Buongiorno , Sono mamma di una bimba di 13 mesi . Scrivo per chiedere consiglio soprattutto dal pu
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Buongiorno ,
Sono mamma di una bimba di 13 mesi . Scrivo per chiedere consiglio soprattutto dal punto di vista psicologico .
La bimba , nonostante ancora non cammini in autonomia , ma solo sostenuta , è davvero molto molto vivace . Non sta mai ferma .
Nonostante la sua vivacità e in linea di massima allegria ( a parte qualche giornata no ovvio ) nei confronti delle persone care che ci circondano ( nonni zii ) mostra una certa diffidenza . La persona che accetta di più è mia mmma , nonna materna . I nonni paterni che vede un po’ meno frequentemente, ma che comunque conosce e frequenta , sembra non li tolleri molto . Non vuole andare in braccio a nessuno se non appunto a mia mamma e a volte. A mia sorella . Qualche volta il nonno ( mio papà ) è riuscito a prenderla .
A parte questo la sua insofferenza nei confronti di conosce un po’ è davvero ai miei occhi eccessivi .
‘ altra sera sono venuti a trovarci degli zii che non ha praticamente mai visto , all’ inizio ( appena sveglia dal piscllino ) tutto sommato è stata tranquilla . Dopo 5 minuti è entrata in un vero e proprio stato di agitazione .. lamenti pianti , difficoltà a mangiare in loro presenza .
Sembrava volesse interagire , prendeva un oggetto per darlo loro , ma non appena loro cercavano di prenderlo ritraeva la mano infastidita . Oppure se lo prendeva dopo che glielo aveva offerto lei , piangeva.
Capisco che erano persone che praticamente non aveva mai visto ma ha passato una serata davvero molto agitata e insofferente .
Questo episodio è avvenuto in un ambiente che non era il suo solito bensì una casa vacanza nella quale abbiamo alloggiato , non so se anche l’ ambiente non così familiare possa aver influito . Dopo questo episodio il giorno successivo è rimasta nervosa , lamentosa e nervosa e insofferente tutto il giorno .
Ma in ogni caso capita che se sono a casa da sola con lei e arriva in nonno ad esempio che conosce e frequenta abbastanza, si irrigidisce .
Mi chiedo se questi atteggiamenti eccessivi non siano spia di qualcosa .
È molto attaccata a me , l’ allatto ancora . Non so se anche questo possa c’ entrare in qualche modo con il forte attaccamento.
Il problema è che nelle circostanze come l’ incontro con gli zii che non conosceva , nemmeno la mia vicinanza riesce a tranquillizzare più di tanto la sua agitazione.
Sono mamma di una bimba di 13 mesi . Scrivo per chiedere consiglio soprattutto dal punto di vista psicologico .
La bimba , nonostante ancora non cammini in autonomia , ma solo sostenuta , è davvero molto molto vivace . Non sta mai ferma .
Nonostante la sua vivacità e in linea di massima allegria ( a parte qualche giornata no ovvio ) nei confronti delle persone care che ci circondano ( nonni zii ) mostra una certa diffidenza . La persona che accetta di più è mia mmma , nonna materna . I nonni paterni che vede un po’ meno frequentemente, ma che comunque conosce e frequenta , sembra non li tolleri molto . Non vuole andare in braccio a nessuno se non appunto a mia mamma e a volte. A mia sorella . Qualche volta il nonno ( mio papà ) è riuscito a prenderla .
A parte questo la sua insofferenza nei confronti di conosce un po’ è davvero ai miei occhi eccessivi .
‘ altra sera sono venuti a trovarci degli zii che non ha praticamente mai visto , all’ inizio ( appena sveglia dal piscllino ) tutto sommato è stata tranquilla . Dopo 5 minuti è entrata in un vero e proprio stato di agitazione .. lamenti pianti , difficoltà a mangiare in loro presenza .
Sembrava volesse interagire , prendeva un oggetto per darlo loro , ma non appena loro cercavano di prenderlo ritraeva la mano infastidita . Oppure se lo prendeva dopo che glielo aveva offerto lei , piangeva.
Capisco che erano persone che praticamente non aveva mai visto ma ha passato una serata davvero molto agitata e insofferente .
Questo episodio è avvenuto in un ambiente che non era il suo solito bensì una casa vacanza nella quale abbiamo alloggiato , non so se anche l’ ambiente non così familiare possa aver influito . Dopo questo episodio il giorno successivo è rimasta nervosa , lamentosa e nervosa e insofferente tutto il giorno .
Ma in ogni caso capita che se sono a casa da sola con lei e arriva in nonno ad esempio che conosce e frequenta abbastanza, si irrigidisce .
Mi chiedo se questi atteggiamenti eccessivi non siano spia di qualcosa .
È molto attaccata a me , l’ allatto ancora . Non so se anche questo possa c’ entrare in qualche modo con il forte attaccamento.
Il problema è che nelle circostanze come l’ incontro con gli zii che non conosceva , nemmeno la mia vicinanza riesce a tranquillizzare più di tanto la sua agitazione.
Carissima mamma, capisco le preoccupazioni riguardo al comportamento della tua bimba perché è normale che i genitori si fanno domande quando i figli manifestano degli atteggiamenti che sembrano fuori dal comune.
Prima di tutto bisogna sottolineare che ogni bambino ha una propria personalità che si manifesta nel primo anno di vita. A 13 mesi i bimbi attraversano una fase di grande sviluppo cognitivo ed emotivo, quindi sono molto sensibili alle novità. L’attaccamento alla mamma è normale e bisogna ricordare che anche l’ambiente in cui si verificano questi episodi può influenzare la reazione della bimba. Bisogna essere pazienti e rassicuranti perché il proprio stato d’animo può influire su quello della tua bimba perché se tu sei tranquilla anche lei si sentirà rilassata.
