Buongiorno, sono qui perché sono indeciso sull'iniziale un percorso di psicoterapia, in particolare

24 risposte
Buongiorno, sono qui perché sono indeciso sull'iniziale un percorso di psicoterapia, in particolare per capire se ho qualcosa che non funziona correttamente. Ho 36 anni e sto divorziando dalla mia ex-moglie che ho amato tantissimo e che amo ancora, abbiamo una figlia di 6 anni che vedo quando voglio. Il nostro matrimonio è stato burrascoso, un po' per la mia tendenza a sottovalutare i suoi bisogni ed attenzioni, un po' per la continua intromissione da parte dei miei suoceri (due persone molto giudicanti). Tutto ciò mi portava costantemente a sentirmi sotto tiro, arrivavo spesso la sera stanco a casa e preferivo fare altre attività piuttosto che dedicarmi a mia figlia o a mia moglie. Tendo inoltre ad "isolarmi" completamente da tutto ciò che mi circonda quando sono assorto in un'attività che cattura il mio interesse. Inoltre nell'ultimo periodo ho iniziato a sentirmi con una collega con cui sentivo una grande affinità mentale, senza tuttavia mai sfociare in un approccio fisico (non ho mai tradito mia moglie, per la mia morale è inconcepibile). Le parlavo spesso di questa mia collega, nonostante sapessi che mia moglie è una persona molto insicura ed empatica e lei mi dicesse che la cosa la faceva stare male, ma è come se volessi usare questa cosa per farla ingelosire e sentirmi "importante". Tutto ciò ha portato all'implosione del mio matrimonio e a varie accuse, in particolare di avere delle dinamiche manipolatorie e narcisistiche. Questa cosa mi ha portato a riflettere, perché voglio veramente capire cosa c'è che non va in me e cosa posso fare per aiutarmi. Chiedo scusa per l'eccessiva lunghezza.
Salve, grazie per aver condiviso la sua situazione in modo così riflessivo e dettagliato. La sua riflessione sulla possibilità di iniziare un percorso, Il fatto che si stia ponendo delle domande su se stesso, sulle sue azioni e sugli effetti che hanno avuto su chi le sta vicino, è già un passo importante per il cambiamento. Spesso, quando attraversiamo momenti di crisi, come un divorzio o difficoltà relazionali, è normale sentirsi smarriti o dubitare di sé stessi, ma è anche un’opportunità per comprendere meglio le proprie emozioni, i propri comportamenti e le dinamiche che si innescano nelle relazioni. Il percorso terapeutico potrebbe aiutarla a capire meglio questi meccanismi che ha descritto e che ha piuttosto chiari, approfondire ed esplorare le sue emozioni, aiutarla a ristrutturare le sue dinamiche relazionali in modo più sano e equilibrato. Non c'è nulla di sbagliato nel cercare aiuto quando ci si sente smarriti o incerti. La psicoterapia è un percorso di crescita che può aiutare chiunque a migliorare se stesso e le proprie relazioni. Se sente che questa riflessione la sta portando a volersi conoscere meglio e ad affrontare le sue difficoltà in modo costruttivo, il percorso potrebbe essere davvero utile. Un cordiale saluto. Dott.ssa Simona Giulivi

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Salve,

la ringrazio per aver condiviso una parte così intima e complessa della sua vita. La volontà di comprendersi e migliorarsi che emerge dalle sue parole è un segnale positivo e suggerisce che potrebbe ottenere importanti risultati di crescita personale attraverso un percorso terapeutico. Il desiderio di esplorare ciò che sente "non funzionare" in sé stesso non implica necessariamente la presenza di qualcosa di intrinsecamente sbagliato, ma riflette la consapevolezza di dinamiche che le hanno causato sofferenza o influenzato negativamente le sue relazioni.

Le difficoltà che descrive potrebbero essere approfondite in un percorso di psicoterapia. Questo spazio sicuro le permetterebbe di esplorare anche le accuse di manipolazione o narcisismo che le sono state rivolte, valutando se tali termini riflettano aspetti reali o derivino da incomprensioni o difficoltà relazionali reciproche. Questi concetti, spesso usati in modo generico, rappresentano dinamiche complesse che possono essere comprese meglio con l'aiuto di una guida esperta. Il fatto che lei si stia interrogando su questi aspetti denota apertura e disponibilità al cambiamento.

