Buongiorno, sono una ragazza di 25 anni e vi scrivo perché ho difficoltà ad emanciparmi dalla mia f
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Buongiorno,
sono una ragazza di 25 anni e vi scrivo perché ho difficoltà ad emanciparmi dalla mia famiglia opprimente. Sto finendo di studiare e ho appena cominciato a lavorare, quindi le risorse economiche non sono ancora molte. Sono impegnata con un ragazzo da quasi 5 anni, ma non ancora ufficializzato in casa, data la mia famiglia eccessivamente gelosa e controllante.
Mia madre tratta me e mio padre come se fossimo bambini piccoli. Mio fratello, che se ne è sempre fregato delle sue regole, se n'è andato all'estero e adesso lei lo ha quasi disconosciuto come figlio. Finora io le ho permesso di farlo, di controllare la mia vita, ma da circa un annetto mi rendo conto che in questa casa mi sento letteralmente soffocare e sono all'orlo di un esaurimento nervoso. Mio padre si lamenta sempre, ma non ha il coraggio di affrontare la situazione. In casa è mia madre a fare e decidere tutto. Ho la patente, ma siccome è lei a pagare il bollo e ad aver comprato la macchina, non me la fa mai guidare sostenendo che non sia capace (inoltre ha una paura matta degli incidenti). Lei non ha nessuna ambizione o interesse, tantomeno amici. Li ha allontanati tutti negli anni. Sostiene sempre di non avere tempo per fare cose nuove, in realtà il pomeriggio (soprattutto d'estate) si piazza sul divano a guardare la TV. Non accetta mai nessuna gita fuori porta e poi si lamenta che non andiamo da nessuna parte. Non sono libera di stare il pomeriggio con lei e la sera a cena con il mio ragazzo, perché così si sente legata ai miei orari.
Se voglio andare al cinema o da qualsiasi altra parte, mi dice "che ci vai a fare a spendere soldi inutilmente?"; se voglio uscire con i miei amici, sto perdendo tempo, inoltre devo essere accompagnata e ovviamente non fa altro che sbuffare perché faccio perdere tempo anche a lei. Non sono libera di fare gite fuori porta da sola, con amici o ragazzo, perché tolgo tempo a lei. Mia madre non vuole fare girate solo con mio padre, devo esserci anche io, perché sennò si annoia e poi non si perdona di lasciarmi da sola (cosa che a me non interessa). Personalmente non mi piace andare in giro con lei, dato che tende ad andare solo in posti noiosi, a massimo mezz'ora da casa, in cui non si cammina (lo odia) e dove ci siano solo negozi.
Con questa storia che non posso usare l'auto, sono costretta a farmi accompagnare ovunque, anche al lavoro, e mi sento molto imbarazzata davanti ai miei colleghi. Mi rendo conto di tutte le esperienze che ho perso finora, di essere diventata una donna adulta, senza le esperienze alle spalle che hanno le mie coetanee cresciute in maniera sana.
Quando ho la possibilità di trascorrere un pomeriggio senza di lei mi sento libera, ma con un grande senso di colpa, perché sono chiaramente costretta ad inviarle messaggi a cui lei risponde in maniera fredda e offesa e al ritorno è sempre infuriata con me perché l'ho lasciata sola e riesce a tenermi il muso per giorni (a meno che non mi presenti a casa con qualche regalo per lei!). Me ne assumo ogni colpa, perché, per comodità, pur avendo sempre avuto degli scoppi d'ira, ho sempre accettato la situazione e non ho mai fatto niente per dimostrare a mia madre di essere adulta. Non ho mai cercato di allontanarmi e non sarebbe servito a niente, visto come tratta mio fratello.
Non riesco a vivere la mia vita, tantomeno la mia relazione sentimentale. Il mio ragazzo mostra tanta pazienza, ma a me dispiace molto per lui e ho pensato molte volte di lasciarlo per liberarlo dalla mia prigione.