Se incontri ancora difficoltà o non riesci a gestire questi segnali di disagio puoi chiedere un supporto psicologico per aiutarti a trovare gli strumenti giusti per superare questo momento.
Resto a disposizione per ulteriori consigli o per una consulenza psicologica, anche online. Un cordiale saluto Dott.ssa Cristina Sinno
Prima di tutto bisogna sottolineare che ogni bambino ha una propria personalità che si manifesta nel primo anno di vita. A 13 mesi i bimbi attraversano una fase di grande sviluppo cognitivo ed emotivo, quindi sono molto sensibili alle novità. L’attaccamento alla mamma è normale e bisogna ricordare che anche l’ambiente in cui si verificano questi episodi può influenzare la reazione della bimba. Bisogna essere pazienti e rassicuranti perché il proprio stato d’animo può influire su quello della tua bimba perché se tu sei tranquilla anche lei si sentirà rilassata.
Se incontri ancora difficoltà o non riesci a gestire questi segnali di disagio puoi chiedere un supporto psicologico per aiutarti a trovare gli strumenti giusti per superare questo momento.
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Gentile signora, comprendo il suo stato d'animo, ma mi sento di dirle che una bambina così piccola ha bisogno del suo tempo per maturare. Tenga conto che sua figlia sta attraversando una tipica e delicata fase dell'età caratterizzata dalla paura dell'estraneo prima e della separazione poi. Infatti a 8/9 mesi si ha paura dell'estraneo, a 12/18 mesi paura della separazione, che raggiunge il suo apice intorno al 2°/3° anno di vita. Naturalmente ogni bambino ha i suoi tempi personali nell'attraversare queste fasi e il proprio carattere. Ci sono bambini che amano la confusione e sono socievoli da subito e bambini che preferiscono un ambiente familiare e tranquillo. Lei come era da piccola? Si ricorda? Le posso suggerire di osservare sua figlia, ma in modo naturale e non preoccupato e vedere come va. Che sia attaccatissima a lei è normale in questo momento. Con il padre come è? Se poi è preoccupata ne parli con il pediatra o un neuropsichiatra infantile, ma senza problematizzare. Se lei si sente ansiosa o sentisse il bisogno di un sostegno psicologico, può contattare uno/una psicoterapeuta per un sostegno alla genitorialità. Io sono disponibile, la saluto cordialmente, dott.ssa silvia Ragni
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Gentile Signora,
da ciò che descrive, emerge una situazione che, dal punto di vista psicologico, è abbastanza comune per una bimba della sua età.
A 13 mesi, è del tutto normale che i bambini mostrino un forte attaccamento alla figura di riferimento principale, che nella maggior parte dei casi è la madre. Questo attaccamento, noto come "attaccamento sicuro", è un segno positivo del legame che la bambina ha con lei, e fornisce alla piccola un senso di sicurezza di fronte a ciò che è nuovo o sconosciuto. L'insofferenza nei confronti di persone che vede meno spesso, come i nonni paterni o altri parenti, può essere legata proprio alla mancanza di familiarità con loro.
Inoltre, l'atteggiamento che descrive – la diffidenza o agitazione in presenza di persone meno conosciute – può rientrare in quella fase dello sviluppo infantile chiamata "ansia da separazione" o "paura dell'estraneo", tipica dei bambini intorno ai 12-18 mesi. In questa fase, i bambini diventano più consapevoli delle persone e degli ambienti circostanti, e spesso reagiscono con disagio quando si trovano con individui che non vedono regolarmente o in contesti poco familiari.
Anche il cambiamento di ambiente, come la casa vacanza, potrebbe aver amplificato la sua reazione di nervosismo. I bambini si sentono più sicuri in ambienti noti e prevedibili, e un cambiamento, seppur temporaneo, potrebbe aver contribuito a creare ulteriore agitazione.
Il fatto che la sua vicinanza non riesca sempre a calmare completamente la bambina non è necessariamente un segnale preoccupante, ma può riflettere il suo bisogno di tempo per adattarsi a nuove situazioni. È importante darle modo di vivere questi momenti gradualmente, senza forzarla a interagire quando non si sente pronta, permettendole di avvicinarsi agli altri ai suoi ritmi.
Riguardo all’allattamento, questo può certamente favorire un legame molto stretto tra madre e figlia, ma non è in sé causa di un attaccamento "eccessivo". Piuttosto, la rassicura in un momento in cui sta costruendo la propria indipendenza e fiducia nel mondo che la circonda.
In conclusione, gli atteggiamenti che descrive rientrano nella normalità dello sviluppo infantile e non sembrano essere segni di problemi più profondi. Tuttavia, se dovesse notare che queste reazioni diventano più intense o persistenti nel tempo, oppure che influenzano significativamente il benessere della bambina, potrebbe essere utile confrontarsi con un professionista per una valutazione più approfondita.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna
da ciò che descrive, emerge una situazione che, dal punto di vista psicologico, è abbastanza comune per una bimba della sua età.
A 13 mesi, è del tutto normale che i bambini mostrino un forte attaccamento alla figura di riferimento principale, che nella maggior parte dei casi è la madre. Questo attaccamento, noto come "attaccamento sicuro", è un segno positivo del legame che la bambina ha con lei, e fornisce alla piccola un senso di sicurezza di fronte a ciò che è nuovo o sconosciuto. L'insofferenza nei confronti di persone che vede meno spesso, come i nonni paterni o altri parenti, può essere legata proprio alla mancanza di familiarità con loro.