Inoltre, potrebbe essere utile analizzare come affronta le emozioni, quali l'affetto ancora presente per la sua ex-moglie, il senso di responsabilità verso sua figlia, e il senso di colpa o disorientamento legato alla fine del matrimonio. Questi sentimenti meritano un'elaborazione adeguata per evitare che continuino a pesare su di lei o influenzino le sue relazioni future.

Se ritiene che iniziare una terapia possa aiutarla a chiarire queste dinamiche e a migliorare il suo benessere, credo che sarebbe una scelta molto valida. Qualora desideri parlarne ulteriormente o abbia bisogno di ulteriori indicazioni, rimango a sua disposizione.
Buonasera, intanto è bene chiarire che le dinamiche di coppia coinvolgono due persone e raramente le responsabilità sono attribuibili ad un singolo elemento della diade, certo potrebbero non essere equamente suddivise ma tendenzialmente più dura il rapporto più le cose tendono ad equilibrarsi. Lei elenca alcune caratteristiche ed alcune criticità su cui è bene che lavori, soprattutto nell'ottica di acquisire maggiore consapevolezza sui suoi bisogni ed azioni.
Buongiorno,
mi dispiace per il momento difficile che sta attraversando.
Se è interessato a comprendere il suo modo di porsi nei confronti degli altri sicuramente un percorso psicologico potrebbe esserle d'aiuto.