Altra cosa, per lei i periodi di lockdown sono stati una manna dal cielo, perché tutti si trovavano isolati e chiusi in casa come lei: il suo ideale di vita. Ora che sta ricominciando la vita, per me è un problema enorme uscire senza che lei non mi recrimini di andare a portare in giro il virus (sono vaccinata e sono una persona estremamente attenta alle norme di sicurezza). Non sopporta nemmeno di vedere gente in TV che si abbraccia.
Chiaramente ho provato più volte a proporle di intraprendere, anche insieme, un percorso psicologico, ma come potrete immaginare sono stata riempita di insulti.
Ho scritto tutto questo per sfogarmi e ovviamente per accettare dei consigli da voi professionisti. Non so se agire e come farlo.
Grazie per aver letto questo messaggio così lungo.
sono una ragazza di 25 anni e vi scrivo perché ho difficoltà ad emanciparmi dalla mia famiglia opprimente. Sto finendo di studiare e ho appena cominciato a lavorare, quindi le risorse economiche non sono ancora molte. Sono impegnata con un ragazzo da quasi 5 anni, ma non ancora ufficializzato in casa, data la mia famiglia eccessivamente gelosa e controllante.
Mia madre tratta me e mio padre come se fossimo bambini piccoli. Mio fratello, che se ne è sempre fregato delle sue regole, se n'è andato all'estero e adesso lei lo ha quasi disconosciuto come figlio. Finora io le ho permesso di farlo, di controllare la mia vita, ma da circa un annetto mi rendo conto che in questa casa mi sento letteralmente soffocare e sono all'orlo di un esaurimento nervoso. Mio padre si lamenta sempre, ma non ha il coraggio di affrontare la situazione. In casa è mia madre a fare e decidere tutto. Ho la patente, ma siccome è lei a pagare il bollo e ad aver comprato la macchina, non me la fa mai guidare sostenendo che non sia capace (inoltre ha una paura matta degli incidenti). Lei non ha nessuna ambizione o interesse, tantomeno amici. Li ha allontanati tutti negli anni. Sostiene sempre di non avere tempo per fare cose nuove, in realtà il pomeriggio (soprattutto d'estate) si piazza sul divano a guardare la TV. Non accetta mai nessuna gita fuori porta e poi si lamenta che non andiamo da nessuna parte. Non sono libera di stare il pomeriggio con lei e la sera a cena con il mio ragazzo, perché così si sente legata ai miei orari.
Se voglio andare al cinema o da qualsiasi altra parte, mi dice "che ci vai a fare a spendere soldi inutilmente?"; se voglio uscire con i miei amici, sto perdendo tempo, inoltre devo essere accompagnata e ovviamente non fa altro che sbuffare perché faccio perdere tempo anche a lei. Non sono libera di fare gite fuori porta da sola, con amici o ragazzo, perché tolgo tempo a lei. Mia madre non vuole fare girate solo con mio padre, devo esserci anche io, perché sennò si annoia e poi non si perdona di lasciarmi da sola (cosa che a me non interessa). Personalmente non mi piace andare in giro con lei, dato che tende ad andare solo in posti noiosi, a massimo mezz'ora da casa, in cui non si cammina (lo odia) e dove ci siano solo negozi.
Con questa storia che non posso usare l'auto, sono costretta a farmi accompagnare ovunque, anche al lavoro, e mi sento molto imbarazzata davanti ai miei colleghi. Mi rendo conto di tutte le esperienze che ho perso finora, di essere diventata una donna adulta, senza le esperienze alle spalle che hanno le mie coetanee cresciute in maniera sana.
Quando ho la possibilità di trascorrere un pomeriggio senza di lei mi sento libera, ma con un grande senso di colpa, perché sono chiaramente costretta ad inviarle messaggi a cui lei risponde in maniera fredda e offesa e al ritorno è sempre infuriata con me perché l'ho lasciata sola e riesce a tenermi il muso per giorni (a meno che non mi presenti a casa con qualche regalo per lei!). Me ne assumo ogni colpa, perché, per comodità, pur avendo sempre avuto degli scoppi d'ira, ho sempre accettato la situazione e non ho mai fatto niente per dimostrare a mia madre di essere adulta. Non ho mai cercato di allontanarmi e non sarebbe servito a niente, visto come tratta mio fratello.