Inoltre, l'atteggiamento che descrive – la diffidenza o agitazione in presenza di persone meno conosciute – può rientrare in quella fase dello sviluppo infantile chiamata "ansia da separazione" o "paura dell'estraneo", tipica dei bambini intorno ai 12-18 mesi. In questa fase, i bambini diventano più consapevoli delle persone e degli ambienti circostanti, e spesso reagiscono con disagio quando si trovano con individui che non vedono regolarmente o in contesti poco familiari.
Anche il cambiamento di ambiente, come la casa vacanza, potrebbe aver amplificato la sua reazione di nervosismo. I bambini si sentono più sicuri in ambienti noti e prevedibili, e un cambiamento, seppur temporaneo, potrebbe aver contribuito a creare ulteriore agitazione.
Il fatto che la sua vicinanza non riesca sempre a calmare completamente la bambina non è necessariamente un segnale preoccupante, ma può riflettere il suo bisogno di tempo per adattarsi a nuove situazioni. È importante darle modo di vivere questi momenti gradualmente, senza forzarla a interagire quando non si sente pronta, permettendole di avvicinarsi agli altri ai suoi ritmi.
Riguardo all’allattamento, questo può certamente favorire un legame molto stretto tra madre e figlia, ma non è in sé causa di un attaccamento "eccessivo". Piuttosto, la rassicura in un momento in cui sta costruendo la propria indipendenza e fiducia nel mondo che la circonda.
In conclusione, gli atteggiamenti che descrive rientrano nella normalità dello sviluppo infantile e non sembrano essere segni di problemi più profondi. Tuttavia, se dovesse notare che queste reazioni diventano più intense o persistenti nel tempo, oppure che influenzano significativamente il benessere della bambina, potrebbe essere utile confrontarsi con un professionista per una valutazione più approfondita.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Pinella Chionna
Buongiorno. Mi occupo da anni di sostegno alla genitorialità prevalentemente nella fascia di età più piccola, cioè genitori di bambini da 0 a 6 anni. Io non avrei dati a sufficienza per poter decodificare il comportamento della sua bambina. Sicuramente fin dalla nascita per noi genitori è un bel compito quello di cercare di comprendere i diversi segnali che danno i bambini, comprendere, decodificare e sintonizzarsi con quello che esprimono. Il consiglio che le posso dare in questa sede è che per la bambina è molto importante sentire che le sue emozioni negative (fastidio, paura, insofferenze varie...) sono accettate, è importante sentirsi accompagnata (cioè sentire che i suoi cari empatizzano con le sue emozioni) quando esprime il disaggio, e questo è molto importante sia ora sia anche quando sarà più grande. Sono piccole cose che richiedono tanta pazienza da parte nostra, ma sono cose di fondamentale importanza nella formazione della sua personalità. Se ha bisogno di altro mi può sempre contattare.
Grazie per aver condiviso la tua preoccupazione, capisco quanto possa essere difficile vedere la propria bambina manifestare disagio in certe situazioni. Da un punto di vista psicologico, il comportamento che descrivi è abbastanza comune nei bambini di questa età e rientra in un processo di sviluppo chiamato "ansia da separazione" e "paura dell’estraneo", che è particolarmente intenso tra i 12 e i 24 mesi. Questa fase si manifesta proprio quando i bambini diventano più consapevoli delle differenze tra le persone che conoscono bene e quelle che non vedono spesso, o che percepiscono come estranee.
L’attaccamento forte che descrivi verso di te, tua madre e qualche altra persona vicina, è un segnale che tua figlia ha sviluppato un legame sicuro con alcune figure di riferimento, il che è positivo. Tuttavia, il rifiuto o la diffidenza verso altre persone, anche familiari, può derivare dal fatto che la bambina non li vede così frequentemente o non ha ancora avuto abbastanza esperienze positive e sicure con loro.
È importante ricordare che ogni bambino ha il proprio ritmo di adattamento, e l’ansia legata alle nuove persone o ambienti meno familiari è del tutto normale. La casa vacanza che menzioni potrebbe sicuramente aver contribuito al suo stato di agitazione, in quanto l'ambiente nuovo può averla disorientata e fatto sentire meno sicura.
Alcuni suggerimenti che potrebbero aiutare tua figlia a sentirsi più a suo agio:
1. Esposizione graduale: Se possibile, aumenta gradualmente il tempo che tua figlia passa con i nonni paterni o con altri parenti, sempre mantenendo la tua presenza come base sicura. In questo modo, potrà sviluppare una maggiore familiarità e fiducia verso di loro.
2. Ritmi e routine: Mantenere una routine stabile e prevedibile può aiutare la bambina a sentirsi più sicura anche in situazioni nuove. Ad esempio, puoi introdurre nuovi volti o nuovi ambienti nei momenti della giornata in cui è più calma e serena, come dopo un riposino o un pasto.
3. Rispetto dei suoi tempi: È importante non forzare il contatto fisico o le interazioni sociali se la bambina non è pronta. Lasciarle il tempo di avvicinarsi gradualmente alle persone, senza pressioni, le permetterà di esplorare in modo più sicuro.
4. Supporto emotivo: La tua vicinanza e il modo in cui rispondi alle sue emozioni sono fondamentali. Anche se a volte può sembrare che non riesci a tranquillizzarla, il semplice fatto di esserci e di darle conforto aiuta a costruire un senso di sicurezza.
In conclusione, il comportamento della tua bambina, per quanto possa sembrare preoccupante, rientra nei normali processi di sviluppo emotivo. Tuttavia, se noti che questi episodi di agitazione persistono o peggiorano, o se interferiscono con la sua capacità di esplorare il mondo o interagire con le persone nel tempo, potrebbe essere utile consultare un professionista per un’ulteriore valutazione.
