Buongiorno, sono un ragazzo di 23 anni che ha appena concluso il percorso di studi e iniziato a lavo

19 risposte
Buongiorno, sono un ragazzo di 23 anni che ha appena concluso il percorso di studi e iniziato a lavorare in uno studio d'ingegneria. Dopo aver passato un periodo di 12 mesi come tirocinante ed essermi trovato più che bene sono stato contattato dal titolare che mi ha chiesto se ero interessato a lavorare in studio o meno e ho accettato. Iniziato a lavorare hanno cominciato a commissionarmi i primi lavori e conseguentemente hanno cominciato a comparire i primi problemi. Spesso mi capita di avere dei confronti verbali con gli altri colleghi che finiscono la maggior parte delle volte in urla, accuse e prese in giro (dalla loro parte). Tutto questo finisce ogni volta per farmi sentire inadeguato, incapace, stupido e farmi stare male generalmente. Mi fa pensare di non essere in grado di affrontare un lavoro come questo e di non avere la ''testa'' per coprire il ruolo attuale nonostante ci abbia messo e ci metta il cuore e l'anima. Mia madre continua a dirmi che è normale essere inesperti agli inizi e che ci voglia tempo per sviluppare un certo livello di esperienza ma la situazione non cambia i fatti.. Nonostante il mio fisico imponente non sono in grado di rispondergli a tono, farmi valere o farmi capire, ma soprattutto non sono in grado di frenare il malessere che mi pervade dopo le discussioni, che mi porta a pensare addirittura al suicidio e a una forte se non quasi irrefrenabile necessità di piangere.
Gentilissimo nel suo messaggio esprime bene il livello di sofferenza che ciò che sta vivendo comporta. Credo sia importante contattare uno psicoterapeuta e iniziare un percorso che le permetta di lavorare sugli aspetti di difficoltà che cita nel suo messaggio. La sua difficoltà ad affrontare con fermezza le situazioni spiacevoli che le capitano sul lavoro, facendo valere le sue ragioni, così come il livello di malessere che il contesto lavorativo comporta in lei, non sono cose di poco conto, richiedono un intervento è un ascolto attento. Nel contesto di una psicoterapia potrà interrogarsi sui meccanismi inconsci che le relazioni lavorative e il lavoro stesso muovono in lei. E’ possibile che arriverà a cogliere nessi e questioni sottostanti che, una volta individuate e sciolte, le permetteranno di vivere in maniera decisamente più serena il suo presente. Un saluto, Marta Corradi

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Gentile Signore contattare uno psicoterapeuta per un consulto non è accettare un fallimento o dichiararsi incapaci ma è concedersi una possibilità in più. Capire i vissuti profondi legati a queste situazioni dare voce ai vissuti che sono rimasti fermi e che continuano a farsi sentire è un modo per trovare delle nuove alternative o rivalutarne altre. Solitamente una psicoterapia porta a dei cambiamenti e diminuisce i vissuti legati al disagio. Capire in profondità le ragioni dei conflitti e le risposte che provocano ovvero comprendere i suoi desideri profondi e le sue modalità difensive può essere un modo. Capire cosa viene toccato dentro di noi che ci porta al confronto può aprire a nuove possibilità. Ora valuti lei i motivi per cui può essere una buona possibilità contattare uno psicoterapeuta. Un cordiale saluto
Caro giovane ragazzo, il passaggio dallo stato di studente a quello di lavoratore richiede dei nuovi adattamenti interni, per cui provi a darsi del tempo. Di certo sarebbe utile mettere a fuoco l'origine del suo blocco al fine di sviluppare le risorse interne necessarie ad affrontarlo con più efficacia. A disposizione per ogni approfondimento, le invio un caro saluto. Dott ssa Pagliara
Gentile utente. Il contesto lavorativo nel quale ora è inserito non è del tutto nuovo, ma il suo ruolo probabilmente è cambiato. Il supporto di una psicoterapia potrebbe darle gli strumenti aggiuntivi per far fronte alle nuove interazioni con i colleghi e per gestire al meglio la sua ansia. Continui comunque a mettercela tutta come sta facendo!
Buonasera,
Sembra descrivere una difficoltà a esprimere le proprie opinioni e idee, i propri sentimenti con i colleghi. Generalmente si tratta di una difficoltà a comportarsi in maniera assertiva.
È possibile migliorare questa capacità.
Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott Santo La Monica
Buonasera,
sarebbe da capire che cosa è accaduto e sta accadendo nel passaggio da tirocinio a contratto di lavoro, che cosa ha fatto si che l'ambiente attorno a lei mutasse, nella realtà e/o nella percezione, in maniera così radicale.
Da quello che lei descrive è improbabile che la causa sia solo in lei. Certo è che lei ne soffre in maniera evidente e sarebbe importante poter affrontare questo momento con il sostegno professionale ed esperto di un terapeuta, anche e soprattutto per accogliere i pensieri suicidari che sono emersi e che spesso si riferiscono ai anche ai vissuti di incapacità che lei descrive.
Da un certo punto di vista è normale che lei si senta non capace: ha appena iniziato e occirre crescere pian piano nella sua professione.
Concordo con i colleghi che fanno riferimento al bisogno, probabilmente in un secondo tempo, di lavorare sull'espressione dell'assertività, attingendo alla rabbia, che sicuramente da qualche parte ci sarà. Prima occorre però che lei possa trovare uno spazio dove poter condividere la forte disperazione che ora prova e sentirsi sostenuto.
Un caro saluto
Gentile utente, io dividerei l'inesperienza lavorativa che è cosa normale e di tutti all'inizio di un lavoro, da ciò che la fa sentire inadeguato e inerme nel rispondere a tono. La situazione che si viene a creare nell'ambiente che la circonda preme su una sua fragilità pregressa. E' come se qualcuno mettesse il dito su una ferita. Non dubito che lei abbia le capacità intellettive che lo hanno portato a svolgere questo incarico ma pur non conoscendo la sua storia familiare e il suo passato, credo che debba, prima possibile, fortificare il suo aspetto emotivo intraprendendo una psicoterapia. Vedrà che un percorso del genere la aiuterà a ristabilire la fiducia in se stesso.
Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti in merito.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, capisco il suo stato e soprattutto il disagio che prova nel non saper affrontare i suoi colleghi ed avere la capacità di farsi rispettare. Sicuramente anche la sua giovane età e forse la sua poca esperienza non la stanno aiutando. Dovrebbe essere più centrato su se stesso ed affermare con più sicurezza le sue capacità e rafforzare la sua autostima. Le consiglio un lavoro psicoterapeutico per elaborare le cause delle sue insicurezze e di mancanza di affermazione. Dovrebbe lavorare sul passato per capire cosa è successo nel suo passato fin da bambino e chi è che ha minato le sue sicurezza, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentile utente di mio dottore,
Potrebbe esser opportuno approfondire questa sua fragilità mediante dei colloqui. Molto probabile che il lavoro e una esperienza non di tipo scolastico abbia slatentizzato un malessere già presente ma silente.
Qualora avesse bisogno di un consulto non esiti a contattarmi privatamente.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente si legge chiaramente la sua difficoltà e sofferenza legata alla situazione che sta vivendo. Le interazioni con i suoi colleghi di certo non sono semplici e andrebbero comprese meglio. Spesso a livello relazionale si instaurano delle dinamiche che non sono funzionali ma che possono essere modificate prendendo consapevolezza degli aspetti emotivo che le guidano.
Si faccia accompagnare da uno psicoterapeuta in un percorso che possa aiutarla a mettere a fuoco non solo le difficoltà ma anche le strategie per imparare ad essere più assertivo e aumentare il suo livello di autostima.
Un caro saluto
Dott.ssa Anna Tomaciello
Gentile Utente, la difficoltà che riferisce rientra tra le abilità assertive. Certamente con l’esperienza andrà meglio, trattandosi del suo primo lavoro può capitare di scontrarsi con difficoltà personali di cui magari non se ne era consapevoli o comunque prima si manifestavano in contesti differenti in cui magari venivano tollerati. Per migliorare le sue abilità assertive potrebbe esserle d’aiuto un percorso di psicoterapia in cui attraverso una conoscenza maggiore di se stesso potrebbe anche apprendere un modo più funzionale di relazionarsi con l’altro, anche davanti a situazioni particolarmente aggressive.
Un cordiale saluto
Gentile utente, ciò che sta provando è una situazione purtroppo sempre più diffusa in alcuni ambienti lavorativi, per cui non si senta solo in questo momento.
il suo disagio psicologico è notevolmente alto e la comprendo...
per questo motivo è indispensabile rivolgersi ad uno psicoterapeuta con il quale potrà approfondire le sue difficoltà , i suoi pensieri e comportamenti, inoltre potrà acquisire degli strumenti utili per la gestione del conflitto e delle relazioni in generale (abilità assertive...).
