Buongiorno, sono la mamma di una ragazza di 26 anni che fino a poco più di due mesi fa pesava 121 kg
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Buongiorno, sono la mamma di una ragazza di 26 anni che fino a poco più di due mesi fa pesava 121 kg – soffre da anni di binge eating disorder – adesso ne pesa 91 kg. Fino a due mesi fa mangiava tantissimo, aveva attacchi di fame che la portavano a mangiare anche 1 kg di gelato in un pomeriggio o mezzo kg di pasta a pranzo (me ne accorgevo perché controllavo tutto). Adesso tutto al contrario. Più che mangiare, assaggia, ma mangia soltanto verdure, pesce e pochissima frutta. 30 kg in due mesi sono troppi, è passata da 5000 kcal a 700 kcal al massimo. Penso sia in una fase di anoressia, anche se ovviamente non si nota perché partiva da una grave obesità. Non si fa seguire da nessuno perché ha avuto brutte esperienze con alcuni psicologi e ha proprio il terrore di andare, non riesco a convincerla. Devo preoccuparmi? Come posso aiutarla? Ci sta di mezzo un ragazzo, penso che la causa scatenante sia questa. Grazie.
Gentile Utente,
credo sia più che comprensibile la sua preoccupazione.
Se sua figlia ha "il terrore" di andare da uno psicologo psicoterapeuta, costringerla potrebbe essere controproducente, in questo momento, ai fini dell'intervento.
In questi casi, sicuramente sarebbe opportuno in ogni caso un lavoro di rete con altri professionisti. Le ha proposto, dunque, un consulto con un professionista specializzato in nutrizione? Forse lavorando sul primo pezzetto (cosa posso mangiare? quanto?) con qualcuno di competente, col tempo potrebbe riuscire ad affidarsi a uno psicoterapeuta per poter fare l'altro fondamentale pezzetto (come mi sento?).
Per quanto riguarda lei, cara mamma, ha pensato che potrebbe essere utile un "pezzettino" anche per sé stessa, anche solo come supporto genitoriale?
Spero possiate trovare presto una soluzione.
Cari saluti,
Luisa
credo sia più che comprensibile la sua preoccupazione.
Se sua figlia ha "il terrore" di andare da uno psicologo psicoterapeuta, costringerla potrebbe essere controproducente, in questo momento, ai fini dell'intervento.
In questi casi, sicuramente sarebbe opportuno in ogni caso un lavoro di rete con altri professionisti. Le ha proposto, dunque, un consulto con un professionista specializzato in nutrizione? Forse lavorando sul primo pezzetto (cosa posso mangiare? quanto?) con qualcuno di competente, col tempo potrebbe riuscire ad affidarsi a uno psicoterapeuta per poter fare l'altro fondamentale pezzetto (come mi sento?).
Per quanto riguarda lei, cara mamma, ha pensato che potrebbe essere utile un "pezzettino" anche per sé stessa, anche solo come supporto genitoriale?
Spero possiate trovare presto una soluzione.
Cari saluti,
Luisa
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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Comprende anche il disagio della ragazza.
Ritengo tuttavia fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Creo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Comprende anche il disagio della ragazza.
Ritengo tuttavia fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Creo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, obbligare una persona a intraprendere un percorso psicologico risulterebbe solamente controproducente. Sono d'accordo con la Dott.ssa Catalano, potrebbe dire a sua figlia di confrontarsi prima di tutto con una nutrizionista.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione. Mi dispiace per la situazione, posso immaginare la sua preoccupazione. Purtroppo non sarebbe costruttivo obbligare la figlia a intraprendere un percorso.
Ciò che le suggerisco è di cercare di intercettare i servizi territoriali della sua città e provare a chiedere un parere. Nei percorsi dei disturbi alimentari, sono coinvolti diversi professionisti come dietisti, nutrizionisti, TRP, endocrinologi... Partendo dalla parte organica, potrebbe poi successivamente passare a un supporto psicologico. Le consiglierei anche di valutare la possibilità di effettuare un percorso personale, esistono molti gruppi e percorsi rivolti ai genitori per dare suggerimenti e strategie nei confronti dei figli e per un maggior equilibrio familiare.
Resto a disposizione, Dott.ssa Ilaria Truzzi
Ciò che le suggerisco è di cercare di intercettare i servizi territoriali della sua città e provare a chiedere un parere. Nei percorsi dei disturbi alimentari, sono coinvolti diversi professionisti come dietisti, nutrizionisti, TRP, endocrinologi... Partendo dalla parte organica, potrebbe poi successivamente passare a un supporto psicologico. Le consiglierei anche di valutare la possibilità di effettuare un percorso personale, esistono molti gruppi e percorsi rivolti ai genitori per dare suggerimenti e strategie nei confronti dei figli e per un maggior equilibrio familiare.
