Buongiorno , sono una donna di 33 anni e scrivo per chiedere un consiglio in merito alla situazione

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Buongiorno , sono una donna di 33 anni e scrivo per chiedere un consiglio in merito alla situazione che sto vivendo.
In passato ho avuto attacchi di panico, depressione bassa autostima e pensieri ossessivi
Grazie ad un antidepressivo, al lavoro a contatto con la gente e all'aiuto di alcune mie conoscenze che mi hanno spronato a non sentirmi sbagliata, a non ascoltare critiche, rimproveri e le offese di chi mi sottovalutava, ho imparato e capito che anche io valgo e che sono in grado di essere all'altezza di molte situazioni.

Purtroppo però, ogni giorno sono a contatto con due persone della famiglia ( mio marito e mia suocera ) che cercano continuamente di minare e mettere in discussione la mia autostima. In particolare quest'ultima persona mi rinfaccia e fa pesare quotidianamente e ripetutamente gli aiuti che mi dà anche se prima si rende molto disponibile nel darli . Per esempio sottolinea il fatto che mi prepara da mangiare a pranzo o che mi piega le lenzuola e che dormo sotto il suo tetto senza pagare un affitto.
Mio marito non prende posizione o meglio, le poche volte che gli ho fatto notare il comportamento di sua madre mi ha accusato di avere astio nei suoi confronti ed è andato subito a dirle cosa gli avevo detto. Lei di rimando, subito dopo ogni ramanzina, osservazione o ordine , che avvengono quasi sempre in assenza di mio marito ,mi ha minacciato di non andare più a dire ciò che mi aveva detto.
Non perde occasione per usare parole taglienti con lo scopo di colpire su certi argomenti che sa che per me sono dolenti

Se le racconto qualche progetto che ho in mente mi dissuade subito dicendo e facendomi capire che non sono in grado di realizzarlo.
Ho provato più volte a farmi valere senza ottenere il risultato sperato anzi, ho solo innescato liti e musi duri in cui sono passata dalla parte del torto e di un' ingrata arrivando nel corso del tempo a subire in silenzio occultando i problemi.
Ultimamente alcuni sintomi fisici sono riemersi : tachicardia, vertigini e problemi nella deglutizione e dell'umore.

Mio marito, il quale mi persuade a fare ciò che vuole lui e se cerco di "ribellarmi" , inizia a dire che ho un brutto carattere ,mi sconsiglia di andare a chiedere un consulto psicologico in quanto ,secondo lui, non risolverebbe comunque il problema e ed è per questo che ho chiesto un consiglio perché cio nonostante mi risulterebbe difficile avere un consulto in quanto tutto il giorno sono con queste persone

In attesa di una risposta, la ringrazio per il tempo dedicato alla lettura.
Valentina
Cara Valentina,

La sua situazione è davvero delicata e complessa. Comprendere e affrontare questo tipo di dinamiche familiari richiede delicatezza e fermezza. Qui di seguito, cercherò di darle dei consigli pratici che possano aiutarla a migliorare la sua condizione.

Prima di tutto, è fondamentale che riconosca il valore che ha. Ha già dimostrato grande forza superando le difficoltà passate come la depressione e gli attacchi di panico. Questo le ha insegnato che è in grado di affrontare e superare le sfide.

La relazione con sua suocera sembra essere particolarmente problematica. Lei sottolinea spesso i suoi aiuti in modo da farle sentire un debito di gratitudine. Questo comportamento è manipolativo e può minare la sua autostima. È importante che cerchi di mantenere la calma e rispondere in modo assertivo. Ad esempio, potrebbe ringraziarla per l'aiuto ma spiegare che il suo modo di sottolinearlo la fa sentire a disagio.

Per quanto riguarda suo marito, sembra che non comprenda pienamente l'impatto che questa situazione ha su di lei. Provare a parlare con lui in un momento tranquillo e spiegare come si sente potrebbe aiutarlo a capire meglio la sua prospettiva. Potrebbe dirgli che il suo sostegno è fondamentale per lei e che ha bisogno di sentirsi apprezzata e sostenuta anche da lui.

