Buongiorno, sono un uomo in terapia da uno psicologo da 3 anni. Ho sofferto a lungo di depressione,

19 risposte
Buongiorno, sono un uomo in terapia da uno psicologo da 3 anni. Ho sofferto a lungo di depressione, sono diagnosticato come ADHD e ho fin da piccolo disturbi del comportamento alimentare. In questo momento sto affrontando altre profonde difficoltà, come la malattia grave di un parente con problemi psichiatrici e una sofferenza economica. Sicuramente mi rendo conto di essere un paziente molto complesso ma in questo momento sto vivendo le settimanali sedute come uno sfogo, non vedo nessuna crescita. La mia domanda è: pur con un paziente complesso, un percorso di terapia di 3 anni non è un po’ troppo lungo? Soprattutto se io non ho trovato la mia quadra di benessere? Avevo provato a fare terapia con altri psicologi con cui però non mi ero trovato a mio aggio per cui l’idea di cambiare psicologo in questo momento non mi sembra giusta. Grazie a chi vorrà rispondermi.
Gentile utente, il percorso terapeutico può anche lasciare spazio a momenti di sfogo a seguito di vicende significative, come quelle da lei accennate, assumendo pertanto una valenza più supportiva che curativa.
Pur considerando la complessità del suo caso, qualora ritenesse la terapia già intrapresa non più funzionale alle sue esigenze, allora le suggerirei anzitutto di parlarne apertamente con il suo terapeuta, ed eventualmente rivolgersi ad un altr* professionista, malgrado la ricerca dello stesso possa risultare alquanto frustrante. Non si arrenda!
Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa

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Gentile utente, per rendere maggiormente efficace la sua terapia sarebbe davvero potente e bello se potesse condividere le sue frustrazioni rispetto alla terapia con il suo psicologo. Per noi il feedback del paziente è fondamentale in corso di terapia.. é prezioso materiale di lavoro. Non abbia paura di offenderlo, la sua professionalità gli permetterà di dare un senso a quanto lei dice. La terapia è come un abito che va assolutamente confezionato su misura.
Cordialmente
Dr.ssa Damiano Maria
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Comprendo la sua frustrazione per la durata della terapia e la sensazione di non aver ancora trovato la "quadra" del benessere.
Tre anni di terapia possono sembrare un periodo lungo, ma non necessariamente è troppo lungo per un caso complesso come il suo. La depressione, l'ADHD e i disturbi del comportamento alimentare sono condizioni che possono richiedere un tempo più lungo per essere trattate efficacemente. Inoltre, le difficoltà che sta affrontando in questo momento, come la malattia di un parente e la sofferenza economica, possono aggiungere ulteriori ostacoli al suo percorso di crescita.
È importante ricordare che la terapia non è una bacchetta magica. Non esiste una formula magica per risolvere tutti i problemi in poco tempo. Il percorso di crescita richiede tempo, impegno e pazienza. Ci saranno momenti di stallo e di frustrazione, ma è importante non perdersi d'animo e continuare a lavorare su di sé.
Tuttavia, se sente che la terapia non sta producendo i risultati desiderati, è importante che ne parli apertamente con il suo psicologo. Insieme potrete esplorare le sue esigenze e valutare se è il caso di modificare il percorso terapeutico. Resto a disposizione per qualsiasi altra domanda o dubbio.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive. Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, grazie per aver condiviso con noi la sua situazione e le emozioni che al momento sta vivendo.
Sono dispiaciuta che non sia riuscito a trovare una quadra e qualora pensa che dal percorso intrapreso non possa piu trarne beneficio può parlarne con il suo terapeuta esponendo la problematica al fine di trovare una soluzione o un rimando con qualcuno che potrebbe risultare adatto alla sua situazione e/o esigenza.
Resto a disposizione, sia in sede fisica che on line.
Cari saluti.
Dott.ssa Filomena Carotenuto
Salve, anzitutto grazie per aver condiviso la sua situazione, e per essere riuscito ad esprime la sua frustrazione per non aver ancora trovato la "quadra" del suo benessere. Sicuramente, in terapia, lavorare sia sul DCA, che sull'ADHD e sulla depressione, può portare a un percorso terapeutico di durata variabile. La invito caldamente a condividere con il suo terapeuta, queste sue riflessioni, in modo da lavorarci insieme e eventualmente continuare il percorso con una trasparenza maggiore, soprattutto da parte sua, visto che nutre dei dubbi sul percorso già avviato. Saluti, Dott.ssa Jessica D'Alessandro
Buongiorno, la psicoterapia ha tempi che possono essere variabili a seconda delle specifiche storie personali. Come già suggerito dai colleghi parli apertamente e con fiducia al suo terapeuta dei suoi dubbi i quanto anche le perplessità e i tempi apparentemente vuoti possono far parte di un percorso costruttivo. Cordialmente dott.ssa Gabriella Pringigallo
Gentile signore, capisco che sta attraversando un momento molto delicato e complesso. È naturale, in circostanze come le sue, porsi domande sul percorso terapeutico intrapreso e valutare l'opzione di un cambiamento. La terapia, come sa, è un viaggio che non offre soluzioni immediate, ma piuttosto offre spunti e strumenti per affrontare le sfide della vita.

