Buongiorno, sono una ragazza di 19 anni e da qualche mese ho iniziato a sentirmi poco bene. Ho da an

23 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 19 anni e da qualche mese ho iniziato a sentirmi poco bene. Ho da anni un disturbo d’ansia generalizzato (diagnosticato da una terapista) e nell’ultimo periodo i miei sintomi sono peggiorati drasticamente. Tutto iniziò due mesi fa con un attacco di panico causato da un pensiero intrusivo (i quali non mi hanno mai creato preoccupazioni prima). Da quel momento in poi, gradualmente la mia condizione peggiorò fino ad arrivare a non riuscire più ad uscire, neanche per andare a scuola. Sono in cura da un’altra terapista ma ho iniziato da poco e mi risulta difficile anche recarmi nello studio fisicamente. Se all’inizio la mia preoccupazione erano i pensieri intrusivi che mi causarono panico, ora la mia ansia si è allargata a macchia d’olio, portandomi ad avere una particolare attenzione per tutte le azioni che faccio (anche banali e quotidiane) ad avere tratti agorafobici e così via. Il mio terrore più grande ad ora è avere una continua sensazione di derealizzazione/depersonalizzazione. Mi sento estranea al mio corpo, come se la mia mente fosse distaccata dal corpo, talvolta mi sento “imprigionata” dal mio corpo. Inoltre mi sento distaccata anche dalla mia identità, è diventato “strano” per me pensare che io sia una persona e individuo a tutti gli effetti, perché mi sembra di vivere più come un robot in un videogame. La sensazione di distacco dalla realtà invece si presenta principalmente all’esterno, è come se troppe cose stimolassero la mia mente e non percepissi nulla come reale, da questo ne deriva anche la paura di poter perdere il controllo o fare cose non consone (anche se mai successo). Premetto che la mia terapista è contro i farmaci e perciò non ho nessuna cura farmacologica.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa proseguire il percorso di psicoterapia al fine di ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata.
Ritengo fondamentale lavorare sulle sensazioni da lei sperimentate al fine di trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Cordialmente, dott FDL

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Buon pomeriggio,
quello che consiglio è di proseguire con la psicoterapia che hai iniziato per continuare il lavoro sui tuoi vissuti e sull’ansia che sta influenzando diversi aspetti della tua vita in modo da identificare strategie e pensieri più funzionali alla gestione di questa situazione.
Cordialmente
Dott. Michele Arnaboldi.
Le suggerisco invece di prendere in considerazione l'idea di fare una consulenza psichiatrica, non bisogna privarsene a priori. Poi sarà lei a decidere, inoltre la terapia on line può essere una buona alternativa visto lo stato in cui si ritrova. Ne discuta con la sua terapeuta, l'importante è non mollare mai. Cordiali saluti
Salve, continui a confrontarsi con il terapeuta che la segue e, valuti con il tempo, se assumere i farmaci. Non li escluderei a priori.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, penso che sia utile fare un lavoro con più figure professionali, le consiglio di effettuare un colloquio con uno psichiatra. È importante che i diversi specialisti interagiscono tra di loro, un intervento preciso e mirato al raggiungimento dei suoi obiettivi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Buonasera ,in questa fase difficile ,un aiuto farmacologico non è da escludere Ne parli con la sua terapeuta ,comprendo che ha una profonda sofferenza.Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Gentile ragazza, comprendo la sua fatica e paura di uscire dalla sua comfort zone, potrebbe chiedere alla sua terapeuta di passare ai colloqui online così fa permetterle di continuare la terapia e lavorare costantemente sulle sue difficoltà Sarebbe opportuno anche una consulto psichiatrico per avere un maggiore supporto in un momento di difficoltà troppo opprimente per lei.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Buonasera, mi spiace per la sua situazione, forse potrebbe esserle utile il confronto con un altro specialista qualora non si trovasse bene con il collega con cui sta lavorando. Altrimenti se vuole continuare il percorso già in atto può rivolgere al suo psicologo questi dubbi. Un abbraccio
Ci sono momenti e situazioni in cui il supporto farmacologico è necessario per evitare un peggioramento del quadro clinico. Chiaramente i farmaci non sostituiscono la terapia psicologica. Può ascoltare il Podcast Le Stanze della Paura, un Podcast rivolto alle persone che soffrono di disturbi d'ansia. Trovrà informazione e anche strumenti di auto aiuto per i momenti particolarmente critici. Il Podcast è disponibile gratuitamente su Google e Spotify. Segua la pagina Facebook Le Stanze della Paura per i contenuti extra. Buona serata. Bruno Ramondetti
Gentilissima, dal suo racconto non mi sembra che quanto ha fatto fin qui abbia dato esiti positivi. Lei deve stare bene e deve essere aiutata. Suggerisco un'indagine psicodiagnostica supportata da colloqui e test specifici per indagare anche in ambito personologico.
Una volta che ha una diagnosi chiara si pù definire il percorso mirato di psicoterapia e pensare, se necessario, alla farmaco terapia. Resto disponibile se ha bisogno di chiarimenti. Saluti
Dott.ssa Silvana Zito
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un terapeuta che ti segue è un elemento importante della tua vita, continua a seguirlo e valuta con lui tutte le opportunità.
Gentile utente di mio dottore,

