Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni, vi scrivo perchè ho il forte sospetto di avere il disturbo

16 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni, vi scrivo perchè ho il forte sospetto di avere il disturbo del deficit dell'attenzione e di soffrire di ipengiofobia. Nella vita sono una persona molto fragile e ansiosa, a volte sono triste/nostalgica e non so il motivo....ecco, la cosa molto strana che mi ha fatto fare delle ricerche su questi sintomi è che ogni volta che inizio a lavorare (per cui bisogna essere molto responsabili), io non riesco a superare la settimana (tirocinio). Piango tutte le mattine prima di andare a lavoro, una volta là anche le cose più banali non me le ricordo, penso sempre di non riuscire a portare a termine nulla....anche cose semplicissime a me sembrano impossibili, ho sempre ansia perenne...io appunto penso che essendo già fragile nella vita di tutti i giorni, quando lavoro si accentua tutto. So che esiste anche l'ergofobia, la paura del lavoro...Proprio qualsiasi luogo di lavoro mi mette ansia addosso, quando inizio un lavoro mi deprimo...vorrei capire perché. Anche quando sono a casa penso al lavoro. Non è mancanza di voglia di lavorare, secondo me più che altro appunto essendo così ansiosa nella vita, appena ho responsabilità mi blocco...quindi volevo chiedervi se secondo voi devo accertarmi se davvero ho queste fobie e se sono affetta dal deficit dell'attenzione, e in caso come devo fare con il lavoro?Spero possiate aiutarmi, grazie
Salve,
dal suo racconto mi sembra che le possa essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico perché possa dare spazio a pensieri e paure relative all'ambito lavorativo ma anche ad altro, in modo da acquistare fiducia nelle proprie risorse. Rimango a disposizione. Bicchi

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Essere consapevoli delle proprie difficoltà già è un primo passo fondamentale. Il secondo, potrebbe essere quello di cercare di capirne l'origine e vedere come affrontarle. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a conoscere meglio sè stessa
e, con il tempo, a trovare un miglior equilibrio.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissima, la ringrazio per averci raccontato i suoi vissuti. Quello che ha descritto sembrerebbe un disagio psicologico, le consiglierei di rivolgersi a uno psicoterapeuta per indagare maggiormente la sua situazione e lavorare su di sé affinché acquisisca una maggiore sicurezza in se stessa. Resto a disposizione per un consulto, un caro saluto.
Salve. Nella mia lunga esperienza, indagare sulle fragilità, individuare le cause delle paure, riconoscere le emozioni e le sensazioni corporee che accompagnano il vissuto, verificare quanto è presente la vergogna, aiuta ad affrontare le difficoltà che la vita presenta senza lasciarsi sopraffare da esse. Con un lavoro che possa stimolare la fiducia in se stessi, partendo dalle sensazioni corporee nel qui ed ora, con piccoli micromivimenti che aiutano la percezione di sé, si attiva il processo di individuazione e autonomia che lentamente libera dalle paure che bloccano la crescita al di là delle varie diagnosi. Distinti saluti
Salve, le consiglio un percorso psicoterapeutico con l'ausilio di sedute d'ipnosi. Questo efficace strumento permette il superamento di ansie e fobie accedendo al significato più profondo, all'origine di un possibile trauma magari incorso in età infantile, e tutto ciò mediante esercizi immaginativi. Resto a disposizione per ulteriori domande o consulto. Cordialmente
Salve, servirebbero ulteriori informazioni per poterle dare una risposta esaustiva. Potrebbe essere un disagio psicologico, ma chieda un consulto psicologico per chiarirsi alcuni dubbi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, la prima domanda che mi sento di porle è capire dove ha trovato i disturbi di cui parla e chi le ha detto che ne soffre? Per affrontare il problema che non la fa vivere bene e vista la sua giovane età, le suggerisco vivamente di contattare uno psicologo per ben analizzare gli avvenimenti di cui ci parla e diagnosticare con precisione di cosa si tratta . Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buonasera, effettivamente lei è paralizzata dall' ansia in particolare sembra ansia da prestazione.Non ha deficit dell' attenzione ,si tratta di ansia e di una profonda insicurezza che la porta ad abbandonare ed evitare situazioni lavorative .Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per interrompere questa spirale ansiogena.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Gentilissima, è noto che l'ansia, lo stress interferiscono con i processi di recupero amnestico. Riporta scarsa motivazione, tristezza accompagnata a crisi di pianto, scoraggiamento e impotenza. Per quanto riguarda il deficit di attenzione sarebbe semplice somministrare dei test e verificare se alla base c'è un disturbo, ma l'analisi differenziale non si esaurisce qui. Cioè, considerato il quadro sintomatologico espresso è necessario considerare altri fattori ed essere scrupolosi, non soltanto la fobia e la memoria. Capire cosa, nel corso del tempo, l'ha resa come lei descrive fragile. Suggerisco una valutazione del caso accurata con l'aggiunta ai colloqui di test specifici utili a un'indagine completa. Saluti Dott.ssa Silvana Zito
Saluti
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Gentile utente di mio dottore,