Sono disponibile anche online
Cordialmente
Dott. Tiziana Vecchiarini
L’attaccamento forte che descrivi verso di te, tua madre e qualche altra persona vicina, è un segnale che tua figlia ha sviluppato un legame sicuro con alcune figure di riferimento, il che è positivo. Tuttavia, il rifiuto o la diffidenza verso altre persone, anche familiari, può derivare dal fatto che la bambina non li vede così frequentemente o non ha ancora avuto abbastanza esperienze positive e sicure con loro.
È importante ricordare che ogni bambino ha il proprio ritmo di adattamento, e l’ansia legata alle nuove persone o ambienti meno familiari è del tutto normale. La casa vacanza che menzioni potrebbe sicuramente aver contribuito al suo stato di agitazione, in quanto l'ambiente nuovo può averla disorientata e fatto sentire meno sicura.
Alcuni suggerimenti che potrebbero aiutare tua figlia a sentirsi più a suo agio:
1. Esposizione graduale: Se possibile, aumenta gradualmente il tempo che tua figlia passa con i nonni paterni o con altri parenti, sempre mantenendo la tua presenza come base sicura. In questo modo, potrà sviluppare una maggiore familiarità e fiducia verso di loro.
2. Ritmi e routine: Mantenere una routine stabile e prevedibile può aiutare la bambina a sentirsi più sicura anche in situazioni nuove. Ad esempio, puoi introdurre nuovi volti o nuovi ambienti nei momenti della giornata in cui è più calma e serena, come dopo un riposino o un pasto.
3. Rispetto dei suoi tempi: È importante non forzare il contatto fisico o le interazioni sociali se la bambina non è pronta. Lasciarle il tempo di avvicinarsi gradualmente alle persone, senza pressioni, le permetterà di esplorare in modo più sicuro.
4. Supporto emotivo: La tua vicinanza e il modo in cui rispondi alle sue emozioni sono fondamentali. Anche se a volte può sembrare che non riesci a tranquillizzarla, il semplice fatto di esserci e di darle conforto aiuta a costruire un senso di sicurezza.
In conclusione, il comportamento della tua bambina, per quanto possa sembrare preoccupante, rientra nei normali processi di sviluppo emotivo. Tuttavia, se noti che questi episodi di agitazione persistono o peggiorano, o se interferiscono con la sua capacità di esplorare il mondo o interagire con le persone nel tempo, potrebbe essere utile consultare un professionista per un’ulteriore valutazione.
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Cordialmente
Dott. Tiziana Vecchiarini
Buonasera Gentile Utente, in base alle informazioni da lei riportate mi sento di dirle che si tratta di una bambina del tutto normale. Piuttosto mi è sembrato di avvertire tra le righe una certa fatica da parte sua nel tollerare certi comportamenti ed espressioni emotive da parte di sua figlia. È importante per i bambini poter crescere in un contesto accogliente e questo vale anche per quelle espressioni di irritazione, nervosismo e agitazione che lei ha descritto. Comprendo la fatica, anch'essa normale. Rimango a disposizione nel caso in cui ne avvertisse il bisogno. Cordialmente, dott. Simeoni
Salve signora, i colleghi che hanno già risposto le hanno dato un quadro esaustivo, se ritiene che sua figli stia tenendo un comportamento anomalo potrebbe rivolgersi semplicemente ad uno psicoterapeuta che si occupi di età evolutiva. Se lo riterrà necessario il collega farà il debito invio. Altrimenti pratichi semplicemente vigile osservazione. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile signora, grazie per aver condiviso in questo spazio qualcosa di così delicato e personale. Sicuramente la bimba è piccola e sta imparando ad entrare in relazione con il mondo. La sua preoccupazione sulle modalità con cui la sua bambina reagisce è legata anche alle sue aspettative sulla crescita della bimba. Se ritiene, potrebbe essere utile un incontro familiare in cui esplorare le dinamiche della vostra famiglia e alleggerirsi rispetto ad eventuali preoccupazioni. Se ne ha voglia e modo, sono disponibile anche on line. Forza e coraggio!
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Buongiorno, i bambini risentono dei cambiamenti di ambiente. A 13 mesi hanno ancora bisogno di routine quotidiane e di spazi ben organizzati e riconoscibili poichè non sono ancora in grado di orientarsi autonomamente nel tempo e nello spazio. I bambini piccoli ne risentono quado vanno in vacanza perchè perdono i riferimenti, vanno accompagnati ad esplorare il nuovo ambiente e rassicurati. L'estraneo in un ambiente nuovo può far spaventare. La invito a riflettere sul bisogno di allattare se è della bambina o suo, ormai la bimba sta entrando nella fase dell'esplorazione e dell'autonomia e dovrebbe imparare a percepirsi come separata da lei (il seno non permette il distacco) e questo l'aiuterà ad acquistare sicurezza. cordiali saluti, dott.ssa Adriana Casile
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Da ciò che racconta è difficile poterle dare un feedback sul comportamento della sua bambina.
Quello che a me arriva forte è la sua preoccupazione e sofferenza. E quindi potrebbe valutare di rivolgersi ad uno psicoterapeuta dell'età evolutiva per parlare direttamente con qualcuno e rassicurarsi della situazione.
Saluti
Elisabetta Cavicchioli
Quello che a me arriva forte è la sua preoccupazione e sofferenza. E quindi potrebbe valutare di rivolgersi ad uno psicoterapeuta dell'età evolutiva per parlare direttamente con qualcuno e rassicurarsi della situazione.
