Buongiorno, sono divorziata e ho un bimbo di 4 anni. Il mio ex marito, soggetto aggressivo sia fisic

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Buongiorno, sono divorziata e ho un bimbo di 4 anni. Il mio ex marito, soggetto aggressivo sia fisicamente che verbalmente nei miei confronti, ebbe totale disinteresse per il figlio finchè due mesi dopo il nostro trasferimento, tornai nella nostra ex casa coniugale dove avevamo vissuto per quasi cinque anni e gli comunicai la mia volontà di separarmi e poi divorziare. In concomitanza con questo, lui chiese di vedere il figlio tre pomeriggi alla settimana, presentandosi realmente però solo una volta al mese, nelle altre occasioni non avvisava quindi con l'arrivo della sera si deduceva non venisse più, oppure qualche altra volta diceva di non potere per le più svariate scuse, poi smontate o motivazioni superflue come il fatto di dover andare dalla fidanzata del momento che, poteva farlo o prima o dopo senza per questo perdere il giorno, talvolta invece veniva a prendere il piccolo ma preferiva dedicarsi ai suoi interessi, lasciando quindi quest'ultimo alla ragazza occasionale o agli amici presenti che infastiditi, gli facevano notare il suo comportamento però senza successo e poi me lo riferivano (senza alcun preavviso né invito lui, dopo aver preso con sé il bambino si recava al luogo di ritrovo per questi ragazzi e a chi c'era "mollava" giù il figlio).
Due anni fa, intraprese una relazione con una ragazza conosciuta pochi giorni prima, un mese dopo iniziarono una convivenza e un paio di mesi più tardi, in corrispondenza con il mese dell'udienza per la nostra separazione consensuale lei rimase incinta. All'inizio di questa relazione il mio ex marito sembrò cambiato, niente più spinelli e zero alcool di cui aveva iniziato a fare uso quotidiano prima della nostra relazione, ricominciando poi poco prima che io decidessi di lasciarlo, iniziò inoltre a rispettate i giorni accordati senza lasciare il bambino a terzi, con puntualità nel versamento degli alimenti per il minore, ma presto con la nuova gravidanza della compagna la situazione divenne più esplicita riguardo alle questioni su nostro figlio dove compagna e madre di quest'ultima erano sempre presenti . Lui cominciò ad essere soffocante, con pretese assurde e ogni pretesto era buono per creare discussioni e imposizioni da parte sua nonostante la mia volontà di favorire ad ogni modo il rapporto con il bimbo e tentare sempre un confronto con lui e solo con lui via messaggio (con prova di ciò che venisse scritto) oppure come seconda alternativa un confronto diretto in presenza dei nostri legali.
Io intanto, dopo la rottura con il mio ex marito, ho intrapreso una relazione con una persona che otto anni fa mi aveva fatto conoscere proprio lui, la stessa persona che tra l'altro mi affiancò nell'accudimento di mio figlio fin dalla gravidanza per tutto il periodo di assenza del padre e diventando per il primo una presenza quotidiana fin dai suoi primi giorni di vita inizialmente proprio su delega del padre. Noi appena abbiamo potuto abbiamo poi consolidato il nostro legame sposandoci.
Intanto, per questioni di lavoro e necessità, il mio coniuge due anni fa ha dovuto trasferirsi all'estero (1h 30 di volo diretto), lavoro in regola, orari e stipendio eccellenti. In occasione delle vacanze accordate con il padre, come esperienza di crescita per un paio di volte ho portato mio figlio in questo paese dove ha subito legato con un suo coetaneo, figlio di colleghi riuscendo a comunicare tra loro lo stesso senza mostrare difficoltà per la lingua. Da quel momento è nato il suo desiderio di voler stare lì. Abbiamo aspettato a vedere l'andamento lavorativo, abbiamo aspettato che avesse una casa e poi ho valutato anch'io la possibilità di trasferirmi con il bimbo dopo averne discusso con il padre, perciò appena ebbi un'offerta di lavoro ben retribuito, dopo un periodo di prova e la loro conferma nel volermi assumere, decisi di parlare con il mio ex marito della questione, perciò organizzammo di incontrarci e io mi feci accompagnare per via dei suoi comportamenti. Lui approvò, ma ci saremmo risentiti entro un paio di giorni per organizzarci sulle modalità di frequentazione tra padre-figlio. Il giorno dopo inaspettatamente, senza alcun preavviso lui mandò a casa nostra la polizia a ritirare ogni documento valido per l'espatrio del minore, costringendoci oltretutto ad annullare le vacanze già accordate con lui e prenotate. Ogni tentativo fu vano, perciò mi rivolsi a degli avvocati riprovando la strada dell'accordo stavolta tramite legali, ma lui senza dare risposta alle proposte dei miei avvocati, presentò ricorso per ottenere l'affidamento esclusivo del bimbo, screditandomi e inventando a tal proposito dichiarazioni di persone che con lui neanche avevano parlato o avevano detto cose ben diverse, ragione per cui ha ricevuto una denuncia per conto di una di esse e accusandomi di impedirgli le visite con il figlio, cosa assolutamente non vera.
