Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni ed è da un po' di tempo che sospetto di soffrire di adhd, in

20 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni ed è da un po' di tempo che sospetto di soffrire di adhd, in modo particolare del tipo disattento.
So che le auto-diagnosi spesso fanno più male che bene, ma credo di avere una buona capacità di osservazione e auto-osservazione, quindi anche se non fosse quel disturbo in particolare sicuramente non sono completamente a posto.
A 16 mi hanno portato da una psicoterapeuta per fare alcuni test, dal momento che avevo diverse difficoltà nello studio. L'ipotesi diagnostica rilasciata dalla dottoressa dichiara "disturbo dell'attenzione sottotipo disattento con interessamento della memoria di lavoro". Inoltre, nel test per misurare il QI ho avuto un risultato di 130. Quello che mi ricordo è che mi è stato detto è che avendo un QI alto, in qualche modo compensavo le mie difficoltà. Quindi non mi hanno fatto altri test. Però le difficoltà ce le ho eccome, nonostante abbia voti decenti.
Quest'anno ho dato una letta in giro e mi sono accorta di avere tutti i sintomi dell'adhd. Ho provato a parlarne con i miei genitori, ma si sono arrabbiati dicendo che sto solo cercando un modo di avere uno "sconto". La cosa che mi lascia un po' così è che mentre mi "insultavano" stavano elencando tutti questi sintomi che avevo individuato anche da sola.
Sarebbe poi possibile che un adhd non diagnosticato in tempo mi abbia causato problemi di ansia, depressione (credo comunque che sia distimia, perché va avanti da più di 5 anni) e questo senso di inadeguatezza che non se ne va? Con chi mi consigliereste di parlare?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
È assolutamente normale che una persona con disturbo da deficit dell'attenzione e dell' iperattività sviluppi
Difficoltà emotive connesse.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente complesse.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile Signora, sulla base della sua nota, sicuramente un consulto con uno psicoterapeuta può essere un buon inizio per fare il punto della situazione ed analizzare quelle che potrebbero essere le ulteriori attività. Non è solitamente utile fare delle autodiagnosi ma è sempre una buona prassi consultare uno specialista. In alternativa può valutare l'opportunità di una diagnosi basata sull'uso di strumenti psicometrici ma comunque è sempre una buona prassi prima consultarsi con uno psicoterapeuta. Un cordiale saluto
Carissima, capisco la sua situazione e la frustrazione del non essere capita dalle persone a lei care. È molto probabile che le difficoltà cognitive si accompagnino ad alterazioni del tono dell’umore. Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista che si occupi di ADHD dell’adulto e che saprà sicuramente guidarla nel trovare una soluzione alle sue difficoltà. Rimango a disposizione e le faccio tanti in bocca al lupo. Un saluto.
Buonasera, da come si descrive sembra avere diverse difficoltà con lo studio compensate da una buona intelligenza che le consente di avere comunque buoni risultati. Non si sente capita dalla sua famiglia e accanto a questo riferisce ansia e distimia forse causati dal deficit di attenzione. Certamente lei si conosce e avrà senz'altro buone capacità di auto-osservarsi, ma sembra che ci siano diversi argomenti da approfondire e che potrebbero creare un po' di confusione. Potrebbe essere utile per Lei parlarne con uno psicologo per avere anche un punto di vista esterno e capire meglio cosa potrebbe esserci dietro la sua ansia e i sentimenti negativi e, se le è utile, ricondurre i sintomi ad una patologia ben precisa.
In bocca al lupo
Saluti
Dott. Claudio Cucina

Buonasera, sicuramente le situazioni di stress legate a disturbi di tipo cognitivo possono essere correlate a sintomi depressivi e ansiosi. Ma al di là di qualunque possa essere la sua diagnosi, quello che sta descrivendo è un disagio di cui mi sembra abbastanza consapevole. Le sue buone capacità di auto osservazione le saranno sicuramente utili se decide di fare un percorso psicologico, che le consiglio di intraprendere. Visto che le possiede, perché non sfruttarle ? Un professionista potrà sicuramente guidarla. Le faccio i miei migliori auguri.
Dott.ssa Annaclaudia Cavaglià
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Di solito l'ADHD viene diagnosticato in età evolutiva, proprio perché porta con sé una parte di iperattività che talvolta necessita di un aiuto farmacologico. È possibile quindi, come da diagnosi svolta dalla collega, che si trattasse perlopiù di un deficit specifico dell'attenzione. In questi casi è frequente anche lo sviluppo secondario di disturbi d'ansia e dell'umore, legati spesso alle difficoltà scolastiche e al percepirsi "diversi" dai coetanei. Data la sua richiesta, potrebbe contattare uno psicologo per iniziare un percorso volto perlopiù ad esplorare questi suoi vissuti. Nel caso si renda necessario l'utilizzo di farmaci, sarà poi il professionista a valutare insieme a lei questa opportunità. Rimango a disposizione. Cordialmente, dott Simeoni.