Saluti
Elisabetta Cavicchioli
Buongiorno gentile Utente, traspare subito la sua preoccupazione riguardo il comportamento della sua bambina e la ringrazio per essersi aperta nel condividerla. È naturale che come mamma si interroghi sugli atteggiamenti della sua piccola, soprattutto quando si tratta di interazioni sociali e della sua capacità di adattarsi a nuove situazioni o persone.
A 13 mesi, i bambini sono in una fase di sviluppo in cui l'attaccamento alle figure di riferimento primarie, come la mamma e, in alcuni casi, i nonni o altre persone che vedono frequentemente, è normale. Questo legame di attaccamento serve come base di sicurezza per esplorare il mondo. L'ansia nei confronti di persone meno familiari o nuovi ambienti è un comportamento molto comune a questa età e può essere più evidente in bambini che mostrano un forte legame con una figura primaria (come lei, nel suo caso).
Tra i 9 e i 18 mesi, molti bambini attraversano una fase in cui diventano più diffidenti verso gli estranei e manifestano ansia da separazione. La sua bimba potrebbe sentirsi particolarmente agitata quando si trova in ambienti nuovi o in presenza di persone che non conosce bene, come nel caso degli zii che ha visto raramente. Questo comportamento è solitamente temporaneo e parte del normale sviluppo sociale ed emotivo.
Come ha correttamente ipotizzato, l'ambiente in cui si è svolto l'incontro con gli zii (una casa vacanza) potrebbe aver contribuito ad aumentare il livello di stress della bambina. I bambini trovano conforto negli ambienti familiari, e trovarsi in un luogo nuovo potrebbe averla resa più vulnerabile all'ansia. In un ambiente sconosciuto, la bimba potrebbe aver percepito meno sicurezza, nonostante la sua presenza accanto a lei.
L'allattamento prolungato può favorire un legame molto forte tra mamma e bambino, e questo è spesso positivo per lo sviluppo del bambino. Tuttavia, è possibile che la bambina utilizzi la sua vicinanza come una sorta di "zona di comfort", e che nelle situazioni di stress o ansia cerchi di rimanere vicino a lei. Questo comportamento è tipico e non necessariamente un problema, ma se nota che sua figlia fatica a rilassarsi anche in sua presenza, potrebbe essere utile introdurre gradualmente delle esperienze di distacco controllato, sempre in modo delicato e rispettoso dei suoi tempi.
Per gestire questi momenti ed occasioni in cui si sono verificati questi comportamenti può essere utile provare a farle incontrare nuove persone o ambienti nuovi in modo graduale, senza forzarla. È importante che la bambina si senta al sicuro e che abbia il tempo di adattarsi a nuove situazioni.
Quando è in presenza di persone che non conosce bene, può essere utile avere con sé degli oggetti familiari (giocattoli, coperte) che le diano conforto. Permetterle di avvicinarsi agli altri bambini o adulti al suo ritmo senza spingerla può aiutarla a sentirsi più sicura.
Altresì va dato spazio al riconoscere e verbalizzare le sue emozioni per aiutarla a sentirsi compresa. Dire cose come "Capisco che ti senti nervosa, ci sono tante persone nuove, ma sono qui con te" può essere utile. Anche se a questa età la comprensione del linguaggio non è piena, il tono di voce e il messaggio possono darle sicurezza.
Se nel tempo il comportamento di sua figlia dovesse rimanere invariato o diventare più problematico, potrebbe essere utile consultare un professionista, come un neuropsichiatra infantile o uno psicologo specializzato nello sviluppo infantile, per valutare più approfonditamente la situazione. Tuttavia, al momento sembra che i suoi atteggiamenti rientrino nella norma per la sua età.
Sta nella norma che i bambini di quest'età mostrino un certo grado di ansia sociale o diffidenza verso persone nuove, e spesso questo comportamento si risolve con il tempo e l'esposizione graduale a nuove esperienze. Continui a essere una base sicura per la sua bambina, rispettando i suoi tempi e le sue emozioni.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
A 13 mesi, i bambini sono in una fase di sviluppo in cui l'attaccamento alle figure di riferimento primarie, come la mamma e, in alcuni casi, i nonni o altre persone che vedono frequentemente, è normale. Questo legame di attaccamento serve come base di sicurezza per esplorare il mondo. L'ansia nei confronti di persone meno familiari o nuovi ambienti è un comportamento molto comune a questa età e può essere più evidente in bambini che mostrano un forte legame con una figura primaria (come lei, nel suo caso).
Tra i 9 e i 18 mesi, molti bambini attraversano una fase in cui diventano più diffidenti verso gli estranei e manifestano ansia da separazione. La sua bimba potrebbe sentirsi particolarmente agitata quando si trova in ambienti nuovi o in presenza di persone che non conosce bene, come nel caso degli zii che ha visto raramente. Questo comportamento è solitamente temporaneo e parte del normale sviluppo sociale ed emotivo.
Come ha correttamente ipotizzato, l'ambiente in cui si è svolto l'incontro con gli zii (una casa vacanza) potrebbe aver contribuito ad aumentare il livello di stress della bambina. I bambini trovano conforto negli ambienti familiari, e trovarsi in un luogo nuovo potrebbe averla resa più vulnerabile all'ansia. In un ambiente sconosciuto, la bimba potrebbe aver percepito meno sicurezza, nonostante la sua presenza accanto a lei.
L'allattamento prolungato può favorire un legame molto forte tra mamma e bambino, e questo è spesso positivo per lo sviluppo del bambino. Tuttavia, è possibile che la bambina utilizzi la sua vicinanza come una sorta di "zona di comfort", e che nelle situazioni di stress o ansia cerchi di rimanere vicino a lei. Questo comportamento è tipico e non necessariamente un problema, ma se nota che sua figlia fatica a rilassarsi anche in sua presenza, potrebbe essere utile introdurre gradualmente delle esperienze di distacco controllato, sempre in modo delicato e rispettoso dei suoi tempi.