Non riesco a vivere la mia vita, tantomeno la mia relazione sentimentale. Il mio ragazzo mostra tanta pazienza, ma a me dispiace molto per lui e ho pensato molte volte di lasciarlo per liberarlo dalla mia prigione.
Altra cosa, per lei i periodi di lockdown sono stati una manna dal cielo, perché tutti si trovavano isolati e chiusi in casa come lei: il suo ideale di vita. Ora che sta ricominciando la vita, per me è un problema enorme uscire senza che lei non mi recrimini di andare a portare in giro il virus (sono vaccinata e sono una persona estremamente attenta alle norme di sicurezza). Non sopporta nemmeno di vedere gente in TV che si abbraccia.
Chiaramente ho provato più volte a proporle di intraprendere, anche insieme, un percorso psicologico, ma come potrete immaginare sono stata riempita di insulti.
Ho scritto tutto questo per sfogarmi e ovviamente per accettare dei consigli da voi professionisti. Non so se agire e come farlo.
Grazie per aver letto questo messaggio così lungo.
Gent.ma, vista la situazione ingarbugliata che descrive e i rapporti complicati che vive con la sua famiglia, potrebbe provare a chiedere una consultazione per valutare meglio la sua situazione personale e magari ipotizzare un lavoro psicoterapeutico che la possa aiutare a costruire una sua via per stare meglio. SG
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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Mi creda, comprendo bene le difficoltà e la sensazione di impotenza che si vive in questi casi.
Sarebbe opportuno, a mio avviso, che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
A mio parere, credo sia difficile se non impossibile porre come obiettivo quello di cambiare gli altri ma invece bisognerebbe puntare sul come poter affrontare, in maniera nuova e funzionale per noi stessi, le situazioni maggiormente stressanti.
Credo possa essere utile ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata.
Cordialmente, dott FDL
Mi creda, comprendo bene le difficoltà e la sensazione di impotenza che si vive in questi casi.
Sarebbe opportuno, a mio avviso, che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
A mio parere, credo sia difficile se non impossibile porre come obiettivo quello di cambiare gli altri ma invece bisognerebbe puntare sul come poter affrontare, in maniera nuova e funzionale per noi stessi, le situazioni maggiormente stressanti.
Credo possa essere utile ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata.
Cordialmente, dott FDL
Salve, credo che lei debba intraprendere un percorso psicologico per lavorare soprattutto sui confini. Valuti l’idea.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Cara utente,
Comprendo bene la situazione complicata e frustrante in cui si trova.
Sua madre ha delle difficoltà che rendono difficile il rapporto con lei e gli altri membri della sua famiglia. Tuttavia io non credo che sua madre sia pronta ad incontrare uno psicoterapeuta, infatti la motivazione è uno strumento fondamentale per realizzare un cambiamento e se non è presente è quasi impossibile ottenere dei risultati. Mi sento però di dirle che nella relazione con sua madre c'è anche lei. Quando le difficoltà sono di natura relazionale, la possibilità di cambiamento è a carico di entrambe le parti, spesso se una di esse cambia la sua modalità di relazionarsi, crea un conseguente cambiamento nel sistema. Quindi quello che le consiglio è di concentrarsi su se stessa, valurando la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale. Un cordiale saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
Comprendo bene la situazione complicata e frustrante in cui si trova.