è importante proseguire con la psicoterapia che ha iniziato per continuare il lavoro sui suoi vissuti e sull'ansia che sta influenzando diversi aspetti della sua vita.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno. MI spiace per la situazione che descrive e che sta vivendo. Il mio suggerimento è quello di continuare il lavoro psicoterapeutico con la sua terapeuta condividendo i propri vissuti e le proprie difficoltà, individuando al contempo le proprie risorse e qualità personali, aspetti importanti per ritrovare gradualmente la fiducia in se stessa e ristabilire il proprio benessere. Ritengo inoltre che una terapia farmacologica non sia da escludere a priori, a volte potrebbe esser necessario affiancarla alla psicoterapia; in tal senso potrebbe essere importante considerare con la sua terapeuta la possibilità di fare una visita con uno/a psichiatra al fine di valutare la necessità di un sostengo farmacologico in questo momento. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno. In certi momenti/passaggi della vita, l'assunzione di farmaci associata al percorso psicoterapeutico (che le consiglio di non abbandonare) può dare risultati decisamente migliori. Valutatelo assieme. Tutto ciò che può aiutarla, va perseguito.
Buongiorno,
non mi è chiara la sua richiesta, potrebbe esplicitarla meglio?

Le auguro una buona giornata,
Gianpaolo Bocci
Buonasera, penso che sia stato saggio intraprendere un percorso psicoterapeutico e che una buona alleanza terapeutica sia preziosa e imprescindibile per aiutarla a far rientrare i sintomi d'ansia e dissociativi, ossia il sentirsi distaccata dal corpo e dalla realtà come lei spiega nel messaggio. Si affidi alla sua terapeuta. Un saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Buongiorno, capisco il suo malessere. In questi casi è importante affidarsi al terapeuta per un percorso che le permetta di ridurre la sua attivazione fisica e comprendere l'origine del suo malessere. Il più delle volte unire la psicoterapia con la farmacologia potenzia gli effetti e permette di raggiungere prima i risultati sperati. Cordiali saluti
Dott.ssa Alessandra Scala
Gentile utente, le suggerisco di confrontarsi con la sua terapeuta rispetto alle difficoltà espresse. Cosa intende quando dice che la sua terapeuta è contro i famaci? In generale o nel suo caso specifico? Io non mi sentirei di escluderli a priori…
Cordiali saluti
Salve, comprendo la sua forte sofferenza. Quelli che lei descrive sono tutti sintomi dell'ansia che evidentemente nel tempo sono diventati sempre più pervasivi. Comprendo quanto sia difficile conviverci e quanto sia diventato difficile anche un piccolo gesto della quotidianità, ma è importante, come primo passo, non giudicarsi, non identificarsi con il problema che stiamo vivendo. Lei non è la sua ansia e i suoi sintomi, ma una persona con un suo valore, anche se attraversa un problema, non perde questo valore. Le consiglio di continuare la psicoterapia o di cambiare professionista nel caso in cui non si senta serena nella scelta intrapresa. Resto a sua disposizione, cordiali saluti, Dott.ssa Michela Zibellini
Salve, credo che debba valutare l'idea di una visita psichiatrica. Se lei paziente ne è convinta ed è ciò che vuole, può parlarne con la sua terapeuta e valutare se è giunto il momento di farla. Soprattutto se la sintomatologia di derealizzazione peggiora.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
In ambito psicologico sistemico relazionale, potrebbe essere interessante esplorare il contesto relazionale in cui ti trovi e come questo possa influenzare il tuo stato d'ansia e i sintomi che stai sperimentando. La relazione con la tua terapista, ad esempio, potrebbe giocare un ruolo importante nel tuo processo di cura e nella tua percezione di te stessa e della realtà.
Inoltre, potrebbe essere utile esplorare come i tuoi sintomi e la tua ansia siano collegati alle dinamiche relazionali all'interno della tua famiglia, degli amici, della scuola o del lavoro. Potrebbero esserci elementi del tuo contesto relazionale che alimentano i tuoi pensieri intrusivi e la tua sensazione di distacco dalla realtà.
Infine, potrebbe essere utile approfondire le tue strategie di coping e come queste potrebbero essere rafforzate o modificate per affrontare meglio i tuoi sintomi. Potresti trovare beneficio nell'esplorare modalità di auto-cura e di supporto sociale che possano aiutarti nel tuo percorso di guarigione. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
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Salve,
Posso comprendere il disagio espresso.
Credo che servano ulteriori elementi per strutturare un intervento efficace.
Quali sono i pensieri intrusivi di cui scrive?
A che eventi si collegano questi sintomi di depersonalizzazione / derealizzazione, che descrive in un modo molto dettagliato, come ad esempio il fatto di sentirsi estraniata dal suo corpo o di percepire gli eventi come non reali?