Infine, la terapia potrebbe essere una risorsa preziosa. Anche se suo marito non vede l'utilità, è importante che lei ascolti i suoi bisogni. Un terapeuta può offrirle gli strumenti per gestire meglio la situazione e rafforzare la sua autostima. Se non riesce a trovare il tempo per andare a un consulto, potrebbe considerare la terapia online, che è più flessibile e accessibile.

Valentina, lei merita di sentirsi valorizzata e rispettata. Prendersi cura di sé stessa non è egoismo, ma un atto di amore verso sé stessa. Se sente il bisogno di parlare ulteriormente o di ricevere altri consigli, sono qui per aiutarla.

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Gentile Valentina,
la sua situazione è molto complessa e merita attenzione.
Un supporto psicologico potrebbe aiutarla a rafforzare la sua autostima ed a gestire meglio le dinamiche familiari.
Potrebbe essere utile trovare momenti di autonomia e indipendenza per staccare dalla routine quotidiana e per prendersi cura di sé stessa.
Resto a disposizione,
dott.ssa Maraio Francesca.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno signora Valentina.
La complessità della situazione di vita (non vita) che descrive è tale per cui un luogo di parola, come quello dei colloqui psicologici, dove lei è sola con lo psicologo e protetta dal segreto professionale, dà valore proprio a quello che le viene detto di non dire e che invece va detto, perché è la sua esperienza, perché ha valore proprio perché è la sua esperienza.
Io credo che lei debba fare i conti anzitutto con se stessa e con ciò che desidera per se stessa.
Per questo le propongo di approfondire e, se vuole, possiamo incontrarci in un colloquio psicologico online per parlarne.
Buonasera. La situazione che sta vivendo è molto complessa e, come si evince, anche molto dolorosa.
Se lei sente di aver bisogno di un supporto psicologico, quindi uno spazio sicuro in cui condividere la sua sofferenza, anche se il partner non ne condivide l'utilità. Ciò che conta è che sia importante per lei, essere supportata in questo momento difficile e/o porsi degli obiettivi terapeutici che possano aiutarla a sviluppare delle risorse nella direzione del suo benessere psicologico.
L'autostima deve essere in primis coltivata dentro di sè, portando avanti progetti e obiettivi verso la persona che si vuole essere nel mondo, anche se chi ci sta intorno non lo condivide.
Alcune scelte non verranno condivise e approvate da molte persone nella vita, ma se cediamo a tali giudizi probabilmente si dovrà mettere in conto di vivere con una grande quota di insoddisfazione e frustrazione.
Prendere scelte che siano significative per sè è un passo fondamentale per sviluppare una sicurezza interiore.
Non è semplice, per questo c'è il supporto psicologico o la psicoterapia.
Esserci per se stessi inizia dal prendersi cura dei propri bisogni, riconoscerli e portarli avanti.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina orzi
Gentile Valentina, non credo che Lei debba avere il permesso per chiedere un aiuto psicologico. Se ha la necessità di un consulto, di chiarirsi le idee, si ritagli il Suo spazio privato.
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Gentile Valentina, il corpo è il riflesso esatto di come stiamo e viviamo dentro di noi, come attraverso alcuni sintomi fisici da Lei descritti: tachicardia, vertigini, problemi dell'umore e nella deglutizione; il corpo che parla..
Il corpo utilizza un suo linguaggio per comunicare, ecco perché l'importanza di comprendere cosa le sta dicendo. Inoltre il fatto che siano riemersi questi disagi, vuol dire che non sono stati risolti veramente dentro di Lei e quindi basta una variazione esterna (del suo ambiente) e/o interna (dentro di Lei), a riattivarli. Il luogo più adeguato per essere aiutata ad affrontarsi dal professionista che sceglierà, è sicuramente la consulenza psicologico attraverso il colloquio psicologico. Cioè quello spazio personale dove poter fare un'approfondimento e chiarezza di se stessa, potendo così scegliere in modo più consapevole, ritrovando così la sua serenità attraverso il riconoscimento del suo valore che ha come persona, quindi la sua autostima.
Si ricordi che potrà usufruire sia del servizio on-line che in presenza.

Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Buonasera Valentina. Leggendo la sua storia percepisco molta sofferenza e ambivalenza sentimentale. Si sente intrappolata nel suo ambiente familiare, senza la possibilità di esprimere apertamente i suoi bisogni e sentirsi compresa. Per iniziare ad essere meno dipendente da questa situazione, é importante prendersi cura di se stessa iniziando da piccoli passi. Per i sintomi fisici che ha descritto le consiglierei qualche seduta di Mindfulness supportata da un supporto psicologico. Sicuramente partite dall’online potrebbe essere più agevole per la situazione che sta vivendo. Iniziando così, si potranno costruire le basi per un dialogo costruttivo con suo marito ma anche e soptattutto con se stessa. Un abbraccio,
Elisa
Gentile Valentina, dalle sue parole emerge il carico di sofferenza, la frustrazione e lo scoraggiamento che deriva da questa delicata e complessa situazione familiare.
La depressione e gli attacchi di panico sono segnali fisiologici forti che il suo corpo le stà mandando, segnali di sofferenza per una situazione che diventata insostenibile. Non mantenga tutto dentro di sé, si apra con familiari e amici, richieda l’aiuto ad un professionista della salute specializzato in relazioni familiari.
Il dialogo tra lei e suo marito deve fare i conti anche con la stretta relazione tra lui e la madre, ciò che diviene fondamentale e far comprendere la necessità di spazi privati per la coppia senza interferenze esterne. Le parole di sua suocera hanno l’obbiettivo di farla sentire in debito, in uno stato di continua riconoscenza che sottrae libertà a voi.
Con l’aiuto di una terza persona come un amico, un sacerdote, provi a parlare apertamente con suo marito, una comunicazione serena in cui poter esprimere i suoi disagi e i suoi bisogni e magari prospettare la possibilità di una casa propria, avere la libertà per costruire una famiglia differenziandosi da quella d’origine. Un sostegno psicologico anche on line potrebbe esserle di grande aiuto, comprendere e affrontare queste dinamiche familiari è necessario per riscoprire i propri diritti e la propria autonomia di scelta. Non ricerchi l’approvazione di suo marito o di sua suocera per intraprendere un percorso terapeutico, è una persona adulta decida in autonomia, è lei a dover intraprendere delle azioni per il proprio benessere psicofisico. Se non riesce ad allontanarsi dalla casa senza il loro consenso provi ad iniziare un consulto telefonico o in videochiamata, la terapia a distanza è ugualmente efficace quanto la terapia in presenza. Cara Valentina rammenti che lei è la prima persona a dover avere cura di sé stessa, ha diritto ad essere amata, e l’amore deve nascere da lei. Se desidera parlare ulteriormente può contattarmi per condividere in uno spazio sicuro i suoi stati d’animo, sono disponibile ad ascoltarla e sostenerla.

