Buongiorno Sono la mamma di una ragazza di 17 anni con un possibile disturbo borderline... Da più

18 risposte
Buongiorno
Sono la mamma di una ragazza di 17 anni con un possibile disturbo borderline...
Da più di un anno è in comunità terapeutica, adesso sta facendo i rientri abbastanza spesso per inserimento in famiglia e dopo con gli amici...
In questo momento prende aripiprazolo ,Sertralina e en uno la sera e uno Al mattino.
Ha fatto una bella strada ,siamo riuscite ad ricuperare i nostri rapporti,prima di questo malessere avevamo un bel rapporto.
I problemi di mia figlia sono sulle relazioni (amore)in amicizia non ha problemi e da quello che gli psicologi dicono probabilmente sarà un problema a vita....
Io spero che con tanto amore e sostegno+lavoro da parte sua e una brava psicoterapeuta possiamo farcela
Voi cosa ne pensate?
Dovrà prendere tutta la vita farmaci e dovrà faticare per sempre?
Ci sono speranze che lei ad un certo punto potrà avere una vita normale?
Grazie della vostra disponibilità!
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso le sue preoccupazioni riguardo a sua figlia. È comprensibile che l'adolescenza possa essere un momento difficile, soprattutto quando si affrontano sfide come la patologia borderline. In questo periodo di vita l'impulsività, la disregolazione emotiva e la ricerca identitaria sono caratteristiche sia del disturbo borderline che dell'adolescenza. Tuttavia, è incoraggiante notare i cambiamenti positivi che sua figlia sta già mostrando grazie alla presa in carico globale che le state fornendo. È importante sapere che, al giorno d'oggi, esistono trattamenti specializzati che possono aiutare sua figlia a gestire meglio la sua condizione e ad adattarsi al meglio possibile. Lungo il percorso ci saranno sfide, ma con il suo sostegno amorevole e la cura precoce, sua figlia ha tutte le possibilità di progredire e superare gli ostacoli. La sua presenza attenta e premurosa è un grande punto di forza per sua figlia e le auguro il meglio nel suo percorso di guarigione. Buona giornata!