Approfondirei la tematica dei pensieri intrusivi e del timore di perdere il controllo.

Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin
Buongiorno,

Capisco quanto possa essere difficile vivere con queste sensazioni di ansia amplificata e di distacco dal suo corpo e dalla realtà, soprattutto quando queste esperienze si intrecciano con il suo disturbo d'ansia. Le sta affrontando con grande coraggio, anche solo nel descrivere quello che vive ogni giorno, e immagino quanta energia possa richiedere trovare la forza per affrontare le attività quotidiane, soprattutto quando la derealizzazione e la depersonalizzazione si fanno così intense.

La sensazione di sentirsi "estranea" al proprio corpo e quella paura di perdere il controllo possono sembrare spaventose, e la comprendo pienamente. Si tratta di reazioni che il nostro cervello, in condizioni di forte stress o ansia, può mettere in atto come una sorta di “protezione”. È come se la mente stesse cercando di gestire troppe informazioni, e il risultato è quel distacco che sta sperimentando. Questi vissuti non significano che sta “perdendo il controllo” o che accadrà qualcosa di irreparabile. Sono sintomi dell'ansia che, per quanto destabilizzanti, sono comunque reversibili e trattabili.

Sta già compiendo un passo importante con la sua terapista, e so che in momenti come questi può sembrare che le difficoltà siano troppe. Provi a parlare con lei di questi vissuti, perché insieme potreste esplorare tecniche per ridurre il senso di distacco, come esercizi di grounding (esercizi per “radicarsi” nel momento presente, che permettono di sentire più salda la connessione con sé stessa e con ciò che la circonda). Questi piccoli passi possono contribuire a lenire la sua ansia e a farle ritrovare un po’ di equilibrio.

Comprendo anche che parlare di farmaci può essere un tema delicato, specialmente se il suo attuale percorso è mirato a un approccio psicologico. Talvolta, un supporto farmacologico viene utilizzato in situazioni particolarmente intense per aiutare a modulare l’ansia mentre si lavora in psicoterapia. Se sente che l’ansia sta diventando troppo per lei, potrebbe considerare di parlare apertamente con la sua terapista.

Continui ad affidarsi ai piccoli passi e ai suoi progressi: anche un singolo momento di benessere è importante in un cammino di crescita. Ogni fase può essere vissuta con il supporto e la comprensione che merita. Non è sola, e ci sono persone, come la sua terapeuta, pronte a sostenerla lungo questo percorso.

Le auguro di trovare presto maggiore serenità, giorno dopo giorno.

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