Buongiorno. Sono una ragazza abbastanza serena e pochissimo ansiosa in generale. Tuttavia ho delle f

17 risposte
Buongiorno. Sono una ragazza abbastanza serena e pochissimo ansiosa in generale. Tuttavia ho delle fobie che non riesco a superare, ossia i pigiami e stare senza scarpe. Io non riesco ad indossare un pigiama da quando ho 7 anni, dunque da 20 anni anche in pieno inverno dormo in biancheria. Al momento vivo sola, ma anche vedere i miei familiari occasionalmente in pigiama mi angoscia. Al momento sento che la fobia si sta acutizzando e anche aver visto una mia amica tramite videochiamata in pigiama e con i capelli un po' spettinati mi ha fatto partire una crisi di panico fortissima fino ad arrivare a una nausea tremenda, tachicardia e giramenti di testa. L'altro problema riguarda la totale impossibilità a stare senza scarpe, ad eccezione di quando nuoto o quando faccio qualche esercizio in palestra. Anche in casa devo indossare le scarpe migliori a disposizione, allacciate, e il fatto di stare per un po' scalza la mattina mi fa salire l'ansia. Ho il terrore di andare a casa di persone che chiedono agli ospiti di togliere le scarpe e indossare delle ciabatte. Visto che la situazione sta diventando invalidante, cosa mi consigliate di fare? Una lunga analisi di 5 anni non ha di molto risolto le mie problematiche, tanto meno una più recente psicoterapia strategica.
Salve,
La situazione che descrive sembra profondamente radicata e avere un forte impatto sul suo benessere quotidiano. Le fobie specifiche, come quelle che ha menzionato riguardo ai pigiami e alla necessità di indossare scarpe, possono essere particolarmente difficili da affrontare quando si intensificano al punto da generare attacchi di panico o evitare situazioni sociali.

Il fatto che le terapie precedenti non abbiano portato al risultato sperato non significa che la sua situazione non possa essere migliorata. A volte, un approccio terapeutico diverso o l'integrazione di diverse tecniche può fare la differenza. Ecco alcune strade che potrebbe considerare:

Esposizione graduale: Questo metodo prevede di esporsi gradualmente agli oggetti o alle situazioni temute, aumentando la tolleranza. L’esposizione può partire da piccole sfide (ad esempio, tollerare per un breve periodo la vista di un pigiama senza averlo indosso) e crescere nel tempo. Questo approccio deve essere supervisionato da un terapeuta esperto per evitare l'esacerbazione dei sintomi.

Valutazione neurologica: Vista la natura intensa e specifica delle sue fobie, potrebbe essere utile una valutazione neurologica. Alcuni disturbi o squilibri neurologici possono contribuire a comportamenti fobici o ossessivi, ed escludere eventuali cause organiche può essere utile per trattare la situazione nel modo più completo.

Tecniche di rilassamento e mindfulness: L'apprendimento di tecniche per la gestione dell'ansia e del panico può esserle utile in situazioni critiche. Anche se le sue fobie sono specifiche, il rafforzamento delle sue capacità di fronteggiare lo stress può aiutarla a gestire le crisi di panico.

Approccio integrato: In casi complessi e resistenti, un approccio terapeutico che integri diversi metodi (psicoterapia, tecniche di gestione dello stress, eventuale terapia farmacologica, se indicata da uno psichiatra) può essere utile.

Sebbene la sua fobia si sia acutizzata, riconoscere il bisogno di affrontarla è un primo passo importante. Un nuovo approccio terapeutico, magari con un diverso professionista, potrebbe darle nuove prospettive.