Riguardo alla sua considerazione di cambiare terapia, è importante ricordare che uno degli aspetti fondamentali per il successo di questo percorso è la qualità dell'alleanza terapeutica. Questa relazione si basa su fiducia, comprensione e collaborazione. Lei vede regolarmente il suo terapeuta da tre anni e, nonostante dubbi e prove con altri, è a lui che ritorna, segno che è lì che sente di dover transitare emozioni fondamentali. E allora, con coraggio, se sente che c'è qualcosa che non va nella relazione attuale, esplori questi sentimenti insieme al terapeuta durante le sue sedute. Una comunicazione aperta può aiutare a chiarire dubbi e preoccupazioni, a rinsaldare la relazione terapeutica, a rimodulare obiettivi e strategie e a rendere il percorso terapeutico più efficace.

La terapia non va vista come una soluzione miracolosa, ma piuttosto come un mezzo per scoprire e affinare il proprio stile personale nel navigare le acque, talvolta turbolente, della vita. Ogni individuo ha le proprie risorse e capacità, e il percorso terapeutico aiuta a riconoscerle e a utilizzarle nel modo più costruttivo possibile.

Spero che queste parole possano offrirle qualche spunto di riflessione. Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti o supporto.
Gentile utente, la prima domanda che mi è venuta in mente mentre leggevo quanto scrive è la seguente: ‘Quali sono le sue aspettative rispetto al percorso terapeutico che sta facendo?’. Ne ha parlato con lo psicologo? Quali sono i benefici, i miglioramenti – se ci sono stati - che ha avuto modo di osservare fino ad ora rispetto a quando ha iniziato la terapia? Non si lasci ingannare dal periodo di tre anni che le sembra eccessivo, in fondo si tratta di soli 50/60 minuti a settimana, minuti che dedica alla cura del suo benessere, spesso anche soltanto attraverso l’esternazione delle difficoltà che sta attraversando. Non sottovaluti poi il valore e il beneficio dell’essere ascoltati: parlare con qualcuno che si interessa alle sue vicissitudini, ai suoi stati emotivi, ai suoi pensieri, ai suoi modi di comportarsi è già di per sé terapeutico e per nulla scontato. Non sottovaluterei, al suo posto, nemmeno il fatto che si trova bene con lo psicologo di ora, contrariamente a quelli precedenti: quando ci si trova in sintonia e si acquisisce una certa familiarità e confidenza con un professionista non è così automatico ritrovarli con un altro. Diverso sarebbe se non si trovasse bene o se non si sentisse accolto, ascoltato; in tal caso sarebbe preferibile rivolgersi ad un’altra persona. Potrebbe essere utile per lei ridefinire insieme al suo psicologo l’obiettivo dei colloqui così da avere chiaro che cosa aspettarsi, comprendere se ci sono degli aspetti sui quali è possibile intervenire solo parzialmente, provare anche a spiegargli che cosa intende per ‘crescita’. Spero di averle fornito qualche valido spunto di riflessione. Un caro saluto
Gentile Utente, grazie per la condivisione della sua storia. Il percorso psicoterapeutico può avere dei tempi variabili a seconda della situazione riportata e degli obiettivi raggiunti. Le consiglio di esporre i suoi dubbi al suo terapeuta; questo potrebbe aiutarla ad affrontare il percorso in modo più consapevole. Un caro saluto Dott.ssa Alessia Silvaggi
