Buongiorno, sono mamma di una bimba di 9 anni e di un maschietto di 6. Vorrei parlare di quest'ultim

21 risposte
Buongiorno, sono mamma di una bimba di 9 anni e di un maschietto di 6. Vorrei parlare di quest'ultimo. E' un bimbo molto sensibile e affettuoso. Predilige le compagnie femminili, non gli piacciono i giochi di confusione. Gioca tantissimo con la sorella e nel gioco libero lui impersonifica spesso ruoli femminili. Si fa i capelli con sciarpe, si traveste con i vestiti in maschera della sorella.
Per noi questo è sempre stato solo un gioco e non ci abbiamo mai dato troppo peso. Il papà è un uomo molto presente e attento, pur lavorando e rientrando a casa la sera. Mio figlio non esprime sofferenza o disagio, è molto sereno sia a casa che a scuola (1 elementare). Quando parla di se e quando si disegna lo fa sempre al maschile, però nel gioco gli piace essere una femmina e si comporta proprio come se lo fosse. Gioca anche con altro, ma quello è il suo gioco preferito. Lo fa però solo in casa o a scuola con qualche compagnetta, senza usare travestimenti però. Anche nel disegno, tende sempre a riprodurre figure femminili, imitando spesso quelli delle compagne e della sorella. Non mi ha mai detto apertamente di sentirsi una bambina, anche perché ha un buon rapporto co i suoi genitali e percepisco la sua consapevolezza di essere maschietto.
Sono un pochino confusa sul da farsi. La nostra pediatra, nel corso di una chiacchierata mi ha invitato a "farlo valutare", termine per me terribile. Non credo di avere un figlio malato.
Buongiorno Signora,
come lei stessa ha scritto il bambino è sereno e per voi genitori non ci sono “problematiche” particolari da sottoporre a valutazioni. Comprendo che l’ansia possa prendere il sopravvento: ci si chiede se questo atteggiamento non preluda a un disturbo dell’identità. La preoccupazione, di per sé, può essere fondata: ed è bene cercare di capire i motivi profondi espressi da questo atteggiamento. Un conto, però, è chiedersi il perché di una data situazione, un altro è farsi prendere dall’angoscia o mettere troppo precocemente un’etichetta di “diversità” addosso al figlio. Numerosi studi dimostrano infatti che solo il 10-15 per cento dei bambini che preferiscono i giochi dell’altro sesso (il discorso vale anche per le bambine) ha poi un orientamento omosessuale o problemi di identità.

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Buongiorno. Concordo con quanto sopra detto dal collega. Il fatto che vediate vostro figlio sereno è essenziale. Spesso i bambini attraverso il gioco esplorano, cercano risposte, si provano in ruoli diversi, esprimono la loro curiosità e necessità di comprendere il mondo.
Molto difficile rispondere in poche righe, ma qualora siate preoccupati vi consiglierei di fare un colloquio come genitori con uno psicologo, prima di pensare di "far valutare" vostro figlio. In questo modo potrete ben spiegare la situazione e ricevere indicazioni più precise.
Buona giornata
Buongiorno, concordo con i colleghi nel sostenere che essendo un bimbo sereno e tranquillo, non si pone la necessità di una valutazione psicologica. Nel disegnarsi riproduce una figura maschile; in questa fascia d’età comincia a delinearsi l’identità, che raggiunge la sua maturazione dai 12-13 anni, quindi al momento non è ancora definita. Si può ipotizzare (perché non conosco il bimbo) forse uno spiccato senso estetico, tipicamente femminile ma in alcuni casi presente anche nei maschi. Gli stereotipi purtroppo limitano la fantasia e la spontaneità ; mi pare che suo figlio sia fortunato ad avere due genitori che invece non lo ostacolano.