Per gestire questi momenti ed occasioni in cui si sono verificati questi comportamenti può essere utile provare a farle incontrare nuove persone o ambienti nuovi in modo graduale, senza forzarla. È importante che la bambina si senta al sicuro e che abbia il tempo di adattarsi a nuove situazioni.
Quando è in presenza di persone che non conosce bene, può essere utile avere con sé degli oggetti familiari (giocattoli, coperte) che le diano conforto. Permetterle di avvicinarsi agli altri bambini o adulti al suo ritmo senza spingerla può aiutarla a sentirsi più sicura.
Altresì va dato spazio al riconoscere e verbalizzare le sue emozioni per aiutarla a sentirsi compresa. Dire cose come "Capisco che ti senti nervosa, ci sono tante persone nuove, ma sono qui con te" può essere utile. Anche se a questa età la comprensione del linguaggio non è piena, il tono di voce e il messaggio possono darle sicurezza.
Se nel tempo il comportamento di sua figlia dovesse rimanere invariato o diventare più problematico, potrebbe essere utile consultare un professionista, come un neuropsichiatra infantile o uno psicologo specializzato nello sviluppo infantile, per valutare più approfonditamente la situazione. Tuttavia, al momento sembra che i suoi atteggiamenti rientrino nella norma per la sua età.
Sta nella norma che i bambini di quest'età mostrino un certo grado di ansia sociale o diffidenza verso persone nuove, e spesso questo comportamento si risolve con il tempo e l'esposizione graduale a nuove esperienze. Continui a essere una base sicura per la sua bambina, rispettando i suoi tempi e le sue emozioni.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto psicologico resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Gentile Madre,
da ciò che descrive, emerge una situazione che, dal punto di vista psicologico, è abbastanza comune per una bimba della sua età.
Consideri che i bambini, successivamente al settimo mese di vita, sviluppano l'angoscia per gli estranei, intesa come la paura per persone che non conoscono abbastanza; questo è proprio quello che vive la sua bambina nelle situazioni da lei descritte.
L'angoscia per gli estranei è un fenomeno del tutto transitorio che sparirà con il tempo.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
da ciò che descrive, emerge una situazione che, dal punto di vista psicologico, è abbastanza comune per una bimba della sua età.
Consideri che i bambini, successivamente al settimo mese di vita, sviluppano l'angoscia per gli estranei, intesa come la paura per persone che non conoscono abbastanza; questo è proprio quello che vive la sua bambina nelle situazioni da lei descritte.
L'angoscia per gli estranei è un fenomeno del tutto transitorio che sparirà con il tempo.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,
capisco le sue preoccupazioni riguardo alla sua bambina. So che può essere difficile vedere la propria figlia agitarsi o essere diffidente verso le persone a lei care.
A 13 mesi, i bambini vivono un mondo pieno di scoperte ma anche di situazioni nuove che possono risultare un po' spaventose. È come se stessero navigando in un mare di stimoli, e la figura materna rappresenta per loro il porto sicuro a cui tornare. L'attaccamento forte alla mamma è del tutto naturale in questa fase.
Le reazioni che descrive verso i nonni e gli zii possono essere influenzate da molti fattori: l'ambiente non familiare della casa vacanza, il risveglio dal pisolino, o semplicemente il fatto che siano volti meno conosciuti. Anche il gesto di offrire un oggetto e poi ritirarlo può essere il suo modo di esplorare le interazioni sociali, cercando di capire fino a dove si sente a suo agio.
È importante rispettare i suoi tempi senza forzarla. Può essere utile introdurre gradualmente le persone nuove, magari iniziando con incontri brevi in ambienti a lei familiari. Anche permetterle di osservare gli altri mentre interagiscono con lei può aiutarla a sentirsi più sicura.
L'allattamento e il forte attaccamento che ne deriva sono normali e possono offrirle conforto. Col tempo, man mano che acquisterà sicurezza, inizierà ad aprirsi maggiormente anche agli altri.
Se le sue preoccupazioni dovessero persistere o aumentare, potrebbe essere utile confrontarsi con un professionista per valutare insieme la situazione e trovare eventuali strategie di supporto.
Resto a disposizione se desidera approfondire o condividere ulteriori pensieri.
Un caro saluto,
D.ssa Violeta Raileanu
capisco le sue preoccupazioni riguardo alla sua bambina. So che può essere difficile vedere la propria figlia agitarsi o essere diffidente verso le persone a lei care.
A 13 mesi, i bambini vivono un mondo pieno di scoperte ma anche di situazioni nuove che possono risultare un po' spaventose. È come se stessero navigando in un mare di stimoli, e la figura materna rappresenta per loro il porto sicuro a cui tornare. L'attaccamento forte alla mamma è del tutto naturale in questa fase.
Le reazioni che descrive verso i nonni e gli zii possono essere influenzate da molti fattori: l'ambiente non familiare della casa vacanza, il risveglio dal pisolino, o semplicemente il fatto che siano volti meno conosciuti. Anche il gesto di offrire un oggetto e poi ritirarlo può essere il suo modo di esplorare le interazioni sociali, cercando di capire fino a dove si sente a suo agio.
È importante rispettare i suoi tempi senza forzarla. Può essere utile introdurre gradualmente le persone nuove, magari iniziando con incontri brevi in ambienti a lei familiari. Anche permetterle di osservare gli altri mentre interagiscono con lei può aiutarla a sentirsi più sicura.
L'allattamento e il forte attaccamento che ne deriva sono normali e possono offrirle conforto. Col tempo, man mano che acquisterà sicurezza, inizierà ad aprirsi maggiormente anche agli altri.