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Salve. Non mi sorprende che l'analisi e la terapia strategica non abbiano purtroppo risolto le sue problematiche. Eppure il trattamento delle fobie è relativamente semplice e prevede l'utilizzo del basso dosaggio di alcuni farmaci (di solito due) per un determinato periodo di tempo, auspicabilmente associati ad un approccio di tipo cognitivo-comportamentale. Lo sviluppo di attacchi di panico può far presumere che questa situazione non si risolverà "spontaneamente", per così dire.
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Gentile utente, data la sua descrizione di fobie così specifiche potrebbe provare un approccio strettamente comportamentale o cognitivo comportamentale che possa lavorare nello specifico della sua fobia. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, la situazione che racconta sembra aver assunto un peso rilevante nella sua vita, soprattutto visto il recente peggioramento. Dato che i percorsi terapeutici precedenti non sono stati soddisfacenti, potrebbe essere utile un approccio diverso, basato sull’esposizione graduale. Nella terapia cognitivo-comportamentale è comune l’uso dell’esposizione controllata a stimoli fobici per “desensibilizzare” gradualmente la mente e il corpo alla paura. Si comincia con situazioni e stimoli meno intensi, aumentando progressivamente la difficoltà, affiancati da tecniche di gestione dell’ansia e da un lavoro parallelo sui pensieri che alimentano la paura. È un processo impegnativo, ma porta risultati concreti. Non si scoraggi: ogni approccio terapeutico è diverso e con la strategia giusta può ottenere cambiamenti significativi. Rimango a disposizione per ulteriori approfondimenti. Un caro saluto.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Se un disturbo non si risolve con un tipo di terapia, non significa che quella terapia non fosse indicata, forse era il terapeuta che non lo era.
Più che una terapia efficace cerchi un terapeuta efficace.
Un caro saluto
Carissima, grazie per aver condiviso il suo quesito. Le fobie sono l’espressione sintomatologica di una paura, dove l’oggetto fobico assume un significato simbolico di quanto temuto. Potremmo formulare infinite ipotesi sul significato di queste fobie ma qualsiasi interpretazione sarebbe, appunto, una mera interpretazione. L’esperta di se stessa e’ lei, e credo che un approccio cognitivo costruttivista che, al netto di tecniche per la gestione contingente della paura, le permetta di lavorare sulla radice di queste fobie dando loro un significato sia l’approccio più indicato alla situazione. Resto a disposizione per ogni ulteriore approfondimento, buona serata, Valentina Penati
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Salve, comprendo che queste fobie possano incidere sulla vita quotidiana. Potrebbe provare una psicoterapia di altro approccio rispetto a quelle fatte. La terapia è relazione e quindi soprattutto dalle persone, non dalla tecnica. Mi colpisce che dice " a sette anni" è avvenuto un evento particolare per poterlo datare così precisamente?
Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Buonasera, capisco quanto queste fobie possano essere difficili da gestire, soprattutto se stanno diventando sempre più invalidanti e influenzano la tua vita quotidiana. È comune che, quando una fobia diventa più intensa, porti a reazioni emotive molto forti come crisi di panico, che possono ulteriormente aggravare il disagio.

Considerando che hai già provato diversi percorsi terapeutici, potrebbe essere utile provare un approccio basato sulle metodologie attive, come lo psicodramma, per affrontare in maniera più esperienziale le tue fobie. Attraverso la messa in scena delle situazioni che ti causano disagio, in un contesto sicuro e controllato, potresti esplorare le emozioni e le paure legate ai pigiami e allo stare senza scarpe, dando loro una rappresentazione concreta. Questo tipo di lavoro può aiutarti a entrare in contatto con aspetti del tuo vissuto che sono alla base delle fobie, senza doverle affrontare direttamente nella realtà.

Inoltre, tecniche come il role-playing potrebbero aiutarti a immaginare e sperimentare alternative comportamentali in modo graduale, senza sentirti sopraffatta, e a esplorare possibili origini di queste paure in un modo meno verbale e più pratico.

