Buongiorno. Sono una ragazza di 25 anni che vive a Milano da fuorisede, e da quasi 2 anni sono entra
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Buongiorno. Sono una ragazza di 25 anni che vive a Milano da fuorisede, e da quasi 2 anni sono entrata nel mondo lavorativo, seppur ancora in stage. Ho fatto una triennale e magistrale nel settore della comunicazione e del marketing. Seppur i corsi e i progetti universitari in queste materie mi hanno entusiasmata, da quando sono entrata nel mondo del lavoro ho sempre riscontrato dei problemi. Ripercorrendo: per un anno sono stata in un'agenzia di comunicazione, dove mi sono sì trovata bene ma sentivo di voler fare altre esperienze. Dunque, dopo un anno esatto, sono entrata in un'azienda parafarmaceutica nel marketing. In questo caso, oltre sempre al desiderio di vedere altro poiché le mansioni erano sempre le stesse, si è aggiunto il fatto che non mi trovavo bene con la mia capa, una persona cinica e con modi poco cortesi (spesso mi sono sentita insoddisfatta e trattata male). Insomma, dopo qualche mese ho trovato altro, e sono approdata in un'altra azienda dello stesso settore nel reparto comunicazione. Anche in questo caso sento un disagio e infiniti dubbi, che più passa il tempo e più si alimentano: non so se è davvero quello che fa per me, se mi piace, vorrei vedere altro ma non so neanche io cos'altro! Inoltre, anche in questo caso non mi trovo benissimo con la mia capa, mi sento come se fossi ritenuta poco intelligente, mi mettono ansia i suoi modi e vivo costantemente con la paura di poter sbagliare qualcosa. Riconosco di essere una persona sensibile ed anche permalosa...però riconosco anche che non posso andare avanti così, senza fare qualcosa che mi faccia sorridere al mattino, o per cui non debba avere costantemente la sensazione di avere un'ansia dentro.
Non so neanche io cosa dovrei fare... cosa mi piacerebbe fare... sto mettendo in discussione tutto, ma non voglio fallire ammettendo che magari non è il settore che fa per me, dopo tanti anni di sacrificio sia dal punto di vista dello studio, che dal punto di vista economico da parte dei miei genitori.
Forse sono una eterna insoddisfatta dopo 3 esperienze per cui provo sempre più disagi andando avanti con il tempo? Forse sono io il problema? Forse, forse, forse...
Cosa mi consigliereste di fare?
Grazie infinite.
Non so neanche io cosa dovrei fare... cosa mi piacerebbe fare... sto mettendo in discussione tutto, ma non voglio fallire ammettendo che magari non è il settore che fa per me, dopo tanti anni di sacrificio sia dal punto di vista dello studio, che dal punto di vista economico da parte dei miei genitori.
Forse sono una eterna insoddisfatta dopo 3 esperienze per cui provo sempre più disagi andando avanti con il tempo? Forse sono io il problema? Forse, forse, forse...
Cosa mi consigliereste di fare?
Grazie infinite.
Carissima, grazie per averci scritto...
Ciò per cui abbiamo investito, non ci definisce: il fatto che lei abbia deciso di studiare marketing, per quanto il mercato del lavoro la porti ad approdare verso determinati lavori e non altri, non ci definisce come persone, semmai come professionisti in un determinato settore, consapevoli del fatto che si possa sempre cambiare laddove qualcosa non ci piace.
Il fatto di percepire già una non adeguata soddisfazione per ciò che svolge, direi che è una benedizione: le consapevolezze che ha, non sono affatto scontate!
A 25 anni si può sperimentare tranquillamente: il vero fallimento, è non darsi altre opportunità nella vita!
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione in più, e le auguro un grande in bocca al lupo!
Un caro saluto
Dr. E. Nola
Ciò per cui abbiamo investito, non ci definisce: il fatto che lei abbia deciso di studiare marketing, per quanto il mercato del lavoro la porti ad approdare verso determinati lavori e non altri, non ci definisce come persone, semmai come professionisti in un determinato settore, consapevoli del fatto che si possa sempre cambiare laddove qualcosa non ci piace.
Il fatto di percepire già una non adeguata soddisfazione per ciò che svolge, direi che è una benedizione: le consapevolezze che ha, non sono affatto scontate!
A 25 anni si può sperimentare tranquillamente: il vero fallimento, è non darsi altre opportunità nella vita!
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione in più, e le auguro un grande in bocca al lupo!
Un caro saluto
Dr. E. Nola
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Salve,
sicuramente le esperienze lavorative ci aiutano a comprendere ciò che ci piace fare e ciò che non ci piace fare. La paura di sbagliare è lecita ma se questa sensazione d'ansia e insoddisfazione di cui scrive stanno diventando eccessive e compromettono in qualche modo il suo modo di vedere se stessa e il mondo attorno a lei, penso sia fondamentale prendersi un tempo per riflettere e capire ciò di cui ha realmente bisogno.
Non so se ha mai fatto un percorso di terapia personale ma potrebbe essere molto utile approfondire degli aspetti legati al suo funzionamento che si ripetono.
Se ha necessità, resto disponibile per ulteriori chiarimenti.
In bocca al lupo
Dott.ssa Marzia Porcelli
sicuramente le esperienze lavorative ci aiutano a comprendere ciò che ci piace fare e ciò che non ci piace fare. La paura di sbagliare è lecita ma se questa sensazione d'ansia e insoddisfazione di cui scrive stanno diventando eccessive e compromettono in qualche modo il suo modo di vedere se stessa e il mondo attorno a lei, penso sia fondamentale prendersi un tempo per riflettere e capire ciò di cui ha realmente bisogno.
Non so se ha mai fatto un percorso di terapia personale ma potrebbe essere molto utile approfondire degli aspetti legati al suo funzionamento che si ripetono.
Se ha necessità, resto disponibile per ulteriori chiarimenti.
In bocca al lupo
Dott.ssa Marzia Porcelli
FORSE, ma forse, potresti concederti il tempo di fare delle esperienza senza per forza giudicarti (negativamente). Ed intendo proprio il non farsi problemi di passare da un posto all'altro visto che ne hai la possibilità (non in tutti i settori si trova così facilmente). Ritengo tuttavia fondamentale, visti i dubbi, comunque legittimi, che esprimi attivare un percorso di psicoterapia in modo da poter ragionare in modo più approfondito e completo sui tuoi vissuti ed esperienze, in modo da renderti più consapevole rispetto a ciò che cerchi e ciò di cui hai bisogno.
La vita è una continua esperienza, fatta di alti e bassi e ogni esperienza va vissuta come tale, in questo viaggio ovviamente capita che ci accorgiamo di trovarci su una strada che non ci piace, nonostante pensassimo ci piacesse, nonostante i sacrifici, nonostante le pressioni degli altri. Ma quell’esperienza rimane nostra insieme a tutte le sensazioni negative che ci fa provare e dato che è nostra possiamo sempre prendere la decisione di cambiare, per far diventare quel viaggio di nuovo emozionante, motivante e soprattutto libero. Mi sento di aggiungerle che a 25 anni puó provare e cambiare quante volte vuole. Ovviamente se sente di avere bisogno di un sostegno sia per valutare l’opzione di cambiamento, sia eventualmente nella scelta di un nuovo percorso, puó sempre valutare un sostegno psicologico.
Buona sera , non è sempre facile intraprendere la carriera lavorativa e capita che qualche volta la strada che credevamo giusta non lo è...non è certo da considerare un "fallimento" cambiare idea su una cosa...credo piuttosto che ci voglia più coraggio ad affrontare sfide nuove che la vita ci mette avanti.