Se le sue preoccupazioni dovessero persistere o aumentare, potrebbe essere utile confrontarsi con un professionista per valutare insieme la situazione e trovare eventuali strategie di supporto.
Resto a disposizione se desidera approfondire o condividere ulteriori pensieri.
Un caro saluto,
D.ssa Violeta Raileanu
Carissima, le tue preoccupazioni sono comprensibili e mi complimento con te per aver pensato di chiedere aiuto e supporto.Il comportamento della tua bimba che si irrigidisce e manifesta disagio non pare segnali di un funzionamento atipico. Rispetto alle tue preoccupazioni che gli atteggiamenti “siano spia di qualcosa” mi sento di tranquillizzarti e ti consiglio comunque un colloquio con uno specialista, un supporto alla genitorialità che in questi casi aiuta a gestire le emozioni e compiere le scelte più adeguate al momento. Nelle varie fasi di sviluppo cognitivo ed emotivo, i bambini possono manifestare sensibilità alle novità e difficoltà di adattamento. Importante fornire risposte emotive rassicuranti perché il proprio stato d’animo può influire su quello dei figli in tutte le fasi evolutive. In caso di necessità non esitare a contattarmi. Un caro saluto
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La vivacità della tua bimba è evidente, ma la sua diffidenza verso alcune persone potrebbe indicare un bisogno di tempo per adattarsi. L'ambiente non familiare potrebbe aver contribuito all'agitazione. Il forte legame con te potrebbe influenzare la sua reazione agli estranei. Monitora attentamente e offri sostegno durante le interazioni. Potrebbe essere utile consultare un esperto per ulteriori consigli. Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Gentile mamma, dalla sua descrizione riesco a percepire tutta la sua preoccupazione e ritengo che, per una mamma, è naturale interrogarsi sulla propria bambina. Mi sento, pertanto, di rassicurarla in quanto l'atteggiamento di suo figlia è del tutto in linea con la sua età. Tra i 9 e i 18 mesi, infatti, il bambino vive un momento delicato del suo sviluppo caratterizzato dalla paura per l'estraneo e dall'ansia di separazione dalla figura di attaccamento. Ma dalla sua descrizione avverto che sua figlia sta cercando, a modo suo, di conoscere l'altro, anche semplicemente con il gesto di offrire un oggetto per poi riprenderselo. La bambina è in una fase di scoperta ed è importante rispettare i suoi tempi. Sicuramente è fondamentale cercare di "educare" la piccola alla presenza dell'estraneo andandola ad esporre gradualmente all'altro. Le auguro di superare questo difficile momento e di ritrovare tutta la serenità per lei e la sua bambina.
Se avesse bisogno di ulteriori consigli non esiti a chiedere, cordiali saluti.
Dott.ssa Syria Ciccone
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Grazie di aver condiviso qui ciò che sta accadendo nella tua casa con la tua bimba. La nascita è sempre duplice, nasce una figlia e nascono contemporaneamente anche dei genitori. Non sempre sappiamo quale sia il meglio per i nostri figli e interrogarci su cosa sia giusto fare e sul come sta il proprio bambino come stai facendo tu ora, è la risposta di un grande amore che vuole offrire il meglio. Come già ti hanno riposto gli altri colleghi, i comportamenti che vedi sono frutto di una fase naturale della crescita e dello sviluppo. Puoi inoltre guardare un altro elemento. Essendo la tua bimba molto connessa a te, può esserti utile comprendere come tu ti senti nell’ambiente in quel momento con le persone che incontri. Questo può aiutarti a portare consapevolezza anche sulle tue emozioni e su quanto tu ti senta a tuo agio e al sicuro. Per quanto riguarda l’allattamento… ascolta tu cosa senti essere meglio per voi. Non c’è una regola assoluta. Sicuramente l’allattamento al seno vi fa del bene. Crea un contatto di vicinanza e la bimba si nutre di un alimento ricco e sostanzioso che riceve percependo il battito del tuo cuore. Ci sono donne che allattano qualche mese, altre che continuano per diversi anni. Più tu riesci ad ascoltare te stessa e il vostro ritmo, più riesci a individuare il momento vostro anche per portare a conclusione quel momento così unico e speciale. Senza alcun tipo di pressione.
Mi auguro che questa risposta possa esserti stata utile. Se volessi approfondire sono disponibile anche online.
Un caro saluto e buona vita
Dott.ssa Simona Vanetti
Mi auguro che questa risposta possa esserti stata utile. Se volessi approfondire sono disponibile anche online.
Un caro saluto e buona vita
Dott.ssa Simona Vanetti
ciao mamma, grazie per aver condiviso la tua preoccupazione e descritto la tua sofferenza da mamma. sicuramente a 13 mesi la tua bambina sente l'assoluta necessità di aggrapparsi alla figura di riferimento che in questo caso sei tu.
da genitori ovviamente è comprensibile interrogarsi sul benessere del proprio piccino, tuttavia gli elementi qui elencati non li ritengo sufficienti per poter dare un esaustivo feedback, ma quello che voglio consigliarti è di rivolgerti ad uno psicologo che si occupi di sostegno alla genitorialità, di modo tale da conoscere appieno la piccina e da poterti fornire le giuste risorse e strategie di intervento, educazione e accogliemento/regolazione delle emozioni per i genitori e la piccola.
gentili saluti, dott.ssa federica tusa
da genitori ovviamente è comprensibile interrogarsi sul benessere del proprio piccino, tuttavia gli elementi qui elencati non li ritengo sufficienti per poter dare un esaustivo feedback, ma quello che voglio consigliarti è di rivolgerti ad uno psicologo che si occupi di sostegno alla genitorialità, di modo tale da conoscere appieno la piccina e da poterti fornire le giuste risorse e strategie di intervento, educazione e accogliemento/regolazione delle emozioni per i genitori e la piccola.
gentili saluti, dott.ssa federica tusa
Gentile Signora e cara Mamma.