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani
Buonasera, nella convinzione che le parole che ha scritto corrispondano ai fatti descritti, le devo purtroppo confermare che le ripetute condotte "burrascose" e di trascuratezza erano scontati preliminari di una saturazione inevitabile nella conclusione.
Un aspetto positivo si nota subito nella facilità con la quale non si lesina autocritiche, quello è il punto di partenza per una costruttiva ristrutturazione in una stanza delle parole. Capita che la parola "Narcisismo" sia di questi tempi talmente endemica da avvicinarsi ad una sorta di "normalizzazione" degli effetti che può provocare, il mio consiglio è di non fidarsi e procedere ad un confronto con uno/a specialista capace di ammonirla che, mantenere certe condotte, può minare il suo benessere futuro e rendere ancora più faticoso il cammino di separazione che purtroppo sta affrontando. Le auguro di immergersi in questa esperienza e di farlo con la stessa chiarezza con cui ci ha scritto, buona serata.
Gentile paziente, innanzitutto grazie per aver condiviso questo momento così delicato per lei e la sua famiglia. La consapevolezza che emerge dalle sue parole è molto importante perché mostra quanto lei sia stato in grado di riflettere sulle dinamiche che hanno potuto contribuire alla fine del suo matrimonio. Direi che l'aspetto più importate in questo caso sia capire come tutelare il suo benessere, anche rispetto al rapporto con sua figlia. Un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a comprendere gli aspetti emotivi ed eventualmente le motivazioni sottostanti alcuni suoi comportamenti senza giudicare se stesso così duramente. La invito anche a riflettere sul perché percepisca che ci sia qualcosa che non vada in lei e il peso che ha dato alle ''accuse'' mosse da sua moglie. Le faccio un in bocca al lupo e spero che riesca ad affrontare questo momento il più serenamente possibile. Se ha bisogno, resto a disposizione. Cari saluti.
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con me una parte così intima e complessa della sua storia. Posso immaginare quanto questa fase della sua vita sia difficile, tra il dolore del divorzio, l’amore che ancora prova per sua moglie e la volontà di comprendere meglio se stesso. La sua scelta di riflettere su ciò che è accaduto, anziché fermarsi alle difficoltà e alle accuse, dimostra un'importante capacità di mettersi in discussione e una profonda motivazione a crescere. Questo è già un segnale significativo: spesso, la consapevolezza è il primo passo per un cambiamento positivo. La situazione che descrive sembra ruotare attorno a diversi temi centrali nella sua vita: la difficoltà a riconoscere e a rispondere ai bisogni emotivi della sua ex-moglie, la tendenza all’isolamento quando è immerso nelle sue attività e la dinamica che si è creata con la collega, che, come lei ha detto, potrebbe essere stata un modo inconscio per sentirsi visto o importante. È evidente che c’è un desiderio di approfondire ciò che l’ha spinto a comportarsi in un certo modo, e questo desiderio è la chiave per iniziare un percorso di consapevolezza e cambiamento. Partendo da un orientamento Cognitivo-Comportamentale, sarebbe utile esplorare alcuni schemi di pensiero e di comportamento che, nel tempo, potrebbero aver influenzato le sue relazioni. Ad esempio, quando racconta della tendenza a isolarsi o a immergersi completamente in un'attività, potrebbe esserci un meccanismo di evitamento: forse inconsciamente quella "fuga" le permetteva di non affrontare alcune situazioni emotivamente impegnative o conflittuali. Questo non significa che ci sia qualcosa di "sbagliato" in lei, ma piuttosto che queste dinamiche possono avere una funzione, anche se in apparenza controproducente, di protezione o gestione dello stress. Anche il bisogno di sentirsi "importante" agli occhi di sua moglie, pur sapendo che parlare della collega avrebbe potuto farla soffrire, potrebbe collegarsi a un bisogno di validazione: una ricerca, comprensibile e umana, di conferme che la facessero sentire valorizzato e visto, soprattutto in un contesto in cui percepiva di essere sotto tiro o giudicato. Questo non la rende "manipolatore" o "narcisista", ma è certamente un comportamento che merita di essere compreso e contestualizzato. In terapia, potrebbe lavorare proprio su questo: capire da dove nasce quel bisogno, quali emozioni sottostanti lo alimentano e come esprimerlo in maniera più costruttiva. È importante sottolineare che attribuirsi etichette come "manipolatorio" o "narcisista" può essere molto pesante e riduttivo. Piuttosto che guardarsi con giudizio, la invito a osservare queste dinamiche con curiosità e gentilezza verso se stesso, come sta già facendo ora con questa riflessione. Tutti noi, in alcuni momenti della vita, sviluppiamo modalità di comportamento che derivano dalla nostra storia, dai nostri bisogni e dalle nostre esperienze passate. Questo non significa