Buongiorno, sono una ragazza di 25 anni e lavoro da circa 3 anni come impiegata in una piccola imp

19 risposte
Buongiorno,
sono una ragazza di 25 anni e lavoro da circa 3 anni come impiegata in una piccola impresa, solitamente svolgo il mio lavoro in totale autonomia e purtroppo non ho nessuno che mi possa sostituire nelle mie mansioni in caso di mia assenza. Io cerco di fare il meglio possibile però è inevitabile che nella quantità di lavoro qualcosa possa sfuggire. Purtroppo non sono una persona che se frega e capita che se qualcosa " va storto" me la prendo perchè non ho nessuno che mi aiuti e mi sembra che il capo non si renda conto.
Buongiorno, mi sembra che ci possa stare la sua reazione di "prendersela", di arrabbiarsi un po', perché, da quello che dice, si sente poco vista, sia nell'impegno che ci mette, sia nelle sue fatiche. Credo che quello che prova vada ascoltato, come un modo che il suo corpo ha di segnalarle una situazione che, forse, le sta stretta; in fondo, tre anni non sono pochi..

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, cosa le fa questione? L’opinione dell’altro in caso di piccole défaillance lavorative? Il giudizio che ha su se stessa? La possibilità di esprimersi liberamente su questo tema? Se lo reputa opportuno, valuti un sostegno professionale partendo dal tema che riporta nella sua narrazione. Un saluto cordiale
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Il suo problema è che lei se la prende (rabbia? tristezza?delusione?) o che il capo non si rende conto (non si vede riconosciuta nel suo ruolo?Vorrebbe un aiuto da parte sua?)?
Le lascio queste domande come spunto di riflessione, se interessata a capire come mai "se la prende" e provare a flessibilizzare il suo comportamento in queste situazioni trigger intraprenda un percorso terapeutico, vedrà che sarà interessante scoprire perchè reagisce così quando qualcosa "va storto".
Resto a disposizione,
Dott.ssa Federica Moro
Salve, dalle sue parole si comprende quanto lei sia dedita al lavoro ed è assolutamente apprezzabile. In tutti gli ambiti professionali qualcosa può andare storto, però è importante non adottare una prospettiva troppo negativa poiché questo potrebbe colludere con uno stato di benessere personale. Arrabbiarsi è giusto ed emerge anche molta consapevolezza in merito alla mole di lavoro, per giunta il fatto che nessuno possa sostituirla in caso di assenza implica che sia lei a doversi occupare in toto di determinate attività, attutendone il colpo. Potrebbe essere utile per lei approfondire, anche tramite un supporto psicologico, quelle che sono le prospettive future all'interno dell'azienda, comprendere cosa potrebbe farla stare meglio, cosa desidererebbe dal contesto organizzativo, come poter chiedere un supporto ai colleghi. Per agire nell'immediato, potrebbe essere utile chiedere di essere ricevuta dal suo capo e spiegare con oggettività quali sono le difficoltà che incontra, la sua permanenza per ben 3 anni, potrebbe presupporre anche un rapporto di fiducia reciproca maturata nel tempo e non ci sarebbe nulla di male nel segnalare tale esigenza, non sarebbe un simbolo di debolezza ma di attenzione alla qualità del lavoro. Resto a disposizione anche online.
Dott.ssa Laura Cappello
Cara utente buongiorno.

Cerchi di far rendere conto al suo capo, che affinché lei possa svolgere delle mansioni nel migliore dei modi necessita di aiuti, il modo in cui il capo reagisce può essere un modo per comprendere e capire se il luogo di lavoro in cui opera è ottimale per lei.
In fondo tutti abbiamo bisogno di aver riconosciuto il nostro impegno e duro lavoro.

A disposizione
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Hai assolutamente ragione nel sentire il bisogno di esprimere le tue difficoltà e disagi. È importante che tu sappia che hai il pieno diritto di farlo, e che le tue preoccupazioni sono degne di attenzione. Il fatto che tu stia affrontando queste sfide da sola al lavoro per un periodo prolungato può essere estremamente stressante, e è perfettamente legittimo sentirti sopraffatta da questa situazione.

