Buongiorno .Sono un Iperteso dal 2022, curato con buoni risultati per alcuni mesi con un sartano ed

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Buongiorno .Sono un Iperteso dal 2022, curato con buoni risultati per alcuni mesi con un sartano ed Amlodipina...Purtroppo dopo diagnosi di Parkinson del marzo 2023 e inizio terapia ho avuto episodi di forte ipotensione dopo il pranzo con debolezza e malessere(anche meno di 80 di massima e 50 di minima... )Il cardiologo a maggio 2023 parla di ipotensione ortostatica, sospende il sartano e prescrive ramipril, dose subito ridotta dal medico di famiglia , vista la mia insufficienza renale .Di giorno situazione migliorata ma non del tutto... Ho eseguito 2 Holter pressori di controllo che rilevano entrambi "dipping invertito" Di notte, per tutta la notte, infatti la mia pressione sale anche fino a 190/100. Io non ho sintomi fastidiosi ma penso che la pressione molto bassa che permane di giorno, alternata a quella molto alta di notte sia per me cosa dannosa avendo oltretutto,, un solo rene e insufficienza renale .Il neurologo che mi ha ha dato la cura del Parkinson dice di provare a vedere se sia possibile farsi modificare la cura dell' ipertensione dato che i farmaci del parkinson mi stanno aiutando molto e purtroppo permanendo il problema dovremmo rivedere la cura , ma il mio medico non mi ha modificato nè i farmaci né le dosi vorrei sentire il Vostro gentile parere.Vi pregherei gentilmente di consigliarmi anche quale sia il tipo di specialista più adatto al mio caso. Grazie infinite per la Vostra opera preziosa .Marco D.
I parkinsonismi trovano frequentemente associazione con alterazione del sistema nervoso autonomo, quella parte del sistema nervoso che controlla le funzioni degli organi nel nostro organismo di cui noi non abbiamo controllo. E' frequente in pazienti/persone come lei la presenza d'ipotensione ortostatica, cioè che la pressione s'abbassi in modo importante al momento del mettersi seduto o all'impiedi (sia subito o talvolta anche dopo diversi minuti); la stessa disfunzione di questo sistema nervoso autonomo porta a non sentire i sintomi prenomitore di tale abbassamento di pressione sino al momento in cui il cervello non va in protezione e dice:"Guarda io sto per svenì".
Dato anche il profilo dell'Holter Pressorio, la scelta migliore sarebbe evitare il più possibile farmaci con tale azione (ma sartani e aceinibitori presentano azione abbastanza simile in tal senso), e soprattutto spostarli verso le ore serali, con tutta una serie di precauzioni comportamentali volte ad evitare episodi di svenimento notturno (ad esempio: meglio un pappagallo per la minzione, almeno 5 min vicino al letto in caso di risveglio, ecc), perchè da una parte c'è la possibilità di migliorare la qualità di vita diurna, ma il rischio, come già detto, sono eventi di svenimento nelle notturne secondari al calo pressorio.
In alcune strutture sono presenti delle unità operative chiamate Unità Sincope, che studiano i fenomeni di svenimento, caduta: nel suo caso le possono dare una mano a modificare nel modo opportuno la terapia farmacologica.

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Buongiorno Marco,

capisco quanto sia impegnativa la gestione della sua situazione, considerati i diversi aspetti da tenere sotto controllo. La combinazione tra ipotensione diurna, soprattutto post-prandiale, e l'aumento della pressione notturna è un quadro che può essere legato sia alla malattia di Parkinson sia alla terapia che sta seguendo. Queste variazioni pressorie richiedono un’attenta valutazione per trovare il giusto equilibrio.

La pressione bassa di giorno, che sembra migliorata con il ramipril a dose ridotta, potrebbe essere ulteriormente ottimizzata modulando il trattamento. Allo stesso tempo, la pressione notturna più alta necessita di particolare attenzione, poiché sarebbe utile individuare un farmaco che aiuti a mantenere valori più regolari durante la notte senza compromettere il controllo diurno.

Nel suo caso, potrebbe essere utile una rivalutazione completa da parte di un cardiologo, che tenga conto della sua insufficienza renale e dell'importanza di proteggere la funzione del rene residuo. Potrebbe anche essere opportuno coinvolgere un nefrologo per garantire che il trattamento antipertensivo sia adeguato alle esigenze renali. Il neurologo potrà supportare ulteriormente l’ottimizzazione della terapia per il Parkinson, qualora fosse necessario.

Un monitoraggio pressorio attento, eventualmente con un Holter più recente, potrebbe fornire indicazioni utili per adattare la terapia in modo personalizzato e garantire un controllo più uniforme dei valori pressori.

Resto a disposizione per una valutazione ambulatoriale e per collaborare con gli altri specialisti coinvolti nella sua cura.

Cordiali saluti,

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