Buongiorno Sono un ragazzo di 24 anni e da ormai qualche mesetto sono in forte dubbio riguardo il

18 risposte
Buongiorno
Sono un ragazzo di 24 anni e da ormai qualche mesetto sono in forte dubbio riguardo il mio percorso psicoterapeutico. Premessa, sono in cura da un anno con una psicoterapeuta con la quale ho avviato una traumaterapia. Fino a metà andava tutto bene ma verso fine estate ho iniziato a sentire dei forti dubbi da alcune sue affermazioni un po’ giudicanti e da alcuni momenti in cui sembra lamentarsi se non faccio un esercizio fatto bene o magari il parlare in un discorso riguardo l’accettazione, di alcune sue pazienti che son rifatte dalla testa ai piedi (cito parole) . Tre settimane fa ho preso la decisione di affrontare la cosa e parlaglierne , ma a parte dei complimenti sul non essere scappato come spesso facevo in passato , non mi ha detto nulla riguardo la questione che avevo esposto, riguardo i giudizi ecc. Pensavo che mi sarebbe andato bene così ma non sono per nula sereno. Non è più piacevole per me andare in terapia e il colpo di grazia è arrivato ieri quando le ho riferito la mia difficoltà con il superare il passato traumatico e la risposta è stata, devo guardare al futuro. Che per quanto sia vera , voi capite che se riuscissi a farlo non sarei finito in terapia per cercare di superare i miei traumi. Io soffro di depressione, ansia e doc piuttosto raro (mi fisso sulle sensazioni del corpo in particolare la fronte , mi concentro in quella zona) che sono stati causati da eventi traumatici e purtroppo io non vedo beneficio. È vero, la guarigione non è lineare, ma non affronto mai a pieno. Ho fatto in un anno solo 2emdr e ipnoterapia a volte ma non mi vedo in un percorso lineare. Il problema è che io a lei mi son davvero affezionato e le voglio molto bene, non dico di non aver fatto dei passi avanti con lei , anzi, prima di lei non riuscivo nemmeno a fare un’ora di strada in macchina per esempio. Però ultimamente mi sento nel percorso sbagliato e non so cosa sto facendo. Mi sento in colpa nei suoi confronti, mi sembra di farle un torto grande quanto una casa ma io sto mettendo forse per l’ennesima volta, il bene degli altri rispetto al mio, e questo forse mi sta pian piano ributtando giú. In questo periodo mi sento giù di morale moltissimo però questi dubbi e disagi riguardo il mio attuale percorso terapeutico ce li ho da prima che avessi un po’ un down. Purtroppo non so proprio cosa fare, o forse lo so ma ho tanta paura di far soffrire una persona che mi ha comunque dato una mano.
Salve,
Comprendo bene il disagio e la confusione che sta vivendo riguardo al suo percorso psicoterapeutico. Quando si affrontano traumi e difficoltà emotive profonde, la relazione con il terapeuta può diventare un aspetto centrale della terapia stessa. L'affezione che prova per la sua terapeuta è del tutto normale, soprattutto se sente di aver fatto progressi significativi insieme. Tuttavia, i dubbi che ha espresso riguardo al suo approccio, alle sue parole giudicanti, e la sensazione di non affrontare pienamente le sue difficoltà meritano di essere presi sul serio.

Lavorare sui traumi è un processo complesso e delicato, e se la risposta della sua terapeuta rispetto al suo disagio le è sembrata insufficiente, è importante considerare che la terapia dovrebbe essere un luogo sicuro in cui sentirsi ascoltato e accolto senza giudizio. Sentire che certi commenti o atteggiamenti la fanno sentire inadeguato o giudicato può essere un segnale che qualcosa nella dinamica terapeutica non funziona come dovrebbe.

Il senso di colpa che prova nel pensare di poter ferire la terapeuta, così come la paura di interrompere il percorso, riflettono forse una tendenza a mettere il bisogno dell'altro prima del suo. Questo è un tema importante da affrontare in terapia, poiché potrebbe influire non solo sulla sua relazione terapeutica, ma anche su altre relazioni nella sua vita.