Salve.
Se non si fa un lavoro su di sé che possa fare chiarezza sul vissuto, la diagnosi può restare fine a se stessa o, peggio, fissare la persona nella difficoltà, facendo perdere ancora di più la fiducia in se stessi, aumentando il senso di inadeguatezza.
Ciò che fa la differenza è comprendere ciò che definiamo disturbi o sintomi e metterli nel contesto del modo di approcciare la vita. Si può scoprire che ciò che vengono ritenuti limiti o aspetti negativi di sé, non sono altro che atteggiamenti difensivi che, proprio in quanto tali, possono diventare dei punti di forza e stimolare la fiducia in se stessi. Sono disponibile per approfondimenti, anche on line. Distinti saluti
Gentile ragazza, io le consiglierei vivamente di parlare con uno psicologo, non solo per indagare l'aspetto legato all'ADHD, ma soprattutto il vissuto che lei ha in relazione a tutto questo. Mi chiedo cosa significhi per lei "non sono completamente a posto". Sembra quasi parlare di sè come di un ingranaggio difettoso che va individuato (ricerca di una diagnosi) e corretto. Già sa che fare un'autodiagnosi e cercare sintomi sul web non fa bene, eppure a volte le persone preferiscono incasellarsi in delle etichette, perchè presumono che questo possa essere qualcosa su cui avere un maggiore controllo. Non dico che non sia importante venire a conoscenza di un'eventuale diagnosi, ma ritengo più utile alla propria ricerca di felicità, andare a sondare tutti quei sentimenti che proviamo in relazione a noi stessi e alle caratteristiche con cui ci presentiamo al mondo, spesso fonte di ricchezza piuttosto che di diversità intesa come qualcosa da correggere o "mettere a posto".
Buona fortuna nella sua ricerca..
Rosella Pettinari
Gentile utente,
da ciò che scrive l’iter diagnostico e la relativa diagnosi è stata effettuata già all’età di 16 anni. La raccolta anamnestica, la somministrazione di test, il QI e di scale di valutazione dei sintomi (questionari), sono parte integrante del complesso percorso metodologico per la diagnosi dei deficit d’attenzione come l’ADHD, nei suoi diversi sottotipi. Le persone che presentano difficoltà di gestione dell’attenzione possono avere in associazione anche altri disturbi, tra questi proprio quelli dell’ansia e dell’umore. Le suggerisco di effettuare un aggiornamento del suo profilo con una Neuropsicologa o una psicologa specializzata nei disturbi dell’attenzione, che potrà suggerirle sia le strategie più adatte al suo metodo di studio sia un eventuale intervento di sostegno psicoterapeutico. Distinti saluti
Salve, credo che per lei sia importante avviare un percorso psicologico per trovare le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Cara ragazza, grazie per averci scritto. Capisco il suo bisogno di risposte e il disagio che sta vivendo. Io mi concentrerei più su come si sente e cosa si può fare ora per aiutarla piuttosto che su una presunta diagnosi presente o passata. Le consiglio di fissare un incontro con uno psicoterapeuta che possa aiutarla ad avere una visione più chiara sul da farsi. provi a riparlare con i suoi genitori in chiave diversa, dicendo loro che avrebbe bisogno di una figura di riferimento in questa fase, se loro non dovessero capirla si rivolga ad un'altra figura di riferimento adulta: uno zio, un nonno, un cugino,...
Se ha bisogno rimango disposizione,
Dott.ssa Federica Leonardi
Buonasera, mi dispiace molto per il disagio da lei descritto. Innanzitutto volevo dirle che ha fatto molto bene a cercare di informarsi tramite un confronto, anche se da remoto, con degli specialisti. Come hanno detto già molti dei miei colleghi, un disturbo dell'attenzione può contribuire allo sviluppo di sintomi e difficoltà psicologiche di diverso tipo. Ci tengo però a dirle che è assolutamente possibile lavorare su queste problematiche attraverso un percorso psicologico. La invito quindi a rivolgersi ad uno psicologo così da affrontare insieme e più nel profondo le sue difficoltà.
Spero di esserle stato d'aiuto, resto disponibile per qualsiasi ulteriore confronto. Non è sola.
