Buongiorno sono un ragazzo di 19 anni e vorrei parlare del mio rapporto con il senso di colpa. Sono

24 risposte
Buongiorno sono un ragazzo di 19 anni e vorrei parlare del mio rapporto con il senso di colpa. Sono sempre stato un ragazzo molto riflessivo attento alle mie azioni e a come possano influire sugli altri .Mi sono sempre messo in discussione per molte cose . Mi capita spesso però, di passare intere ore a sentirmi in colpa per cosa che ho anche solo pensato in certe circostanze . Soprattutto nell'ambito delle relazioni; faccio un esempio per farmi capire meglio . Nella mia ultima relazione dove amavo da morire la mia ragazza mi è successo una volta di svegliarmi e pensare a un rapporto che avevo avuto con un'altra ragazza molto prima di stare con la mia. E ogni tanto mi sono capitate cose così, sottolineo che non ho mai avuto problemi con la mia ex ragazza a livello di intesa sensuale , non abbiamo mai avuti rapporti completi perché lei ha un rapporto molto particolare con il senso ma mi ha sempre eccitato , e anche nell'autoerotismo pensavo sempre a lei. Questo è solo un esempio ma mi capita in molti altri ambiti di pensare cosa che non vorrei pensare , per poi sentirmi in colpa per giornate intere . Anche adesso che ci siamo lasciati questi sensi di colpa rimangono e passo ore a pensarci e a chiedermi il perché mettendomi sempre in discussione come persona perché tengo ai valori che ho .Mi piacerebbe avere qualche consiglio per come uscire da questo schema perché mi sta veramente andando a fuoco la testa. Io cerco sempre di dare una spiegazione logica a queste cose che non vorrei pensare per sentirmi apposto con me stesso ma non sempre ci riesco.
Buonasera, mi spiace per il momento di difficoltà che sta attraversando:
Non è semplice rispondere al suo quesito in poche righe, il rapporto che ciascuno di noi ha con i propri vissuti di colpa spesso ha radici piuttosto profonde e legate al modo in cui ci si rapporta con gli altri, e non esiste una formula "preimpostata" per sentirsi meno in colpa rispetto a qualcosa. Se questo appetto di sé la preoccupa l'unico consiglio che posso darle é approfondire l'argomento con un professionista

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani

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Buongiorno,

mi sembra che il rapporto che ha con il senso di colpa sia particolarmente intenso e legato al suo forte desiderio di essere una persona integra e rispettosa, sia nei confronti di sé stesso che degli altri. La sua riflessività e attenzione verso i valori che coltiva sono tratti preziosi, ma quando il senso di colpa diventa eccessivo o invadente, può trasformarsi in un peso difficile da gestire.

Ciò che descrive sembra in parte collegato a un fenomeno noto come pensieri intrusivi. Questi pensieri possono sorgere in modo spontaneo e talvolta sembrano andare contro i propri valori e desideri. La loro presenza non significa che lei sia una persona sbagliata o che abbia fatto qualcosa di male, ma spesso riflettono uno stato di ansia o un senso di responsabilità particolarmente sviluppato. È fondamentale capire che pensare qualcosa non equivale a volerlo o metterlo in atto, e questo può aiutarla a ridurre l’impatto emotivo di questi pensieri.

Riportare l’attenzione al presente, ad esempio con pratiche di mindfulness, può essere utile per osservare i pensieri senza giudicarli, accettandoli per quello che sono: semplici prodotti della mente che non definiscono chi lei è realmente. Allo stesso modo, è importante che non sia troppo severo con sé stesso. Il fatto che tenga ai suoi principi e si interroghi così a fondo è un segno di grande maturità, ma è altrettanto importante sviluppare compassione e indulgenza verso sé stesso.

Quando si sente sopraffatto dai sensi di colpa, provi a immaginare come risponderebbe a un amico che le raccontasse una situazione simile. Probabilmente sarebbe comprensivo e gli offrirebbe supporto, invece di criticarlo. Questo stesso atteggiamento può essere esteso a sé stesso, per ridimensionare il peso che sta vivendo.

Se questi pensieri continuano a influenzare la sua vita quotidiana e a generare disagio, un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a lavorare sulle emozioni sottostanti e a trovare strategie più efficaci per gestire il senso di colpa. Il fatto che riconosca questa difficoltà e voglia affrontarla dimostra una grande consapevolezza e un importante passo verso il cambiamento.