Dott.ssa Maria Graziano
Buonasera Valentina, mi dispiace molto leggere la tua difficile situazione. È importante sottolineare che non meriti di essere trattata in questo modo e che devi tutelare la tua salute mentale. Nonostante la difficoltà di trovare un momento libero, è necessario che tu prenda in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia, per rafforzare la tua autostima e trovare strategie giuste per comunicare con tuo marito e tua suocera. Valuta la possibilità di una terapia online. Dedica un po’ di tempo a te stessa, ne avrai solo da guadagnare. Sono disponibile quando vorrai anche online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Salve, come dire una situazione complicata, il sistema familiare nel quale si trova immersa sembra, dalle sue descrizioni, non darle nessuno spazio di movimento.
Questo dovrebbe stimolarle due sane domande, e portarla a chiedersi quali sono i suoi reali desideri.
Rimango a disposizione, dott.ssa Sandra Petralli
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Gentile utente, la ringrazio intanto per aver condiviso il suo vissuto. Comprendo che la situazione in cui vive sia per lei motivo di significativa sofferenza e come debba essere per lei difficile da gestire. Mi congratulo comunque con lei per l'impegno che ha profuso nel corso della sua vita nel prendersi cura delle sue fragilità, così come per essersi esposta ora attraverso questa piattaforma. Per rispondere alla sua domanda, non posso che partire dalla costatazione che il potere che abbiamo di cambiare gli altri è limitato, rispetto al potere che abbiamo nel cambiare il modo in cui ci relazioniamo a loro ed ai vissuti che essi ci suscitano. Mi è impossibile darle un consiglio preciso sul modo più efficace con cui potrebbe relazionarsi a suo marito ed a sua suocera, giacché non dispongo di sufficienti informazioni sulla sua complessa situazione. Ma quel che sicuramente mi sento di poterle dire è che può lavorare sul modo in cui reagisce al loro comportamento. Può, per esempio, provare a dare a se stessa quell'ascolto compassionevole che si sente negato da queste due persone. Nei momenti in cui le arrecano disagio, può ricordare a se stessa che le parole che le stanno rivolgendo non sono vere, al di là delle sensazioni che le suscitano, e che lei è, incondizionatamente, una persona di valore, a prescindere da qualsiasi cosa altri dicano. Non è certo un lavoro facile, viste anche le fragilità pregresse di cui ha parlato all'inizio del suo messaggio. Ma certo è possibile, con pazienza e amorevolezza verso se stessa, creare un clima psichico interiore migliore, che le permetta di vivere più serenamente gli aspetti disagevoli della sua vita ed incanalare le sue energie in progetti creativi che si allineano a ciò che davvero desidera. Naturalmente, la possibilità di condividersi e cercare supporto e consiglio in un confidente o un professionista empatico potrebbe giovarle. Spero di averle dato una risposta esauriente e, rimanendo a sua disposizione, le auguro il meglio.
Un cordiale saluto,
Dott. Alessandro Pittari
Salve inizio dicendo: ama il prossimo tuo come ami almeno la tua anima. Ma se non impariamo ad amare il gioco si fà duro. L'amore è anche quanto le scrivo: "Le carezze sviluppano autostima ed è definita come una unità di riconoscimento cioè ogni persona ha bisogno di carezze, di riconoscimenti e se non le ottiene si sente deprivata. Possiamo avere carezze verbali, non verbali, positive, negative, condizionate e non condizionate. Nell’infanzia si ricercano le carezze positive e se non arrivano si CERCANO QUELLE NEGATIVE. Queste ultime hanno la stessa efficacia di quelle positive e quindi spingono ugualmente a ripetere gli schemi di comportamento che le hanno prodotte. La ricerca di carezze può assumere molte forme e varia da persona a persona, in relazione alle esperienze fatte. Quindi ogni persona ha un suo quoziente di carezze. Per esemplificare citiamo il fatto che per sopravvivere un bambino, alla nascita, ha bisogno di circa cento carezze giornaliere come cure, cibo, calore, abbracci, baci etc.