La tua voce e il tuo benessere sono importanti, e dovresti sentirsi libera di condividere le tue preoccupazioni e i tuoi sentimenti con il tuo capo. Comunicare in modo aperto può essere il primo passo per cercare soluzioni e ottenere il supporto di cui hai bisogno. Anche se sembra che il tuo capo non si renda conto delle tue difficoltà, esprimere ciò che stai vivendo può contribuire a far emergere una maggiore comprensione della tua situazione.

Ricorda che la tua salute mentale è una priorità, e cercare il supporto di un professionista o di risorse aziendali può essere un passo importante nel prenderti cura di te stessa. Non sei sola in queste sfide, e c'è sempre la possibilità di migliorare la tua situazione.
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Gentile utente, mi pare di capire dalle poche righe che ha scritto che la situazione lavorativa in cui si trova in questo momento è "troppo": perché ha la completa responsabilità della mansione, perché il sovraccarico inevitabilmente la conduce a trascurare o dimenticare qualcosa, perché il suo capo sembra non accorgersi di niente. Credo sia importante che ascolti lei per prima quello che sente e che sta condividendo con noi e che si chieda perché lo condivide qui, anziché esprimerlo direttamente nel suo contesto di lavoro: aspettarsi che il suo capo capisca il suo vissuto, se lei per tre anni (ipotizzo) è sempre stata autonoma, puntuale ed efficiente e non ha mai dato segnali di affaticamento o insoddisfazione, la farà sempre rimanere affaticata e insoddisfatta. Non mi è chiaro da questo breve messaggio quale è la sua richiesta. Ad ogni modo ritengo che nello spazio di una consulenza psicologica potrebbe meglio mettere a fuoco cosa la disturba di più in questo momento tra il sovraccarico, la mancanza di aiuti, il fatto che se la prende se qualcosa va storto, il mancato riconoscimento. Potrebbe essere il punto di partenza per iniziare a mettere in atto dei piccoli cambiamenti che la renderebbero più soddisfatta. Rimango a disposizione. Un caro saluto
Cara utente, comunicare i propri bisogni e le conseguenti emozioni in modo esplicito può essere una chiave per poter farsi capire dal suo capo e per lenire il suo malessere. Esplicitare ciò che proviamo può essere molte volte un punto di contatto tra noi e l'altro poiché permette a chi abbiamo davanti di entrare nella nostra sfera individuale.
I nostri bisogni sono importanti per la nostra qualità di vita e anche per la qualità lavorativa.
Resto a disposizione!
Federica Di Lauro
Cara utente, credo che "prendersela" per qualcosa che va storto, vista la mole di lavoro e il fatto che non divide il carico con nessuno sia normale. Mi chiedo se lei vorrebbe sentirsi in modo diverso rispetto a tali episodi? Se si, come vorrebbe sentirsi? Di certo non possiamo aspettarci che lei viva a cuore leggero un errore ma forse può pensare di provare un sano dispiacere che però non la invalidi emotivamente e che non sia per lei un emozione così fastidiosa. In quei momenti probabilmente succede qualcosa dentro di lei che sarebbe importante che lei ascoltasse. Cosa significa per lei quando qualcosa "va storto"? Cosa dice di lei questo?
Rimango a sua disposizione, cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua situazione. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso da un lato all'avere tutte le responsabilità della sua parte di lavoro solo su di sè e dall'altro la frustrazione che ciò non le venga effettivamente riconosciuto.
Le suggerirei di valutare un consulto psicologico al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a situazioni di difficoltà e per comunicare in maniera più efficace nella sua quotidianità.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Buongiorno. Immagino sia gravoso avere tante responsabilità, importante tuttavia per la sua serenità e per la sua efficacia operativa , imparare a governare le proprie emozioni, a comunicare in modo assertivo le sue opinioni , gestire bene il feedback . Migliorando queste capacità migliorerà anche il suo senso di sicurezza e la sua efficacia lavorativa. Io sono a disposizione qualora volesse intraprendere un percorso di consulenza. A presto . Maria Teresa Fiorentino
Buongiorno, grazie per aver condiviso un momento così personale e sicuramente denso di difficoltà. Credo che possa essere un primo passo attivare una comunicazione funzionale, diretta con il suo capo al fine di esprimere al meglio i SUOI bisogni affinché possano essere ascoltati.