Se desidera approfondire o parlare di altri aspetti, sono qui per supportarla.
Salve, lei potrebbe pensare in questa modalità perchè potrebbe avere paura di lasciarsi andare come in una sorta ansia da prestazione e con l'innalzamento dell'ansia questo circolo si fa sempre più grosso. consiglio una psicoterapia
Buonasera, il senso di colpa è un'emozione complessa e come tale ha un peso e un ruolo nel regolare il rapporto con se stessi, con gli altri e con il mondo esterno. Soffrire di senso di colpa significa imbattersi in rimuginazioni anche molto pervasive e frequenti e spesso nel bisogno di "punire" se stessi per un qualcosa che si teme di aver commesso. Tutti i disturbi di personalità nevrotici, disturbo ossessivo compulsivo o disturbo isterico derivano dal senso di colpa e si esprimono attraverso il senso di colpa. All'origine di questa vulnerabilità a provare senso di colpa possono esserci traumi, induzione di colpa, paure e angosce anche molto profonde, ma che possono essere esplorate ed affrontate attraverso un'analisi personale o una psicoterapia psicodinamica. Ci sono anche casi in cui il senso di colpa copre altre emozioni che per motivi vari la persona non si concede di provare: anche in questo caso esplorabili attraverso le suddette modalità di terapia.
Grazie per la condivisione.

Dott. ssa Martina Paiolo Psicologa e Psicoterapeuta psicodinamica
La sua riflessione sul senso di colpa è molto significativa e merita un’attenzione particolare. È comprensibile che possa provare intense emozioni e interrogativi riguardo ai suoi pensieri e comportamenti, specialmente in relazione a esperienze passate e attuali. Il senso di colpa è spesso legato a una lotta interiore tra desideri e valori. Si potrebbe considerare che il pensare a ciò che percepisce come "inappropriato" possa riflettere una parte di noi che cerca di integrare esperienze e desideri, anche quelli che sembrano in contraddizione con le sue convinzioni. È importante notare che i pensieri, anche se indesiderati, non definiscono chi siamo; possono esservi come parte del percorso di comprensione di sé.
Potrebbe essere utile esplorare questi pensieri non come qualcosa da giudicare o reprimere, ma come segnali che indicano desideri e conflitti più profondi. Provare a considerare ciò che questi pensieri possono rivelare circa le sue aspettative, i suoi desideri e le sue paure potrebbe portare a una maggiore consapevolezza.
Inoltre, prendersi il tempo per riflettere su ciò che significa per lei il senso di colpa e come questo influisce sulle sue relazioni potrebbe facilitare la liberazione da schemi che sente opprimenti. Una pratica di auto-compassione e l'accettazione di tutte le parti di sé possono spesso condurre a un approccio più armonioso.
La invito a considerare un percorso di dialogo per affrontare queste proprie esperienze emotive e cognitive. Sarà un'opportunità per esplorare più in profondità le sue domande e trovare un modo per sentirsi più sereno.
Non esiti a contattarmi per un incontro di approfondimento.
Cordiali saluti, Dottoressa Laura Lanocita
Salve gentile paziente anonimo, grazie per la condivisione.
Innanzitutto si tranquillizzi in quanto i pensieri sono attività della mente, possono essere sia consci sia inconsci. Il più delle volte non è possibile bloccarli, però è possibile gestirli considerandoli per ciò che sono, ovvero non sono la realtà.
Prendendone la giusta distanza possiamo già tranquillizzarci.
Per quanto riguarda il senso di colpa....non mi sembra che abbia fatto male o un danno alla sua ragazza.
Sarebbe interessante però capire cosa c'è sotto a questi sensi di colpa attraverso un percorso psicologico.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Monia Michelini
Il senso di colpa che descrive sembra essere legato non tanto a ciò che fa, ma a ciò che pensa, come se anche i pensieri avessero lo stesso peso delle azioni. Questo può farla sentire intrappolato in un ciclo di autoanalisi e autocritica che diventa pesante da sostenere.
È importante ricordare che i pensieri non sono per forza una rappresentazione di ciò che lei è come persona o di ciò che desidera davvero. A volte la mente genera immagini o pensieri che non riflettono i nostri valori, ma che sono normali "rumori" del cervello. Questi pensieri non la definiscono.

Un primo passo potrebbe essere quello di osservare questi pensieri senza giudicarli, come fossero nuvole che passano nel cielo. Non è necessario combatterli o cercare una spiegazione logica per ciascuno di essi. Un pensiero è solo un pensiero, non un'azione o una verità.
Quando sente il senso di colpa, provi a chiedersi: "Questo pensiero che mi tormenta ha davvero a che fare con i miei valori, o è solo un automatismo mentale?" Questo può aiutarla a fare un passo indietro e a non farsi trascinare nel rimuginare.