Forse sarebbe il caso di fermarsi in un lavoro piacevole e leggero per un pò, avrebbe l'occasione di ripensare alle sue pregresse esperienze e valutare la situazione dall'esterno per capire se la strada intrapresa a conseguimento degli studi universitari è "quella giusta" e cmq la strada è giusta solo se lo è per lei.
Si chieda cosa la rende felice, non cosa DEVE o DOVREBBE fare.
Abbia il coraggio di fermarsi a sognare, secondo me non le manca.
Forse sarebbe il caso di fermarsi in un lavoro piacevole e leggero per un pò, avrebbe l'occasione di ripensare alle sue pregresse esperienze e valutare la situazione dall'esterno per capire se la strada intrapresa a conseguimento degli studi universitari è "quella giusta" e cmq la strada è giusta solo se lo è per lei.
Si chieda cosa la rende felice, non cosa DEVE o DOVREBBE fare.
Abbia il coraggio di fermarsi a sognare, secondo me non le manca.
Gent.ma,
la sua preoccupazione è comprensibile considerati l’impegno e le risorse impegnate nel suo percorso formativo, ma proverei a vederla anche in modo costruttivo.
Nel mio quotidiano incontro molti giovani, ma non solo, che si pongono domande sul proprio lavoro, attività, ruolo a volte per insoddisfazione, altre volte perché semplicemente avvertono l’esigenza di cambiare direzione (nel caso di adulti che da anni svolgono la stessa mansione) per rinnovarsi.
Potrebbe leggere queste sue domande, dubbi come spinta a capire meglio quale potrebbe essere la sua direzione, senza percepire come possibile fallimento lo scoprire magari che potrebbe trovare la sua dimensione e realizzazione facendo altro.
E’ un modo anche questo per conoscersi in maniera più approfondita!
Un saluto.
la sua preoccupazione è comprensibile considerati l’impegno e le risorse impegnate nel suo percorso formativo, ma proverei a vederla anche in modo costruttivo.
Nel mio quotidiano incontro molti giovani, ma non solo, che si pongono domande sul proprio lavoro, attività, ruolo a volte per insoddisfazione, altre volte perché semplicemente avvertono l’esigenza di cambiare direzione (nel caso di adulti che da anni svolgono la stessa mansione) per rinnovarsi.
Potrebbe leggere queste sue domande, dubbi come spinta a capire meglio quale potrebbe essere la sua direzione, senza percepire come possibile fallimento lo scoprire magari che potrebbe trovare la sua dimensione e realizzazione facendo altro.
E’ un modo anche questo per conoscersi in maniera più approfondita!
Un saluto.
Buongiorno. Nel leggere il suo post noto che, man mano che scrive, i suoi interrogativi si moltiplicano e si estendono. Alla fine conclude affermando che "sta mettendo in discussione tutto". Il che a mio parere non è affatto sbagliato. Si tratta di una situazione molto critica, ma anche potenzialmente molto feconda. Se avvia una consultazione mirata con un professionista può arrivare a mettere meglio a fuoco ciò che effettivamente desidera e che - talvolta succede - ha magari perso di vista senza rendersene conto per inseguire le aspettative e le richieste implicite di altri.
Buongiorno gentile Utente, capisco quanto questa situazione possa generarle ansia e incertezza, specialmente dato l’impegno che ha investito nel suo percorso formativo e professionale. Dalle sue parole emerge una comprensibile preoccupazione per il fatto di trovarsi in una fase di insoddisfazione continua, nonostante gli sforzi per trovare un ambiente e delle mansioni che la realizzino. Il dubbio che descrive riguardo alla scelta del settore e alla qualità delle sue esperienze è comune, soprattutto nei primi anni della carriera, in cui ci si confronta per la prima volta con il mondo del lavoro in modo diretto e concreto.
A questo punto, potrebbe essere utile esplorare le ragioni di questa insoddisfazione per capire se deriva principalmente dalle dinamiche interpersonali e dai contesti aziendali specifici oppure se riflette un’inclinazione verso altre mansioni o settori. Le consiglio di prendere in considerazione l’idea di fare un’analisi più strutturata delle sue esperienze, ad esempio valutando non solo cosa non ha funzionato ma anche quali attività o progetti ha trovato motivanti, quali competenze ha sentito di valorizzare, e quali sono le condizioni che, a livello lavorativo e personale, sente davvero importanti.
Alcuni professionisti trovano utile dedicare tempo a un percorso di orientamento professionale, eventualmente anche con l’aiuto di un career coach o di uno psicologo del lavoro, per fare chiarezza su questi aspetti e su possibili direzioni alternative. Questo potrebbe aiutarla a esplorare ambiti limitrofi a quello attuale o a identificare settori in cui le sue competenze di comunicazione e marketing possano essere applicate in modi nuovi, che stimolino di più la sua motivazione.
Infine, tenga a mente che mettere in discussione la propria strada non è affatto un fallimento, bensì un passo necessario per trovare un percorso che le permetta di esprimersi e di crescere professionalmente in modo autentico. Il cambiamento può sembrare spaventoso, ma spesso rappresenta una possibilità di riorientarsi verso scelte più in linea con sé stessi.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
A questo punto, potrebbe essere utile esplorare le ragioni di questa insoddisfazione per capire se deriva principalmente dalle dinamiche interpersonali e dai contesti aziendali specifici oppure se riflette un’inclinazione verso altre mansioni o settori. Le consiglio di prendere in considerazione l’idea di fare un’analisi più strutturata delle sue esperienze, ad esempio valutando non solo cosa non ha funzionato ma anche quali attività o progetti ha trovato motivanti, quali competenze ha sentito di valorizzare, e quali sono le condizioni che, a livello lavorativo e personale, sente davvero importanti.
Alcuni professionisti trovano utile dedicare tempo a un percorso di orientamento professionale, eventualmente anche con l’aiuto di un career coach o di uno psicologo del lavoro, per fare chiarezza su questi aspetti e su possibili direzioni alternative. Questo potrebbe aiutarla a esplorare ambiti limitrofi a quello attuale o a identificare settori in cui le sue competenze di comunicazione e marketing possano essere applicate in modi nuovi, che stimolino di più la sua motivazione.
Infine, tenga a mente che mettere in discussione la propria strada non è affatto un fallimento, bensì un passo necessario per trovare un percorso che le permetta di esprimersi e di crescere professionalmente in modo autentico. Il cambiamento può sembrare spaventoso, ma spesso rappresenta una possibilità di riorientarsi verso scelte più in linea con sé stessi.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Buongiorno!
Comprendo perfettamente la tua frustrazione e il tuo senso di smarrimento. È normale sentirsi così quando si accumulano esperienze lavorative negative, soprattutto all'inizio della carriera. Il tuo percorso universitario in comunicazione e marketing ti ha aperto molte porte, ma sembra che il mondo del lavoro non ti stia offrendo le soddisfazioni che speravi.
Analizziamo insieme la situazione:
Ricorrente insoddisfazione: Il fatto che tu abbia provato disagio in tre realtà lavorative diverse suggerisce che il problema potrebbe non risiedere solo nelle aziende o nei tuoi superiori, ma anche nelle tue aspettative e nei tuoi bisogni professionali.
Relazioni difficili con i superiori: Le dinamiche con le tue capo sembrano essere un elemento ricorrente. Questo potrebbe indicare una sensibilità particolare alle critiche o un bisogno di riconoscimento che non viene soddisfatto.
Dubbi sulla tua scelta: La domanda "è davvero quello che fa per me?" è legittima e spesso sorge quando si affrontano diverse esperienze lavorative. È importante riflettere sulle ragioni che ti hanno spinto a scegliere questo percorso e su ciò che ti appassiona davvero.
Paura del fallimento: La paura di ammettere che magari non è il settore giusto è comprensibile, soprattutto dopo tanti sacrifici. Tuttavia, è fondamentale essere onesti con te stessa e considerare che cambiare strada potrebbe essere la scelta migliore per il tuo benessere.
