Buongiorno, Sono un ragazzo di 34 anni, sono una persona molto ansiosa e cerco di gestirmi l'ansia

26 risposte
Buongiorno,
Sono un ragazzo di 34 anni, sono una persona molto ansiosa e cerco di gestirmi l'ansia come posso.
Ultimamente sto avendo seri problemi a mangiare con persone con cui non mi sento a mio agio (es. pranzi con colleghi o di lavoro in generale o anche semplicemente qualche amico\a) mi trovo in una situazione molto brutta in quanto questa problematica porta a "isolarmi" o a cercare una via di uscita durante le ore dei pasti.
In passato ho sofferto di una situazione simile sempre legata ai momenti dei pasti non riuscendo a deglutire naturalmente quasi dovevo sforzarmi e in questo periodo mi succedeva anche quando mangiavo da solo per poi risolversi da solo dopo un paio di mesi.
Ad oggi riporto episodi legati solo a situazioni lavorative o generiche dove non mi sento a mio agio.
Vorrei poter risolvere e affrontare questo problema in quanto sono convinto che non sia legato al cibo ma alla mia ansia che spesso mi sovrasta e si sfoga in questo modo sul cibo.
Grazie delle risposte.
Buongiorno,

comprendo quanto possa essere difficile vivere queste esperienze durante i pasti in compagnia. L'ansia può manifestarsi in modi molto intensi e influenzare aspetti della nostra vita quotidiana, come l'alimentazione, soprattutto in situazioni sociali che percepiamo come stressanti o poco confortevoli.

Il fatto che tu abbia notato un legame tra le tue sensazioni e il contesto in cui ti trovi è un passo importante. Potrebbe essere utile esplorare più a fondo queste emozioni per capire cosa attiva questa risposta nel tuo corpo. Spesso, comprendere le radici della nostra ansia può aiutarci a trovare strategie per gestirla e ridurne l'impatto sulla nostra vita.

Ti incoraggio a considerare l'idea di parlare con un professionista che possa accompagnarti in questo percorso di comprensione e superamento delle difficoltà che descrivi.

Un caro saluto,
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Gent.mo, descrive uno stato di ansia che si riversa principalmente nel consumo dei pasti in contesti di lavoro (benché in passato le fosse capitato di sperimentare un disturbo simile anche quando era solo). Purtroppo, non è però possibile cogliere da qui i motivi personali e il senso di quanto le accade: cosa che invece potrebbe essere fatta con un lavoro psicoterapeutico. Se desidera, provi a chiedere una consultazione così da poter capire meglio in quale modo esserle di aiuto. SG
Gentile utente,
La condivisione di un pasto è un momento in cui si accede ad un piano di maggiore intimità, e questo può comportare di per sé vissuti di disagio. Condivido con lei che il cibo potrebbe non essere il problema centrale, soffrendo lei, come ci ha descritto, di stati ansiosi che prendono il sopravvento anche in altre situazioni lavorative.
Visto il suo desiderio e la sua necessità , le consiglio di rivolgersi ad un professionista che possa aiutarla ad esplorare le cause profonde del suo malessere e quindi attraverso un percorso terapeutico accompagnarla a vivere meglio le sue giornate.
Un caro abbraccio
Buongiorno.
La tua descrizione evidenzia una situazione complessa e difficile che potrebbe essere associata a diversi fattori di ansia e stress sociale. È importante innanzitutto riconoscere il coraggio che hai nel condividere questa difficoltà e cercare di affrontarla.
La tua esperienza con l'ansia, in particolare nei contesti sociali come i pasti con colleghi o amici, può derivare da pressioni interne e aspettative su come ci si aspetta che ci comportiamo in tali situazioni. Il fatto che tu abbia già attraversato episodi simili in passato suggerisce che questo è un tema ricorrente, e potrebbe essere utile esplorare ulteriormente le cause profonde di questa ansia.
Prova a prendere consapevolezza dei tuoi pensieri e sentimenti quando ti trovi in queste situazioni. Identifica quali pensieri scatenano la tua ansia e cerca di scriverli. Questo può aiutarti a prendere distanza emotiva da essi.
Considera di praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga. Questi strumenti possono essere utili per ridurre i sintomi dell'ansia e aiutarti a sentirti più centrato prima di un evento sociale.
Potresti provare a esporti lentamente a situazioni sociali. Inizia con incontri brevi e che ti fanno sentire relativamente a tuo agio, per poi aumentare gradualmente la complessità e la durata degli eventi.
Se ti senti a tuo agio, parlare apertamente della tua ansia con le persone che ti circondano può alleviare la pressione. Spesso, gli altri sono più comprensivi di quanto pensiamo e potrebbero offrirti supporto.
Considera di rivolgerti a uno psicologo o a un terapeuta che possa aiutarti a esplorare più a fondo le tue esperienze, le tue emozioni e le strategie di coping.
La terapia cognitivo-comportamentale è spesso efficace per affrontare l’ansia sociale.
Non dimenticare di prenderti cura di te stesso. Alimentarsi correttamente, fare attività fisica e dedicare del tempo a hobby o attività che ti piacciono, può contribuire a migliorare il tuo benessere generale.
Ricorda che ogni persona affronta l'ansia in modi diversi, e ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro. La cosa più importante è essere gentile con te stesso in questo viaggio verso la gestione della tua ansia.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Salve, la ringrazio per aver scritto.
L’ansia può assumere certamente una dimensione invalidante, che può inibire molte occasioni di incontro.
Le circostanze in cui si manifesta talvolta possono richiamare il bisogno che ci sia un altro di cui potersi fidare, su cui potersi appoggiare o pronto a venire in nostro soccorso.
Sicuramente uno spazio terapeutico dedicato potrebbe rivelarsi di supporto per interrogare ed esplorare meglio le origini di questo disagio al fine di comprenderlo meglio e trattarlo.
Con l’augurio che quindi possa trovare l’aiuto di cui ha bisogno, le porgo un cordiale saluto
Salve,
Quello che descrive sembra collegato all'ansia sociale, un tipo di ansia che si manifesta in situazioni in cui si teme di essere osservati o giudicati dagli altri. Nel suo caso, sembra che queste paure si concentrino principalmente nei momenti dei pasti in contesti sociali, portando a un forte disagio e a difficoltà fisiche come il problema di deglutizione. È interessante notare che in passato questa difficoltà si è estesa anche ai momenti in cui era da solo, il che suggerisce che il sintomo si possa amplificare in relazione a stati d'ansia più generali.