Infine, se sente che questi meccanismi la bloccano o la fanno soffrire troppo, potrebbe essere utile confrontarsi con uno psicologo. Insieme, potrebbe lavorare su strategie per gestire meglio questi pensieri e alleggerire il peso che prova.
Gentile utente,
a dispetto della sua giovane età, mostra capacità critica e consapevolezza delle sue emozioni. Questa caratteristica senz'altro l'aiuterà nel vincere questa lotta interiore contro il senso di colpa che sta vivendo.
Il senso di colpa è un'emozione che, in un modo o nell'altro, vivono tutti gli esseri umani. Nasce dal rapporto della mente con il passato e con gli errori o i fallimenti a cui la persona va incontro nella sua esperienza di vita. L'uomo è fallace e fragile e commette inevitabilmente degli errori, alcuni dei quali influenzano l'ambiente circostante e le altre persone. La conseguenza di un errore, o presunto tale, si può manifestare come senso di colpa, cioè riconoscendo sé stessi come causa di quell'evento. Il senso di colpa ha un amico crudele, il rimorso, che genera pensieri ricorsivi e intrusivi su come sarebbero potute andare le cose, su quali parole si sarebbero potute dire o non dire, su quali azioni compiere o non compiere.
La verità ineluttabile è che il passato non torna, e non può essere modificato.
La chiave psicologica per affrontare il senso di colpa è l'accettazione. Si può imparare ad accettare il concetto che nel corso della vita vengono commessi errori e che ciò fa parte della fragilità umana. Sarà importante anche comprendere l'utilità degli errori nel processo esperienziale, di apprendimento e di crescita personale. Gli errori contengono sempre informazioni, alcune più utili di altre per sviluppare una "saggezza" che potremo utilizzare in situazioni o contesti simili.
Il mio consiglio è di allenare la mente a vivere il presente con attenzione e massima consapevolezza. Può provare con esercizi di Mindfulness, pratiche meditative e non solo che consentono alla mente di focalizzarsi sul "qui e ora", riducendo la tentazione a vagare con la mente. Inoltre, può lavorare sul concetto di auto-compassione, rivolgendo a sé stesso un tono e un linguaggio più gentile e comprensivo: immagini di parlare a sé stesso come parlerebbe al suo migliore amico, se attraversasse le sue medesime difficoltà; cosa gli direbbe per aiutarlo? quali nuove prospettive sarebbe in grado di proporgli; che tipo di linguaggio userebbe?
Altro passo che potrebbe fare è rinforzare la sua autostima, con un diario della gratitudine oppure chiedendo alle persone che sente più vicine cosa pensano di lei e quali qualità le riconoscono.
Fare questo percorso di crescita personale e gestione emotiva può essere complesso. Affidarsi a un supporto psicologico professionale le darebbe strumenti efficaci, studiati appositamente per la sua persona e in grado di tirar fuori le sue potenzialità.
Augurandole il meglio, un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile utente, quello che descrivi sembra un conflitto interno legato al senso di colpa per pensieri che non puoi controllare, ma che non definiscono chi sei. I pensieri, anche quelli che ti turbano, non sempre corrispondono alle tue intenzioni o ai tuoi valori. Spesso il senso di colpa nasce dalla paura di non essere all’altezza, ma è importante non identificarsi troppo con questi pensieri. Cerca di separarli dalle tue azioni e riconoscere che non sempre hai il controllo su di essi. Prova ad osservare questi pensieri senza giudicarti, evitando di rimanere intrappolato nel rimuginio. Se questo schema ti causa sofferenza, un supporto psicoterapeutico potrebbe aiutarti a esplorarlo e gestirlo meglio.
Buona giornata.
Dott. Paolo Cavallin
Caro paziente,
innanzitutto la ringrazio per la sua condivisione. Per risponderle, è utile partire da un interessante punto da lei stesso menzionato: la richiesta di consigli. Qui, è come se ci stesse chiedendo implicitamente di altri pensieri a cui pensare. Questo potrebbe essere antitetico, invece, con il proposito "di non farsi più andare a fuoco la testa".
Infatti, se ore le dessi altri consigli, altre parole e pensieri su cosa fare o non fare - peraltro su una situazione complessa e delicata - potrei finire io stessa col darle altro "materiale" da masticare e aggiungere a quello che già le ingombra a volte la mente.
Il senso di colpa è un sentito molto complesso, che ha spesso radici profonde e i pensieri, che lei descrive a riguardo, sembrano essere dei pensieri intrusivi e ruminativi. Sarebbe più adeguato poter offrire a Lei e a questi pensieri una spazio in cui sentire e mettere un pò da parte la logica del pensare all'infinito. E' a volte difficile, come ha ben visto, riuscire da soli a mettere un punto alla propria mente quando corre così veloce. Provi a capire se avrebbe voglia di concedersi uno spazio d'ascolto, consultando un collega.
Cordiali saluti, dott.ssa La Rocca
Gentile utente,
comprendo quanto possa essere difficile affrontare il senso di colpa, soprattutto quando si associa a pensieri sui quali, per definizione, non si ha un effettivo controllo. Il fatto che lei sia una persona riflessiva e che si metta in discussione denota una grande capacità di introspezione, ma è anche possibile che questa tendenza a analizzare tutto in modo eccessivo possa contribuire a rinforzare il senso di colpa, anche per pensieri che in realtà non corrispondono alle sue intenzioni o valori. Suggerirei di provare a riconoscere che i pensieri non sempre rispecchiano la nostra identità o i nostri desideri reali. È normale che la mente vada in direzioni impreviste, ma ciò non implica che lei sia "colpevole". L’accettazione di sé, compreso il fatto che tutti possiamo avere pensieri che non riflettono le nostre azioni, è un passo importante per alleviare il peso di questi sensi di colpa. Potrebbe anche essere utile esplorare queste dinamiche in un percorso di supporto psicologico o di psicoterapia, all’interno del quale si possa lavorare su strategie utili a gestire i pensieri intrusivi ed esplorare maggiormente ciò che sta alla base del suo senso di colpa. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento - dottoressa Paola Grasso
Salve, ho letto con attenzione ciò che sta vivendo e comprendo quanto possa essere difficile affrontare questi pensieri. Questo tipo di pensieri si chiamano pensieri intrusivi ed è importante sapere che, per quanto fastidiosi o lontani dai nostri valori e dalla nostra logica, sono un fenomeno psicologico comune.
In un percorso terapeutico si lavora proprio per esplorare e comprendere questi pensieri, aiutandola a vederli per quello che sono: semplici pensieri, non desideri né bisogni reali. Questo processo permette di ridurre il timore legato a essi e di riconoscere che non definiscono chi siamo o ciò che davvero vogliamo.
Un altro passo importante è approfondire le emozioni che accompagnano questi pensieri, dando spazio ai bisogni e agli stati d’animo sottostanti che spesso li scatenano. Il senso di colpa, ad esempio, può emergere perché sembra che questi pensieri non si allineino con i suoi valori o le sue scelte di vita. La buona notizia è che non c’è nulla di sbagliato in lei: si tratta di qualcosa che può essere affrontato e compreso con il giusto supporto.