Cosa puoi fare?
Prenditi del tempo per riflettere: Allontana per un momento le pressioni esterne e dedicati a capire cosa ti rende veramente felice e soddisfatta. Quali sono le tue passioni? Quali sono le attività che ti fanno sentire realizzata?
Parla con persone di fiducia: Confidati con amici, familiari o un mentore. Ascolta i loro consigli e punti di vista.
Valuta le tue competenze: Oltre alle competenze tecniche acquisite durante gli studi, quali sono le tue soft skills? Quali sono i tuoi punti di forza e su quali aspetti puoi migliorare?
Esplora nuove possibilità: Informati su altri settori che potrebbero interessarti. Potresti partecipare a workshop, seminari o corsi di formazione per scoprire nuove passioni.
Non aver paura di cambiare: Se capisci che il settore della comunicazione e del marketing non fa per te, non aver paura di cambiare strada. Ricorda che non esiste un percorso professionale lineare e che è normale evolversi nel tempo.
Cerca un supporto professionale: Se senti il bisogno di un aiuto più strutturato, potresti valutare di rivolgerti a uno psicologo o a un coach professionale.
Come psicoterapeuta, posso aiutarti a:
Capire le radici del tuo disagio: Attraverso la psicoterapia potremo esplorare le tue emozioni e i tuoi pensieri più profondi, identificando le cause del tuo malessere.
Sviluppare nuove strategie di coping: Imparerai a gestire lo stress, l'ansia e le emozioni negative in modo più efficace.
Aumentare la tua autostima: Lavoreremo insieme per rafforzare la tua fiducia in te stessa e nelle tue capacità.
Definire i tuoi obiettivi: Ti aiuterò a chiarire i tuoi obiettivi professionali e personali, creando un piano d'azione concreto.
Ricorda: non sei sola in questa situazione. Molte persone si trovano a dover affrontare scelte difficili nella loro vita professionale. Il primo passo è riconoscere il problema e cercare un aiuto.
In bocca al lupo per il tuo percorso!
Avrei bisogno di alcune informazioni aggiuntive per poterti aiutare al meglio:
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Quali sono le qualità che cerchi in un lavoro ideale?
Hai mai pensato di intraprendere un percorso di formazione diverso?
Spero che queste domande ti siano utili per riflettere sulla tua situazione.
A presto,
Nunzio Nasti
Comprendo perfettamente la tua frustrazione e il tuo senso di smarrimento. È normale sentirsi così quando si accumulano esperienze lavorative negative, soprattutto all'inizio della carriera. Il tuo percorso universitario in comunicazione e marketing ti ha aperto molte porte, ma sembra che il mondo del lavoro non ti stia offrendo le soddisfazioni che speravi.
Analizziamo insieme la situazione:
Ricorrente insoddisfazione: Il fatto che tu abbia provato disagio in tre realtà lavorative diverse suggerisce che il problema potrebbe non risiedere solo nelle aziende o nei tuoi superiori, ma anche nelle tue aspettative e nei tuoi bisogni professionali.
Relazioni difficili con i superiori: Le dinamiche con le tue capo sembrano essere un elemento ricorrente. Questo potrebbe indicare una sensibilità particolare alle critiche o un bisogno di riconoscimento che non viene soddisfatto.
Dubbi sulla tua scelta: La domanda "è davvero quello che fa per me?" è legittima e spesso sorge quando si affrontano diverse esperienze lavorative. È importante riflettere sulle ragioni che ti hanno spinto a scegliere questo percorso e su ciò che ti appassiona davvero.
Paura del fallimento: La paura di ammettere che magari non è il settore giusto è comprensibile, soprattutto dopo tanti sacrifici. Tuttavia, è fondamentale essere onesti con te stessa e considerare che cambiare strada potrebbe essere la scelta migliore per il tuo benessere.
Cosa puoi fare?
Prenditi del tempo per riflettere: Allontana per un momento le pressioni esterne e dedicati a capire cosa ti rende veramente felice e soddisfatta. Quali sono le tue passioni? Quali sono le attività che ti fanno sentire realizzata?
Parla con persone di fiducia: Confidati con amici, familiari o un mentore. Ascolta i loro consigli e punti di vista.
Valuta le tue competenze: Oltre alle competenze tecniche acquisite durante gli studi, quali sono le tue soft skills? Quali sono i tuoi punti di forza e su quali aspetti puoi migliorare?
Esplora nuove possibilità: Informati su altri settori che potrebbero interessarti. Potresti partecipare a workshop, seminari o corsi di formazione per scoprire nuove passioni.
Non aver paura di cambiare: Se capisci che il settore della comunicazione e del marketing non fa per te, non aver paura di cambiare strada. Ricorda che non esiste un percorso professionale lineare e che è normale evolversi nel tempo.
Cerca un supporto professionale: Se senti il bisogno di un aiuto più strutturato, potresti valutare di rivolgerti a uno psicologo o a un coach professionale.
Come psicoterapeuta, posso aiutarti a:
Capire le radici del tuo disagio: Attraverso la psicoterapia potremo esplorare le tue emozioni e i tuoi pensieri più profondi, identificando le cause del tuo malessere.
Sviluppare nuove strategie di coping: Imparerai a gestire lo stress, l'ansia e le emozioni negative in modo più efficace.
Aumentare la tua autostima: Lavoreremo insieme per rafforzare la tua fiducia in te stessa e nelle tue capacità.
Definire i tuoi obiettivi: Ti aiuterò a chiarire i tuoi obiettivi professionali e personali, creando un piano d'azione concreto.
Ricorda: non sei sola in questa situazione. Molte persone si trovano a dover affrontare scelte difficili nella loro vita professionale. Il primo passo è riconoscere il problema e cercare un aiuto.
In bocca al lupo per il tuo percorso!
Avrei bisogno di alcune informazioni aggiuntive per poterti aiutare al meglio:
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Quali sono le qualità che cerchi in un lavoro ideale?
Hai mai pensato di intraprendere un percorso di formazione diverso?
Spero che queste domande ti siano utili per riflettere sulla tua situazione.
A presto,
Nunzio Nasti
Gentile utente buonasera.
Con i suoi 25 anni, una laurea e diverse esperienze lavorative alle spalle, lei è una mosca bianca mi creda! Ed è degna di lode, senza dubbio.
Il fatto che sia alla ricerca di un lavoro che veramente la soddisfi, che la realizzi a pieno nelle sue capacità e competenze, è altrettanto nobile e legittimo.
Che sia facile trovarlo, è tutta un'altra questione.
Però, la strada per il successo personale deve essere costellata di fallimenti, errori, tentativi e ripensamenti: è una tassa necessaria da pagare per capire davvero cosa la potrebbe appassionare di più e cos'altro invece rappresenta una tappa di passaggio per accumulare esperienza e saggezza, nuove competenze e nuove abilità trasversali indispensabili.
Il mio consiglio è di essere resiliente nelle difficoltà. Quando si trova in un contesto lavorativo che non le piace a pieno, prenda comunque il meglio, impari il più possibile, si affianchi alle persone che le possono dare di più in termini di esperienza e conoscenze. Metta da parte l'orgoglio ogni tanto, aprendo finestre di tolleranza necessarie per il quieto vivere.
Da esperta di comunicazione, sa bene quanto è importante il linguaggio assertivo e costruttivo, verbale e non verbale; e sa bene come una comunicazione positiva, interessata, orientata all'ascolto, possa portare a buoni compromessi.