che siamo "sbagliati", ma che abbiamo l’opportunità di comprenderci meglio per vivere in modo più consapevole e soddisfacente. Un percorso psicoterapeutico potrebbe offrirle proprio questo: uno spazio sicuro dove esplorare, senza giudizio, le sue emozioni, i suoi pensieri e i comportamenti che, nel tempo, hanno influito sulle sue relazioni. Potrebbe aiutarla a sviluppare nuove modalità per gestire i bisogni suoi e degli altri, migliorando la comunicazione e il modo in cui si relaziona con chi le sta vicino. Inoltre, potrebbe supportarla nell’elaborazione di questo divorzio, che, comprensibilmente, è ancora carico di amore, dolore e rimpianti. Non è mai troppo tardi per iniziare a conoscersi meglio e costruire relazioni più equilibrate e appaganti. La sua decisione di chiedere aiuto e il coraggio di esporsi in questo modo dimostrano che è già sulla strada giusta. È una scelta di grande responsabilità verso se stesso e verso chi le sta vicino, compresa sua figlia, che senza dubbio beneficerà della sua crescita e consapevolezza. Se decide di iniziare un percorso, si conceda il tempo necessario: il cambiamento richiede pazienza e impegno, ma i risultati possono essere davvero significativi. Le auguro di poter trovare quella serenità e quella chiarezza che sta cercando. Un caro saluto, Dott. Andrea Boggero
Salve! Senz'altro chiedere aiuto non è facile ma è il primo passo da compiere per poter cominciare un percorso attraverso il quale conoscersi meglio, scoprire i meccanismi che sentiamo come disfunzionali e che spesso sottendono e sono generati da paure e fragilità. Mettersi in discussione può spaventare ma è l'unico modo per migliorarsi e crescere. Dalla descrizione fatta sembra che sia giù un passo avanti rispetto a questo e cosciente dei comportamenti che potrebbero involontariamente metterla in difficoltà. Il mio invito è quello di aprire uno spazio d'ascolto e scoperta di sé che possa guidarla nel ritrovarsi e nel raggiungere il giusto equilibrio.
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione. Voler lavorare su se stessi è sempre una cosa importante e coraggiosa, che non si sbaglia mai a fare, prima di tutto per se stessi, ma poi anche per le persone a cui vogliamo bene. D'altra parte è difficile individuare meccanismi disfunzionali a partire da questa descrizione della sua relazione e delle sue abitudini. Sarebbe importante capire cosa la porta a isolarsi rispetto alla famiglia e a sentire il bisogno di essere riconosciuto dalla moglie, provocandole la gelosia di cui parla. Inoltre sarebbero da approfondire le dinamiche manipolatorie e narcisistiche che ha citato. Per questo le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per conoscere meglio se stesso e capire come affrontare le sue paure e insicurezze. Resto a disposizione. Dott.ssa Anna Tosi
Gentile Utente,
le emozioni che sta vivendo, insieme alle difficoltà che ha attraversato nel matrimonio e con la separazione, sono del tutto comprensibili e meritano di essere esplorate con attenzione. Il suo desiderio di capire meglio se stesso, i suoi comportamenti e le dinamiche che si sono create nelle relazioni è un ottimo punto di partenza per intraprendere una psicoterapia.
Il comportamento che descrive, in particolare il suo "isolarsi" e l'incapacità di soddisfare i bisogni emotivi di sua moglie, potrebbe essere legato a modelli relazionali disfunzionali che a volte si radicano nella nostra infanzia o in esperienze passate. Inoltre, l'idea di "manipolare" una situazione per ottenere attenzione o per testare la reazione dell'altro può riflettere delle difficoltà nel gestire emozioni complesse o nel sentirsi adeguati nelle relazioni intime.
Le dinamiche narcisistiche di cui parla sono effettivamente un tema importante da esplorare, poiché possono manifestarsi in modi sottili che danneggiano non solo l'altro, ma anche chi le vive. La psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere le radici di questi comportamenti, lavorare sul suo modo di relazionarsi agli altri, e, soprattutto, a migliorare la sua capacità di gestire le emozioni e le aspettative nei confronti di sé stesso e degli altri.
Le consiglio di affrontare il percorso terapeutico con pazienza e apertura, senza aspettative immediate, ma con l'intento di approfondire la sua consapevolezza e trovare nuove modalità di relazione e autocomprensione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna
salve, mi sembra che abbi una certa chiarezza su quanto avvenuto nel suo matrimonio e penso che le potrebbe essere molto utile affrontare tutti i temi da lei descritti insieme ad un professionista. E' un uomo giovane e può indagare in profondità su se stesso e sulla sua storia e la relativa dinamica matrimoniale per intraprendere nuove strade . se volesse approfondire la questione sono disponibile ad aiutarla. ricevo a Roma in Prati e effettuo colloqui Online. cordialmente. Carlo Benedetti Michelangeli
Gentile utente di mio dottore,