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Boongiorno,
mi sembra che stiate facendo un bel lavoro, è importante un lavoro di rete tra famiglia e servizi, dove sua figlia deve lavorare su di sè ma anche le persone attorno a lei affinchè il trattamento possa avere maggiore efficacia. E' un percorso che probabilmente va portato avanti con costanza nel tempo per mantenere un buon equilibrio rispetto il suo stato di salute.
A presto
Salve, da quello che racconta siete sulla strada giusta. La consapevolezza e gli strumenti che state acquisendo vi aiuteranno e aiuteranno la ragazza a gestire nel miglior modo la sua problematica per trovare un adattamento e per raggiungere il suo equilibrio. Sicuramente non farà sempre la fatica di oggi se l’aiuto sarà efficace così come il vostro sostegno.
Dr.ssa Damiano Maria
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso il suo racconto e le sue preoccupazioni, su cui mi permetto di fare qualche riflessione.
Partendo dal presupposto che un disturbo di personalità consiste una modalità strutturata e difficilmente modificabile di vivere, è possibile che sua figlia possa continuare ad avere difficoltà nelle relazioni sentimentali. Tuttavia, il percorso comunitario sta già dando i suoi frutti e, come ben spera, il continuo lavoro su di sè insieme ad un* Psicoterapeuta può sicuramente aiutarla ulteriormente a raggiungere un nuovo equilibrio, ma soprattutto a conoscersi meglio, specialmente nelle fasi di scompenso, così da poter agire tempestivamente. Non è possibile prevedere se e quando la cura farmacologica avrà fine (cosa possibile, se sua figlia sarà ben compensata); cura che le suggerisco di vedere come una valida e fondamentale alleata per il benessere di sua figlia, che in tal modo le consente di poter vivere adeguatamente, e non il contrario. Sperando di aver risposto alla sua domanda, la saluto cordialmente. Dott.ssa Antonella Cramarossa
Gentile utente, la condivisione della sua storia di sofferenza è già un atto terapeutico. E' difficile accettare il malessere di un figlio, si avverte un senso di impotenza e sconfitta che alle volte rende inermi. Dal suo racconto si evince però una grande forza d'animo, che le ha permesso di essere un punto di riferimento. Le preoccupazioni che ha espresso riguardo al futuro sono legittime. Trattandosi di un disturbo della personalità occorrerà l'aiuto di un terapeuta che accompagni sua figlia nel riconoscimento delle parti di sè disfunzionali e la aiuti ad individuare i suoi punti di forza. A questo percorso si affiancherà la terapia farmacologica, la cui durata dipenderà dalla combinazione di più fattori. Mi sento di dirle che la miglior terapia resta sempre il contatto umano. Resti un punto di riferimento, accogliendo le difficoltà che questo comporta.
Dott.ssa Laura Pia Altieri.
Gentile utente, il malessere di un figlio è sempre un dolore norme. Voi come famiglia state facendo tutto ciò che va fatto per garantire a vostra figlia la vita migliore possibile per lei. Sua figlia stessa sta facendo un grande lavoro su di sé, grazie anche al vostro amore e sostegno, e all'aiuto dei professionisti a ogni livello. I disturbi di personalità se adeguatamente trattati posso assolutamente garantire ala persona una vita degna di essere vissuta. Lei stessa riconosce cambiamenti e progressi. Continuate su questa strada che mi pare, dalle sue parole essere una strada che funziona. In bocca a lupo. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Molti dei sintomi e delle difficoltà relazionali del disturbo borderline tendono a migliorare in età adulta a discapito di una certa esplositivà nei primi 30-40 anni. Ovviamente l'investimento nella terapia personale e familiare, l'attivazione da parte dei familiari e lo sviluppo di una rete di supporto sana sono direttamente proporzionali ai progressi sul piano emotivo, sintomatico e in generale ai progressi nella qualità di vita
Buongiorno, sottolineo l'importanza di costruire una rete di equipe intorno alla problematica di suo figlio, in queste situazioni essa è di per sé già molto protettiva rispetto il lavoro da fare.
In bocca al lupo
Cordiali saluti
Dott. Francesco
Grazie della sua condivisione.
"Dovrà prendere tutta la vita farmaci e dovrà faticare per sempre? Ci sono speranze che lei a un certo punto potrà avere una vita normale?".
Io credo molto nella psicoterapia. Con una brava psicoterapeuta che comprenda sua figlia in modo tale da poter lavorare in profondità sulle sue difese psicologiche e i traumi che stanno alla base del disturbo è possibile uscirne.
Buongiorno signora, immagino sia molto faticoso e comprendo le sue preoccupazioni da mamma. Tale tipologia di disturbo ha come caratteristica principale l'instabilità dell'umore e dell'immagine di sè, problematiche a livello relazionale ed, infine, una marcata impulsività che, se adeguatamente trattati però, possono con buone speranze garantire una vita più stabile e soddisfacente a sua figlia. Sicuramente è un percorso lungo che va portato avanti con costanza ma, mi sento di dirle che è riuscita ad intervenire in maniera tempestiva su più fronti, impegnandovi insieme nel sostenerla e nel permetterle un percorso di cura adeguato. Non è possibile prevedere a priori l'andamento e l'esito della cura farmacologica ma, al momento certamente contribuisce al benessere e all'aumento della stabilità di sua figlia. Sono sempre percorsi in cui è fondamentale affidarsi ai professionisti valutando mano a mano la situazione ed il cambiamento. Sta davvero facendo molto per sua figlia. Le consiglio però di considerare l'idea di prendersi cura anche di se stessa e di dedicare uno spazio a queste sue preoccupazioni per poterle gestire.
Sperando di esserle stata d'aiuto. Rimango a sua disposizione.
Dott.ssa Alessia Lazzaretto
Sicuramente sua figlia con l'aiuto di una brava psicoterapeuta potrà avere una vita normale, anche se segnata da ferite. Mi dispiace che tutto ciò sia accaduto in età così giovanile ma bisogna prendere atto della realtà. Tanti auguri e un saluto
Buongiorno, cosa è accaduto al vostro rapporto quando c'è stato questo malessere? In che tempo o fase di vita si è verificato? Quali sono i rapporti significativi di sua figlia, oltre quello con lei, che possono averla segnata in modo significativo?
Sono domande a cui dare risposta potrebbe dirci molto tanto sull'esordio di questa problematica (un esordio probabilmente molto più remoto rispetto ai 17 anni di oggi) e tanto sulla sua risoluzione.
Resto a disposizione per le sue nececessità.