Sua madre ha delle difficoltà che rendono difficile il rapporto con lei e gli altri membri della sua famiglia. Tuttavia io non credo che sua madre sia pronta ad incontrare uno psicoterapeuta, infatti la motivazione è uno strumento fondamentale per realizzare un cambiamento e se non è presente è quasi impossibile ottenere dei risultati. Mi sento però di dirle che nella relazione con sua madre c'è anche lei. Quando le difficoltà sono di natura relazionale, la possibilità di cambiamento è a carico di entrambe le parti, spesso se una di esse cambia la sua modalità di relazionarsi, crea un conseguente cambiamento nel sistema. Quindi quello che le consiglio è di concentrarsi su se stessa, valurando la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale. Un cordiale saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
buon pomeriggio, posso comprendere la situazione che sta vivendo e la sua sofferenza. Da quello che leggo è piuttosto complessa e meriterebbe uno spazio e un momento dedicato quale potrebbe essere un percorso con uno psicologo nel quale confrontarsi e valutare insieme possibili opzioni per lei. Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Saluti dott.ssa G. Labriola
Saluti dott.ssa G. Labriola
Salve. Inutile colpevolizzarsi per cio che ha fatto o non fatto finora. Ciò che è importante è cosa potrà fare in futuro. Per prima cosa valuti la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla a individuarsi e a stimolare la fiducia in se stessa, in modo da "sganciarsi" dal senso di colpa che la lega a sua madre e che le impedisce di essere autonoma. Man mano che riuscirà a mettere confini, sua madre perderà potere su di lei e potrà iniziare a sentirsi libera di vivere la sua vita. Distinti saluti
Buongiorno, sono d'accordo con i colleghi che le suggeriscono un percorso. Io con lei lavorerei sulla sua necessità di indipendenza!
Buonasera, mi dispiace per questa situazione difficile e dolorosa in cui si trova.
Credo che sia molto importante e coraggioso da parte sua decidere di scrivere tutto nero su bianco, per sfogarsi, ma anche per trovare un aiuto di qualche tipo.
Penso che potrebbe esserle di grande aiuto e sostegno un percorso psicologico, che la aiuti proprio in questo processo di emancipazione.
Se vuole, sono a disposizione. Lavoro molto spesso proprio su tematiche di questo tipo, riguardanti difficoltà nella gestione delle relazioni familiari. Sono previsti ovviamente, per i giovani pazienti, prezzi sociali e calmierati, che possano permettere loro di beneficiare dell'esperienza di un incontro psicologico.
Quando vuole, sono qui.
Intanto un caro saluto,
Dott.ssa Alice Carbone
Credo che sia molto importante e coraggioso da parte sua decidere di scrivere tutto nero su bianco, per sfogarsi, ma anche per trovare un aiuto di qualche tipo.
Penso che potrebbe esserle di grande aiuto e sostegno un percorso psicologico, che la aiuti proprio in questo processo di emancipazione.
Se vuole, sono a disposizione. Lavoro molto spesso proprio su tematiche di questo tipo, riguardanti difficoltà nella gestione delle relazioni familiari. Sono previsti ovviamente, per i giovani pazienti, prezzi sociali e calmierati, che possano permettere loro di beneficiare dell'esperienza di un incontro psicologico.
Quando vuole, sono qui.
Intanto un caro saluto,
Dott.ssa Alice Carbone
Salve, ho recepito dalle sue parole il disagio che sta vivendo. Da quello che scrive si evince che il rapporto con sua madre sta ostacolando la sua crescita personale. Capisco che si sente in colpa quando cerca di fare le sue esperienze e di cercare di raggiungere la sua autonomia, come succede alla sua età. Le consiglio di iniziare un percorso psicologico anche da sola (magari con il tempo sua madre cambia idea in merito a ciò) per acquisire delle strategie di fronteggianento allo stress che la possano aiutare a non sentirsi soffocata dalla realtà che la circonda. Buona giornata
Buonasera gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Purtroppo non ho consigli risolutivi da darle: sarebbe fuorviante da parte mia darle un consiglio pensando che questo possa risolvere la sua situazione. Capisco l'oppressione di cui parla e credo che se è arrivata a scrivere questo post "di sfogo", potrebbe essere utile per Lei iniziare un percorso psicologico, anche da sola. Purtroppo non si può costringere qualcun altro ad intraprendere questa strada, ma già avere uno spazio per sé, dove può fare un lavoro di un certo tipo oltre che sfogarsi, potrebbe esserle di aiuto. Le faccio i migliori auguri. Cordialmente, dott. Simeoni
Buongiorno cara,
svincolarsi dalla propria famiglia d'origine è un processo interiore e riesce ad avvenire quando i figli si sentono autorizzati (dai genitori) ad andare per la loro strada senza sensi di colpa. Nel tuo caso, viste le relazioni complesse, penso ti sia difficile riuscire a legittimarti nel fare scelte e inseguire tuoi obiettivi di autonomia.