Tenga, allo stesso tempo, la mente aperta al futuro, alle nuove opportunità che saprà cogliere e alle opzioni che si presenteranno dinanzi ai suoi occhi. Oggi come oggi, il lavoro è per sua natura flessibile e si modifica continuamente: non rinunci mai alla formazione e all'aggiornamento, acquisisca nuove abilità e si dedichi agli interessi più svariati. Questo renderà molto più facile organizzare i suoi pensieri secondo priorità ben definite ed elencare una serie di obiettivi concreti, misurabili, flessibili e raggiungibili.
Tutto questo lavoro di crescita personale e professionale, può essere supportato da uno psicologo che si occupa di questi ambiti. Nel mio caso, ad esempio, utilizzo il paradigma affermato della Psicologia Positiva, per potenziare le soft skills dei clienti, per lavorare sulla loro performance lavorativa e cognitiva, e per aiutarli a delineare obiettivi chiari e un'elevata fiducia nelle proprie capacità.
Mi contatti pure, se vuole, per avere maggiori informazioni su un percorso di questo tipo. Anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Con i suoi 25 anni, una laurea e diverse esperienze lavorative alle spalle, lei è una mosca bianca mi creda! Ed è degna di lode, senza dubbio.
Il fatto che sia alla ricerca di un lavoro che veramente la soddisfi, che la realizzi a pieno nelle sue capacità e competenze, è altrettanto nobile e legittimo.
Che sia facile trovarlo, è tutta un'altra questione.
Però, la strada per il successo personale deve essere costellata di fallimenti, errori, tentativi e ripensamenti: è una tassa necessaria da pagare per capire davvero cosa la potrebbe appassionare di più e cos'altro invece rappresenta una tappa di passaggio per accumulare esperienza e saggezza, nuove competenze e nuove abilità trasversali indispensabili.
Il mio consiglio è di essere resiliente nelle difficoltà. Quando si trova in un contesto lavorativo che non le piace a pieno, prenda comunque il meglio, impari il più possibile, si affianchi alle persone che le possono dare di più in termini di esperienza e conoscenze. Metta da parte l'orgoglio ogni tanto, aprendo finestre di tolleranza necessarie per il quieto vivere.
Da esperta di comunicazione, sa bene quanto è importante il linguaggio assertivo e costruttivo, verbale e non verbale; e sa bene come una comunicazione positiva, interessata, orientata all'ascolto, possa portare a buoni compromessi.
Tenga, allo stesso tempo, la mente aperta al futuro, alle nuove opportunità che saprà cogliere e alle opzioni che si presenteranno dinanzi ai suoi occhi. Oggi come oggi, il lavoro è per sua natura flessibile e si modifica continuamente: non rinunci mai alla formazione e all'aggiornamento, acquisisca nuove abilità e si dedichi agli interessi più svariati. Questo renderà molto più facile organizzare i suoi pensieri secondo priorità ben definite ed elencare una serie di obiettivi concreti, misurabili, flessibili e raggiungibili.
Tutto questo lavoro di crescita personale e professionale, può essere supportato da uno psicologo che si occupa di questi ambiti. Nel mio caso, ad esempio, utilizzo il paradigma affermato della Psicologia Positiva, per potenziare le soft skills dei clienti, per lavorare sulla loro performance lavorativa e cognitiva, e per aiutarli a delineare obiettivi chiari e un'elevata fiducia nelle proprie capacità.
Mi contatti pure, se vuole, per avere maggiori informazioni su un percorso di questo tipo. Anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Buonasera. Comprendo la sua difficoltà e il bisogno di risposte ma mi dispiace leggere anche molta autocritica e una svalutazione dei suoi sforzi e del suo impegno. Mi sembra che lei abbia giustamente colto i suoi bisogni e riconosca che la situazione in cui è ora non la rende felice. Comprendo l'insicurezza del cambiare ancora e l'intelligenza nell'interrogarsi su cosa migliorare. Non sarebbe corretto risponderle dandole una soluzione quando lei stessa è in un momento in cui sta mettendo tutto in discussione ma se volesse iniziare un breve percorso sarei felice di accompagnarla attraverso i dubbi per aiutarla a capire cosa fare e poter prendere una decisione serena e profondamente sentita, di cui andare fiera.
Qualcuno ha detto che é la paura di sbagliare che ci porta a sbagliare.
Le suggerisco un piccolo esercizio in attesa di rivolgersi ad un professionista.
Ogni giorno prenda una piccola decisione, sia in ambito personale o professionale, è dopo averla presa si comporti come se quella decisione fosse veramente la decisione giusta.
In bocca al lupo (viva il lupo).
Le suggerisco un piccolo esercizio in attesa di rivolgersi ad un professionista.
Ogni giorno prenda una piccola decisione, sia in ambito personale o professionale, è dopo averla presa si comporti come se quella decisione fosse veramente la decisione giusta.
In bocca al lupo (viva il lupo).
Buonasera! Il tuo percorso riflette un viaggio di esplorazione e crescita, e trovarsi in un momento di incertezza è assolutamente normale, soprattutto nei primi anni nel mondo del lavoro.
Ti stai confrontando con aspettative e con la realtà lavorativa, che spesso si discosta da ciò che immaginiamo durante gli studi.
Essere insoddisfatti dopo alcune esperienze non significa fallire; al contrario, ti permette di avvicinarti sempre più a ciò che ti farà svegliare al mattino col sorriso.
Ti stai confrontando con aspettative e con la realtà lavorativa, che spesso si discosta da ciò che immaginiamo durante gli studi.
Essere insoddisfatti dopo alcune esperienze non significa fallire; al contrario, ti permette di avvicinarti sempre più a ciò che ti farà svegliare al mattino col sorriso.
Grazie di aver raccontato così nel dettaglio la tua esperienza.
Considera il fatto che avendo tu fatto degli studi in cui ti sono piaciute quelle materie, il tuo interesse su quegli argomenti è stato genuino fin dall’inizio. Questo può già indicare la possibilità che non è un “fallimento”, perché hai intrapreso un percorso che ti è piaciuto agli inizi. Occorre allora concentrarsi sul comprendere che cosa nelle tue esperienze lavorative ti ha messo in difficoltà. Due volte hai citato la difficoltà con la capa. Molto spesso il rapporto con il capo indica come vivi il rapporto con l’autorità, rapporto che talvolta ricalca il vissuto con uno dei due genitori. Potrebbe essere interessante per te notare le similitudini delle esperienze lavorative che hai avuto, così da comprendere se ci sono degli schemi che si ripetono. Spesso, fino a quando non capiamo lo schema che c’è dietro, si vivono esperienze molto simili nonostante i personaggi coinvolti cambiano. Guarda quindi ciò che ti è successo come una possibilità per conoscerti meglio, per andare a sciogliere quelle situazioni che ti mettono ansia e difficoltà e, alla fin fine, per trovare i tuoi doni e i tuoi superpoteri da mettere al servizio tuo e degli altri. Se volessi un aiuto per andare a vedere meglio il dietro le quinte delle tue esperienze, sono disponibile anche con sessioni online. Ti auguro il meglio. Dott.ssa Simona Vanetti
Considera il fatto che avendo tu fatto degli studi in cui ti sono piaciute quelle materie, il tuo interesse su quegli argomenti è stato genuino fin dall’inizio. Questo può già indicare la possibilità che non è un “fallimento”, perché hai intrapreso un percorso che ti è piaciuto agli inizi. Occorre allora concentrarsi sul comprendere che cosa nelle tue esperienze lavorative ti ha messo in difficoltà. Due volte hai citato la difficoltà con la capa. Molto spesso il rapporto con il capo indica come vivi il rapporto con l’autorità, rapporto che talvolta ricalca il vissuto con uno dei due genitori. Potrebbe essere interessante per te notare le similitudini delle esperienze lavorative che hai avuto, così da comprendere se ci sono degli schemi che si ripetono. Spesso, fino a quando non capiamo lo schema che c’è dietro, si vivono esperienze molto simili nonostante i personaggi coinvolti cambiano. Guarda quindi ciò che ti è successo come una possibilità per conoscerti meglio, per andare a sciogliere quelle situazioni che ti mettono ansia e difficoltà e, alla fin fine, per trovare i tuoi doni e i tuoi superpoteri da mettere al servizio tuo e degli altri. Se volessi un aiuto per andare a vedere meglio il dietro le quinte delle tue esperienze, sono disponibile anche con sessioni online. Ti auguro il meglio. Dott.ssa Simona Vanetti
Gentile Amica,
sta attraversando un periodo complesso della vita, nel quale ci definiamo professionalmente subito dopo la laurea. Dubbi, difficoltà, ripensamenti e insoddisfazioni sono il corredo fisiologico di un momento in cui iniziamo a costruire la nostra identità professionale.