Se desidera, sono qui per accompagnarla in un percorso di conoscenza di sé e per aiutarla a orientarsi verso un maggiore benessere. Non esiti a contattarmi se sente il bisogno di approfondire.
Carissimo, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Ciao, prima di tutto voglio dirti che capisco quanto possa essere difficile convivere con questi sensi di colpa e quanto ti stiano pesando. È evidente che sei una persona che tiene profondamente ai propri valori, alle proprie relazioni e al benessere delle persone intorno a te. Questo è un aspetto di te che merita rispetto e riconoscimento. Essere riflessivi e attenti come lo sei tu è una qualità importante, ma comprendo anche come questo possa trasformarsi in un peso quando diventa eccessivo. Quello che descrivi, il passare ore a pensare a qualcosa che non vorresti pensare, per poi sentirti in colpa, è un'esperienza molto comune in chi vive un conflitto interiore tra i propri valori e i pensieri che sembrano "sfuggire al controllo". È importante sapere che avere pensieri intrusivi (come ricordare un'esperienza passata o immaginare situazioni che non riflettono quello che desideri) è normale. Tutti abbiamo pensieri casuali o indesiderati, ma spesso chi tende a essere molto autocritico, come te, li vive con maggiore intensità. I sensi di colpa, in questo caso, sembrano alimentati non tanto dalle situazioni di per sé, ma dal significato che attribuisci a questi pensieri. È come se, ogni volta che un pensiero indesiderato emerge, tu lo interpretassi come un possibile segno che c'è qualcosa di sbagliato in te o nei tuoi valori. Ma i pensieri sono semplicemente prodotti della mente, non riflettono la tua volontà o chi sei come persona. Non c’è un collegamento diretto tra il fatto che un pensiero emerga e ciò che desideri o che scegli nella vita reale. Un primo passo per interrompere questo ciclo potrebbe essere iniziare a trattare questi pensieri intrusivi con meno giudizio e più accettazione. Un esercizio utile, ad esempio, è quello di osservarli per ciò che sono: eventi mentali, come una nuvola che attraversa il cielo. Quando arriva un pensiero che non vuoi, prova a dirti: “Questo è solo un pensiero, non una realtà”. Non è necessario analizzarlo o cercare di eliminarlo. Più lo combatti o lo giudichi, più tende a restare. Riguardo al senso di colpa, una cosa importante è distinguere tra la colpa legata a qualcosa che hai fatto intenzionalmente e quella che nasce da un semplice pensiero. La colpa sana ci aiuta a correggere comportamenti che vanno contro i nostri valori; la colpa malsana, invece, ti fa sentire responsabile per qualcosa che in realtà non hai controllato o che non ha conseguenze reali. Nel caso dei pensieri, non c'è nulla che tu abbia fatto di sbagliato: sono semplicemente immagini mentali che non rappresentano ciò che sei. Infine, potresti trarre beneficio dal lavorare su una forma di autocompassione. Questo significa imparare a essere più gentile con te stesso, anche quando la tua mente ti presenta pensieri che non vorresti avere. Puoi dirti qualcosa come: “È normale avere pensieri che non voglio. Questo non cambia il fatto che io sia una persona che tiene ai propri valori”. Questo approccio può aiutarti a spezzare il ciclo di autocritica. Se senti che questi pensieri e il senso di colpa continuano a pesarti, può essere molto utile intraprendere un percorso con un terapeuta per lavorare insieme su questi schemi. Ci sono tecniche specifiche, come quelle basate sulla mindfulness o sull'accettazione, che potrebbero aiutarti a sentirti più libero e meno intrappolato nei tuoi pensieri. Ricorda che non sei solo in questo, e il fatto che tu stia cercando di affrontare la situazione è già un segno di grande forza e maturità. Se hai bisogno, sono qui per continuare questa conversazione. Dott. Andrea Boggero
Carissimo, leggo con interesse la tua richiesta. Sicuramente la tua sensibilità a riflettere costantemente sulle tue azioni ti fornisce una grande dote di empatia ed auto riflessione. La questione è molto funzionale finché rimane a livelli ottimali, superato un certo livello diventando invalidanti ed occupano uno spazio enorme a livello di risorse di tempo, di pensiero e di emozioni. Il tuo continuo pensare alle tue azioni, in realtà, risponde ad un tuo eccessivo bisogno di controllo. Mi spiego meglio: se continui ad analizzare nei minimi dettagli tutto ciò che avviene all'interno della tua vita, colpevolizzandoti per le tue azioni, paradossalmente ti restituisce un senso di controllo; che è ciò di cui ha bisogno il tuo meccanismo di difesa, ma non tu. Questo ti porta via una marea di tempo e di risorse che potrebbero impiegate in altre attività, volte al tuo benessere. Per quanto in apparenza, il tenere tutto sotto controllo possa sembrare appagante ricordati che il controllo è un'illusione. Pertanto, genera sofferenza a diversi livelli.