Spero di essere stata d'aiuto
Dott.ssa Maria Lucia Dimaglie
Gentile utente, comprendo il suo malessere immagino non sarà affatto semplice gestire il disagio lavorativo che sta vivendo. Un supporto psicologico potrebbe esserle utile nell' acquisire abilità assertive. Sono delle modalità che potranno aiutarla a gestire al meglio questa nuova esperienza e farle acquisire maggior sicurezza e padronanza. Cordiali saluti
Il mondo del lavoro è oggi molto più complesso, complicato e conflittuale anche per ciò che riguarda i rapporti con i colleghi. Poiché non possiamo pretendere che gli altri cambino, la cosa più utile è fare i conti con le nostre difficoltà. Le assicuro che è pressoché impossibile riuscirci da solo; è perciò indicato un lavoro psicoterapeutico serio e di spessore coadiuvato da rimedi naturali come fiori di Bach, omeopatici e nutraceutici. Cordiali saluti. Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti mi può senz'altro interpellare telefonicamente.
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Buongiorno, penso che lei sia un ragazzo davvero capace, visti i suoi successi universitari e vista la proposta ricevuta di poter continuare il lavoro presso quello studio. Mi spiace quindi che provi questo senso di inadeguatezza, che si senta fuori posto e che debba mettere in discussione le sue capacità e competenze. Certamente il passaggio dal mondo universitario a quello lavorativo non è facile, specie quando ci si sente insicuri; penso che potrebbe davvero considerare l'idea di poter parlare di questo con un terapeuta, per affrontare anche il problema legato alla scarsa autostima e considerazione di sè. Lei è un giovane ragazzo che merita di veder riconosciuto, in primis da se stesso, il proprio valore.
La saluto caramente
Buongiorno, mi colpiscono molto i contrasti che emergono dal racconto, da tirocinio a lavoro si crea una discrepanza, la stessa si avverte dall'essere grande e sentire di non poter rispondere, dal sentire le rassicurazioni materne al sentire il desiderio di farla finita. Appoggio quanto espresso dai colleghi nell'intraprendere un percorso per rimettere in armonia questi opposti, le auguro di trovare la sua dimensione.
Massimiliano
Gentile ragazzo, mi dispiace per come ti senti. Non è semplice il passaggio verso la propria autonomia. Credo che sarebbe importante per te fare un percorso in cui dare spazio ai tuoi sentimenti contrastanti, nutrire l'autostima e la fiducia in se stessi, trovare una strategia relazionale che ti faccia sentire capace nel confronto con gli altri, siano pure situazioni conflittuali. Infine, trovare uno spazio in cui poter esprimere "quell'irrefrenabile necessità di piangere" che troppo spesso viene boicottata ed ingiustamente repressa.
Mi rendo disponibile, anche per una consulenza online.
Un caro saluto,
Rosella Pettinari
Buongiorno gentile utente,
la prima cosa che mi viene da chiederle è: che cosa ha significato per lei il passaggio da "tirocinante" a "lavoratore"? Si direbbe che, dal momento in cui è stato assunto, lei pensi di dover essere in un "certo" modo e fare le cose in una "certa" maniera, del tutto diversa da com'era quando era tirocinante.
Se lei è stato assunto evidentemente il suo titolare ha ritenuto che lei avesse i requisiti per ricoprire quel posto. Quindi le sue competenze e le sue abilità professionali non sono in discussione.
Quando scrive di "avere la testa", "farsi valere, rispondere a tono" sembra però che lei pensi di dover fare "qualcosa in più" che svolgere il suo lavoro e la mia sensazione è che questo qualcosa riguardi i suoi colleghi e il modo in cui lei si pone con loro, avendo dei "confronti verbali".
Se così fosse, ci dev'essere una paura alla base di questo. Forse la paura di non essere abbastanza bravo, di non essere all'altezza, di essere inferiore rispetto agli altri...
La mia opinione è che quello di cui ha bisogno adesso è di imparare a sviluppare fiducia in sè stesso. Questo la aiuterà a stare insieme agli altri e a dialogare, piuttosto che a confrontarsi.
Un cordiale saluto e buona continuazione.

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