Il fatto che ora il problema si presenti solo in specifici contesti, come i pranzi di lavoro o con persone con cui non si sente a suo agio, sembra indicare che l'ansia legata alla socialità o alla performance davanti agli altri sia il fattore scatenante principale. Questo tipo di ansia può portare a una reazione fisiologica nel corpo, come il blocco della deglutizione, che poi crea un circolo vizioso: più si teme il sintomo, più è probabile che si manifesti, aumentando così il disagio.

Un approccio per affrontare questa situazione potrebbe essere lavorare sia sulla gestione dell'ansia in generale, sia sul rapporto con i pasti in contesti sociali. Tecniche di respirazione, rilassamento o mindfulness possono aiutare a ridurre l'ansia acuta, mentre affrontare gradualmente queste situazioni, in un ambiente sicuro o con il supporto di un professionista, potrebbe aiutarla a desensibilizzarsi al disagio. Esplorare le sue aspettative e timori legati al giudizio degli altri potrebbe fornire ulteriori spunti per comprendere meglio questo blocco.

Se desidera intraprendere un percorso di approfondimento e lavorare su questi vissuti, sono disponibile a offrirle il supporto terapeutico necessario per affrontare l'ansia e sviluppare strategie più efficaci per gestirla.
Gentile utente,
capisco quanto possa essere invalidante il sintomo che descrive, sopratutto perché inficia la possibilità di stare con gli altri in situazioni sociali o lavorative legate al cibo. Da ciò che scrive sembra aver accuratamente identificato che questo disagio sia legato alla sua ansia e ne sia una manifestazione. I segnali di ansia per quanto invalidanti sono dei segnali comunicativi che indicano un malessere e un disagio legato a motivazioni maggiormente psichiche; in quanto tali vanno compresi e ne vanno indagate le ragioni più profonde, di modo che lei possa essere maggiormente libero e vivere serenamente la sua vita sociale e lavorativa. Le consiglio di intraprendere un percorso psicoterapeutico per comprendere meglio le ragioni della sua ansia, sicuramente ne trarrà beneficio e potrà essere un'occasione per conoscere meglio sé stesso.
Le auguro il meglio
Gentile utente, grazie per la sua condivisione.
Mi dispiace per i vissuti associati al momento dei pasti.
Come suggerisce potrebbero essere associato ad uno stato di preoccupazione di natura sociale. Tuttavia, in assenza di altre informazioni, è difficile darle risposte.
Mi sento di suggerirle di cercare il supporto di un/una psicoterepeuta.
Ricevo anche online se sentisse il bisogno di intraprendere un percorso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Gentile utente, grazie per la condivisione di questo suo disagio. Da anni mi occupo di ansia e di fobia sociale e sembra che il suo sintomo manifesti questa difficoltà a stare dentro le relazioni e a rimanere isolato, diversamente da quello che le era successo in precedenza con la deglutizione e chissà a cosa potrebbe essere legato. Quello che posso consigliarle è di iniziare un percorso terapeutico che possa aiutarla ad avere consapevolezza del significato del sintomo e trovare una modalità per poter venirne fuori. Cordialità dott. Gaetano Marino
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso quest0 suo vissuto. è possibile percepire in maniera chiara ed evidente la sua sofferenza e la sua difficoltà relativa al momento dei pasti e, dalla sua descrizione, può trattarsi di una forma di ansia sociale o fobia sociale, essendo che si declina nei momenti conviviali con amici o a pasti sul posto di lavoro. Da quanto ha riportato è possibile evincere che questa sintomatologia, per quanto sia legata principalmente alla socialità, può manifestarsi anche quando è da solo, diventando pervasiva. Le consiglio di trattare questa sua problematica in due modi: iniziare un percorso psicologico/psicoterapeutico allo scopo di indagare le radici profonde correlate all'insorgenza della sintomatologia ansiogena e, in secondo luogo, utilizzare tecniche di respirazione o di mindfulness, che possono essere sicuramente utili per ridurre l'intensità della sintomatologia, favorendone la gestione. Un caro saluto, Dott. Ciampone Emanuele

Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza.

Riguardo alla difficoltà che sta vivendo nei momenti dei pasti, sembra che ci sia un collegamento forte tra la sua ansia e il contesto sociale in cui si trova. Come ha descritto, sembra che il problema non sia direttamente legato al cibo, ma piuttosto all'ansia che emerge in situazioni in cui non si sente a suo agio, come pranzi di lavoro o momenti condivisi con persone con cui non ha confidenza. È possibile che la pressione sociale o la paura di essere giudicato influiscano sulla sua capacità di rilassarsi e mangiare serenamente.

Può essere utile per lei approfondire meglio questi sentimenti per capire come si manifestano e cosa li innesca. Capire come affrontare e gestire l'ansia in questi contesti specifici potrebbe aiutarla a superare questo ostacolo. Consideri la possibilità di parlare con uno/a psicologo/a, che potrà aiutarla a esplorare queste dinamiche e a sviluppare strategie per affrontare l'ansia in maniera più efficace.

Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.

Un saluto,
dott. Giuseppe Saracino
Salve grazie per aver condiviso la sua esperienza. Purtoppo si puo' soffrire d'ansia per diversi aspetti che possono essere sociali, caratteriali o esperenziali , per gestirla e curarla ci sono diversi rimedi come esercizi di mindfulness e con l'aiuto di un terapeuta potrebbe aiutarla a capire quali siano le cause primarie che la determinano in modo tale da modificare i comportamenti che la causano . Sono a disposizione per qualsiasi chiarimento.Un caro saluto, Dott.ssa Giusy Torre
Buongiorno, posso solo immaginare il disagio che prova in queste situazioni e il fatto che si stia attivando per trovare una soluzione è il primo passo per risolvere il problema, ma ce ne sono altri da fare. Innanzitutto da quello che scrive, sembra consapevole del sintomo, ma poco delle cause. Quindi per prima di tutto, occorre capire cosa le crea quel dato disagio, cosa teme che gli altri possano fare o pensare di lei quando mangia, qual è la cosa peggiore che secondo lei le può capitare in quei momenti. Il secondo passo è interrogarsi se sul piano logico questi pensieri hanno senso, sono realistici. Infine, trovare dei pensieri più aderenti alla realtà, che la possano guidare in quei momenti di forte ansia e inibizione. Questa può essere una piccola parte del lavoro, che interviene maggiormente a livello del pensiero. Sarebbe importante affrontare anche l'aspetto comportamentale, poichè quello che sta mettendo in atto in questo momento, defilandosi da situazioni in cui dovrebbe mangiare con altri, è un forte evitamento che non può fare altro che alimentare il problema. In ultimo è importante capire che questa sua difficoltà è solamente un sintomo di un problema d'asia ben maggiore, che potrebbe decidere di risolvere alla radice con il supporto di uno psicologo psicoterapeuta che la accompagni in ogni passaggio. Spero di esserle stata d'aiuto. Rimango a disposizione. Dott.ssa Anna Tosi
Salve! Grazie per aver condiviso la tua esperienza. È chiaro che l’ansia sta influenzando il tuo rapporto con i pasti in situazioni sociali. Questo è un tema comune e comprensibile, soprattutto quando ci si sente sotto pressione in contesti lavorativi o sociali. Il tuo bisogno di isolarti o di cercare una via di uscita è una reazione comprensibile all’ansia. È importante riconoscere che questa risposta è una strategia di coping, anche se può portare a un circolo vizioso di isolamento.
Se la situazione persiste o diventa troppo opprimente, potrebbe essere utile lavorare con un professionista che possa offrirti strategie più personalizzate e supporto durante questo percorso.