Per quanto riguarda la tua ex, esposta in tal modo lascerebbe intendere che ci sia un sospeso ed un irrisolto, se non altro nel tuo interiore. Sicuramente ci saranno altri dettagli che non hai potuto inserire nella tua domanda e meriterebbero attenzione. In base a quanto leggo, credo che il tuo eccessivo senso di colpa sia dovuto al tuo bisogno di sistemare tutto all'interno di uno schema che tu hai prestabilito al tuo interno, ma che non sempre trova riscontro nella vita che vivi. Per qualsiasi ulteriore chiarimento, non esitare a contattarmi. Dott.ssa Silvia Suppa.
Salve e grazie per aver condiviso la tua esperienza. È evidente che stai affrontando una lotta interna significativa riguardo al tuo senso di colpa e ai tuoi pensieri. È importante ricordare che è normale avere pensieri che possono sembrare in contrasto con i nostri valori e il nostro modo di essere. Ecco alcuni punti che potrebbero aiutarti a gestire e comprendere meglio questa situazione:
Accettazione dei Pensieri: È fondamentale capire che i pensieri non definiscono chi siamo. A volte, la nostra mente può vagare e generare idee o situazioni che non riflettono i nostri veri desideri o valori. Invece di combattere questi pensieri, prova ad accettarli come parte della tua esperienza umana, senza giudicarli.
Distinguere tra Pensiero e Azione: Avere un pensiero non implica necessariamente che tu voglia o debba agire in base a esso. La consapevolezza di questa distinzione può aiutarti a ridurre il peso del senso di colpa. Focalizzati sul fatto che le tue azioni e le tue scelte sono quelle che contano.
Riflessione sui Valori: Non è sbagliato avere dei valori e tenerli in considerazione, ma è utile riflettere su come questi valori si applicano alla tua vita quotidiana. Chiediti se le tue reazioni ai pensieri possono essere eccessive e se esiste uno spazio per una maggiore comprensione e compassione verso te stesso.
Mindfulness e Auto-compassione: Pratiche come la mindfulness possono aiutarti a diventare più consapevole dei tuoi pensieri senza giudicarli. L’auto-compassione, d’altra parte, ti incoraggia a trattarti con la stessa gentilezza e comprensione che riserveresti a un amico in una situazione simile.
Parlare con qualcuno: Considera di parlare con un professionista, come uno psicologo, che può aiutarti a esplorare queste sensazioni di colpa e fornirti strumenti per affrontarle. A volte, avere uno spazio sicuro per esprimere i propri pensieri e sentimenti può fare una grande differenza.
Scrittura o Espressione Creativa: scrivere i tuoi pensieri e sentimenti può essere un ottimo modo per esternarli e vedere le cose da una nuova prospettiva. Potresti anche considerare altre forme di espressione creativa, come la musica o l'arte, per elaborare le tue emozioni.
Ricorda, il percorso verso la comprensione e l'accettazione di sé può richiedere tempo e pazienza. Sii gentile con te stesso durante questo processo e riconosci i progressi che fai, anche se piccoli.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Buonasera, leggendo le sue parole è molto chiaro quanto ad oggi il suo sentirsi in colpa stia condizionando la sua esistenza. Purtroppo in questo caso ogni consiglio potrebbe essere inadeguato, in quanto occorrerebbe saperne di più sulla sua storia, ad esempio come da bambino viveva gli errori commessi, o cosa è considerato un errore nella sua famiglia. Questi sono solo alcuni esempi, e non è detto siano adeguati alla sua persona. Certamente ciò che può interessarle è comprendere in che modo i suoi pensieri siano collegati ai sensi di colpa, oppure cosa nello specifico lei considera sbagliato pensare.
Mi sento di consigliarle di parlarne con un esperto della salute mentale, il quale potrà guidarla attraverso un'autoesplorazione, la quale le permetterà di conoscersi pienamente e di vivere i suoi pensieri e le sue giornate in piena consapevolezza e compassione verso sè.