Dott. Lorenzo Pace
Gentile utente, in realtà lei una diagnosi l’ha ricevuta a 16anni e quindi non si sta inventando nulla ne’ sta facendo autodiagnosi! A scuola avrebbe dovuto disporre di un PDP (Piano Didattico Personalizzato) poiché risulta BES (BIsogni Educativi Speciali) di seconda fascia (qui vi rientra l’ADHD). E le evidenze cliniche ci dimostrano chiaramente che con tale diagnosi sono spesso correlate alcune difficoltà di tipo ansioso (prestazionale) e dell’umore (per via del “non sentirsi adeguati e/o all’altezza”). Valuti la possibilità di farsi seguire da uno psicologo psicoterapeuta cognitivo comportamentale: l’ansia e le fluttuazioni del tono dell’umore sono problemi contenibili e gestibili, se affrontati nel giusto modo e con gli specialisti del settore.
Auguri!
Dottoressa MG Fanciulli
Buongiorno, la situazione che ha descritto a mio avviso meriterebbe una più attenta considerazione con uno specialista del settore, vale a dire psicologo o psicoterapeuta. Quello che le posso consigliare è di considerare l'approccio sistemico-relazionale, perché sostengo che la reazione dei suoi genitori e le sue emozioni di tristezza e inadeguatezza potrebbero essere meglio comprese alla luce delle sue relazioni familiari.
Resto a disposizione. Le auguro il meglio,
Dott.ssa Elisa Brembilla
Carissima,
le consiglio di fare un colloquio con uno psicologo che si occupa anche di disturbi dell'apprendimento e ADHD in modo tale da approfondire le questioni che pone e di cui è difficile dare una risposta dalle informazioni che ci fornisce. Se sarà necessario approfondire con dei test, lei potrà rivolgersi sia all'Asl del suo territorio o ad un privato. Personalmente lavoro con un'équipe che svolge valutazioni. Un cordiale saluto
Buongiorno, ci ha qui riportato la diagnosi che le era stata fatta, "disturbo dell'attenzione, disattento". In effetti lei afferma di avere difficoltà nello studio e certamente la componente di attenzione e concentrazione sono molto importanti soprattutto quando si va a scuola, perché è lì che dobbiamo eseguire sempre compiti che lo richiedono costantemente. Capisco quindi il suo malessere e sì, quando ci rendiamo conto di non riuscire come gli altri e che le altre persone non lo comprendono possono insorgere insicurezze e ansie.
Più che di diagnosi, provi a far capire ai suoi genitori che non sta bene dentro di sé, che sente un malessere. Le potrei consigliare di parlare con uno psicologo, per riflettere insieme sulle cause di questo disagio che sente, per tirare fuori le sue emozioni.
Resto a disposizione, un caro saluto, dottoressa Paola De Martino
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. È comprensibile provare frustrazione se inviamo una richiesta di aiuto e, oltre a non essere accolta, ci sentiamo anche non compresi. Una simile situazione, specie se non si vede una soluzione, può sicuramente manifestarsi sul suo umore, così come può giustificare l’insorgenza di stati ansiosi. Nel suo caso credo sia utile effettuare una nuova valutazione e in base a quanto emerge capire qual’è il percorso migliore per affrontare il suo disagio. Le consiglio inoltre di provare a comunicare ancora con i suoi genitori, non si limiti a parlare del suo “rendimento”, ma cerchi di comunicare quanto questa situazione incide sul suo benessere. Qualora avesse bisogno di ulteriori informazioni non esiti a contattarmi.
Gentile, è certamente possibile che un disturbo non correttamente diagnosticato porti con sè problematiche a carico dell'umore, se non altro per tutte le difficoltà vissute e soprattutto per lo scarso rispecchiamento da parte del suo contesto. E' importante trovare un luogo dove tali difficoltà possano essere oggetto di ascolto e di elaborazione. Per qualsiasi ulteriore informazione non esiti a contattarmi. Un cordiale saluto
Gentile utente di mio Dottore,
ha provato a chiedere uno Spazio per poter riflettere sui suoi vissuti e sulle difficoltà che ha espresso in questa sede?
Non sono mai utili le auto diagnosi, come lei stessa riconosce.
Il rischio è di etichettare i propri sentimenti in categorie precostituite e questo, di generare ulteriori confusioni e dubbi su ciò che si sperimenta.
Che senso dá a questa ricerca di diagnosi?
Può essere rassicurante, me ne rendo conto rispetto all’ incertezza della non definizione ma le suggerisco un confronto con un Professionista.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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