Con la prima udienza lui ha iniziato ad essere ancora più soffocante, rendendo un incubo ogni mia giornata perché trova sempre qualcosa per andarmi contro e far passare me per la "cattiva".
Ho provato più volte a intraprendere un percorso di psicoterapia, ma il vero problema nasce negli altri momenti. Questo mi causa forte ansia, insonnia e sonno disturbato, a volte scarso appetito e altre volte eccessiva fame tanto da sentirmi scoppiare, ma soprattutto causa malessere in mio figlio che ogni volta non vuole andare dal padre, facendo riferimento a svariate occasioni in cui in sua presenza mi ha aggredita, urlandomi anche contro e screditando il mio ruolo di madre, lui però mi dice che "se non ci va si arrabbia ", raccontandomi di come il padre lo zittisca arbitrariamente ogni volta che lui accenna solo il fatto di volermi, tornando poi a casa e in lacrime dicendomi di non voler più stare con il padre.
Da mamma questa situazione non è più sostenibile e per quanto adesso sia in attesa della sentenza che determinerà con chi vivrà il bambino e a chi sarà affidato, ho veramente paura che il giudice non consideri totalmente il solo benessere del bambino. Vorrei una rassicurazione, ma siccome non è possibile mo basterebbe un consiglio su come riuscire ad affrontare questa paura, che non credevo mai di poter vivere.
Grazie mille
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Purtroppo capisco il suo bisogno di rassicurazione ma la certezza al 100% non si può dare. Le posso dire tuttavia, che avendo lavorato nella tutela minori di solito viene tenuto in considerazione quello che dice il minore. Infatti vengono sentiti appena possibile. Per cui confido che le cose vadano per il verso giusto...
Gentile signora,
la situazione che lei descrive è estremamente complessa e dal suo racconto emerge una forte preoccupazione. L'unico consiglio che sento di darle è quello di iniziare, se non una psicoterapia, almeno un supporto psicologico che le possa permettere di superare questo periodo nel migliore dei modi. Capisco che non sia facile iniziare ma potrebbe aiutarla in questo momento difficile. Resto a disposizione anche online per un primo colloquio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Eugenia Borello
Gentile signora, dal suo racconto emerge quanto sia complicata questa situazione e con quanta fatica la sta vivendo. E' comprensibile la sua paura e la sua ansia; e per questo le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo per un supporto in questo momento così carico di tensione e preoccupazione.
Se vorrà, sono disponibile anche on line per un colloquio.
Un caro saluto a lei e al suo piccolo.
Dott.ssa Emanuela Graziano
Buongiorno signora,
Il tribunale potrebbe chiedere di parlare a suo figlio anche tramite uno psicologo infantile e/o un assistente sociale per chiarire la situazione e fare il meglio per il bimbo. Per il suo timore , che le causa molto stress che la accompagnerà in questo periodo, potrebbe chiedere un appoggio ad uno psicoterapeuta che la sostenga in questo percorso.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno,
la fine di un matrimonio è un qualcosa che ha delle ricadute emotive importanti su una persona, soprattutto quando con l altro si sono avuti dei figli e questo determina un continuo contatto senza che sia frutto del desiderio. Il suo malessere, vista la situazione assai complessa, è percepibile; sarebbe opportuno prendersi cura di questo malessere, magari facendosi sostenere in questa fase della sua vita da un professionista. Un percorso che la sostenga psicologicamente potrebbe aiutarla ad affrontare questo periodo della sua vita assai complesso.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, desidero esprimere il mio più profondo dispiacere per quanto sta attraversando. La situazione che lei e suo figlio state vivendo sembra estremamente difficile e stressante.
In primo luogo, è fondamentale garantire la vostra sicurezza. Se si sente minacciata dal comportamento aggressivo del suo ex marito, la incoraggio a rivolgersi alle autorità competenti e a cercare il supporto di amici o familiari di fiducia.
Per quanto riguarda la questione della frequentazione del bambino e il mancato rispetto degli accordi da parte del suo ex marito, le suggerisco di cercare una soluzione pacifica. Potrebbe essere utile parlare con il suo ex marito, eventualmente con l'assistenza dei vostri avvocati, per trovare una soluzione che sia nell'interesse del bambino. Potrebbe essere utile coinvolgere un mediatore familiare per trovare una soluzione soddisfacente per entrambi.
Per quanto riguarda la questione dell'espatrio del bambino, la consiglio di rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto di famiglia per capire i suoi diritti e le possibili azioni che può intraprendere per proteggere il bambino.
Infine, mi sembra che lei abbia trovato un nuovo equilibrio nella sua vita sentimentale e lavorativa. La incoraggio a perseverare in questa direzione, ricordi che ci sono molte risorse e supporto disponibili, e che non è sola in questo difficile momento. A sua disposizione, dott.ssa Marina Lumento.
