Buongiorno! Sono un ragazzo di 24 anni che sta affrontando l’ultimo anno di università da fuorisede

17 risposte
Buongiorno!
Sono un ragazzo di 24 anni che sta affrontando l’ultimo anno di università da fuorisede.
Da circa un anno e mezzo soffro di attacchi di panico, per cui sono stato in terapia affrontando le problematiche del momento e per gestire lo stress dovuto alla preparazione della tesi di laurea. Adesso, dopo il percorso psicologico e il sostegno della mia famiglia e del mio ragazzo, riesco a gestire meglio l’ansia, sapendola riconoscere e disinnescare. Tuttavia ho passato questi periodi dividendomi tra familiari e il ragazzo, senza mai tornare nella città di studio se non per brevi periodi. Adesso che sono rientrato definitivamente sento in sensazione di vuoto enorme, correlato da una tristezza latente e da svariate crisi di pianto. Non credo si tratti di ansia, visto che la città è quella che ho scelto in prima persona e sui cui in fondo mi trovo bene, sto finendo egregiamente il lavoro di tesi e ho già svariate offerte di lavoro. Eppure mi ritrovo sempre in camera a star male, con i pensieri che mi fanno mettere in dubbio tutto ciò che ho costruito, nonostante qui sia pieno di amici, conoscenti e colleghi mi sento quasi sempre da solo, sopratutto nei momenti in cui lo sono fisicamente. Mi chiedevo se si trattasse di un’ulteriore fase da analizzare o se si tratta solo di un periodo di transizione cui devo riabituarmi alla città e alla lontananza dei miei affetti.
Vi ringrazio anticipino per le dritte.
Salve, la descrizione che fa della situazione è molto dettagliata e ricca di particolari. E' possibile che l'essere ritornata in maniera continuativa nella città dove viveva l'abbia messa nella condizione di vivere una nuova fase di cambiamento che sicuramente va ri approfondita per rintracciarne nuovi strumenti di gestione, dato che sta causando questo tono dell'umore così basso.
Una nuova consulenza psicologica non significa tornare indietro e vanificare il lavoro fatto sull'ansia, ma piuttosto integrarlo e fronteggiare al meglio questa nuova fase

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Buonasera,
mi sembra che lei stia vivendo un momento di grande affaticamento, anche considerando la conclusione di un percorso e l'inizio di un altro. Forse, un evento esterno, come la fine del periodo universitario, può aver acceso o riacceso in lei antichi timori. Al di là della possibilità di indagare il sintomo e saperlo gestire, penso possa esserle utile poter indagare più a fondo il suo stato d'animo e la sua storia. Sembra essere preoccupato rispetto alle sensazioni e i pensieri che la stanno attraversando. Senza dubbio, un percorso con un approccio psicodinamico sarebbe indicato per lei.
Un saluto,
Dott.ssa Antonelli Incalzi
Mi sembra di capire che grazie al sostegno della sua famiglia, del suo ragazzo e grazie al percorso psicologico è riuscito a trovare un miglior equilibrio soprattutto per quanto riguarda il discorso laurea, tanto da portare quasi a termine il lavoro di tesi e ad avere già delle offerte di lavoro. Tuttavia non dev’essere stato semplice rientrare definitivamente nella città di studio, anche se è quella che ha scelto in prima persona. Analizzare questa ulteriore fase di vita che sta vivendo, potrebbe aiutarla a capire l’origine di queste sensazioni di cui ha parlato (sensazioni di vuoto, solitudine, tristezza, pensieri che le fanno mettere in dubbio ciò che ha costruito) e a trovare gli strumenti per fronteggiarli.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo utile che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ciò che sta vivendo e' il conflitto tra il desiderio e la paura a crescere e diventare adulto. Un saluto
Buon giorno e grazie per la domanda. Concordo con i colleghi in merito alla probabilità che sta vivendo un conflitto interiore tra appunto il periodo di studi e la vita adulta che prevede altre responsabilità ma non esclude il divertimento. Potrebbe essere opportuno affrontare tale discorso e situazione in psicoterapia. Mi sento di rassicurarla dicendole che tale situazione conflittuale interna è molto frequente ed anche risolvibile. A sua disposizione. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Salve,
Mi spiace molto per quello che sta attraversando.
Sicuramente potrebbe essere un periodo particolare di crisi legato a tanti cambiamenti.
Non si idoli, cerchi sempre di inserirsi in contesti che la fanno star bene.
Sono disponibile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Caro ragazzo, credo che lei sia alla fine di un ciclo ed il cambiamento tende a generare ansia.
Può valutare se intraprendere un nuovo percorso che la accompagni in questo tratto di strada.
Cordiali saluti.
Giada Bruni
Gentilissimo, innanzitutto mi verrebbe da sottolineare la sua volontà di prendersi per mano e rielaborare quanto sta accadendo. Sono molto dispiaciuta per quello che sta passando, ma la sua volontà di stare meglio sono certa che la porterà verso questo obiettivo! Mi verrebbe da dire che il tempo passa, sempre e con esso delle emozioni che si possono provare (inoltre lei ha grandissime risorse, da ciò che leggo) tuttavia la qualità del tempo che passa con le sue fasi di transizione ha altresì importanza. Trovo interessante il fatto che proprio nel momento in cui lei stia concludendo e abbia trovato la propria strada, la propria gratificazione da quello che sta facendo, si senta così bloccato. Essendo una psicologa sistemica relazionale mi verrebbe subito da chiedermi come stanno le persone attorno a lei e se questa situazione (o nel prossimo futuro) ha portato a un cambio di equilibri nel suo contesto familiare e quali significati ed emozioni emergono in lei.