Non è semplice, ma può essere utile vedere in prospettiva quello che sta succedendo dentro di lei - e permettersi di esplorare.
Se questa esplorazione, questo tentativo di costruirsi, fosse accompagnato da emozioni troppo forti e ingestibili, allora il consiglio è rivolgersi ad un terapeuta, che possa supportarla in questo processo.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
sta attraversando un periodo complesso della vita, nel quale ci definiamo professionalmente subito dopo la laurea. Dubbi, difficoltà, ripensamenti e insoddisfazioni sono il corredo fisiologico di un momento in cui iniziamo a costruire la nostra identità professionale.
Non è semplice, ma può essere utile vedere in prospettiva quello che sta succedendo dentro di lei - e permettersi di esplorare.
Se questa esplorazione, questo tentativo di costruirsi, fosse accompagnato da emozioni troppo forti e ingestibili, allora il consiglio è rivolgersi ad un terapeuta, che possa supportarla in questo processo.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Santa Maria Capua Vetere
Mi sembra che lei si trovi in un momento di transizione delicato, in cui il confronto tra le aspettative accademiche e la realtà lavorativa sta generando confusione e disillusione. È normale, nella fase iniziale della carriera, trovarsi a interrogarsi su cosa effettivamente si desidera e su come i valori personali si allineino (o meno) con il contesto in cui ci si trova a operare. Questa fase di messa in discussione può apparire scoraggiante, ma è spesso necessaria per comprendere più a fondo ciò che la motiva davvero.
Il senso di disagio e di ansia che descrive potrebbe essere un indicatore di due aspetti da esplorare: da un lato, il tipo di mansioni che la coinvolgono davvero e, dall'altro, l’importanza dell’ambiente e dei rapporti umani sul suo benessere lavorativo. È possibile che, pur apprezzando il settore della comunicazione, alcune mansioni o alcuni stili di leadership non rispecchino le sue preferenze, creando una dissonanza tra il desiderio di essere stimolata e il contesto concreto in cui opera.
Le suggerirei di prendersi del tempo per riflettere sulle sue esperienze: non tanto per giudicarle come "giuste" o "sbagliate", quanto per identificare gli elementi che l'hanno fatta sentire più motivata e quelli che invece l'hanno appesantita. Potrebbe essere utile fare una lista dei progetti che le hanno dato soddisfazione e di quelli che, invece, le hanno generato ansia o frustrazione, cercando di isolare le caratteristiche di ciascuno.
Un altro passo utile potrebbe essere quello di esplorare nuove prospettive, magari tramite un percorso di orientamento o mentorship, in modo da poter valutare, anche con una guida, quale direzione le consentirebbe di ritrovare la motivazione e l’entusiasmo. Il timore di "fallire" è comprensibile, soprattutto considerando l’impegno economico e personale che ha dedicato ai suoi studi, ma spesso un cambiamento di prospettiva non rappresenta un fallimento, bensì un atto di maturità e consapevolezza.
Se desidera approfondire questo processo di riflessione e orientamento, rimango disponibile come terapeuta per accompagnarla in questo percorso di ricerca personale e professionale.
Il senso di disagio e di ansia che descrive potrebbe essere un indicatore di due aspetti da esplorare: da un lato, il tipo di mansioni che la coinvolgono davvero e, dall'altro, l’importanza dell’ambiente e dei rapporti umani sul suo benessere lavorativo. È possibile che, pur apprezzando il settore della comunicazione, alcune mansioni o alcuni stili di leadership non rispecchino le sue preferenze, creando una dissonanza tra il desiderio di essere stimolata e il contesto concreto in cui opera.
Le suggerirei di prendersi del tempo per riflettere sulle sue esperienze: non tanto per giudicarle come "giuste" o "sbagliate", quanto per identificare gli elementi che l'hanno fatta sentire più motivata e quelli che invece l'hanno appesantita. Potrebbe essere utile fare una lista dei progetti che le hanno dato soddisfazione e di quelli che, invece, le hanno generato ansia o frustrazione, cercando di isolare le caratteristiche di ciascuno.
Un altro passo utile potrebbe essere quello di esplorare nuove prospettive, magari tramite un percorso di orientamento o mentorship, in modo da poter valutare, anche con una guida, quale direzione le consentirebbe di ritrovare la motivazione e l’entusiasmo. Il timore di "fallire" è comprensibile, soprattutto considerando l’impegno economico e personale che ha dedicato ai suoi studi, ma spesso un cambiamento di prospettiva non rappresenta un fallimento, bensì un atto di maturità e consapevolezza.
Se desidera approfondire questo processo di riflessione e orientamento, rimango disponibile come terapeuta per accompagnarla in questo percorso di ricerca personale e professionale.
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso in modo così sincero e dettagliato il suo percorso e i suoi pensieri. Quello che descrive è un momento di riflessione e di ricerca interiore che, sebbene possa sembrare destabilizzante, rappresenta anche un'importante opportunità di crescita personale e professionale. Proverò a darle alcuni spunti che potrebbero aiutarla a fare maggiore chiarezza.
- Esplorare i suoi bisogni e valori
È normale, soprattutto all'inizio della carriera, sentirsi confusi o incerti su quale sia la strada giusta. Il primo passo potrebbe essere fermarsi e chiedersi: Cosa conta davvero per me in un lavoro? (ad esempio, creatività, crescita personale, collaborazione, equilibrio vita-lavoro). Quali sono le attività che mi fanno sentire appagata? Cosa voglio ottenere a lungo termine?
- Separare i fattori personali da quelli esterni. È importante distinguere tra le difficoltà legate all’ambiente lavorativo (ad esempio, rapporti con i superiori) e quelle legate alla sua soddisfazione personale rispetto alle mansioni. Le sue esperienze negative con le capi potrebbero dipendere sia dal contesto che da una sensibilità maggiore alle critiche o ai modi di fare altrui. Questo aspetto meriterebbe di essere approfondito: riconoscere che tipo di rapporto professionale funziona per lei potrebbe aiutarla a cercare un ambiente più adatto.
- Fare esperienze diverse, con consapevolezza. La sua voglia di "vedere altro" non è segno di insoddisfazione cronica, ma di una legittima curiosità e desiderio di trovare il suo posto. È positivo che voglia esplorare! Tuttavia, può essere utile darsi il tempo di capire meglio cosa vorrebbe sperimentare: Le piace più il lato creativo o strategico del marketing e della comunicazione? Vorrebbe lavorare in un contesto diverso come una startup, una grande azienda, o magari un settore che le sta più a cuore? Anche un eventuale cambio di rotta non è un fallimento: è una scelta consapevole per avvicinarsi a qualcosa che sente più autentico per sé stessa.
- Gestire la paura del fallimento. È evidente quanto tenga al percorso fatto finora e all’impegno che ci ha dedicato; è normale sentirsi in dovere di "non fallire," ma è importante ricordare che il successo non è legato a seguire una strada lineare. Spesso i cambi di direzione portano nuove opportunità e possono rappresentare una forma di successo personale ancora più significativa.
