioni.
Provi a parlare con lui di come lei si sente quando lui beve, gli comunichi che questo per lei è fonte di disagio.
Se il suo fidanzato non riesce a gestire l'uso degli alcolici potrebbe anche suggerirgli di rivolgersi al Ser. T. del vostro comune o a un psicologo privato.
Un cordiale saluto
Rimango a sua disposizione
Dott. Santo La Monica
Buongiorno,
Le abitudini famigliari che si imparano a conoscere durante l’infanzia diventano un modello per ciascun individuo, che crescendo può acquisirle quasi senza rendersene conto.
Tenga conto che il consumo di alcool (una sostanza che può creare dipendenza ma legale) è socialmente accettato e spesso associato alla convivialitá e ai momenti di divertimento e relax, che impediscono di coglierne gli effetti dannosi, se si esagera.
Mi chiedo se il suo fidanzato abbia mai provato rifiuto e/o repulsione per i comportamenti del padre o se ne abbia imitato il modello, considerandolo parte della sua immagine di uomo.
Lei l’ha mai messo di fronte alle conseguenze dei suoi comportamenti?
Le consiglierei, se decidesse di affrontare questa questione con lui, di trovare prima uno professionista (psicologo o psicoterapeuta) che possa aiutarla e sostenerla nel percorso di consapevolezza che potrebbe decidere di intraprendere, per sè e per il suo fidanzato, una strada che vi porterebbe a confrontarvi in modo profondo sui punti di riferimento con cui entrambi siete cresciuti.
Resto a disposizione
Buongiorno,
è importante capire quanto le abitudini del suo compagno possano disturbare lei e la coppia, inoltre potrebbe provare a sensibilizzare il suo partner esprimendogli la sue preoccupazioni, portando le vostre difficoltà legate all'uso e all'abuso di alcool ad un professionista.
Esistono su tutti i territori nazionali iniziative di informazione e prevenzione aperte anche ai famigliari delle persone che abusano di alcool, per avere più informazioni può rivolgersi al Ser.D di zona.
Dott. Marenco
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Gentilissima,

non mi sento di entrare nella questione alcolizzato o no perchè, onestamente, non lo troverei utile.

Mi sembra più efficace suggerirle una riflessione personale su questi aspetti: il suo fidanzato spesso beve, e occasionalmente ha dei momenti in cui, secondo lei, esagera. Si chieda come la faccia sentire stare accanto al suo fidanzato in quei momenti: che emozioni prova? E provi ad immaginare come potrebbe essere stare accanto a lui, costruire un futuro insieme, a fronte del suo rapporto con l'alcol?

Ecco, questo mi sento di dirle, ridefinisca la questione dalla sua prospettiva, non da quella del suo fidanzato.

Spero di esserle stata utile e le auguro buone riflessioni
Gentile utente, penso che le sarebbe più utile ragionare sulla sua preoccupazione: sapere se il suo fidanzato ha una diagnosi o meno le cambierebbe qualcosa? Se si, che cosa? Meriterebbero più attenzione i suoi sentimenti nei confronti del suo ragazzo quando esagera: come mai si preoccupa così tanto? Per come cambia o per qualcos'altro? Saluti
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Buongiorno, in aggiunta alle indicazioni già fornite dai precedenti colleghi mi permetto di osservare che di solito a differenza di altre sostanze, l’alcol richiede del tempo, anche anni in diversi casi, per trasformare un individuo in un alcolista vero e proprio. Alcune persone, infatti, pur non potendo essere definite alcoliste, possono essere definite portatrici di problematiche “alcol correlate”. Questa osservazione può essere utile, per affrontare il problema, poiché molti individui pur presentando le suddette problematiche, non possono essere definite alcoliste e potrebbero usare questi aspetti per negare il problema. Infatti un vero alcolista non regge l’astinenza dall’alcol per più di 80-90 ore ( alcuni nemmeno 24-30 ore), presenta esami ematici costantemente alterati, spesso presenta problemi internistici (ad esempio a livello dell’apparato digerente, oppure a livello epatico, ecc), talvolta è vittima di infortuni causa la scarsa lucidità o vittima di sanzioni amministrative (se non peggio) ad esempio relative alla patente di guida, ecc. . Inoltre se non è un tipico alcolista mediterraneo (dedito soprattutto al consumo di vino o al massimo di birra), ma ha uno stile “centreuropeo” o “nordeuropeo”, sarà frequente o prevalente l’uso di super alcolici con l’aumento delle complicanze a livello infortunistico o, con gli anni, a livello cerebrale. Inoltre, tornando all’alcolista mediterraneo, raramente potremmo incontrarlo totalmente distrutto sotto un tavolo di un’osteria (poiché egli tende di solito a raggiungere il consueto livello d’intossicazione, anche tre/quattro litri al giorno, ma non a “disfarsi”), evento che può capitare piuttosto proprio alla persona con problematiche alcol correlate o all’abusatore di alcol occasionale. Visto quanto sopra è ragionevole ipotizzare che il suo compagno rientri più nella categoria intermedia delle problematiche alcolcorrelate, infatti egli riesce a stare pure un mese senza bere alcol ma in certi casi esagera, arrivando a farfugliare/straparlare e ad essere in alcuni casi verbalmente aggressivo. Può pertanto essere utile prevedere pure una visita medica, anche presso un Dipartimento delle Dipendenze (SerT) – settore sostanze legali – per fare una valutazione clinica medica (ad esempio prevedendo esami ematici) e per valutare l’eventuale assunzione di uno psicofarmaco e successivamente avviare un ciclo di colloqui psicologici (forse anche per lo meno in parte di coppia), finalizzati a far emergere quel disagio psichico, che viene talvolta affrontato o anestetizzato con l’alcol e finalizzati a promuovere strategie di coping alternative all’assunzione di alcol. Va tenuto presente ad ogni modo che operare con dipendenze o condotte di abuso, significa spesso coinvolgere più professionisti (pubblici e/o privati), che è meglio intervenire quando è presente una problematica alcol correlata, piuttosto che intervenire nei confronti di un alcolismo conclamato e va rimarcato in ogni caso che l’ideologia secondo cui l’amore può tutto è appunto un’ideologia non sempre verificata; l’amore o l’affetto possono aiutare ma non sempre curare da soli. Quindi quando le capita, in un momento di calma, magari dopo un abuso di alcol (ma non durante), al suo posto proverei ad affrontare il problema con il suo compagno, rammentando che spesso ci vuole un po’ di pazienza, prima che il problema venga riconosciuto e consapevolizzato. Cordiali saluti.
M.M.

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