buongiorno, sono un ragazzo di 22 anni, da 6 mesi soffro di derealizzazione e depersonalizzazione. s
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buongiorno, sono un ragazzo di 22 anni, da 6 mesi soffro di derealizzazione e depersonalizzazione. sto già seguendo da appunto 6 mesi una psicoterapia cognitivo- comportamentale. oggi per la prima volta mi sento non depersonalizzato o derealizzato, ma ieri e l'altro ieri ho avuto una brutta crisi in cui ero completamente depersonalizzato, pensavo di essere in un sogno, sembrava tutto frutto della mia immaginazione. io spero vivamente di poterne uscire completamente e vivere la mia vita nella sua pienezza, perchè questo non è vivere. il mio psicologo dice che è semplicemente un problema d'ansia, a me proprio non pare. vorrei sapere se esiste qualcuno specializzato in quel campo ed in grado di aiutarmi.
Buongiorno, sicuramente il terapeuta che la sta seguendo ha diversi elementi a sostegno della valutazione. Tuttavia mi sento di consigliarle una visita con uno psichiatra (privatamente o rivolgendosi al CIM): spesso una terapia farmacologia costituisce una condizione imprescindibile per intraprendere con successo anche una psicoterapia.
SM
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Gentile Signore lei ci racconta di se che “pensavo di essere in un sogno, sembrava tutto frutto della mia immaginazione” ovvero un vissuto che ha una grande valenza emotiva. Sicuramente parlarne con il suo terapeuta che la conosce da sei mesi è una buona idea. Analogamente la invito a riflettere sulla opportunità di parlare con lui delle sue perplessità in merito al semplice “problema d'ansia”. Lei ha tutti i diritti di scegliere lo specialista a cui rivolgersi ma prima di lasciare un lavoro iniziato è sicuramente una buona prassi parlarne anche perché lei ci scrive che “oggi per la prima volta mi sento non depersonalizzato o derealizzato”. Vorrei attirare la sua attenzione sul fatto che ci rappresenta molti elementi su cui vale la pena di lavorare. Un cordiale saluto
Gent i suoi sintomi si possono collocare in un quadro clinico di sindrome ansioso depressiva, il percorso ad oggi pare dare qualche segnale di miglioramento . La continuità.nel rapporto terapeutico è fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati,parli comunque con il suo terapeuta esponendo i dubbi e le perplessità. Dott.ssa Maria Grazia Messaglia
Buonasera, deve essere molto faticoso sopportare questa invasività dei sintomi. Però ci vuole un pochino di tempo, cerchi di affidarsi al terapeuta per ogni dubbio che le viene e ogni domanda che vorrà porgli: la fiducia si costruisce con un lavoro a doppio senso e con il tempo. Come suggeriva il collega valuti anche l’opzione di farsi sostenere (momentaneamente) da una terapia farmacologica che potrà sempre scalare e lasciare non appena sarà valutato opportuno. Un grande augurio Dottsa Elisa Galantini
Buonasera. Condivido il pensiero di chi mi ha preceduto e sottolinea l'importanza di confrontarsi con il suo terapeuta. Qualsiasi dubbio o perplessità del paziente è spunto di lavoro e riflessione psicoterapica. Il paziente ha diritto vista la cornice di rispetto e fiducia di esporre qualsiasi tipo di pensiero, anche di disaccordo.
I tempi per vedere risultati a volte possono essere lunghi. Bisogna avere pazienza e perseverare. Riparta con coraggio e fiducia nel suo lavoro psicoterapico. Un caro saluto
I tempi per vedere risultati a volte possono essere lunghi. Bisogna avere pazienza e perseverare. Riparta con coraggio e fiducia nel suo lavoro psicoterapico. Un caro saluto
Gentile utente di mio dottore,
Lo specialista che la segue avrà diversi elementi a sostegno della sua valutazione. Continui il percorso psicoterapia riponendo fiducia nello specialista scelto e vedrà che col tempo andrà meglio. Molto spesso non è il tipo di psicoterapia a fare la differenza ma l' alleanza terapeutica. Quest' ultima risulta esser indispensabile nel processo terapeutico al fine della guarigione.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Lo specialista che la segue avrà diversi elementi a sostegno della sua valutazione. Continui il percorso psicoterapia riponendo fiducia nello specialista scelto e vedrà che col tempo andrà meglio. Molto spesso non è il tipo di psicoterapia a fare la differenza ma l' alleanza terapeutica. Quest' ultima risulta esser indispensabile nel processo terapeutico al fine della guarigione.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buon giorno concordo con i colleghi nel sostenere che sarebbe opportuno proseguire nel percorso iniziato dato che sta vedendo i primi miglioramenti. Da non escludere la possibilità di affiancare alla terapia un supporto farmacologico. Cordialmente Gian Piero Dott Grandi
Caro utente, sicuramente il confronto con il suo terapeuta è di fondamentale importanza. Le hanno somministrato dei test psicodiagnostici? Hanno la funzionalità di darci un'ipotesi diagnostica rapidamente che serve per capire da dove vengono questi sintomi e se sono necessari farmaci e quali. Provi a parlare anche di questo con il suo terapeuta. Se ha bisogno mi contatti pure.