Buon proseguimento e un caro saluto
G. Clementelli
Gentile signora l'identità sessuale è una questione estremamente complessa. Il sentirsi maschi o femmine non coincide con il dato biologico, ma è il risultato di un processo complesso che inizia già nei primissimi mesi di vita e che, secondo la comunità scientifica, si conclude nella prima infanzia. La sessualità, l'essere o meglio il sentirsi maschi o femmine riguarda una "scelta" seppure inconsapevole del soggetto. Cara signora suo figlio non ha un disturbo, non ha un problema. Sarà omosessuale? Non saprei. Sono certa comunque, che la comunità scientifica ha smesso di considerare l'omosessualità una malattia quasi 100 anni fa! Per fortuna.
Gentile Signora, comprendo le preoccupazioni da Lei espresse, soprattutto quando un professionista, come il pediatra, si esprime in quei termini scatena una profonda preoccupazione di non prendersi abbastanza cura dei nostri figli. D'altro canto fino a che il bambino è sereno e fino a che il suo comportamento non diventi in qualche modo disfunzionale mi sento di consigliarLe di non allarmarsi troppo. Inoltre il bimbo è ancora piccolo e potrebbe essere una situazione passeggera. Una valutazione affrettata potrebbe instillare lo stigma e destabilizzare il bambino. Un caro saluto!
Gentile signora buonasera, ho letto con molta attenzione quanto da lei descritto, comprendo la sua confusione e la sua preoccupazione, ma ritengo fondamentale che vada affrontata e seguita nel giusto modo. E' comprensibile spaventarsi difronte a parole come "far valutare" ma è altrettanto importante capire di cosa si sta parlando e si vuole parlare. Non pensi di avere un figlio malato, ma pensi che data la tenera età si è in tempo per affrontare qualsiasi percorso da fare. Da un attenta analisi ritengo importante, che venga fatta una valutazione diagnostica che consenta di avere un quadro clinico chiaro, per poter intervenire. Posso dirle che a volte i bambini possono avere un forte desiderio di appartenere al genere opposto, che hanno una forte preferenza al travestimento con abbigliamento del sesso opposto, preferenza per i ruoli legati al genere opposto sia nel gioco di "far finta" o di fantasia, di preferire giochi femminili piuttosto che maschili, cosi come accade per suo figlio. Si può parlare di" Disforia di genere ", ma è fondamentale che lei si affidi e si faccia seguire. Spero che il mio discorso sia stato chiaro ed esaustivo e nn l'abbia spaventata ma le abbiano dato consapevolezza sul da farsi. Sono a sua disposizione per qualsiasi chiarimento. Cordiali saluti Dott.ssa Daniela De Pascale
Buonasera, sostengo che le le risposte che hanno dato i miei colleghi sono giuste, capisco anche tutte le domande che lei si sta facendo e se ascoltare il consiglio della pediatra. Forse sarebbe prematuro, anche perchè il bambino è ancora molto piccolo e vedendo la sorella giocare con le bambole, lui la imita anche con altri comportamenti che potrebbero sembrare che il bimbo non abbia una definitiva identità sessuale, inoltre lei lo descrive come un bambino sereno e tranquillo e di indole sensibile ed affettuoso. Non diamogli delle etichette premature, in seguito si vedrà, dalla sua lettera si nota che è una mamma attenta e che saprà accettarlo qualunque sia la sua identità, ma non mi sembra ancora il momento per angosciarsi, la saluto cordialmente. dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno. Credo che un aspetto fondamentale della sua descrizione sia racchiusa dalla parola Gioco che in età evolutiva è praticamente Tutto. Il suo bambino ad.oggi fa dei giochi, forse anche di natura imitativa. Lo lasci giocare, giochi con lui. Attraverso il gioco i bambini organizzano la loro Mente. Qualsiasi esperienza lui faccia è fondamentale che abbia un'organizzazione limpida. Se lui non è confuso significa che mostra semplicemente il suo mondo e, purtroppo, noi adulti non riusciamo a decifrarlo perché abbiamo smesso di giocare!
L’identità sessuale e’ una parte di noi che si scoprirà verso l’adolescenza per ora ci sono solo esperienze e modellamento che esprimono solo una buona accettazione delle relazioni è un senso di appagamento del proprio corpo .