Resto a disposizione, Dott.ssa Ilaria Truzzi
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione e le sono molto vicina! Ha detto bene nella sua domanda, non è il peso a fare una malattia e non per forza una persona che soffre di anoressia deve essere magra. Per capire il motivo scatenante di questo comportamento bisognerebbe fare ulteriori approfondimenti. Provi a parlare a sua figlia, può essere che cercando qui, in questo portale, qualcuno le possa ispirare un po' di fiducia. Rimango a disposizione! Un caro saluto, Dott.ssa Giada Piva
Buongiorno. Mi spiace per le brutte esperienze avute in merito da sua figlia. Se ha il sentore che centri il suo nuovo ragazzo sarebbe opportuno indagare in maniera delicata con sua figlia oltre che continuare il monitoraggio che già eseguiva prima, ovviamente non in maniera invadente ed esplicitando le sue preoccupazioni più che legittime. Capendo le motivazioni della scelta di sua figlia potrà comprendere anche il suo nuovo stile di vita e come comportarsi di conseguenza.
Carissima, grazie della condivisione, la sua preoccupazione per sua figlia è comprensibile. I disturbi del comportamento alimentare sono complessi e possono richiedere diverse professionalità. Nella mia esperienza abbiamo ottenuto i risultati miglio con protocolli integrati che includono oltre al percorso terapeutico psicologico e nutrizionale anche interventi di gruppo che aiutano molto il paziente a non isolarsi con il suo problema. Il consiglio che le posso dare è verificare se nella sua zona ci sono centri che possano seguire sua figlia in modo completo (magari offrendo un percorso di orientamento anche per la famiglia). Un caro augurio
Gentile utente, il terrore degli psicologi potrà essere superato con il tempo ma credo che, in questa fase, sia importante affidarsi a un professionista di cui la ragazza ha più fiducia (nutrizionista). Con la giusta alleanza terapeutica e valutando insieme le motivazioni che spingono sua figlia a modificare così drasticamente il suo stile alimentare, potrebbe darle una mano nel comprendere i principi base per perdere peso rispettando le esigenze del proprio corpo. Saluti. Dott.ssa Campanella
Succede molto spesso che la dieta di una persona gravemente sovrappeso sia così drastica... Consueto ma pericoloso! Credo che il ragazzo di cui parla abbia un ruolo anche io... Chieda consulto perché non è un tentativo che può esitare con un successo se non è appoggiata da un professionista... Magari parli prima lei con uno psicologo, per sapere come fare? cosa non dire, cosa proporre....
buona fortuna
buona fortuna
Buon pomeriggio, mi spiace molto per la sua situazione e comprendo la sua preoccupazione per sua figlia. Soffrire di un disturbo dell’alimentazione sconvolge la vita di una persona e ne limita le sue capacità relazionali, lavorative e sociali. Per la persona che soffre di un disturbo dell’alimentazione tutto ruota attorno al cibo e alla paura di ingrassare. Cose che prima sembravano banali ora diventano difficili e motivo di ansia. Solo una piccola percentuale di persone che soffrono di un disturbo dell’alimentazione chiedono aiuto. Credo anche possibile che, la presenza di un ragazzo possa sì, aver influito sul "cambio di rotta" repentino di sua figlia. Provare a consigliare un nutrizionista può essere una via più lunga, ma un primo passo date le brutte esperienze passate con gli psicologi. Inoltre, credo che un supporto alla genitorialità per lei, possa supportarla in questo difficile momento che coinvolge sia lei che sua figlia. Collaboro con una nutrizionista e sò che in certi casi un lavoro congiunto può dare i suoi frutti. Resto a disposizione.
Saluti, dott.ssa GM
Saluti, dott.ssa GM
Gentile, situazioni di questo tipo sono molto delicate e comprendo che lei come madre senta l'esigenza di comprendere e aiutare sua figlia. Il fatto di aver avuto esperienze poco piacevoli con psicologi non ha sicuramente aiutato il decorso di questa condizione. Quello che mi sento di dire è che disagi di questo tipo sono sempre espressione di un malessere profondo che deve essere sondato anche e soprattutto a livello familiare, per cui un suo intervento potrebbe essere utile, per quanto allo stesso tempo sarebbe di fondamentale importanza che sua figlia venisse seguita da un professionista per un percorso individuale. Sicuramente il supporto e il percorso psicologico sarebbero di aiuto, in queste situazioni il supporto di un professionista è fondamentale, sia per comprendere le complesse dinamiche di fondo che si sono attivate sia per supportarvi emotivamente nell'affrontare le problematiche. Qualora volesse sono a disposizione, nella mia esperienza ho lavorato a lungo con problematiche di questo tipo.