Scegliere di iniziare un percorso psicoterapeutico per te, potrebbe sbloccare questa situazione e accompagnarti nella ricerca e costruzione della tua strada di vita.
E perchè no, attraverso il tuo cambiamento, migliorare anche la relazione con la mamma, aiutandoti a trovare nuove strategie d'azione.
In bocca al lupo!
svincolarsi dalla propria famiglia d'origine è un processo interiore e riesce ad avvenire quando i figli si sentono autorizzati (dai genitori) ad andare per la loro strada senza sensi di colpa. Nel tuo caso, viste le relazioni complesse, penso ti sia difficile riuscire a legittimarti nel fare scelte e inseguire tuoi obiettivi di autonomia.
Scegliere di iniziare un percorso psicoterapeutico per te, potrebbe sbloccare questa situazione e accompagnarti nella ricerca e costruzione della tua strada di vita.
E perchè no, attraverso il tuo cambiamento, migliorare anche la relazione con la mamma, aiutandoti a trovare nuove strategie d'azione.
In bocca al lupo!
Buongiorno, mi spiace per il senso di invasione che sembra sperimentare nel rapporto con la sua famiglia, in particolare con sua mamma. Emanciparsi dalla famiglia in cui si nasce non è mai un processo semplice e scontato, richiede lavoro, soprattutto se c'è un legame forte e stretto, a tratti confusivo a causa di limiti poco chiari, come quello che lei descrive. Penso che dei colloqui psicologici potrebbero aiutarla a capire come può e vuole posizionarsi rispetto a questa situazione e per costruire un presente e un futuro soddisfacenti per lei. Non si preoccupi troppo per quello che sente di aver perso e del confronto con i suoi coetanei: è ancora giovane e avrà modo, se se ne darà l'occasione, di fare le esperienze che desidera. Non esiti a chiedere un colloquio psicologico se sente di essere in difficoltà ad affrontare la situazione da sola. Rimango a disposizione in caso desideri approfondire l'argomento. Un cordiale saluto
Mi dispiace per la situazione che sta affrontando. Concordo con i colleghi sul fatto che un percorso di psicoterapia potrebbe essere un ottimo alleato per comprendere le dinamiche che la tengono in questa situazione e come trovare le risorse farne fronte.
Un saluto
Un saluto
Comprendo pienamente la sua situazione e posso immaginare come si sente. La sua idea di un percorso terapeutico con sua madre è una buona idea ma perchè lasciare suo padre fuori? Le proporrei una terapia familiare ma se ciò non fosse possibile un percorso individuale per gradualmente arrivare allo svincolo familiare. Sono onesta, c'è da lavorare molto partendo dal senso di colpa e dalla sua autostima. C'è da dire anche che il tipo di rapporto con i propri genitori getta le basi per la modalità di rapporto e la scelta del proprio partner. Visto che è maggiorenne e un poco di indipendenza economica la ha, investi su se stessa trovando un professionista che la accompagni nella costruzione della sua persona, come lei si vuole.
Resto a disposizione, saluti
dottoressa Stefania Pelosi
Resto a disposizione, saluti
dottoressa Stefania Pelosi
Buongiorno,
come lei stessa riconosce il problema è quello della differenziazione dall sua famiglia e soprattuttoda sua madre, che la tiene legata a sè e sottomessa. Dal momento che rifiuta un aiuto psicologico, potrebbe lei iniziare a cercarlo per sè, per rafforzarsi, per lavorare sulle risorse che potrebbero aiutarla nello sgancio e nella costruzione della sua vita autonoma. Consideri che ci sono psicologi che applicano tariffe agevolate ai giovani adulti in difficoltà. Se crede può contattarmi per maggiori dettagli.