Dott. Festa Simone
Salve,
ritengo che sua figlia sia stata ben protetta da una rete articolata di servizi.
Detto ciò, il disturbo di cui soffre sua figlia richiede necessariamente una forma di contenimento attuata da uno psicoterapeuta.
Ciò potrebbe però non escludere l'assunzione del farmaco in forma continuativa piuttosto che ciclica.
Aggiungo che, qualora fosse mancata per qualsivoglia motivo una figura di riferimento maschile, uno psicoterapeuta uomo opportunamente selezionato potrebbe essere una buona scelta integrativa.
Questo a patto che sua figlia lo accetti.
Saluti.
Gentile signora, comprendo le sue preoccupazioni come mamma. Mi sembra di capire, da quello che riporta, che siete sul percorso giusto. Sua figlia, così come voi come famiglia non siete soli. Esiste intorno a voi un’ottima rete di sostegno che ha fatto fare molti passi avanti e diversi progressi. Lei si chiede se è possibile uscirne e stare meglio. Io le rispondo che si, è sempre possibile è in fondo dal suo racconto la questo sta già succedendo. Confidi sul lavoro di psicoterapia e sulla rete che tutti insieme siete stati capaci di costruire intorno a sua figlia. Cordialmente Dott.ssa S. L.
Può valutare di accompagnare sua figlia nel suo percorso, può valutare un consulto familiare. La psicoterapia familiare solleva gli adolescenti da molte preoccupazioni.
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice. 
Riconosco che sta attraversando un momento molto difficile e voglio che sappia che non è sol* in questo percorso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
La sua domanda è importante, ha un contenuto rilevante, prezioso per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare una preziosa opportunità di conoscenza di sé.

La incoraggio vivamente a considerare l'opportunità di iniziare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.

Le invio un caro saluto.
Gentile mamma, grazie della condivisione, la sua lettera esprime un grande amore per sua figlia e sicuramente si è mossa bene nel gestire questo problema di sua figlia. Rispetto alle sue domande mi sento di dirle che quello che conta sarà la qualità di vita di sua figlia, questo deve essere sempre l'obiettivo: che stia bene. Come arrivarci lo lascerei decidere ai fatti che si manifestano, agli specialisti che seguono sua figlia. Sicuramente sarà importante uno/una psicoterapeuta che segua sua figlia. La sinergia di farmaci (se servono), famiglia , psicoterapeuta e rete dei servizi costituirà un "ombrello" di protezione. Piuttosto, lei è seguita da uno/una psicoterapeuta? Spero di sì, perchè anche lei ha bisogno di sostegno e indicazioni su come relazionarsi con sua figlia. Eventualmente sono a disposizione. La saluto molto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile Utente, non è possibile dare una risposta senza conoscere la storia di sua figlia. Le consiglio di esprimere le sue preoccupazioni alla psicoterapeuta che segue sua figlia. In questi casi è consigliabile che anche i genitori vengano supportati da uno specialista. Data la giovane età della ragazza e i trattamenti intrapresi ci sono ampi margini di miglioramento.
Resto a disposizione.

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