i suoi dubbi e le sue riflessioni potrebbero meglio esser esplorate in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Ritagliarsi uno spazio per sé significherebbe poter comprendere i vissuti e le emozioni da cui è accompagnato e dar loro voce affinché possa riprendere il cammino della sua vita con maggior serenità. Resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto. Ricevo anche on-line.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,

Grazie per aver condiviso con tanta sincerità la sua situazione. È evidente che lei ha una profonda volontà di riflettere su di sé e migliorare, un passo fondamentale e molto coraggioso.

La fine di una relazione importante, come un matrimonio, porta spesso a interrogarsi su dinamiche personali e relazionali. Dal suo racconto emerge una grande consapevolezza di alcuni comportamenti che potrebbero aver contribuito alle difficoltà con sua moglie, così come il desiderio di comprendere meglio se stesso.

Un percorso di psicoterapia potrebbe essere di grande aiuto per esplorare queste dinamiche, comprendere i suoi schemi comportamentali e relazionali e trovare strumenti per costruire relazioni più equilibrate e appaganti in futuro. Non si tratta di "avere qualcosa che non funziona", ma piuttosto di prendersi cura di sé per crescere e migliorarsi.

Se desidera, sono disponibile per ulteriori informazioni o per aiutarla a intraprendere questo percorso. Non esiti a contattarmi.

Un caro saluto,
Dott. Nunzio Nasti
Gentile utente,
percepisco una buona capacità riflessiva in lei. Le difficoltà che ha vissuto e che sta vivendo riguardano dinamiche davvero complesse e potenti dal punto di vista affettivo. Credo che la scelta di affrontarle attraverso un percorso psicoterapeutico sia molto valida, in quanto, al di là di quello che avverrà con la sua famiglia, sarà davvero importante per lei avere maggior chiarezza e consapevolezza interiore.
Si ricordi che la psicoterapia è un viaggio dentro di sé per dare un senso più profondo alla propria vita, scoprendo la propria Anima.
Buona giornata.
Dott. Paolo Cavallin
Buongiorno,
direi che ci sono dinamiche intrapersonali che è bene che lei metta meglio a fuoco.
Dopodichè le chiedo anche se, prima del divozio, considerate le sue dichiarazioni ed esternazioni, non sia il caso di intrapprendere un percorso di terapia di coppia.
Avete mai preso in considerazione l'idea?
Un saluto coridale
Dott.ssa Marzia Sellini
Grazie mille per la condivisione! so che non è facile!
Se sei riuscito a capire tutto ciò, penso che tu abbia già fatto dei passo in avanti.
Sicuramente anche da parte tua c'erano delle ansie e delle insicurezze che vanno gestiter al meglio. Ti augurerei di iniziare un percorso per gestire al meglio queste tue emozioni e la tua situazione
Buongiorno,
Sicuramente un percorso di psicoterapia può aiutarla ad analizzare gli aspetti di sè che ha descritto ed anche i vissuti legati al matrimonio ed all'eventuale separazione.
Dott. Marco Cenci
Buongiorno, un percorso di psicoterapia può certamente aiutarla a fare chiarezza su cosa sia successo dentro di lei e a comprendere quali siano i suoi bisogni, così come a lavorare sulle sue difficoltà.
Dott.ssa Lisa Saccardo
Buongiorno,
dalla descrizione della sua situazione si evince, a mio parere, la voglia di sapere di più circa i meccanismi che hanno contribuito alla sofferenza nelle relazioni con la sua famiglia, implicandosi personalmente in quanto accaduto. In quest'ottica il mio consiglio è di informarsi circa un percorso di analisi personale, non perchè ci sia qualcosa di rotto da aggiustare ma perchè potrebbe essere l'occasione di provare a decifrare e snodare quanto accaduto.
Dal mio punto di vista una terapia anche di breve durata le servirebbe per capire meglio le dinamiche che si sono mosse nel suo matrimonio e inoltre le potrebbe dare maggiore consapevolezza per la relazione che inevitabilmente manterrà con la sua ex moglie e sopratutto con sua figlia.
Gentile utente, dare un feedback adeguato su cosa le può essere accaduto o cosa le sta accadendo senza conoscere a pieno la sua storia, e senza un adeguata anamnesi non è possibile. Tuttavia mi sembra che lie voglia fare un percorso all'interno di sé per conoscere meglio il suo funzionamento e le ragioni che muovano se nel mondo e nelle relazioni. Un percorso di terapia potrà sicuramente aiutarla nel suo scopo. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Grazie per aver condiviso la sua esperienza in modo così riflessivo. Il fatto che stia analizzando il suo comportamento e desideri comprendere meglio se stesso è un segnale importante della sua volontà di migliorarsi e affrontare ciò che non ha funzionato nel passato.
La sua situazione appare complessa e dolorosa, intrecciata con dinamiche relazionali che potrebbero aver contribuito a creare tensioni e incomprensioni nel suo matrimonio. Gli episodi che descrive, come il desiderio di far ingelosire sua moglie o la tendenza a isolarsi in alcune situazioni, non definiscono il suo valore come persona, ma possono essere segnali di schemi di comportamento che meritano di essere esplorati con maggiore profondità. È possibile che dietro a queste azioni ci siano bisogni emotivi non completamente soddisfatti, come il desiderio di sentirsi importante, riconosciuto o apprezzato.
Sentirsi accusato di dinamiche manipolatorie o narcisistiche può essere pesante, ma è importante affrontare questi dubbi con uno sguardo gentile e obiettivo. Questo non significa necessariamente che lei abbia un disturbo di personalità, ma piuttosto che ci sono aspetti del suo modo di relazionarsi che potrebbero essere migliorati per favorire una maggiore serenità nelle sue interazioni future. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a riflettere sulle sue emozioni, sulle sue reazioni e sui suoi bisogni, offrendo strumenti utili per sviluppare una comunicazione più efficace e consapevole, sia con i propri cari sia con sé stesso.
La terapia rappresenta uno spazio sicuro per comprendere meglio i propri schemi relazionali, esplorare come gestire meglio i conflitti e trovare un equilibrio tra le sue esigenze e quelle degli altri. Non si tratta di giudicarsi, ma di intraprendere un cammino di crescita personale che le permetta di vivere con maggiore autenticità e pienezza le sue relazioni future. Scegliere di lavorare su di sé è un atto di grande coraggio e di cura verso il proprio benessere e quello delle persone che ama.
Buonasera, intanto credo che la situazione che sta vivendo sia particolarmente delicata e dolorosa, non solo per il rapporto di coppia ma anche perché c'è una bambina. Ritengo estremamente importante il suo desiderio di capire, di conoscersi meglio ed eventualmente risolvere dei conflitti che si porta dentro, questo non necessariamente nell'ottica del suo matrimonio, ma anche per aiutarsi a vivere meglio la vita. Senz'altro in una situazione come quella che descrive una psicoterapia la può aiutare. Buona fortuna
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso la sua storia in modo così dettagliato. Questo dimostra già una grande consapevolezza e una volontà di comprendersi meglio, un passo fondamentale per affrontare qualsiasi cambiamento.