Ci sono anche altri modi per stabilire un contatto di calore tra le persone. Il suono ad esempio è una forza fisica che influisce sul corpo. I bambini sentono calore e il conforto di una ninnananna materna, che avvertono come una espressione di amore. Una voce calda esprime certamente amore, così come una voce fredda e severa esprime ostilità. Per essere emotivamente efficace il suono deve essere ascoltato e lo sguardo deve essere visto. Anche lo sguardo può dire tanto e non dare nulla, quando due occhi si incontrano può succedere che si apre un infinito mondo o si chiude una ghiacciaio. Quindi stiamo parlando di amore e l’amore spinge all’intimità e le parti dove affluisce con più consistenza il sangue sono le labbra, i capezzoli, gli organi genitali. Precisiamo che l’amore non si limita al mero atto sessuale, tra uomo e donna. L’amore è presente ovunque ci sia piacere e desiderio di intimità. Amare significa SENTIRSI UNITI E NON SOLO IN MODO ASTRATTO COME NELL’AMORE PER I NOSTRI SIMILI, MA FISICAMENTE ATTRAVERSO L’UNIONE INTIMA.
Per tornare alle origini della vita su questo pianeta possiamo dire che i bambini hanno due oggetti di amore: LA MADRE E IL PADRE. Amandoli conoscono la felicità che si prova quando si ama e si è riamati. Purtroppo nell’infanzia e nell’adolescenza i bambini conoscono delle vere e proprie tempeste (compreso il periodo di gestazione), che farà in modo che la realtà dell’amore verrà distrutta se non del tutto, sicuramente almeno in parte. Ovviamente le persone, come i bambini serbano, il sogno d’amore, senza il quale la vita sarebbe grigia e vuota. È la speranza del paradiso ritrovato che offre senso alle nostre vite. La speranza del paradiso ritrovato.
Così quando incontriamo una persona che ci ricorda la persona amata e perduta dell’infanzia, sembra che avvenga il miracolo: il sogno potrebbe diventare realtà.
Purtroppo nella maggior parte dei casi la speranza svanisce e quello che sembrava una speranza svanisce come la peggior illusione." Tra un ruscello congelato ( odio) e un ruscello primaverile ( amore ) non c'è alcuna differenza. L'odio è un amore congelato. Riscaldiamo il suo cuore e poi vedremo. La saluto se dovesse avere necessità io faccio consulenze anche on line. Stefano Salvatici
Gentile Valentina vivere una situazione di questo tipo alla lunga può essere davvero snervante e invalidante. Avremmo bisogno di avere intorno persone che ci amano, ci proteggono e ci supportano, chiaramente in un'ottica di reciprocità. Il fatto che lei si ritrovi dentro queste relazioni in cui ti si fa sentire svalutata non è positivo per il tuo benessere psicofisico e meriterebbe un'analisi attenta dei motivi che ti hanno portata ad intessere delle relazioni importanti con persone che ti fanno sentire così. Non è in nostro potere cambiare gli altri ma possiamo guardarci dentro e capire cosa possiamo mutare in noi, quegli aspetti di noi che tendono a limitare o a sabotare la nostra vita. Fatto questo ci è poi possibile scegliere nuove e migliori direzioni per noi stessi. Ti auguro il meglio e se hai bisogno di supporto non esitare a contattarmi
Buongiorno Valentina. La complessità della situazione che descrive è tale per cui un luogo terapeutico come quello dei colloqui psicologici, dove lei è sola con lo psicologo e protetta dal segreto professionale, dà valore a quello che le viene detto di non dire e che invece andrebbe detto, perché è la sua esperienza. Le propongo di approfondire con un professionista sanitario.
Cordiali saluti. Dr.ssa Versari Debora.
Valentina, mi dispiace sentire che stai vivendo una situazione difficile con tuo marito e tua suocera. È importante proteggere la tua autostima e la tua salute mentale. Considera la possibilità di cercare un supporto psicologico indipendente per esplorare strategie per affrontare questa dinamica familiare. Lavorare su te stessa e sulla tua autostima può aiutarti a mantenere confidenza e a prendere decisioni che rispettino il tuo benessere. Rimango a disposizione per ulteriori dettagli. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentile utente, mi dispiace tanto per ciò che ha raccontato. Il solo medicinale, può essere di aiuto per un determinato periodo ma se non si comprendono le cause attraverso un percorso di supporto psicologico è facile che i sintomi si ripresentano.
Le consiglio anche di fare qualche esame strumentale per i sintomi fisici che ha descritto, può parlarne con il suo medico.
Le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per esplorare ciò che le ho appena detto.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattare premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Buongiorno Valentina,