Sarebbe una buona cosa mantenere con il bimbo un buon dialogo in modo che crescendo possa esprimere i propri bisogni non tanto legati la definizione della sessualità ma al suo essere come persona con le mille sfumature che tutti noi potremmo avere.
Buona vita
Gentile Signora,
Il gioco è la modalità di finzione con la quale i bambini si concedono ai moti esplorativi fisiologici, e sani, della loro età. Da ciò inizia a costruirsi l'identità, anche sessuale, ed è un percorso suscettibile di tante modificazioni che ad ora è bene accompagnare, proprio come state già facendo. Voi siete sereni, il bambino anche, la preoccupazione da ciò che racconta è più nella vostra pediatra che forse fraintendendo la vostra sorpresa di fronte a qualcosa di inatteso, ha utilizzato una terminologia infelice ("farlo valutare"). Tenga presente inoltre che disegnare figure dell'altro sesso indica più generalmente una direzione dei processi di identità più che una scelta di appartenenza ad un genere sessuale. Un bambino molto attaccato alla propria mamma, soprattutto se piccolo, potrebbe facilmente disegnare una figura femminile, senza che questo indichi più di ciò che mostra. Continuate nell'accompagnarlo in questo processo di gioiosa scoperta, qualora in futuro ci siano spie di malessere sarà vostro figlio stesso a palesarle. Un caro saluto
Buongiorno Signora! Lavorando con i bambini so quanto possano essere versatili e malleabili e se c'è un malessere di qualsiasi genere, riescono ad affrontarlo sicuramente in tempi molto più brevi. Una visita da uno psicoterapeuta non la deve spaventare, né deve portarla a pensare che suo figlio sia "malato"...brutto usare e pensare in questi termini. Piuttosto credo che una valutazione possa rasserenare voi genitori e svelare se c'è una difficoltà nascosta del bimbo ( non necessariamente legata alla sua identità di genere di cui fra l'altro è estremamente prematuro parlare). A volte mi è pure capitato di dire ai genitori che il figlio non avesse alcuna difficoltà...capita anche questo.
Dott.ssa Valeria Randisi
Cara signora, capisco la sua preoccupazione perchè il suo medico l'ha allertata, facendole insinuare il dubbio. Sinceramente io non vedo un problema in quello che lei racconta dato che il bambino sembra sereno e voi genitori presenti e attenti. Sono più che altro certi costrutti mentali difficili da scardinare e che innescano meccanismi complessi. I bambini giocano e imitano il mondo degli adulti. Magari il bambino è molto legato a lei e questo innesca la voglia di imitarla. E' vero che l'identità sessuale si articola nel tempo fino alla consapevolezza piena in adolescenza, ma ad oggi il bambino è tranquillo nel suo gioco e sicuramente non bisogna farlo sentire sbagliato. Io lavoro molto con i genitori dei bambini e in questo momento mi sento di consigliare più che altro un incontro di sostegno genitoriale che analizzi al meglio la situazione e rassereni voi. Se voi siete sereni lo sarà anche vostro figlio. Un caro saluto.
Gentile Signora, suo figlio non è malato, no.
Suo figlio sta giocando, si sta esprimendo, la sta imitando. E lui da quello che scrive, mi sembra sereno. Se lei e suo marito sperimentaste ansia o preoccupazione rispetto a questo tema, chiedete per voi un consulto.
Un saluto!