La situazione che descrive è complessa e comprensibilmente difficile da elaborare. Dopo un’esperienza come un divorzio, è naturale sentirsi confusi e pieni di domande, soprattutto quando emergono dubbi sul proprio ruolo nelle dinamiche di coppia. Da quanto racconta, sembra che ci siano aspetti importanti della sua personalità e del suo modo di relazionarsi che meriterebbero di essere esplorati più a fondo.

Ad esempio, il fatto che talvolta preferisse attività personali alla connessione con sua moglie o sua figlia potrebbe indicare una difficoltà nel bilanciare i propri bisogni con quelli degli altri. Inoltre, il parlare spesso della sua collega, pur sapendo che questo feriva sua moglie, suggerisce un possibile bisogno di sentirsi riconosciuto o valorizzato che si è però tradotto in incomprensioni e tensioni. Riflettere su cosa la portava ad agire in questo modo potrebbe offrirle nuove chiavi di lettura.

Le accuse di dinamiche manipolatorie e narcisistiche sono certamente dolorose da affrontare, ma non devono essere viste come una condanna. Un percorso psicoterapeutico le permetterebbe di analizzarle senza giudizio, per comprendere se e in che misura abbiano influenzato il suo rapporto, aiutandola a sviluppare modalità più armoniose nelle relazioni future.

Anche il suo desiderio di migliorarsi come padre è significativo. È evidente che tiene molto alla sua relazione con sua figlia e un lavoro su di sé potrebbe aiutarla a rafforzarla, rendendola più gratificante per entrambi.

Intraprendere una psicoterapia non significa che “ci sia qualcosa che non funziona in lei”, ma piuttosto che desidera approfondire chi è, per trasformare questa crisi in un’occasione di crescita personale. È un percorso che le permetterà di conoscersi meglio e di affrontare con maggiore serenità le sfide future.

Se ha altre domande o dubbi, sarò felice di ascoltarla e di supportarla ulteriormente.

Dott. Luca Vocino

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