Le auguro una buona ricerca.

Dott.ssa Giada Bertone
Psicologa Clinica
Gentilissimo,
è importante per poterti aiutare comprendere di cosa si sente in colpa. Quali sono i pensieri che ti portano questa sensazione? Cosa riguardano? Chi riguardano? Sono schematici ovvero si presentano in modo costante dopo/prima/durante un preciso momento? Quale momento? Che sensazioni ci sono oltre al senso di colpa? etc etc... Puoi comprendere autonomamente la difficoltà a poter definire un modo per uscire da questa modalità di pensiero automatico. Tra l'altro altri fattori sono da analizzare per comprendere come mai viene il senso di colpa. Per rispondere a te e a queste domande è imprescindibile poter effettuare un colloquio con uno specialista psicologo in modo da aiutarti a conoscere la situazione nei dettagli e quindi le risposte che cerchi.
Spero di averti dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Buongiorno, rispondo a questa sensazione che sembra molto angosciante da poter tollerare.
Purtroppo non è facile controllare i pensieri, forse però sono anche belli per questo. Sei molto giovane, ed in un turbinio un po' nuovo, un po' no, un po' sul "chissà". Credo che le domande, i dubbi, facciano parte di noi tutti. Temo molto la monolicità delle convinzioni, delle emozioni. Siamo variegati, e questo è il nostro bello, così come la nostra sorta di condanna, perché non facile da sopportare.
Penso però che sia "vita", il permettersi di esplorarsi anche nelle proprie indecisioni, nei propri dubbi e nelle proprie insicurezze. Questa esplorazione costante permette di crescere, a tutte le età, per continuare a conoscersi ed essere individui unici e completi.
Anche l'altro si inserisce piano piano in questa dinamica, in armonia con il nostro "vero" essere, anche se ciò può richiedere tempo ed ulteriori "esplorazioni".
Sicuramente se questi pensieri diventano troppo persistenti, angoscianti forse, un confronto, un "esplorazione" con un aiuto esterno può giovare e magari concedere quel "declick" che ogni tanto ci può bloccare.
Non so se ho risposto, in caso resto a disposizione per tutto. Un caro saluto
Gentile utente, posso immaginare il suo senso di impotenza di fronte all'impossibilità di controllare le sue ideazioni. Tuttavia buona parte della questione risiede proprio sul voler controllare qualcosa che, di fatto, non si puó. L'attività elitiva della mente è quella di produrre immagini, pensieri, idee, sensazioni. Queste si muovono in spontaneità ed autonomia. Cercare di dominarle produce inevitabilmente o'effetto opposto, ovvero tornano ripetutamente in forma intrusiva. Quello che si puó fare è lasciarle scorrere, osserverle, accoglierle e capire, semmai ci fosse, quale messaggio vogliano lasciarci, cosa ci vogliono suggerire, cosa bisbigliano che noi non stiamo capendo consciamente con il nostro raziocinio. Seneca diceva: "non possiamo dirigere il vento, ma orientare le vele". Rimango disponibile per ulteriori chiarimenti. Saluti, Marco Casella.
Buongiorno, comprendo quanto il rapporto con il senso di colpa possa diventare un peso difficile da gestire, specialmente quando ci si impegna a vivere in modo coerente con i propri valori e si è molto attenti agli altri. Essere riflessivi e mettersi in discussione è una qualità importante, ma può diventare problematico quando sfocia in un’autocritica costante che genera sofferenza e blocca la serenità.
I pensieri che descrive, soprattutto quelli che "non vorrebbe pensare" e che generano sensi di colpa, sono in realtà molto comuni. Tutti sperimentiamo pensieri intrusivi, che sono idee, immagini o ricordi che emergono nella mente in modo spontaneo e a volte sgradito. Il problema non è il pensiero in sé, ma il significato che gli attribuiamo. Quando ci concentriamo sul perché un pensiero è emerso o ci giudichiamo per averlo avuto, il pensiero stesso sembra diventare più presente e potente. Questo circolo vizioso è noto in psicologia e può essere spezzato con strategie specifiche.
Un passo importante è riconoscere che i pensieri non definiscono chi siamo. Sono eventi mentali che spesso non riflettono la nostra volontà o i nostri valori. Ad esempio, il fatto che lei pensasse a una relazione passata o che avesse pensieri intrusivi durante la sua relazione non significa che non amasse la sua ragazza o che ci fosse qualcosa di sbagliato in lei. Questi pensieri non sono un "errore morale", ma una normale attività della mente.