Buongiorno, capisco la sua frustrazione nel non vedere risultati tangibili, ma i cambiamenti sono molto lenti, soprattutto quando i problemi sono complessi e molteplici per cui 3 anni di terapia sono insufficienti. Il dato di fatto che con l'ultimo terapeuta abbia stabilito una connessione, sembrerebbe di per sé molto importante come fattore promotore di cambiamenti in positivo. E' ormai consolidata l'evidenza che il più importante fattore di miglioramento sia l'alleanza terapeutica tra paziente e terapeuta. Le suggerirei di continuare in questo senso e i risultati si renderanno più evidenti man mano. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
Buongiorno,
un percorso di psicoterapia non ha una durata predefinita e neanche una durata tipica. Dal momento che con il suo psicologo si trova a suo agio le suggerisco di portagli in maniera aperta questi dubbi.

Buona giornata
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione. Dal momento che non le sembra giusto cambiare terapeuta, il mio consiglio è di aprire un dialogo chiaro e diretto con lui: gli dica che non vede progressi, che si sente fermo e che sente che le sedute non vanno da nessuna parte. Credo che un confronto sincero possa essere motore di cambiamento. Se avesse bisogno di ulteriore supporto resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Elena Gianotti
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione e le criticità che la accompagnano. Quando i problemi sono complessi e molteplici è difficile definire a priori la durata di un percorso di psicoterapia, quello che però mi sembra importante sottolineare è che lei è riuscito a stabilire una connessione, un'alleanza terapeutica positiva con il suo terapeuta: questo potrebbe aiutarla ad esplicitare in maniera libera i propri dubbi con quest'ultimo, in modo da lavorarci insieme e proseguire con una maggiore trasparenza.
Un caro saluto.
Dott. Davide Este
Buongiorno, è possibile che in seguito ad avvenimenti impattanti le sedute possano prendere una piega più supportiva e di contenimento.
Se prova queste sensazioni di non efficacia della terapia le consiglio di parlarne con il suo terapeuta e insieme indagare questa sensazione per poi eventualmente decidere la direzione.
Saluti, dott ssa Chiara Carraro
Gentile utente,
Non esiste un tempo “giusto” per la terapia. Capisco lo sconforto, ne parli con il suo terapeuta, sono sicura che insieme potrete dare una scossa al percorso. Ricordi che è il suo spazio e se sente di essersi arenato è importante che lo dica; in questo modo potrà avere un feedback in merito alla questione e potrà prendersene cura. In bocca al lupo, un caro saluto.
Dott.ssa Chiara Costa
Gentile Utente, delle psicoterapie si conosce l’inizio ma non la fine. Ha provato a confrontarsi con il suo terapeuta? Si ricordi che è un suo diritto chiedere ed è soprattutto un buon motivo da discutere in seduta.

Saluti.
Dott.ssa Maria Luisa Mazzeo
Buongiorno,
Non ci sono percorsi di terapia troppo lunghi, quello che conta è che essi abbiano un obiettivo. Se sente che il suo percorso è arrivato ad un punto morto le consiglio di parlarne chiaramente con il collega, in modo da poter trovare una quadratura che sia per lei più efficace.
Dott. Marco Cenci

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