penso sia opportuno per lei iniziare un percorso di psicoterapia affinché possa col tempo acquisire gli strumenti necessari con cui poter superare le difficoltà qui esposte. Non perda altro tempo, chieda aiuto ad uno specialista, vedrà che con il tempo potrà vivere la sua vita con maggior serenità

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, le chiedo: quanto è importante per lei alfabetizzare e dare un nome al tsuo stato psico-emotivo? Spesso per dare una risposta al proprio malessere cerchiamo e ci attribuiamo etichette che poi risultano essere in realtà errate e controproducenti. Esse, infatti, minano l’autostima e facilitano quel fenomeno che noi psicologi chiamiamo “self fulfilling prophecy” o profezia che si auto-adempie, in cui il soggetto è portato a comportarsi e ad agire in base a delle convinzioni che ha costruito su di sé, sugli altri e sul mondo per, continuamente, confermarle e dimostrarle veritiere, ingannandosi. Il suo desiderio e la sua volontà di “leggersi dentro” e capirsi è indice di intelligenza e, paradossalmente, proprio di responsabilità, lo avrebbe mai detto? La psicoterapia possiede indubbiamente le potenzialità per supportarla e sostenerla in questa sua ricerca, in modo funzionale e costruttivo. Se ritenesse opportuno sono a disposizione sia online che presso il mio studio previo appuntamento in piattaforma.
Buongiorno e grazie della sua condivisione così intima. L'ansia è un qualcosa che ci permette di proteggerci ma alcune volte può bloccare tutta una serie di passaggi evolutivi e di crescita.
Penso che poter iniziare un percorso terapeutico le possa permettere di comprenderne le origine e che cosa, in questa fase della sua vita, questi sintomi le stanno dicendo.
Per qualsiasi cosa resto a disposizione
Le auguro una buona giornata
Salve,
il suo sembra un importante tentativo di definirsi e di capire che cosa non va e la fa stare così male.
Credo sia importante per lei poter intraprendere un percorso psicoterapeutico proprio per rispondere a queste domande importanti.
Cordialmente, EP
Buongiorno, mi dispiace per la sua sofferenza. Io le consiglio di diversi ad un terapeuta per approfondire le cause della sua ansia. Le consiglio anche di non autodiagnosticarsi patologie dai nomi strani che tendono ad intrappolarci in un'etichetta e ad aderire ad essa, magari aggiungendo sintomi.... Non è certo il modo "sano" per superare le difficoltà! Sono certa che un percorso terapeutico le sarebbe di grande giovamento.
Resto a disposizione
Claudia m
Buongiorno,

innanzitutto vorrei complimentarmi con lei perché dimostra di avere una buona capacità di autoanalisi e soprattutto la seria volontà di comprendere meglio cosa le accade e superarlo. l'ADHD non è direttamente collegabile all'esperienza che fa relativamente alle attività lavorative/di tirocinio, tuttavia è possibile che coesista con esse, sarebbe necessario indagarlo meglio. In particolare sembra che una certa insicurezza personale la stia ostacolando nell'affrontare nuove "sfide", nuove situazioni per le quali si sente inadeguata, poco capace. Per questo il miglior suggerimento che mi sento di darle e cercare una/un terapeuta con cui poter affrontare queste difficoltà, ricercandone l'origine e andando a lavorare per rafforzare il senso di autoefficacia e la sicurezza in se stessa. Un caro saluto. Dr.ssa Benedetta Bartoli

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