Buonasera, non c'è cosa più disarmante che sapere come in questo caso che una ragazza di 26 anni ha avuto "brutte esperienze con gli psicologi", mi scuso tanto per ciò che le è successo. Se desidera sua figlia può scorrere la piattaforma e guardare chi può esserle di supporto.Siamo in tanti! Non si arrenda i tempi sono cambiati, ognuno ha diritto di essere seguita da chi vuole ed oggi giorno si può anche organizzare con terapie in remoto. Spero di essere stata illuminante. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Buongiorno,
i disordini alimentari vanno seguiti a 360 gradi, sia da un punto di vista psicologico che psichiatrico, inoltre nel caso di ragazzi giovani necessitano di una presa in carico anche familiare. Ci sono delle strutture in Italia specifiche che si occupano di questo, potreste orientarvi per una scelta di questo tipo al fine di poter meglio affrontare la situazione guardando il problema partendo dalle radici. Nella speranza con queste poche righe di aver orientato la sua domanda.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
i disordini alimentari vanno seguiti a 360 gradi, sia da un punto di vista psicologico che psichiatrico, inoltre nel caso di ragazzi giovani necessitano di una presa in carico anche familiare. Ci sono delle strutture in Italia specifiche che si occupano di questo, potreste orientarvi per una scelta di questo tipo al fine di poter meglio affrontare la situazione guardando il problema partendo dalle radici. Nella speranza con queste poche righe di aver orientato la sua domanda.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,
data la delicatezza della situazione, sarebbe opportuno un intervento di rete che coinvolga psicoterapeuti, medici e nutrizionisti.
Valuti la possibilità di rivolgersi presso una struttura specializzata nel trattamento dei disordini alimentari.
Cordialmente, EP
data la delicatezza della situazione, sarebbe opportuno un intervento di rete che coinvolga psicoterapeuti, medici e nutrizionisti.
Valuti la possibilità di rivolgersi presso una struttura specializzata nel trattamento dei disordini alimentari.
Cordialmente, EP
Buonasera
E ‘ necessaria la presa in carico di sua figlia da parte di un equipe di professionisti ( psicoterapeuta , medico generale , nutrizionista ) per poter gestire il problema . L’intervento tempestivo e ‘ di fondamentale importanza.
La saluto
Dott.ssa Claudia Castellani
E ‘ necessaria la presa in carico di sua figlia da parte di un equipe di professionisti ( psicoterapeuta , medico generale , nutrizionista ) per poter gestire il problema . L’intervento tempestivo e ‘ di fondamentale importanza.
La saluto
Dott.ssa Claudia Castellani
Cara utente, la questione che ci porta è molto delicata e la ringrazio per averla condivisa. Nella maggior parte dei casi i percorsi terapeutici per avere esito positivo hanno bisogno come prima cosa di essere supportati da una buona motivazione intrinseca, per cui obbligare sua figlia non sarebbe costruttivo. Credo che la cosa più utile possa essere contattare i servizi territoriali che si occupano di questo tipo di difficoltà e chiedere loro come muoversi. Di solito i percorsi che lavorano sui disturbi alimentari prevedono la collaborazione tra diversi professionisti che si occupano in prima istanza dello stato di salute fisica delle persone,come endocrinologi e nutrizionisti, per poi passare a prendere in carico anche gli aspetti psicologici coinvolti. Oltre a questo, come hanno suggerito altri colleghi anche io le consiglierei di valutare un percorso personale. Dott.ssa Eleonora Donatelli
Buon pomeriggio, lo scenario che riporta è molto delicato e credo sia più che comprensibile la sua preoccupazione. Data la reticenza di sua figlia nell'andare da uno psicologo, forzarla potrebbe essere controproducente. Condivido il pensiero dei colleghi sulla possibilità di fare in primis un consulto con uno specialista specializzato in nutrizione, che possa con il tempo far emergere il bisogno in sua figlia di comprendere cosa c'è sotto il suo stile alimentare. Anche lei, come madre, potrebbe trarre beneficio da un percorso di sostegno alla genitorialità. Resto a disposizione. Claudia S.
Buongiorno, una consulenza con un nutrizionista sarebbe d'obbligo nel caso di un dimagrimento così estremo, si, ovviamente.
La convinca parlandole della salute della pelle, che, con l andare della perdita di chili, sicuramente si farà cadente e non soda.
Le diete fai da te non regalano bellezza.
Dr.ssa Cristina Mitola
La convinca parlandole della salute della pelle, che, con l andare della perdita di chili, sicuramente si farà cadente e non soda.
Le diete fai da te non regalano bellezza.
Dr.ssa Cristina Mitola
Buongiorno, mi dispiace tantissimo per la situazione. Vedere una figlia e non sapere cosa e come fare per aiutarla è davvero difficile. La causa del ragazzo è una come tante, nel senso che sua figlia soffre, molto probabilmente, di disturbi del comportamento alimentare. Non so se sia o meno il disturbo primario perché occorrerebbe una valutazione. Può provare a consigliarle una nutrizionista che lavora in equipe con chi si occupa di tali problematiche. Se riuscisse ad acquisire nuova fiducia, forse accetterebbe da tale figura estranea, un invio ad uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
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