- Ridurre l’ansia e coltivare il benessere. La sensazione di ansia e insoddisfazione cronica potrebbe essere un segnale che il suo equilibrio emotivo ha bisogno di attenzione. Un supporto psicologico potrebbe aiutarla a
gestire l'ansia legata al lavoro e alla paura di sbagliare; lavorare sulla sensibilità e permalosità che riconosce in sé stessa, trasformandole in punti di forza.
Ritrovare serenità e lucidità per prendere decisioni più consapevoli.
- Riconoscere che non è "lei il problema". Da ciò che racconta, emerge una persona attenta, determinata e riflessiva. La difficoltà non è "essere lei il problema," ma trovarsi in un momento di transizione, normale per la sua età e la fase di carriera in cui si trova.
La ricerca della strada giusta è un processo che richiede tempo e pazienza, ma è chiaro che ha le capacità per affrontarlo con successo.
Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento.
Carlotta d'Acquarone
Grazie per aver condiviso in modo così sincero e dettagliato il suo percorso e i suoi pensieri. Quello che descrive è un momento di riflessione e di ricerca interiore che, sebbene possa sembrare destabilizzante, rappresenta anche un'importante opportunità di crescita personale e professionale. Proverò a darle alcuni spunti che potrebbero aiutarla a fare maggiore chiarezza.
- Esplorare i suoi bisogni e valori
È normale, soprattutto all'inizio della carriera, sentirsi confusi o incerti su quale sia la strada giusta. Il primo passo potrebbe essere fermarsi e chiedersi: Cosa conta davvero per me in un lavoro? (ad esempio, creatività, crescita personale, collaborazione, equilibrio vita-lavoro). Quali sono le attività che mi fanno sentire appagata? Cosa voglio ottenere a lungo termine?
- Separare i fattori personali da quelli esterni. È importante distinguere tra le difficoltà legate all’ambiente lavorativo (ad esempio, rapporti con i superiori) e quelle legate alla sua soddisfazione personale rispetto alle mansioni. Le sue esperienze negative con le capi potrebbero dipendere sia dal contesto che da una sensibilità maggiore alle critiche o ai modi di fare altrui. Questo aspetto meriterebbe di essere approfondito: riconoscere che tipo di rapporto professionale funziona per lei potrebbe aiutarla a cercare un ambiente più adatto.
- Fare esperienze diverse, con consapevolezza. La sua voglia di "vedere altro" non è segno di insoddisfazione cronica, ma di una legittima curiosità e desiderio di trovare il suo posto. È positivo che voglia esplorare! Tuttavia, può essere utile darsi il tempo di capire meglio cosa vorrebbe sperimentare: Le piace più il lato creativo o strategico del marketing e della comunicazione? Vorrebbe lavorare in un contesto diverso come una startup, una grande azienda, o magari un settore che le sta più a cuore? Anche un eventuale cambio di rotta non è un fallimento: è una scelta consapevole per avvicinarsi a qualcosa che sente più autentico per sé stessa.
- Gestire la paura del fallimento. È evidente quanto tenga al percorso fatto finora e all’impegno che ci ha dedicato; è normale sentirsi in dovere di "non fallire," ma è importante ricordare che il successo non è legato a seguire una strada lineare. Spesso i cambi di direzione portano nuove opportunità e possono rappresentare una forma di successo personale ancora più significativa.
- Ridurre l’ansia e coltivare il benessere. La sensazione di ansia e insoddisfazione cronica potrebbe essere un segnale che il suo equilibrio emotivo ha bisogno di attenzione. Un supporto psicologico potrebbe aiutarla a
gestire l'ansia legata al lavoro e alla paura di sbagliare; lavorare sulla sensibilità e permalosità che riconosce in sé stessa, trasformandole in punti di forza.
Ritrovare serenità e lucidità per prendere decisioni più consapevoli.
- Riconoscere che non è "lei il problema". Da ciò che racconta, emerge una persona attenta, determinata e riflessiva. La difficoltà non è "essere lei il problema," ma trovarsi in un momento di transizione, normale per la sua età e la fase di carriera in cui si trova.
La ricerca della strada giusta è un processo che richiede tempo e pazienza, ma è chiaro che ha le capacità per affrontarlo con successo.
Rimango a disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento.
Carlotta d'Acquarone
Buongiorno, i contesti e le relazioni (personali o lavorative) che viviamo contribuiscono sempre a dare un senso alle nostre esperienze e al nostro essere nel mondo. Nei momenti di maggiore difficoltà talvolta ci sentiamo spaesati, come se non ci riconoscessimo più in quello che viviamo, mettendo in discussione ciò che prima d'ora mai avevamo messo in dubbio. Il passaggio dallo studio al lavoro spesso comporta paure, ansie e difficoltà. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutare a comprendere il nostro modo di vivere nel mondo e ad individuare quelle modalità di rapportarci agli altri e ai diversi contesti, che siano maggiormente autentiche e che ci facciano stare bene. Contrariamente a quanto si pensa spesso, la terapia non dura tutta la vita, ma il tempo necessario a conoscersi un po' meglio e a ritrovare un equilibrio fonte di benessere.
Resto a disposizione
dott.ssa Irene Rocchetti
Resto a disposizione
dott.ssa Irene Rocchetti
Ciao, grazie per aver condiviso il tuo vissuto.
Vorrei innanzitutto rassicurarti: il problema non sei tu. Tra i 20 e i 30 anni è molto comune ritrovarsi a mettere in discussione aspetti importanti della propria vita. I 25 anni sono un periodo di transizione e crescita in cui spesso ci si sente pieni di dubbi, soprattutto in una società frenetica come la nostra. È normale avere l’impressione che manchi un senso nelle cose o che le scelte fatte finora non rispecchino più chi sei o chi vuoi diventare.
A volte, questi momenti possono sembrare ancora più difficili se fino a poco fa eri convinta che il tuo percorso fosse quello giusto per te. Ma questo non significa che tu sia sbagliata o che non troverai la tua strada. È parte del processo di scoperta personale. Alcuni periodi di incertezza sono passeggeri, altre volte invece è importante fermarsi a riflettere per capire cosa alimenta l’insoddisfazione e come puoi trasformarla in qualcosa di gestibile e magari persino utile per la tua crescita.
Non è un fallimento cambiare direzione o prendersi il tempo per riflettere: al contrario, è un gesto di grande maturità. Fermarti a rispondere alle domande che stai ponendo a te stessa oggi potrebbe evitarti di ritrovarti con gli stessi dubbi più avanti. Hai già fatto un primo passo importante riconoscendo di non voler andare avanti così, e questo è il punto di partenza per capire cosa vuoi davvero.
Forse non ti definiresti "un’eterna insoddisfatta" se non sentissi di meritare qualcosa di meglio di ciò che hai adesso. Per questo, ti consiglio di considerare un percorso di supporto psicologico: un professionista potrebbe aiutarti a esplorare queste emozioni, capire meglio cosa desideri e accompagnarti verso una vita più serena e appagante. È un’occasione per conoscersi a fondo e costruire una direzione che davvero ti rappresenti.
Ti auguro di trovare presto chiarezza e serenità. Ricorda: questi momenti, per quanto difficili, sono spesso grandi opportunità di crescita e scoperta.
Un caro saluto,
dott.ssa Dora Novotny
Vorrei innanzitutto rassicurarti: il problema non sei tu. Tra i 20 e i 30 anni è molto comune ritrovarsi a mettere in discussione aspetti importanti della propria vita. I 25 anni sono un periodo di transizione e crescita in cui spesso ci si sente pieni di dubbi, soprattutto in una società frenetica come la nostra. È normale avere l’impressione che manchi un senso nelle cose o che le scelte fatte finora non rispecchino più chi sei o chi vuoi diventare.