Alcuni punti chiave da considerare:

La relazione terapeutica: È fondamentale che la relazione con la sua terapeuta sia basata su fiducia, rispetto reciproco e un senso di sicurezza emotiva. Se avverte che i suoi bisogni non vengono completamente compresi o che ci sono momenti in cui si sente giudicato, questi aspetti potrebbero influenzare la sua capacità di fare progressi.

Affrontare i dubbi in terapia: Ha fatto un passo importante nel condividere con lei i suoi dubbi. Tuttavia, se dopo la discussione non ha sentito una risposta soddisfacente o un cambiamento nell'approccio, potrebbe essere utile ritornare su questo tema per approfondire il suo malessere e capire se ci sono delle possibilità di migliorare la situazione.

Il senso di colpa: La terapia è per lei, e la sua priorità deve essere il suo benessere. Se sente che il percorso attuale non le sta più giovando come prima, è giusto riflettere su altre possibilità, anche se questo comporta un distacco emotivo difficile.

Cambiamento terapeutico: Non è raro che, nel corso di una terapia, si senta la necessità di cambiare terapeuta o approccio. Questo non significa che i progressi fatti finora siano vani o che non abbia ricevuto un aiuto prezioso, ma che a questo punto potrebbe avere bisogno di qualcosa di diverso per continuare a crescere.

Gestire la transizione: Se decidesse di interrompere o cambiare terapeuta, potrebbe valutare di farlo in modo graduale, parlando apertamente con lei di come si sente e dei suoi dubbi. Questo potrebbe aiutarla a fare chiarezza, ridurre il senso di colpa e preparare una possibile transizione.

Le sue preoccupazioni e i suoi sentimenti sono validi. Continuare a riflettere su ciò che è meglio per il suo benessere personale è una parte importante del suo percorso di crescita. Se sente di aver bisogno di un cambiamento, può farlo senza sentirsi in colpa: la terapia è un processo personale, e la priorità deve sempre essere il suo benessere e la sua crescita.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, mi ha colpito sopratutto la sua ultima frase. "Ho paura di far soffrire una persona che mi ha dato una mano (cioè la sua terapeuta)". Credo che sia molto importante per lei dare importanza e porre al primo posto la sua inclinazione a porre al primo posto la sofferenza e i bisogni degli altri. Le consiglio di andare avanti anche se a volte non sembra facile.
Buongiorno, sono disponibile ad aiutarla mediante colloqui online. Mi contatti pure
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buongiorno, ho letto con attenzione le sue righe e le dico subito che è normale sviluppare un legame con il proprio terapeuta, soprattutto quando si è fatto un percorso significativo insieme. Tuttavia, il focus della terapia dovrebbe sempre essere il suo benessere.

Se sente che il percorso non risponde più ai suoi bisogni e che alcuni aspetti del rapporto con la terapeuta non le danno serenità, è importante ascoltare questa sensazione. Potrebbe essere utile aprirsi nuovamente con la terapeuta, esprimendo i dubbi che ha, senza sentirsi in colpa. Il suo benessere e il suo progresso sono la priorità. La decisione di continuare o cambiare terapeuta è qualcosa che spetta a lei e deve basarsi su ciò che sente sia meglio per la sua crescita e guarigione.

Non si senta in colpa per i suoi sentimenti: la terapia è un percorso personale, e se sente che un cambiamento potrebbe aiutarla a fare ulteriori progressi, è giusto esplorare questa possibilità.
Spero possa esserle stata utile, dott.ssa Raileanu
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. si evince come le esperienze traumatiche di cui parla abbiano impattato molto sulla sua vita, influendo negativamente sulle sue manifestazioni ansiose. la relazione con il/la terapeuta è un elemento fondamentale, ed è importante che la comunicazione e la gestione delle emozioni siano chiare e funzionali affinchè possa definirsi terapeutica. Non posso parlare per ciò che non conosco, ma posso dirle che se sente questa terapia abbia degli ostacoli per lei, che non la fanno stare sereno, allora si riservi un momento per rifletterci, ricordandosi il suo obiettivo, ha chiesto aiuto per superare un malessere. resto a disposizione, buona fortuna, dott.ssa amelia capezio
Mi verrebbe da chiederle: "in che modo la sua terapeuta le sta chiedendo di prendersi cura di lei, di non ferirla, o di non farla soffrire? E cosa significa questo nella sua vita? Chi le ha chiesto di non farla soffrire? o di prendersi cura, mettendosi da parte?"
Sono fiduciosa nel vostro rapporto e nella possibilità di scoprire, da questa esperienza, qualcosa di buono.
Buon "viaggio"
Sara Genny Chinnici