Un altro elemento centrale è imparare a gestire il senso di colpa in modo più costruttivo. Il senso di colpa può essere utile quando ci spinge a riflettere su eventuali errori e a crescere come persone, ma diventa nocivo quando si trasforma in rimuginio incessante. Per interrompere questo schema, può essere utile lavorare sull’accettazione di sé e sull’auto-compassione. Trattarsi con gentilezza, riconoscendo che nessuno è perfetto e che tutti affrontano momenti di dubbio o difficoltà, è un passaggio fondamentale per liberarsi da questa pressione.
Da questo punto di vista, il supporto di un professionista può fare una grande differenza. La terapia psicologica è molto efficace per aiutare a gestire pensieri intrusivi e sensi di colpa ricorrenti, attraverso tecniche per osservare i pensieri senza giudicarli e costruire una relazione più serena con se stesso.
La invito a considerare che il fatto stesso che si stia interrogando su queste tematiche dimostra la sua profondità e il desiderio di migliorarsi, che sono qualità preziose. Con il giusto supporto, potrà ritrovare un equilibrio e vivere con maggiore serenità.
Buonasera gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza e comprendo quanto possa essere pesante convivere con questi sensi di colpa e pensieri ricorrenti. Da ciò che descrive, emerge chiaramente il suo profondo desiderio di essere una persona rispettosa, attenta e coerente con i suoi valori. Tuttavia, sembra che questo bisogno di perfezione o di controllo sui suoi pensieri la stia portando a un circolo vizioso che la fa sentire inadeguato o in colpa anche per aspetti che non sono sotto il suo diretto controllo.
È importante comprendere che i pensieri che emergono nella nostra mente, soprattutto quelli "indesiderati", non definiscono chi siamo. La mente umana è straordinariamente complessa e, a volte, può proporci immagini o idee che ci sorprendono o addirittura ci disturbano. Questo accade perché il cervello è un organo che genera continuamente associazioni, alcune delle quali non hanno un significato profondo e non riflettono i nostri valori o le nostre intenzioni.
Il primo passo per uscire da questo schema è imparare a riconoscere che il pensiero e l'azione sono due realtà molto diverse. Pensare a qualcosa, o avere un ricordo che affiora spontaneamente, non significa che lei stia violando i suoi valori o mancando di rispetto a qualcuno. Questi pensieri possono essere visti come eventi mentali neutri, che non meritano un'attenzione eccessiva o un giudizio così severo su di sé.
Un altro passo importante è lavorare sul senso di colpa. Lei sembra avere un dialogo interiore molto critico e rigido, che la porta a giudicarsi duramente. Può essere utile cercare di sviluppare un atteggiamento più compassionevole verso di sé, riconoscendo che è umano avere dubbi o momenti di incertezza. Anziché passare ore a cercare spiegazioni logiche o a "giustificarsi", potrebbe provare a rispondere a questi pensieri con gentilezza, accettandoli senza giudizio. Per esempio, può dirsi: "Sto avendo questo pensiero, ma non significa che ci sia qualcosa di sbagliato in me. È solo un pensiero, e posso lasciarlo andare."
Proprio per questo, un ulteriore strumento che potrebbe essere utile è la mindfulness. Questa pratica consiste nel focalizzarsi sul presente, osservando i propri pensieri e sensazioni senza giudicarli. Con la mindfulness, può imparare a notare quando emergono pensieri intrusivi, accettarli senza lottare contro di essi e poi riportare l'attenzione al momento presente.
Se trova che questi schemi di pensiero persistono e continuano a interferire con la sua serenità, potrebbe essere utile intraprendere un percorso con uno psicologo. Un professionista potrebbe aiutarla a esplorare le radici di questa severità verso di sé e a sviluppare strategie personalizzate per affrontare i sensi di colpa e i pensieri intrusivi. La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, si è dimostrata molto efficace per affrontare situazioni come la sua.
Ricordi che avere pensieri indesiderati non significa che lei sia una persona sbagliata o incoerente con i suoi valori. È evidente che lei tiene molto a essere una persona rispettosa e che si impegna nel farlo. Merita di trovare un equilibrio e una serenità che le permettano di vivere i suoi valori senza caricarsi di un peso eccessivo.