A volte, questi momenti possono sembrare ancora più difficili se fino a poco fa eri convinta che il tuo percorso fosse quello giusto per te. Ma questo non significa che tu sia sbagliata o che non troverai la tua strada. È parte del processo di scoperta personale. Alcuni periodi di incertezza sono passeggeri, altre volte invece è importante fermarsi a riflettere per capire cosa alimenta l’insoddisfazione e come puoi trasformarla in qualcosa di gestibile e magari persino utile per la tua crescita.
Non è un fallimento cambiare direzione o prendersi il tempo per riflettere: al contrario, è un gesto di grande maturità. Fermarti a rispondere alle domande che stai ponendo a te stessa oggi potrebbe evitarti di ritrovarti con gli stessi dubbi più avanti. Hai già fatto un primo passo importante riconoscendo di non voler andare avanti così, e questo è il punto di partenza per capire cosa vuoi davvero.
Forse non ti definiresti "un’eterna insoddisfatta" se non sentissi di meritare qualcosa di meglio di ciò che hai adesso. Per questo, ti consiglio di considerare un percorso di supporto psicologico: un professionista potrebbe aiutarti a esplorare queste emozioni, capire meglio cosa desideri e accompagnarti verso una vita più serena e appagante. È un’occasione per conoscersi a fondo e costruire una direzione che davvero ti rappresenti.
Ti auguro di trovare presto chiarezza e serenità. Ricorda: questi momenti, per quanto difficili, sono spesso grandi opportunità di crescita e scoperta.
Un caro saluto,
dott.ssa Dora Novotny
Ti ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità il tuo vissuto. Si sente che sei arrivata a un punto cruciale, piena di dubbi, ma anche con una forte consapevolezza di te stessa e del tuo malessere. Non è affatto semplice ritrovarsi a mettere in discussione un intero percorso di studi e lavoro, soprattutto quando ci sono in gioco aspettative, sacrifici e pressioni (anche interne) legate all'idea di “non fallire”.
Prima di tutto, vorrei dirti che non sei sola in queste sensazioni. Entrare nel mondo del lavoro, soprattutto dopo anni di impegno accademico, può spesso risultare molto diverso dalle aspettative che ci si era creati. Trovare il proprio spazio, il proprio scopo, non è immediato per molti — e va bene così. Non significa affatto che sei “eterna insoddisfatta” o che tu sia il problema.
Ecco alcune riflessioni e suggerimenti che potrebbero aiutarti a orientarti meglio:
Non giudicarti per i tuoi dubbi: È naturale sentirsi disorientati e insoddisfatti quando ci si rende conto che ciò che pensavamo ci avrebbe appagato non sta effettivamente portando la felicità che speravamo. Avere dubbi significa che stai riflettendo su cosa vuoi davvero e su cosa non ti fa stare bene, il che è un segnale di crescita e di ascolto di te stessa.
Distingui tra il settore e l'ambiente di lavoro: Spesso il disagio non è tanto legato al settore in sé, ma piuttosto all'ambiente lavorativo specifico o alle dinamiche con superiori e colleghi. Potrebbe essere che tu abbia una passione per il marketing e la comunicazione, ma che le esperienze lavorative fatte finora non ti abbiano dato il giusto spazio per crescere o ti abbiano messo in contesti troppo rigidi o poco rispettosi. Forse ti troveresti meglio in un'azienda con una cultura diversa, più aperta e collaborativa.
Ascolta il tuo corpo e le tue emozioni: Se ogni giorno vai a lavorare con l’ansia e il peso sullo stomaco, è un segnale importante che qualcosa non va. Può essere utile concederti un po' di spazio per ascoltarti davvero, senza giudicarti. Cosa ti piacerebbe fare se non ci fossero aspettative o pressioni? C'è un aspetto del tuo lavoro attuale che ti piace o ti stimola?
Esplora senza fretta e con gentilezza verso te stessa: Potresti prenderti un periodo per sperimentare altre possibilità senza cambiare necessariamente lavoro subito. Magari un corso su un argomento che ti ha sempre incuriosito, un hobby che ti appassiona o anche solo del tempo per riflettere su cosa ti fa stare bene. A volte, le risposte emergono quando ci concediamo il permesso di esplorare senza sentirci costretti a “decidere” subito.
Non è un fallimento cambiare direzione: Se alla fine ti rendi conto che il marketing non è il tuo vero interesse, non è un fallimento. Riconoscere che qualcosa non è più adatto a te e avere il coraggio di esplorare altre strade è un segno di maturità. I sacrifici che hai fatto non sono stati sprecati: hanno contribuito a renderti la persona che sei oggi, con una maggiore consapevolezza di ciò che vuoi e non vuoi.
Ti faccio una domanda che potrebbe aiutarti a riflettere: se non avessi paura di fallire o del giudizio degli altri, quale sarebbe il prossimo passo che faresti?
Prima di tutto, vorrei dirti che non sei sola in queste sensazioni. Entrare nel mondo del lavoro, soprattutto dopo anni di impegno accademico, può spesso risultare molto diverso dalle aspettative che ci si era creati. Trovare il proprio spazio, il proprio scopo, non è immediato per molti — e va bene così. Non significa affatto che sei “eterna insoddisfatta” o che tu sia il problema.
Ecco alcune riflessioni e suggerimenti che potrebbero aiutarti a orientarti meglio:
Non giudicarti per i tuoi dubbi: È naturale sentirsi disorientati e insoddisfatti quando ci si rende conto che ciò che pensavamo ci avrebbe appagato non sta effettivamente portando la felicità che speravamo. Avere dubbi significa che stai riflettendo su cosa vuoi davvero e su cosa non ti fa stare bene, il che è un segnale di crescita e di ascolto di te stessa.
Distingui tra il settore e l'ambiente di lavoro: Spesso il disagio non è tanto legato al settore in sé, ma piuttosto all'ambiente lavorativo specifico o alle dinamiche con superiori e colleghi. Potrebbe essere che tu abbia una passione per il marketing e la comunicazione, ma che le esperienze lavorative fatte finora non ti abbiano dato il giusto spazio per crescere o ti abbiano messo in contesti troppo rigidi o poco rispettosi. Forse ti troveresti meglio in un'azienda con una cultura diversa, più aperta e collaborativa.
Ascolta il tuo corpo e le tue emozioni: Se ogni giorno vai a lavorare con l’ansia e il peso sullo stomaco, è un segnale importante che qualcosa non va. Può essere utile concederti un po' di spazio per ascoltarti davvero, senza giudicarti. Cosa ti piacerebbe fare se non ci fossero aspettative o pressioni? C'è un aspetto del tuo lavoro attuale che ti piace o ti stimola?
Esplora senza fretta e con gentilezza verso te stessa: Potresti prenderti un periodo per sperimentare altre possibilità senza cambiare necessariamente lavoro subito. Magari un corso su un argomento che ti ha sempre incuriosito, un hobby che ti appassiona o anche solo del tempo per riflettere su cosa ti fa stare bene. A volte, le risposte emergono quando ci concediamo il permesso di esplorare senza sentirci costretti a “decidere” subito.
Non è un fallimento cambiare direzione: Se alla fine ti rendi conto che il marketing non è il tuo vero interesse, non è un fallimento. Riconoscere che qualcosa non è più adatto a te e avere il coraggio di esplorare altre strade è un segno di maturità. I sacrifici che hai fatto non sono stati sprecati: hanno contribuito a renderti la persona che sei oggi, con una maggiore consapevolezza di ciò che vuoi e non vuoi.