Ho letto attentamente il suo racconto e mi sento il dovere di dirLe che in primis una bimba di 13 mesi subisce molto i cambiamenti, le novità, qualsiasi modificazione di quello che ai suoi occhi può apparire come il "quotidiano".
Allo stesso tempo è normalissimo il fatto che sua figlia sia particolarmente attaccata a Lei; attaccamento che magari Lei stessa, in veste di madre, può vederlo come "morboso".
Il concetto che si evince dal suo racconto è la cosiddetta "ansia da separazione", alla quale mi sento di aggiungere "paura dell'estraneo".
Comprendo che per Lei sarà difficile collegare il concetto di "estraneo" con figure che in realtà estranee non sono (esempio i nonni paterni), ma tutto questo fa parte di una fase tipica del bambino che si manifesta orientativamente dai 12 ai 24 mesi.
Per quello che riguarda il cambiamento dell'ambiente, non deve dimenticare che in generale i bambini ne risentono molto e, in modo particolare, a 13 mesi sua figlia necessita di uno spazio ben organizzato e riconoscibile, che rappresentano veri punti di riferimento.
Vorrei solo tranquillarla dicendole che tutto ciò che ho descritto finora fa parte di un "comportamento temporaneo" che è da annoverare all'interno di un normale sviluppo socio-emotivo della bambina.
In modo particolare mi preme tranquillizzarla sul fatto che cambiare posto, ubicazione, casa, può generare o aumentare l'ansia di sua figlia la quale, al tempo stesso, vede nella mamma un posto riparato e sicuro.
Mi permetto di consigliarLe di non "forzare la mano" e di controllare l'andamento della situazione; ma non dimentichi che l'attaccamento forte alla mamma, in questa fase della vita, è del tutto normale.
Resto a sua completa disposizione.
Un cordiale saluto.
Dott. Michele Basigli
Ho letto attentamente il suo racconto e mi sento il dovere di dirLe che in primis una bimba di 13 mesi subisce molto i cambiamenti, le novità, qualsiasi modificazione di quello che ai suoi occhi può apparire come il "quotidiano".
Allo stesso tempo è normalissimo il fatto che sua figlia sia particolarmente attaccata a Lei; attaccamento che magari Lei stessa, in veste di madre, può vederlo come "morboso".
Il concetto che si evince dal suo racconto è la cosiddetta "ansia da separazione", alla quale mi sento di aggiungere "paura dell'estraneo".
Comprendo che per Lei sarà difficile collegare il concetto di "estraneo" con figure che in realtà estranee non sono (esempio i nonni paterni), ma tutto questo fa parte di una fase tipica del bambino che si manifesta orientativamente dai 12 ai 24 mesi.
Per quello che riguarda il cambiamento dell'ambiente, non deve dimenticare che in generale i bambini ne risentono molto e, in modo particolare, a 13 mesi sua figlia necessita di uno spazio ben organizzato e riconoscibile, che rappresentano veri punti di riferimento.
Vorrei solo tranquillarla dicendole che tutto ciò che ho descritto finora fa parte di un "comportamento temporaneo" che è da annoverare all'interno di un normale sviluppo socio-emotivo della bambina.
In modo particolare mi preme tranquillizzarla sul fatto che cambiare posto, ubicazione, casa, può generare o aumentare l'ansia di sua figlia la quale, al tempo stesso, vede nella mamma un posto riparato e sicuro.
Mi permetto di consigliarLe di non "forzare la mano" e di controllare l'andamento della situazione; ma non dimentichi che l'attaccamento forte alla mamma, in questa fase della vita, è del tutto normale.
Resto a sua completa disposizione.
Un cordiale saluto.
Dott. Michele Basigli
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità. È evidente che si sta prendendo cura della sua bambina con grande attenzione e preoccupazione, il che è fondamentale per il suo sviluppo emotivo. I comportamenti che descrive, come la vivacità, la diffidenza verso le persone conosciute solo superficialmente e le reazioni di agitazione in contesti nuovi, sono abbastanza comuni nei bambini della sua età. A 13 mesi, i bambini stanno cominciando a esplorare il mondo ma possono anche sentirsi facilmente sopraffatti e ansiosi in situazioni nuove o con persone poco familiari. L'attaccamento che la sua bimba ha verso di lei è un segno sano e naturale, ed è normale che i bambini abbiano preferenze per certi caregiver, specialmente della figura materna, che offre un senso di sicurezza e conforto. Il suo rimanere agitata in presenza di conoscenti o nuovi ambienti può riflettere una fase di sviluppo in cui sta apprendendo a elaborare le sue emozioni e a gestire situazioni sociali. La sua reazione a situazioni nuove o a persone meno familiari potrebbe essere influenzata dall'assenza di familiarità e dalla sua naturale diffidenza, che è un segno di prudenza nell'affrontare l'ignoto. È importante creare esperienze gradualiste, presentandole lentamente persone nuove in ambienti familiari e rassicuranti, assicurandosi che si senta al sicuro. Inoltre, l’allattamento e la vicinanza attiva della madre possono continuare a essere elementi rassicuranti per lei. Se le sue preoccupazioni persistono e sente che stanno influenzando il benessere della sua bimba in modo significativo, considerare di parlare con un professionista dell'infanzia potrebbe fornire ulteriori chiarimenti e supporto.
Non esiti a contattarmi se desidera approfondire questi temi o ricevere supporto in questo momento delicato. Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
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