Gentile utente, la situazione che descrive è molto delicata, e comprendo quanto sia difficile affrontare questi dubbi, specie per il legame affettivo che sente verso la sua terapeuta. È fondamentale però che il percorso terapeutico rispecchi sempre i suoi bisogni e che si senta accolto, non giudicato. I progressi che ha fatto, come superare le sue difficoltà con i viaggi, sono importanti, ma se ora percepisce che il percorso non è più in linea con le sue esigenze, è essenziale affrontare questa sensazione. Esprimere i propri bisogni non è un torto, ma parte di un percorso terapeutico sano e dinamico. Valuti serenamente se chiarire o cambiare strada, per il suo benessere. Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. è naturale e normale affezionarsi al proprio terapeuta, in quanto la chiave della terapia sta proprio nella relazione che si crea. Il punto è che, essendo la relazione terapeutica, il focus deve restare il suo benessere: sono sicura che se sapesse come si sente, nemmeno la sua terapeuta vorrebbe che lei sacrificasse il suo benessere per evitare di ferirla o di deluderla, e per portare avanti il rapporto solo per gratitudine di qualcosa che è avvenuto in passato. Già solo il fatto che lei abbia paura di ferirla, e si mette in una posizione di protezione nei confronti della sua terapeuta, vuol dire che forse questa relazione non sta più funzionando, per quanto in fasi precedenti della sua storia sia stata fondamentale. Il mio suggerimento è di parlare apertamente alla sua terapeuta e di condividere come si sente, il suo senso di colpa e la sua paura di ferirla, e di ragionare con lei sul perchè non si sente più bene dentro questa relazione. Capirà insieme a lei se è il caso di proseguire oppure se è il caso di interrompere, magari potrà lei stessa indicarle un altro terapeuta fidato con cui proseguire. Se avesse ulteriori domande, o bisogno di supporto, mi trova a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno, non deve temere di ferire la terapeuta, se ha dei dubbi ne parli ancora e cercate insieme dei nuovi obiettivi, magari parlando della sensazione di non linearita' cosi' che la terapeuta possa spiegarle i passi fatti. Perche' e quando in passato ha avuto timore di ferire qualcuno. La terapauta grazie alla sua preparazione sapra' affrontare al meglio la situazione non si preoccupi
tanti auguri
Buona sera,
spiacente per il vissuto "combattuto" che riporta. La psicoterapia è uno strumento e un'occasione e può capitare di prendere alcuni spunti e altri di condividerli meno. Credo che se evidenzia questi elementi una risposta ci sia. Un'idea potrebbe essere quella di condividere il tutto (anche la riconoscenza) con il professionista e poi scegliere ciò che valuta più utile al Suo benessere.
Saluti
Gentile utente grazie per la condivisione di questo suo disagio. Da quello che scrive la sua situazione sembra essere stata particolarmente traumatica e la sofferenza che prova immagino sia importante e le provochi disagio anche nella sua vita relazionale. Non sempre si riesce a costruire una buona alleanza terapeutica questo a prescindere dall' indirizzo e dalla professionalità del terapeuta. Per la mia modalità di approccio preferisco fare una prima intervista telefonica gratuita a cui far seguire l' inizio di un percorso terapeutico. Se dovesse avere necessità non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Salve,
ho letto con attenzione ciò che ha scritto e comprendo perfettamente le sue parole. Trovo sia fondamentale vivere lo spazio terapeutico come "luogo sicuro" ed il fatto che lei si sia sentito giudicato, sicuramente mette in dubbio tutto il setting. Bisogna comunque e sempre prendere in considerazione che lo psicoterapeuta è un essere umano ed in quanto tale può sbagliare. Suppongo che la terapia che le è stata proposta abbia preso in considerazione degli obbiettivi e probabilmente tra questi potrebbe esserci l'incremento dell'autonomia e la forza personali: comunichi al terapeuta in modo assertivo ciò che prova. Il senso di colpa rispetto a come si potrebbe sentire la controparte è umano ma allo stesso tempo è meglio che non ecceda bloccandola: il senso di colpa è come una sentinella sempre presente ma se troppo rigido può arrecare non pochi danni.