Ti faccio una domanda che potrebbe aiutarti a riflettere: se non avessi paura di fallire o del giudizio degli altri, quale sarebbe il prossimo passo che faresti?
Buongiorno cara utente,
capisco profondamente il disagio che stai vivendo e la confusione che può nascere dal confronto tra le aspettative che avevi prima di entrare nel mondo del lavoro e la realtà che ti trovi ad affrontare. È del tutto naturale sentirsi disorientata e frustrata, soprattutto quando senti che i tuoi sforzi e sacrifici non ti stanno portando alla soddisfazione che ti aspettavi. La tua ansia e insoddisfazione non sono sintomi di un "fallimento", ma segnali che ti invitano a fermarti e riflettere su ciò che veramente ti motiva. Il fatto che ti senta fuori posto in ambienti lavorativi che non ti rispecchiano è un aspetto importante da ascoltare. Il percorso che hai intrapreso, sebbene impegnativo, non è lineare e spesso porta a domande fondamentali su chi siamo e cosa vogliamo fare. Non è raro mettersi in discussione dopo diverse esperienze, ma il "fallimento" non è nel cambiamento di direzione, bensì nel non ascoltare queste emozioni. Forse hai bisogno di tempo per esplorare altre possibilità e vedere se esiste qualcosa che ti appassioni veramente. Potresti anche riflettere sulla qualità delle tue relazioni lavorative, che influenzano molto il tuo benessere. Prenderti una pausa per esplorare queste sensazioni e capire cosa ti farebbe sentire più a tuo agio. Anche il confronto e supporto di uno psicologo può essere importante per comprenderti più a fondo e scegliere consapevolmente cosa fare per essere felice.
Buona giornata.
Dott. Paolo Cavallin
capisco profondamente il disagio che stai vivendo e la confusione che può nascere dal confronto tra le aspettative che avevi prima di entrare nel mondo del lavoro e la realtà che ti trovi ad affrontare. È del tutto naturale sentirsi disorientata e frustrata, soprattutto quando senti che i tuoi sforzi e sacrifici non ti stanno portando alla soddisfazione che ti aspettavi. La tua ansia e insoddisfazione non sono sintomi di un "fallimento", ma segnali che ti invitano a fermarti e riflettere su ciò che veramente ti motiva. Il fatto che ti senta fuori posto in ambienti lavorativi che non ti rispecchiano è un aspetto importante da ascoltare. Il percorso che hai intrapreso, sebbene impegnativo, non è lineare e spesso porta a domande fondamentali su chi siamo e cosa vogliamo fare. Non è raro mettersi in discussione dopo diverse esperienze, ma il "fallimento" non è nel cambiamento di direzione, bensì nel non ascoltare queste emozioni. Forse hai bisogno di tempo per esplorare altre possibilità e vedere se esiste qualcosa che ti appassioni veramente. Potresti anche riflettere sulla qualità delle tue relazioni lavorative, che influenzano molto il tuo benessere. Prenderti una pausa per esplorare queste sensazioni e capire cosa ti farebbe sentire più a tuo agio. Anche il confronto e supporto di uno psicologo può essere importante per comprenderti più a fondo e scegliere consapevolmente cosa fare per essere felice.
Buona giornata.
Dott. Paolo Cavallin
Buongiorno,
credo valga la pena darsi la possibilità di riflettere su tutto questo all' interno di uno spazio di ascolto più ampio che solo un percorso psicologico potrebbe fornirle. Si affidi ad un professionista, potrebbe aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
credo valga la pena darsi la possibilità di riflettere su tutto questo all' interno di uno spazio di ascolto più ampio che solo un percorso psicologico potrebbe fornirle. Si affidi ad un professionista, potrebbe aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, voglio iniziare dicendoti che è normale sentirsi disorientati e porsi delle domande quando ci si trova in un momento di transizione o di insoddisfazione. La tua esperienza non è un segnale di fallimento, ma un riflesso di una profonda riflessione su te stessa e sul tuo futuro, e questo è già un passo importante verso la crescita personale e professionale. Dalle tue parole emerge chiaramente che sei una persona molto sensibile, con standard elevati verso te stessa e probabilmente anche verso ciò che ti circonda. Questo può essere una risorsa preziosa, ma può anche portarti a sentirti intrappolata dall’idea di dover trovare la scelta perfetta o di non voler deludere le aspettative altrui, in questo caso quelle dei tuoi genitori. Ricorda però che il tuo percorso professionale non è lineare e definito una volta per tutte. È un processo di scoperta, fatto di esperienze che ti aiutano a capire cosa vuoi e, soprattutto, cosa non vuoi. La tua insoddisfazione attuale non significa che tu sia "l’eterna insoddisfatta" o che "il problema sia tu". Al contrario, sembra che tu stia cercando di allineare ciò che fai con chi sei e con i tuoi valori. È possibile che le difficoltà con le figure di riferimento al lavoro (le tue cape) abbiano amplificato il tuo disagio, portandoti a dubitare delle tue capacità e a chiederti se sei nel posto giusto. Questo è comprensibile, ma è importante ricordare che il rapporto con i superiori non definisce il tuo valore o la tua intelligenza. Un aspetto su cui potrebbe essere utile lavorare è la tua relazione con l’ansia e il perfezionismo. Sentirsi sotto pressione o temere il giudizio degli altri può portare a vivere il lavoro con pesantezza, anche in situazioni in cui potresti brillare. Ad esempio, potresti provare a esplorare strategie per gestire meglio l’ansia e rafforzare la tua autostima. Tecniche cognitivo-comportamentali possono aiutarti a sfidare i pensieri disfunzionali che ti fanno sentire insicura o inadeguata, permettendoti di costruire maggiore fiducia nelle tue competenze. Allo stesso tempo, ti invito a fare una riflessione più ampia: cosa desideri davvero da un lavoro? Non pensare solo al settore o alle mansioni, ma anche all’ambiente, ai valori dell’azienda, al tipo di team in cui vorresti lavorare. È possibile che il tuo disagio non derivi tanto dal settore della comunicazione e del marketing in sé, quanto dal contesto o dal modo in cui hai vissuto queste esperienze. Darti il permesso di esplorare altre opportunità o persino di immaginare percorsi alternativi non significa “fallire”, ma investire nel tuo benessere e nella tua realizzazione. Potresti trovare utile dedicarti del tempo per sperimentare nuovi interessi, frequentare corsi o eventi che ti incuriosiscono, o persino lavorare con un career coach che ti aiuti a chiarire i tuoi obiettivi e a individuare opzioni che magari non avevi considerato. Un cambiamento di rotta, se necessario, può essere una decisione coraggiosa e responsabile, non un segnale di debolezza. Infine, non dimenticare di darti credito per quello che hai già raggiunto. Sei giovane, con un percorso di studio completo e diverse esperienze lavorative alle spalle: hai dimostrato determinazione e resilienza. Ora hai l'opportunità di sfruttare queste basi per costruire un percorso che ti somigli di più. Non sei sola in questo percorso, e chiedere aiuto (come stai facendo ora) è un segno di grande forza. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buonasera, il mondo del lavoro non è sempre semplice ed è costituito da una convivenza coatta con persone che non abbiamo scelto. Fatta questa premessa, è pur vero che non possiamo cambiare gli altri ma adattarci il più possibile al mondo lavorativo che ci circonda, lasciandoci scivolare e non intaccare nel profondo, da ciò che succede. Soprattutto i rapporti con i superiori possono elicitare fragilità antiche che sarebbe opportuno analizzare. La confusione sul suo futuro da cosa dipende? Da un ambiente lavorativo che non la soddisfa, da ciò che realmente fa? Sono domande a cui da soli non è facile rispondere, per cui le suggerisco di cercare un sostegno psicologico per fare chiarezza.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
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