Dott. Luca Vocino

Ciao, il tuo vissuto è comprensibile e sembra che tu stia vivendo un conflitto interno forte legato al senso di colpa. La psicoterapia breve strategica potrebbe essere un valido aiuto per affrontare questo problema. Ecco come potrebbe funzionare:

Riconsiderare il concetto di "colpa": In molti casi, il senso di colpa è sproporzionato rispetto agli eventi reali, ed è spesso legato a pensieri intrusivi che non riflettono la tua vera intenzione. La psicoterapia breve strategica ti aiuta a riconoscere che non sei responsabile per i pensieri, ma solo per le tue azioni concrete. Imparare a separare pensieri e comportamenti può aiutarti a ridurre l’auto-accusa.
Accettare l’incertezza e l’imperfezione: Se ti permetti di essere umano e di non aspettarti da te stesso una perfezione inarrivabile, inizierai a tollerare maggiormente le tue emozioni e pensieri senza etichettarli come "errati" o "inaccettabili".
Smettere di analizzare in modo eccessivo: Spesso l’analisi continua dei pensieri ("perché penso così?") diventa un circolo vizioso che rinforza solo la sensazione di colpa. La terapia strategica ti aiuta a non soffermarti su questi pensieri in modo ossessivo, riducendo la loro influenza sulla tua vita quotidiana.
Cambiare la prospettiva sulle relazioni: In una relazione, è normale avere dei pensieri che non necessariamente corrispondono a desideri reali o azioni. La terapia ti aiuterà a liberarti dal dover giustificare ogni pensiero che hai avuto, riconoscendo che un pensiero non determina automaticamente un'azione o un errore.
In sostanza, la psicoterapia breve strategica ti aiuterà a non rimanere intrappolato in un ciclo di colpa e analisi, e a prendere maggiore consapevolezza di ciò che realmente desideri, riducendo così il peso emotivo che ti blocca.
Gentile utente, il senso di colpa è un'emozione complessa, radicata nella capacità di percepire e valutare il proprio comportamento in relazione a un sistema di valori personali, sociali o culturali. È un sentimento che emerge quando si avverte di aver violato una regola, un principio etico, o di aver causato un danno, reale o percepito, a sé stessi o agli altri. Sebbene spesso percepito negativamente, il senso di colpa può anche svolgere un ruolo cruciale nell'evoluzione personale e nella costruzione di relazioni sane.
Dal punto di vista psicologico, il senso di colpa è strettamente connesso all'empatia e alla responsabilità. In una forma sana, può fungere da bussola morale, aiutando l’individuo a riflettere sulle proprie azioni, correggerle e impegnarsi per evitare di ripetere comportamenti che possono danneggiare gli altri. Ad esempio, un senso di colpa moderato può motivare a chiedere scusa, a riparare un errore, o a crescere emotivamente.
Il problema sorge quando il senso di colpa diventa eccessivo, irrazionale o persistente. In questi casi, può trasformarsi in un peso emotivo debilitante, associandosi a stati come ansia, depressione o vergogna. Questo tipo di senso di colpa può derivare da una percezione distorta di sé, dall’incapacità di accettare i propri limiti umani o dall’interiorizzazione di aspettative irrealistiche imposte dall’ambiente esterno (famiglia, società, cultura).
In una prospettiva psicodinamica, il senso di colpa può essere collegato a conflitti inconsci, spesso legati all'infanzia. Ad esempio, un bambino che percepisce di non essere in grado di soddisfare le aspettative dei genitori può sviluppare un senso di colpa cronico che si manifesta nell'età adulta.
Le consiglio una psicoterapia a orientamento psicodinamico/analitico.

Cordiali saluti

Dottor Mauro Vargiu

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