Mi sento anche di suggerirLe di intraprendere un percorso con uno psicologo/a o psicoterapeuta al fine di poter capire questo "non riesco a fregarmene" e questo "qualcosa va storto", essere più consapevole delle motivazioni che scatenano questo bisogno e gestire al meglio la sua necessità.
Rimango a disposizione
Buon proseguimento
Dott.ssa De Roni Silvia
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Buongiorno! Grazie per la condivisione della Sua esperienza e del suo problema lavorativo. In generale, mi sembra di intuire che la situazione in cui si trova sul posto di lavoro inizi in qualche modo a starle un po' stretta. Può diventare importante a questo punto ragionare e soffermarsi sul perché. Mi spiego meglio: per quanto la Sua richiesta porti alla luce un fastidio e/o un disagio per la situazione che sta vivendo, non c'è una vera e propria domanda a cui rispondere, e forse in realtà per Lei stessa in primis risulta difficile capire quale sia il fulcro del problema. Il problema è che si sente troppo lavoro e troppe responsabilità? O che il suo capo non si rende conto di quanto Lei già faccia per l'azienda? O ancora, non avere nessuno con la sua stessa posizione/mansione con cui condividere e parlare dei problemi o con cui potersi confrontare? Oppure ancora, che quando sbaglia Lei stessa in primis fatica ad accettare la cosa? Come prima cosa, dovrebbe cercare a mio avviso di capire qual è il problema (o i problemi, se fossero più d'uno). Inoltre, Le suggerirei di considerare l'idea di un percorso psicologico per elaborare le sue fatiche e le sue difficoltà ed annesse emozioni, sviluppando insieme al professionista modalità per far fronte a queste fatiche lavorative presenti nella sua quotidianità. Resto a disposizione anche online qualora Le servisse un consulto!
Gentilissima, grazie per la condivisione. Come dice è appunto assolutamente normale che con tale carico di lavoro e poca o assente possibilità di delega, Lei possa riscontrare delle difficoltà, se non addirittura fare anche degli errori ovviamente comprensibili. Mi sentirei di suggerirLe di cominciare a poter distinguere tra ciò che può controllare ed è in suo potere cambiare, e ciò che invece non può cambiare e quindi accettarlo per com'è; imparando ad avere cura di sè, in primis onde evitare che la Sua rabbia, così cocente ora, venga indirizzata su di sè, andando ad aumentare le Sue fatiche e a schiacciare ulteriormente il Suo bagaglio di possibilità emotive. Un caro saluto,
Dr.ssa Claudia Carabellò
Salve,
Mi dispiace per il suo vissuto.
Ritengo che viviamo nella società della performance, e il fare senza fermarsi, il fare sul fare possa portare a questi pensieri.
Se vuole fermarsi e cercare di vedere tutto questo a cosa tende, cosa vuole la vita da lei, ci sono anche online.
Dott. Salvucci Matteo
Gentile utente, mi dispiace per la sua situazione, lavorando come Psicologa consulente in varie aziende conosco e comprendo appieno le difficoltà di cui parla. Ha mai pensato di dedicarsi uno spazio in cui poter approfondire e affrontare tali aspetti? Il senso di grande responsabilità di cui parla e l’inevitabile impossibilità di sbagliare che percepisce, sembrano essere per lei dei grandi pesi. Pesi che le portano sofferenza in un clima lavorativo che descrive come poco supportivo e comprensivo. Se vuole approfondire tali dinamiche assieme resto a disposizione. Un saluto, Dott.ssa Chiara Marino
Gentile utente, buonasera! Comprendo le sue difficoltà. Purtroppo non possiamo controllare il comportamento degli altri, come per esempio quello del suo capo o dei suoi colleghi, ma possiamo imparare a gestire le nostre emozioni e i nostri pensieri. Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla a riflettere su cosa può significare per lei fare un errore e come può comunicare i suoi bisogni al capo o in altri ambiti di vita. Resto a disposizione per approfondire, anche online. Un saluto, Dott.ssa Sonia Castagnolo
Certo, è importante trovare il modo di far presente al suo capo che avrebbe bisogno di maggior comprensione e sostegno. Le consiglio di affrontare questo discorso con uno psicologo, in modo tale da farsi aiutare in tale processo. Da quanto riferisce, sembra sii tratti di un problema sul quale si potrebbe agire vedendo dei risultati a stretto giro.
Rimango a disposizione in caso sia interessata ad approfondire il discorso. Dott.ssa Francesca Gottofredi.

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