La situazione che stai vivendo è davvero complessa e capisco quanto possa essere difficile. È evidente che hai fatto un grande lavoro su te stessa in passato, superando attacchi di panico, depressione e bassa autostima. Questo dimostra una grande forza interiore e capacità di resilienza.

Purtroppo, ora ti trovi a dover affrontare nuove sfide, specialmente con tuo marito e tua suocera. Il comportamento di tua suocera, che tende a sminuirti e a far pesare gli aiuti che ti offre, può essere estremamente logorante. Questo tipo di dinamica può minare la tua autostima e far riaffiorare vecchi sintomi di ansia e depressione.

Il fatto che tuo marito non prenda posizione, e anzi, tenda a minimizzare le tue preoccupazioni, rende tutto ancora più difficile. È importante che tu abbia un supporto emotivo all'interno della tua relazione, e il comportamento di tuo marito, invece di offrirti sostegno, sembra amplificare il tuo senso di isolamento.

Ritengo sia fondamentale per il tuo benessere che tu trovi uno spazio sicuro dove poter esprimere i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni senza timore di essere giudicata o sminuita. Parlare con un terapeuta potrebbe aiutarti a chiarire le tue emozioni, a rafforzare ulteriormente la tua autostima e a sviluppare strategie per affrontare la situazione attuale.

Capisco che trovare il tempo e lo spazio per un consulto psicologico possa essere complicato, ma è importante che tu metta la tua salute mentale al primo posto. Potresti considerare sessioni di terapia online, che ti permetterebbero di parlare con un professionista senza dover lasciare la casa.

Affrontare tua suocera richiederà assertività e la capacità di stabilire confini chiari. Potrebbe essere utile esplorare con un terapeuta come comunicare in modo efficace e protettivo, senza innescare conflitti maggiori. Anche il supporto di gruppi di auto-aiuto, dove puoi condividere le tue esperienze con persone che hanno vissuto situazioni simili, potrebbe offrirti ulteriore conforto e consigli pratici.

Il fatto che tu stia vivendo sintomi fisici come tachicardia, vertigini e problemi nella deglutizione è un segnale che il tuo corpo sta reagendo allo stress e alla tensione. Non ignorare questi sintomi: prenditi cura di te stessa e cerca l'aiuto di un medico se necessario.

Ti incoraggio a cercare un consulto psicologico nonostante le difficoltà, perché la tua salute mentale è fondamentale. Non sei sola in questo percorso e ci sono professionisti pronti ad aiutarti a trovare una via d'uscita da questa situazione opprimente. Continuare a lavorare su te stessa e cercare il supporto necessario è un passo importante per il tuo benessere.

M.G.
Gentile Valentina, il fatto che il suo corpo stia manifestando dei malesseri, deve essere per lei un chiaro segnale che la spinga ad agire. Lei ha superato delle difficoltà di una certa importanza, quali attacchi di panico, stato depressivo. La situazione necessità di ulteriori approfondimenti, però mi sento di dirle di iniziare ad allentare i motivi per i quali sua suocera le rimbalza l’aiuto ricevuto. Se sente davvero la necessità di un supporto psicologico, la invito a cercarla. Tanti auguri.
Resto a disposizione
Dott.ssa Aurora Furma
Buongiorno Valentina, mi dispiace per la situazione difficile che sta vivendo. I sintomi fisici che sono riemersi potrebbero essere un segnale della difficoltà attuale, dal momento che il nostro corpo gioca un ruolo fondamentale nella nostra esperienza, non è slegato dai contesti che viviamo. Un consulto psicologico a mio parere sarebbe una scelta adeguata, magari aiutando le persone che le sono vicine a capire che, contrariamente a quanto si pensa spesso, la terapia non dura tutta la vita, ma il tempo necessario a conoscersi un po' meglio e a ritrovare un equilibrio fonte di benessere.
Si resta a disposizione,
dott.ssa Irene Rocchetti

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