Spero di esserle stato utile.
Rimango a disposizione,
Dott. Cotugno.
Gentile utente, ho letto tutto molto attentamente e comprendo bene che non è una situazione semplice da affrontare. Un rapporto di fiducia con il proprio terapeuta è il fondamento di qualsiasi terapia efficace, perchè quando il paziente si sente accettato, riesce ad aprirsi e condividere pensieri ed emozioni profonde. Se il rapporto cambia, diminuisce l'adesione del paziente al trattamento come forse è successo a lei. Per questo il mio consiglio è quello di mettersi al primo posto, così come quando ha deciso di intraprendere questo percorso per prendersi cura di se stesso. Ha tutto il diritto di cambiare terapeuta e questo non significa per forza svalutare ciò che le è stato utile finora, ma semplicemente migliorare, pensare al benessere nel qui ed ora in previsione di un futuro migliore.
Resto a disposizione per un confronto.
Saluti
Dott.ssa Chiara Caprarelli
Gentile utente, grazie per la sua condivisione.
MI hanno molto colpito le parole finali della sua condivisione. Sono parole che riguardano il senso di colpa. Immagino il peso di questo senso di colpa; questo peso che si porta ha sicuramente un effetto anche nella relazione terapeutica e nella fiducia che in questo momento sente.
Anche se fa paura, chiudere una relazione terapeutica può essere un atto di crescita ed evoluzione, se gestita in questa direzione.
Ne parli con il suo terapeuta.
un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Carissimo utente, quello che dico sempre ai miei pazienti è che io vedo la relazione terapeutica come un vestito che ti deve calzare a pennello addosso e la cui lampo sale su senza difficoltò (in questo si vedono le metafore da donna!). Ha fatto bene a parlare delle sue difficoltà con l'attuale terapeuta, in questo è stato molto rispettoso di sè, del professionista e del vostro percorso. Quello che mi sento di dirle però è che, nonostante questa condivisione, qualcosa nel vostro lavoro insieme potrebbe essersi rotto. Questo non toglie nulla la lavoro fatto fin qui, nè alla competenza del collega, semplicemente forse la lampo si è inceppata! Valuti la possibilità di cambiare professionista se ne sente la necessità senza per questo sentire di "tradire" il percorso fatto insieme. Per qualsiasi domanda sono a disposizione.
Buon giorno, grazie per aver esposto questo tuo sentire. Da terapeuta ti consiglio di parlare di come ti senti alla tua attuale terapeuta di esporle il tuo sentire ed il tuo punto di vista. Per quanto può sembrare difficile è necessario; lo spazio di terapia è quello spazio in cui sentirsi capiti, ascoltati, mettersi in gioco e si anche far fatica. Lo spazio in cui ristrutturare relazioni passate e sperimentarsi in modo nuovo, questo significa anche poter dire apertamente quello che senti senza doverti sentire in colpa. Posso capire che non sia semplice ma credo che la tua terapeuta ti rispetti e possa accogliere anche questo tuo nuovo bisogno. La persona che sei oggi magari ha bisogno d'altro e riuscire ad esprimerlo è un ulteriore passo in avanti.
Ti auguro un grande in bocca al lupo per i tuoi futuri passi.
Resto a disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Lorena Ghiotto Psicoterapeuta e Psicodrammatista
Caro, grazie per aver condiviso la tua esperienza. La risposta la trovi nelle ultime righe che hai scritto, le riprendo "ultimamente mi sento nel percorso sbagliato e non so cosa sto facendo". La psicoterapia non deve far sentire in un ricatto, "tu stai qui perché io ti ho fatto stare bene"; deve offrire la possibilità di stare bene e se la collega non coglie la tua sofferenza o la tua scomodità di questo momento che possibilità è? La psicoterapia deve dare la possibilità di agire diversamente dal solito, provando a restituire libertà e tranquillità nella propria esistenza: certo, è doloroso, ma il prezzo che paghi stando lì è assai peggiore. Un caro saluto.

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