Ricorda che il cambiamento richiede tempo e pazienza. Sei già sulla strada giusta semplicemente riconoscendo e cercando di affrontare il tuo disagio. Se hai ulteriori domande o desideri approfondire qualche aspetto, resto a disposizione per aiutarti. Dott.ssa Anna Consalvo
Buongiorno, quello che descrivo sembra essere un riflesso dell'ansia sociale, che si manifesta in situazioni in cui si sente sotto pressione oa disagio. Il cibo diventa quindi un "sintomo" legato a queste situazioni, ma il problema sembra più radicato nella gestione dell'ansia stessa. Potrebbe essere utile considerare un percorso con un terapeuta specializzato nelle metodologie attive, come lo psicodramma, che potrebbe aiutarla ad esplorare le emozioni legate a queste situazioni ea trovare strumenti pratici per affrontarle.
La terapia potrebbe aiutarla a scoprire e affrontare le cause profonde della sua ansia, lavorando su come si sente nelle interazioni sociali e sviluppando nuove strategie per affrontarle con maggiore serenità. Non esiti a parlarne con uno specialista per trovare un percorso che la faccia sentire più a suo agio in queste situazioni.
Un saluto, d.ssa Raileanu
Buonasera, ti ringrazio per aver condiviso quello che stai vivendo, posso immaginare quanto sia difficile affrontare questa situazione, soprattutto perché ha un impatto significativo sulla tua vita quotidiana e sociale. Da quello che descrivi, sembra che l'ansia stia trovando un modo molto specifico di manifestarsi, legandosi ai momenti dei pasti, soprattutto in situazioni sociali dove non ti senti completamente a tuo agio. È importante sottolineare che ciò che stai vivendo non è insolito, e molte persone che soffrono d'ansia sperimentano sintomi simili. Quando siamo in situazioni sociali che ci mettono a disagio o che percepiamo come minacciose, il nostro corpo reagisce attivando una risposta di “lotta o fuga”. Questa reazione può influire sul nostro sistema digestivo, rendendo difficile mangiare o deglutire. È come se il corpo fosse in uno stato di allerta, dove le funzioni vitali legate alla digestione vengono messe in secondo piano perché la priorità è la gestione del "pericolo" percepito, anche se si tratta di una semplice interazione sociale. È evidente che la tua ansia, in questo contesto, sta giocando un ruolo primario. Il fatto che tu abbia sperimentato una situazione simile in passato e che poi si sia risolta spontaneamente è incoraggiante, ma capisco quanto possa essere frustrante che ora si stia ripresentando in modo più mirato e legato a contesti sociali. È importante riconoscere che il problema non è il cibo in sé, come hai giustamente notato, ma piuttosto l’ansia che si esprime in quel momento. Probabilmente, quando sei con altre persone, in particolare in ambito lavorativo o con persone con cui non ti senti a tuo agio, emerge una forma di pressione o preoccupazione che ti fa sentire osservato o giudicato. Questo può innescare un circolo vizioso: più cerchi di controllare l'ansia, più ti senti sopraffatto, e il tutto si riversa sul momento del pasto, rendendo il mangiare un'azione forzata e difficile. In situazioni come queste, la deglutizione, che normalmente è automatica, diventa un gesto consapevole, e questo può creare una sensazione di sforzo. Un possibile approccio per affrontare questa situazione potrebbe essere quello di lavorare sull’ansia in modo graduale e mirato, utilizzando tecniche di gestione dell'ansia e strategie cognitive-comportamentali. Ad esempio, potresti esplorare esercizi di respirazione e rilassamento che puoi applicare prima e durante i pasti, per aiutare il tuo corpo e la tua mente a rilassarsi. Un altro strumento utile potrebbe essere l’esposizione graduale alle situazioni che ti creano ansia. Invece di evitarli del tutto, potresti iniziare a introdurti in contesti più "sicuri" e familiari, magari con poche persone di cui ti fidi, e osservare come ti senti. Una parte fondamentale del percorso è anche lavorare sui pensieri che accompagnano queste situazioni. Quando ti trovi in contesti sociali durante i pasti, potresti essere dominato da pensieri come “Cosa penseranno gli altri di me?” o “Se non riesco a mangiare, tutti lo noteranno”. Questi pensieri tendono a rafforzare l’ansia e a far crescere il disagio. Riconoscerli e ristrutturarli può aiutarti a ridurre l’impatto che hanno su di te. Sarebbe utile anche riflettere su come affronti in generale le situazioni sociali. C'è una preoccupazione di fondo per il giudizio altrui o un forte bisogno di controllo? Potrebbe essere importante esplorare queste dinamiche con un professionista per comprendere meglio da dove nasce questa ansia sociale e come si collega alla tua vita quotidiana. In sintesi, hai già individuato che il problema non è il cibo in sé, ma l’ansia che si manifesta in quel contesto. Questo è un passo importante. Lavorare su tecniche di rilassamento, l’esposizione graduale e la ristrutturazione dei pensieri potrebbe aiutarti a ridurre l’ansia e a riprendere il controllo sui tuoi momenti di socializzazione durante i pasti. E soprattutto, ricorda che non sei solo in questo percorso: molte persone sperimentano ansia sociale, e con gli strumenti giusti puoi affrontarla e superarla. Cari saluti. Dott. Andrea Boggero
Ciao, il tuo disagio durante i pasti sembra essere strettamente legato all'ansia sociale, piuttosto che al cibo in sé, come hai intuito. L'ansia può manifestarsi in vari modi fisici, e nel tuo caso sta influenzando l'esperienza del mangiare in contesti sociali.