dato che ha già svolto un percorso psicologico, che ha portato i suoi risultati, le consiglio vivamente di contattare il precedente professionista in modo tale da riprendere il punto della situazione, E procedere al meglio. Le auguro il meglio, buona continuazione!
Buongiorno, risulta difficile rispondere in assoluto alla sua domanda, quello che però appare chiaro è che l'essere ritornato a stare lontano dalla sua città natale e dai suo cari ha riattivato una sintomatologia ansiosa. Consideriamo anche che nella sua vita si apre un altro capitolo altrettanto importante e, sebbene già costellato di opportunità lavorative, ricco di incognite e aspetti ancora da svelarsi: quello di un cambio di vita da studente a lavoratore. Credo che la situazione possa meritare un approfondimento psicoterapico per capire a fondo cosa la disturba di questa fase.
Cordialmente
Dott.ssa Arianna Sala
Psicologa Psicoterapeuta
Consulente di Coppia
Cernusco sul Naviglio (Mi)
Salve, per iniziare mi congratulo con lei per i risultati ottenuti, cosa che lei deve ricordare periodicamente per dare un premio alla sua mente e al suo impegno. Venendo ai disturbi di cui ci parla potrebbe essere un momento di assestamento che si risolverà col tempo ma se riscontrasse peggioramenti non esiti a contattare il suo psicologo o altri per affrontare subito la cosa e risolverla prima che le crei problemi più importanti. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentile utente,
credo che nel momento stesso in cui lei arrivi a porsi questa domanda è perchè teme che non si tratti di una fase transitoria. Questo è comprensibile, soprattutto perchè le cose che ci spaventano hanno spesso a che fare con quelle che non riusciamo a controllare, a prevedere, a capire. Il fatto che possa trattarsi di una fase transitoria non esclude la possibilità di approfondirne la natura, anzi. Ogni percorso è un viaggio alla scoperta di noi stessi, e sicuramente pensare di intraprenderlo non può che esserci d'aiuto.
Arrivare a dare un senso a ciò che sentiamo, in maniera coerente alla nostra storia e alla nostra esperienza, è ciò che disinnesca quello che risultandoci estraneo e incomprensibile, finisce per prendere il controllo. Lei parla di pensieri che le fanno mettere in dubbio tutto, piuttosto, mi sembra che sia ciò che sente (vuoto, tristezza) a dare forma ai suoi pensieri.
Resto a disposizione. Saluti,
Giulia Vuono
Salve,
a prescindere se sia solo una fase di transizione oppure qualcosa da analizzare maggiormente, dalle sua parole arriva comunque un malessere: forse è il caso di prendersene cura e probabilmente iniziare un percorso che prenda in considerazione i nuovi vissuti che sta vivendo e sono sorti. Abituarsi ad una condizione di disagio può comunque recare ulteriore disagio e sofferenza, anche se fosse "solo" un momento transitorio. Rimanendo a disposizione, la saluto, Sara Molinaro
Salve, tutti i momenti di passaggio possono risultare emotivamente difficili da gestire. Ci assestiamo in una situazione, impariamo a gestirla, ad affrontare gli eventuali disagi e poi la vita ci porta altri cambiamenti, magari altro luogo in cui abitare, un cambiamento di stato (da studente, divento un giovane che lavora, ecc.). Tutte cose belle dal punto di vista evolutivo e che dovrebbero renderci felici. Invece, ecco là nuovamente un senso di disagio, di vuoto, eppure dovrei stare bene, è tutto ok, nessun problema! I momenti di passaggio portano con sè questi momenti di disorientamento. E' necessario che tu sappia che è normale, vivili e non averne paura. Se perdurano chiedi aiuto ma tranquillo! Niente di grave!
Buongiorno,
può capitare di stare male quando si dà corso a un cambiamento. Se sente che il peso di questi pensieri dovesse diventare eccessivo, può valutare di riprendere il percorso terapeutico
Cordialmente, EP
Salve. Ogni cambiamento, anche positivo, può essere vissuto come un lutto, perché ciò che è stato, non è più. Si cresce e si cambia e non è sempre semplice il processo di cambiamento. Valuti la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa sostenerla nel processo di crescita e cambiamento che sta affrontando, che possa far emergere le sue fragilità per tasformarle in punti di forza che l'aiuteranno a raggiungere gli obiettivi per lei importanti con le sue modalità, tempi e qualità, senza perdersi dietro aspettative che potrebbero farle perdere l'orientamento. Un percorso che possa stimolare la fiducia in se stesso che le permetterà di affrontare i cambiamenti della vita con maggiore serenità. Distinti saluti
Buongiorno a lei. Da quel che ho inteso, il lavoro terapeutico che ha portato avanti è stato intrapreso a partire dai sintomi dell'attacco di panico e dell'ansia e l'intervento sembra essersi concentrato sul controllo e la riduzione di queste manifestazioni di disagio. Penso che possa essere utile in questa fase che sta attraversando, più che tentare di controllare le emozioni che vive, provare ad attraversarle e capire che senso hanno, senza volerle allontanare. La sua tristezza, il suo senso di vuoto, hanno una valenza comunicativa importante, le possono ricordare, ad esempio, che ci sono aspetti della sua vita di relazione su cui sente il bisogno di investire maggiormente, o desideri rivolti al futuro che poco si è concesso di esplorare. In terapia questo processo di significazione delle esperienze che vive è utile per lo sviluppo di queste dimensioni. Un saluto

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