Le auguro il meglio! Dott.ssa Franca Vocaturi
come lei stessa riconosce il problema è quello della differenziazione dall sua famiglia e soprattuttoda sua madre, che la tiene legata a sè e sottomessa. Dal momento che rifiuta un aiuto psicologico, potrebbe lei iniziare a cercarlo per sè, per rafforzarsi, per lavorare sulle risorse che potrebbero aiutarla nello sgancio e nella costruzione della sua vita autonoma. Consideri che ci sono psicologi che applicano tariffe agevolate ai giovani adulti in difficoltà. Se crede può contattarmi per maggiori dettagli.
Le auguro il meglio! Dott.ssa Franca Vocaturi
Buongiorno, posso immaginare la fatica dello stare in questa situazione, ma ti assicuro che, chi più e chi meno e con modalità sicuramente diverse, la maggior parte dei ragazzi la prova.
Quello che riporti è una difficoltà rispetto al tuo percorso di autonomizzazione, reso più complesso da difficoltà economiche ma anche da una relazione faticosa con tua mamma. Credo che qui sia importante che tu possa svincolarti da lei, trovando la forza e le giuste strategie per reagire e prenderti i tuoi spazi nella tua famiglia e fuori: a questo proposito, mi sento di sconsigliarti, almeno in un primo momento, un percorso con tua mamma, perchè ti potresti sentire ancora una volta nel ruolo di figlia controllata... piuttosto, credo sia importante che tu intraprenda un tuo percorso personale autonomo, magari con un professionista ad indirizzo sistemico che possa, quando te la sentirai e sarà il caso, aiutarti a rivedere la relazione con tua mamma. Non aspettarti che lei cambi, ma cerca di capire come tu puoi cambiare per un tuo migliore adattamento. Gli equilibri si potranno modificare di conseguenza.
Buona fortuna!
Quello che riporti è una difficoltà rispetto al tuo percorso di autonomizzazione, reso più complesso da difficoltà economiche ma anche da una relazione faticosa con tua mamma. Credo che qui sia importante che tu possa svincolarti da lei, trovando la forza e le giuste strategie per reagire e prenderti i tuoi spazi nella tua famiglia e fuori: a questo proposito, mi sento di sconsigliarti, almeno in un primo momento, un percorso con tua mamma, perchè ti potresti sentire ancora una volta nel ruolo di figlia controllata... piuttosto, credo sia importante che tu intraprenda un tuo percorso personale autonomo, magari con un professionista ad indirizzo sistemico che possa, quando te la sentirai e sarà il caso, aiutarti a rivedere la relazione con tua mamma. Non aspettarti che lei cambi, ma cerca di capire come tu puoi cambiare per un tuo migliore adattamento. Gli equilibri si potranno modificare di conseguenza.
Buona fortuna!
Carissima,io credo che sia molto positivo il fatto che in questo ultimo anno, lei sia divenuta molto più consapevole della sua dipendenza da sua madre. Questo è il presupposto fondamentale per cambiare! Coraggio , è ora di iniziare!
Salve, come suggerito dai colleghi iniziare un percorso psicologico potrebbe aiutarla nella definizione degli spazi personali che lei ha, degli spazi di separatezza di cui necessita, e che è comprensibile che lei abbia. La fatica che riporta si accompagna alla consapevolezza di poter fare questo passaggio. Sono disponibile nell’eventualità valuti un percorso online. Cordialmente, dott.ssa Vigani Viola
Buonasera, comprendo dal suo racconto che sta attraversando un momento particolarmente complesso. Come professionisti sanitari, non abbiamo soluzioni immediate né possiamo indicarle esattamente cosa fare; il nostro ruolo è lavorare insieme a lei per comprendere appieno la sua unicità e, da lì, aiutarla a valorizzare le sue risorse o a svilupparne di nuove. In questo senso, la figura dello psicologo può essere vista come un facilitatore di risorse, un sostegno per costruire strumenti che le permettano di affrontare le sue difficoltà con maggiore autonomia. Capisco che intraprendere un percorso con un professionista privato comporti un impegno economico, ma potrebbe considerare strutture pubbliche o cooperative nella sua zona, che spesso offrono percorsi a costi ridotti o gratuiti. In alternativa, esistono anche servizi online accessibili e convenzionati. Prendersi cura di sé può fare una grande differenza, e ci sono soluzioni anche flessibili per iniziare.
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