Se desideri esplorare questo approccio, potrei aiutarti a lavorare su questi aspetti e a trovare un modo per superare le fobie, facendoti sentire più a tuo agio nel quotidiano.

d.ssa Raileanu




Salve, per le fobie esistono tecniche di avvicinamento graduale allo stimolo.
Si tratta anche di capire che cosa possa avere scatenato una reazione così forte a degli stimoli apparentemente innocui.
Al di là dei farmaci le suggerisco di utilizzare una ipnosi di tipo regressivo per andare al nocciolo del problema.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno,
sarebbe importante riflettere sul insuccesso delle precedenti terapie. In genere la guarigione non è data dall' approccio del terapista quanto piuttosto da una forte alleanza terapeutica. Ê probabile che puntualmente all' interno della relazione terapeutica qualcosa si rompa, al punto tale da non farle fare passi in avanti. Credo che la possibilità migliore sia quella di tornare in analisi e riflettere proprio su questo.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, non è solo una questione di terapia, dipende anche dalle persone, il terapeuta ed il paziente. Entrambi hanno la loro parte di responsabilità nella buona riuscita di un trattamento. Nel suo caso potrebbe essere d'aiuto aggiungere un supporto psicofarmacologico per abbassare la tensione sintomatica e lavorare meglio in terapia.
Gent.ma, credo che potrebbe essere molto utile per lei tracciare una mappa di apprendimenti che nel corso della sua storia l'ha portata ai pensieri e alle reazioni emotive (fobie) che ha nel presente, sarebbe utile capire quando e come ha imparato a pensare queste cose di sè, quando ha iniziato anche da bambina ad avere questi pensieri di controllo sui suoi comportamenti ed esplorare bene le relazioni di attaccamento.
Tutto questo per concettualizzare al meglio la sua condizione e per poter orientare l'attenzione su queste reti di memoria e lavorare la fobia attraverso la tecnica dell esposizione graduale e soprattutto attraverso l'EMDR
Buongiorno, sono certa che il suo inconscio abbia avuto delle ottime motivazioni in un particolare momento della sua vita, per creare queste fobie, è anche certo che, da come ne parla sia giunto il momento per lei di risolvere questa situazione. Le fobie possono essere tolte rapidamente con tecniche ipnotiche efficaci, poi se si vuole, una volta tolta la fobia si può andare ad analizzarne l'origine. Se le interessa saperne di più mi contatti pure.
Un caro saluto dott.ssa Francesca Carfora
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Da anni mi fobie, ansia, attacchi di panico e disfunzioni sessuali e le consiglio di non demordere e di continuare a seguire percorsi terapeutici che sicuramente potranno giovare al suo benessere psicologico. Immagino che la terapia di 5 anni sicuramente l' avrà supportata con le sue fobie. Cordialità dott. Gaetano Marino
Salve, lei ha descritto molto bene il suo problema che probabilmente si presta ad essere minimizzato ma mi rendo conto che in realtà comporta molti disagi.
Le sue esperienze terapeutiche le avranno fornito strumenti di comprensione per ciò che riguarda le fobie. Saprà quindi che nelle fobie una tensione profonda (angoscia) viene spostata su qualcosa o qualcuno (oggetto fobico). Questa operazione che la mente fa è una forma di protezione poiché evitando l'oggetto fobico ci mettiamo al riparo dalle angosce.
Ho semplificato all'osso ...
L'unica cosa che posso consigliarle è trovare un terapeuta con cui si trova bene, più che una terapia valutata come giusta. Scrivo questo poiché una terapia strategica non la ritengo indicata per un problema di questo tipo.
gentile utente, lei parla di fobie specifiche che di fatti possono diventare sempre più invalidanti con il tempo. Ci sono diversi trattamenti per le fobie, ma innanzitutto è necessario capire da cosa derivano, quindi cosa significano ed hanno significato per lei le cose che teme e che le procurano ansia.
Potrebbe provare a farsi supportare da uno psicoterapeuta verso l'esposizione graduale, in cui pian piano lei riesce ad esporsi ad uno stimolo meno attivante fino ad arrivare a quello più attivante con il tempo.
Mi dispiace molto per ciò che scrive, immagino non debba essere semplice convivere con uno stato di perenne ansia anticipatoria.
Provi magari con una terapia cognitivo comportamentale, ma è importante e necessario che lei si faccia supportare in questo complesso percorso.
Un caro saluto, dott.ssa Carmen Tedeschi

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