Potrebbe essere utile affrontare questa ansia con alcune tecniche di gestione del respiro e di rilassamento muscolare progressivo, soprattutto prima di situazioni stressanti. Inoltre, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) potrebbe aiutarti a identificare e modificare i pensieri negativi legati a questi momenti.

Ti incoraggio a non isolarti, ma a cercare gradualmente di affrontare queste situazioni, anche con il supporto di un professionista.
Buonasera, grazie per il suo quesito. Lei riporta situazioni che possono essere riconducibili ad una sintomatologia ansiosa che potrebbe essere gestita clinicamente sia in un contesto pubblico sia privato. Le consiglio di parlarne con il suo medico di base per capire e condividere con lui/lei quale percorso sia più praticabile. Cordiali saluti,
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma la sua difficoltà e mi sento vicina al disagio che questa situazione le comporta. Sulla base delle informazioni da lei fornite posso dirle che l'ansia spesso tende ad aumentare in contesti sociali e, sicuramente, la condivisone di un pasto consente di accede ad una sfera di maggiore intimità relazionale. Le consiglierei di intraprendere un percorso con un professionista per dare spazio alla sua ansia e sopratutto comprendere cosa accade quando entra in relazione con l'altro, al fine di poter vivere serenamente eventuali momenti di aggregazione e le relazioni in generale.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissimo, sicuramente potrebbe essere utile farsi aiutare da un professionista, in quanto molto spesso alcune sofferenze sono collegate ad aspetti più antichi e profondi. Ecco perché le consiglio un’approfondimento personale, attraverso lo spazio intimo e protetto del colloquio psicologico. Così da fare chiarezza dentro di Lei e ritrovare la sua serenità, vivendo piacevolmente la sue relazioni con il cibo e gli altri.

Cordialità
Dott. Maurizio Di Benedetto
Buongiorno gentile Utente, sono molto dispiaciuto per il disagio che sta vivendo, ma è importante riconoscere il modo in cui la sua ansia sembra manifestarsi in situazioni sociali, specialmente durante i pasti. Come ha già intuito, sembra che la difficoltà a mangiare in compagnia di altre persone non sia legata al cibo in sé, ma piuttosto a un'espressione della sua ansia, che si attiva in contesti sociali dove non si sente completamente a suo agio.