Dott.ssa Federica Leonardi
Dott.ssa Federica Leonardi
Buongiorno, sarebbe importante che lei potesse dire con le sue parole cosa intende per stato di derealizzazione e depersonalizzazione. Si tratta di termini clinici che non hanno lo stesso significato per gli stessi psicologi e psichiatri in quanto variano nelle diverse concezioni teoriche. Rimane invece il fatto che lei prova un forte disagio. Che cosa chiama ansia? Sarebbe un punto da chiarire. Perchè, adesso che sembra stare meglio, vorrebbe tentare una diversa psicoterapia? Cosa le sembra che comunque non vada bene per lei? Sono delle domande su cui riflettere senza panico e che lei ha tutto il diritto di farsi e di porre sia al suo terapeuta attuale sia ad un altro che ritiene di voler incontrare. Cordiali saluti PG
Buonasera! Comprendo il suo malessere. Avete pensato, insieme al suo terapeuta, all'eventualità di un supporto farmacologico?
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, penso possa essere molto utile che lei provi a descrivere le sue perplessità, preoccupazioni e angosce al suo terapeuta in modo che possa capire al meglio questi vissuti. Consideri comunque che i sintomi dissociativi che lei sembrerebbe sperimentare possono manifestarsi anche all'interno di quadri collegati all'ansia. Cordialmente.
Buongiorno. Come i miei colleghi le
Suggerisco di continuare il percorso che sta seguendo dati i diversi miglioramenti. È normale avere qualche “ricaduta”. Se dubita sia un problema d’ansia ne parlo con terapeuta e capitene insieme le motivazioni. Suggerisco anche io di valutare una terapia farmacologica, spesso indicata per queste problematiche. Saluti Chiara Tomassoni
Suggerisco di continuare il percorso che sta seguendo dati i diversi miglioramenti. È normale avere qualche “ricaduta”. Se dubita sia un problema d’ansia ne parlo con terapeuta e capitene insieme le motivazioni. Suggerisco anche io di valutare una terapia farmacologica, spesso indicata per queste problematiche. Saluti Chiara Tomassoni
Gentile utente. Senza dubbio è importante che si confronti con sincerità con il suo psicoterapeuta. Inoltre, come suggerito da altri colleghi, credo che sia importante anche un confronto con uno psichiatra per valutare la possibilità di una cura farmacologica perché episodi di depersonalizzazione e derealizzazione sono non sempre di facile gestione. Per qualsiasi cosa rimango a disposizione. Saluti. Dottoressa Ilaria Artusi.
Confermo che i sintomi da lei citati si possono ritrovare nei disturbi d'ansia. L'ansia è per definizione una paura senza oggetto, in realtà l'oggetto, cioè il motivo a base dell'ansia stessa è inconscio e pertanto celato. Sta allo psicologo individuarlo e conseguentemente impostare la terapia del disturbo d'ansia.
I disturbi d'ansia si giovano delle tecniche ideate dalla terapia strategica breve che sono piuttosto diverse da quelle adottate dalla terapia cognitivo comportamentale, anche se i due approcci hanno qualche punto in comune.
Cordiali saluti
I disturbi d'ansia si giovano delle tecniche ideate dalla terapia strategica breve che sono piuttosto diverse da quelle adottate dalla terapia cognitivo comportamentale, anche se i due approcci hanno qualche punto in comune.
Cordiali saluti
Salve, come già suggerito sarebbe opportuno anche un supporto farmacologico
Sta descrivendo sensazioni di evasione massiccia dal confronto con la realtà (esterna e interna).
A monte uno stato di fragilità emotiva che porta a un’intolleranza del senso del reale.
Porti avanti un rigoroso lavoro di confronto con se stesso e con l’esperienza del quotidiano, all’interno del container psicoterapico che già da sé, quando ben impostato, crea un’epidermide finalizzata a contenere i debordaggi mentali.
Forza, un passo alla volta, per conquistarsi il quotidiano...
A monte uno stato di fragilità emotiva che porta a un’intolleranza del senso del reale.
Porti avanti un rigoroso lavoro di confronto con se stesso e con l’esperienza del quotidiano, all’interno del container psicoterapico che già da sé, quando ben impostato, crea un’epidermide finalizzata a contenere i debordaggi mentali.
Forza, un passo alla volta, per conquistarsi il quotidiano...
Salve, come suggerito da molteplici colleghi una valutazione da uno psichiatra potrebbe già aiutarla. Si confronti inoltre con il suo terapeuta sia sulla sensazione che le da il "è solo ansia" sia su il vissuto che sta attraversando. Io consiglio sempre ai miei pazienti di staccarsi dalle etichette e notare ciò che accade. un saluto Dott.ssa Cinzia Borrello
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Buonasera, è importante che ponga tutte le domande e i dubbi allo psicoterapeuta con cui ha iniziato il suo percorso. Condivida con lui le esperienze di forte derealizzazione che ha avuto così come anche il fatto che ha sentito dei miglioramenti. Poter parlare delle proprie paure è fondamentale, perché anche questo fa parte della terapia e permette di vivere al meglio tutto, anche i miglioramenti, che comunque possono essere un elemento nuovo da integrare. Insieme al suo psicoterapeuta potrá trovare la strada migliore da intraprendere.
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