Cara mamma sono pienamente d'accordo con i miei colleghi, al momento non vedo elementi dalle sue parole che possano fare pensare che sia necessario far valutare suo figlio. Il fatto rivederlo sereno a casa e a scuola è fondamentale. Un caro saluto
Carissima mamma,
non posso che sorridere di fronte alla sensibilità e all'attenzione che dimostra per i suoi bambini. Condivido pienamente il parere suo, e quello espresso da altri colleghi, nel dire che suo figlio NON è malato, sottolineato dal fatto che il bambino non lamenta nessun tipo di difficoltà o disagio nel suo modo di esprimersi né, mi sembra di capire, susciti disagio o repulsione in chi gli sta attorno. In 1° elementare i bambini iniziano a sviluppare in modo più marcato la complessità delle relazioni che poi serviranno nella vita adulta. I giochi che fa suo figlio, l'imitare la sorella e le compagne, mi sembra un modo molto efficace e creativo di prendere confidenza con il concetto di "femminile". Statisticamente, si tratta di bambini che poi nell'adolescenza e nell'età adulta potranno manifestare una buona empatia e magari anche uno spiccato senso artistico. Fintanto che suo figlio si dimostra sereno e non esprime dubbi circa la propria identità, direi che non c'è assolutamente bisogno di "farlo valutare" in alcun modo.
Tanti cari saluti.
Dott. Aliprandi
Gentilissima Signora, suo figlio non è malato: descrive un bambino sereno e con un buon rapporto con i suoi genitali. La questione si gioca sul suo turbamento non su quello del bambino.
Un saluto.
Daniela Bianchi
Gentile signora, non emerge niente di preoccupante dalla descrizione di suo figlio che sembra essere sereno e amato dalla famiglia come dagli amici. In generale è consigliabile accompagnare i figli nella crescita aiutandoli ad esprimere al meglio se stessi senza incanalarli in categorie precostituite. Lasci che sperimenti se stesso sospendendo qualsiasi giudizio e valorizzando le sue risorse e i suoi talenti. Se la sua preoccupazione dovesse persistere posso consigliarle di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per un sostegno alla genitorialità.
Carissima il suo bimbo di 6 anni è in piena fase esplorativa conoscitiva, da quanto lei scrive non mi sembrano che ci siano segnali particolari se non in voler imitare le figure femminili presenti in famiglia, con le quali trascorre più tempo. Molti colleghi effettuano dei primi consulti online gratuiti, perché non prova a farne uno così da poter avere modo di approfondire la questione. Un caro saluto
Cara Signora, capisco profondamente le sue ansie. Ma i bambini con il gioco esprimono se stessi ed il mondo che li circonda, esorcizzano le loro paure e costruiscono il proprio mondo interiore. Purtroppo la società ci impone ancora degli stereotipi, dai quali si fa fatica a distaccarsi. Una bambina che gioca a calcio fa meno effetto di un bimbo che ama giocare con le bambole della sorella o che si mette le scarpe della mamma! Il suo cucciolo è ancora troppo piccolo per avere una precisa identità sessuale o di genere. Non si angosci più del dovuto, ma sfrutti l'occasione per insegnargli che non esistono "giochi da femmine o da maschio", esistono i giochi e con i giochi si cresce. Se però questa situazione non la fa vivere serenamente, le consiglierei di " lasciare a casa suo figlio" e di consultare, magari insieme a suo marito, uno specialista che saprà rassicurarvi e rasserenarvi.
Cordiali saluti.
Cara signora
Non ho compreso bene la
Richiesta della sua pediatra: quali difficoltà le ha riferito durante la visita?
Si tratta di un consiglio che le ha dato rispetto a delle riflessioni che avete condiviso ?
Non c’è nulla di preoccupante in quello che ha descritto di suo figlio, anzi penso che siate dei genitori molto presenti e affettuosi con lui.
Non sia spaventata nel caso decidiate di effettuare una valutazione poiché scopo del
Clinico non è di etichettare ma di monitorare lo stato di benessere.
Lo psicologo/psicoterapeuta ha lo scopo di promuovere il benessere e per come La penso io
Credo che come per il pediatra sarebbe importante che i genitori avessero un servizio di psicologia di base a cui riferirsi.
Un caro saluto!
Gentile Signora, sarebbe indicato valutare le motivazioni che la confondono e che spingono la Pediatra a suggerirle di far valutare Suo figlio. Valuterei piuttosto la possibilità di fare una prima visita individuale, finalizzata ad un supporto genitoriale. Resto a disposizione, dr.
ssa M. Di Iorio

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