La difficoltà a deglutire e la tendenza a cercare vie di fuga dai pasti condivisi possono essere manifestazioni di quello che viene chiamato "ansia sociale" o "fobia sociale". Questi episodi si presentano spesso in situazioni dove ci si sente osservati o giudicati dagli altri, specialmente in contesti formali o lavorativi. Tuttavia, nonostante possa sembrare una condizione debilitante, ci sono delle strategie che può adottare per affrontare la situazione.

In primo luogo, è importante non evitare completamente queste situazioni. L'evitamento può dare un sollievo temporaneo, ma a lungo termine può rafforzare la paura e rendere sempre più difficile affrontare momenti simili. Un buon punto di partenza potrebbe essere quello di cercare di esporsi gradualmente a queste situazioni, iniziando da contesti più sicuri e con persone con cui si sente maggiormente a suo agio, per poi estendere gradualmente il livello di esposizione.

Un'altra possibile strada da percorrere è quella di lavorare sulle tecniche di gestione dell'ansia, come esercizi di respirazione o rilassamento, che possono aiutarla a mantenere il controllo durante i pasti. Imparare a identificare i pensieri negativi o preoccupanti che sorgono in quei momenti può aiutarla a ridimensionarli e affrontarli in modo più razionale. Molte persone con difficoltà simili trovano beneficio nella mindfulness o nella terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che si concentra proprio sull'intervento in questo tipo di dinamiche.

Poiché ha già vissuto una situazione simile in passato, può essere utile esplorare cosa l'ha aiutata a superarla in quel momento, cercando di riportare nella sua vita quelle risorse. Se ritiene che il problema stia influenzando significativamente la sua qualità della vita, un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla ad affrontare le cause sottostanti della sua ansia e sviluppare nuove strategie per gestirla in modo efficace.

Le consiglio di non sottovalutare il suo benessere emotivo e di prendersi il tempo per esplorare il modo in cui questa ansia si è sviluppata e come può iniziare a gestirla. Affrontare il problema in modo attivo è già un primo passo importante verso una maggiore serenità. Se ha altre domande o desidera approfondire ulteriormente, non esiti a contattarmi.

Un caro saluto.
Dott. Luca Vocino
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Gentile, la ringrazio per aver espresso la situazione che in questo momento le genera sofferenza e posso comprendere quanto questi eventi siano complessi. L'ansia è un'emozione che, se intensa e costante, può portare a invalidazioni in diverse aree di vita, come ad esempio quella lavorativa o sociale. Le suggerirei di intraprendere un percorso di supporto psicologico così da poter approfondire quanto da lei riportato, identificare strategie di mantenimento del problema e sviluppare nuove strategie per affrontare le situazioni da lei descritte. Rimango a disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo ed inizio di percorso.
Cordialmente,
Dott.ssa Alice Savoia
Buongiorno, immagino quanto possa essere limitante vivere i momenti di convivialità sentendosi sempre in agitazione. L'ansia può raggiungere livelli di intensità anche molto elevati, influenzando in più modi la nostra quotidianità e, come in questo caso, rappresentando un ostacolo nello stare con gli altri. Suggerisco di intraprendere un percorso di supporto psicologico per comprendere l'origine di questi stati ansiosi e mettere in pratica delle strategie adeguate per ridurne gli effetti.
Buongiorno,
Il modo per risolvere la problematica è intraprendere un percorso di sostegno psicologico con un collega.
Dott. Marco Cenci
Carissimo si percepisce dal suo racconto l'ansia ed il disagio che prova. L'ansia è una condizione piuttosto diffusa che si manifesta in varie forme. Può essere sia sintomo che disturbo e quando si manifesta con intensità può essere invalidante come nel suo caso impedendole di deglutire, ma se opportunamente elaborata attraverso un supporto psicologico può aprire al proprio mondo interiore. Sarebbe necessario approfondire ma in ogni caso mi sento di consigliarle di farsi supportare da uno specialista e concedersi uno spazio di riflessione per se stesso. Vedo particolarmente indicato nel suo caso l'intervento con tecnica di esperienza immaginativa: una sorta di sogno ad occhi aperti che si avvale dell'immaginario e del simbolo. Questa tecnica indicata in caso di ansia e blocchi emotivi consente di vivere l’emozione insostenibile attraverso uno scenario simbolico può sbloccare e risolvere anche perché non è un percorso che si compie soli ma insieme allo psicologo che partecipa emotivamente e trascrive tutto ciò che stai vivendo e narrando nella sequenza associativa di immagini. Spero di esserle stata d'aiuto, Una caro saluto. Sono a disposizione per necessità. Dott.ssa Anna Verrino

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