Buonasera signora, mi dispiace molto per ciò che lei e suo figlio state vivendo. Purtroppo quando s'innescano queste dinamiche non è certamente facile sostenere la situazione. Comprendo la sua ansia e la sua paura, per questo le posso consigliare di trovare supporto con uno psicologo che la possa aiutare ad affrontare questo momento così difficile. Resto a disposizione anche on line, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Le ho risposto con un video che troverà nella mia pagina Youtube dal titolo " Separazioni, nidi infranti e relazioni tossiche e la mia scuola" e, al di la della mia scuola, mi auguro possa trovare validi suggerimenti per chiarire la sua situazione. Cordialmente Amico Colaianni
Buongiorno gent. utente, comprendo benissimo quanto sia difficile e dolorosa la situazione che state vivendo, sia lei che suo figlio. I tempi e i movimenti burocratici dei tribunali, specialmente in presenza di minori, sono lunghi e complessi. E purtroppo tali tempi lei dovrà rispettare. Capisco che la sua priorità è garantire serenità a suo figlio ma questo non toglie però il diritto al padre di vederlo se non c'è nulla di ufficiale che lo vieta. Questa è la frustrazione che immagino viva ogni giorno. Ci dice di aver iniziato più psicoterapie ma che non son servite a toglierle l'ansia di vita di tutti gli altri momenti. Probabilmente quell'ansia di cui parla non può essere totalmente sciolta visto il problema oggettivo che sta vivendo ma può un lavoro con un sostegno psicologico/psicoterapeutico potrà aiutarla a gestirla meglio, a respirarci e riuscire ogni volta nuovamente a centrarsi su di sè. Se vuole sono a sua disposizione anche online. Cordialità. Dott.ssa Alessandra Domigno
Gentile signora, dal suo racconto emerge la difficoltà relazionale che ha avuto con quest'uomo, che le ha procurato Ansia, Stress e stati depressivi. Dovrà richiedere un supporto psicologico per il benessere suo e di suo figlio.
Innanzitutto le faccio i complimenti per la forza d’animo che dimostra, il suo desiderio di curarsi del benessere emotivo suo e di suo figlio. Indubbiamente la situazione appare estremamente pesante, la rassicurazione che mi sento di darle è che questa sua forza interiore sarà un grande fattore di protezione per il bambino. Certamente uno spazio per portare quello che emerge da questi vissuti potrebbe aiutare, ma il primo pilastro è lei. Le auguro il meglio. Cordiali saluti
Mi dispiace molto sentire la tua storia e capisco quanto sia difficile affrontare una situazione così complicata. Ti consiglio di cercare assistenza legale professionale per proteggere i tuoi diritti e quelli del tuo bambino. Potresti anche considerare di cercare supporto psicologico per te e il tuo bambino per affrontare i problemi emotivi legati alla situazione difficile. Inoltre, sarebbe importante mantenere una comunicazione aperta con il padre del tuo bambino e cercare di trovare un accordo che sia nell'interesse del tuo bambino. Potresti anche considerare di coinvolgere un mediatore familiare per aiutare a risolvere le questioni in modo pacifico e costruttivo. Ricorda che la salute e il benessere del tuo bambino devono sempre essere la tua priorità assoluta. Qualora volesse orientarsi per una strategia differente mi può contattare con un messaggio privato ed elaboreremo insieme un lavoro di rete.
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Buongiorno, mi rattrista leggere la sua storia ma mi complimento per la sua forza e la sua determinazione. Credo sia fondamentale cercare un aiuto per suo figlio con un professionista che prenda in carico, periodicamente, anche lei come genitore. Le questioni riguardanti suo marito sono materia tipica di mediatori familiari e in sede legale, a seconda dell'età di suo figlio, quest'ultimo può essere ascoltato. Non demorda e pensi al benessere suo e del ragazzo. Cordiali saluti Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,
innanzitutto la ringrazio per aver condiviso quanto sta affrontando. Non deve essere stato facile ed è segno di grande determinazione e coraggio.
La situazione che lei e suo figlio state vivendo è estremamente complessa, soprattutto perchè dal suo racconto emerge che il suo ex marito non solo ha avuto e sta avendo agiti aggressivi nei suoi confronti, ma li sta attuando anche verso il bambino, con ripercussioni sul vostro benessere e rendendo, come lei scrive, ogni giornata "un incubo".
Dalla mia esperienza lavorativa presso Sportelli e Centri Antiviolenza, posso confermarle che purtroppo i tentativi di screditare l'altro genitore al fine di ottenere l'affidamento esclusivo sono molto frequenti, così come i comportamenti ambivalenti del suo ex marito da lei chiaramente descritti.
Tuttavia, la vorrei rassicurare sul fatto che in questi casi i Giudici affidati a decidere sull'affidamento sono formati e preparati (ciò non accadeva anni fa) a tenere in considerazione l'interesse del minore e soprattutto la relazione dello stesso con ciascun genitore.
Credo che un supporto psicologico o psicoterapeutico possa esserle di beneficio, tenendo presente che finchè perdurerà la situazione di insicurezza dettata dall'attesa della decisione inevitabilmente una parte delle vostre giornate saranno caratterizzate da paure e preoccupazioni. Ciò nonostante, credo che una figura psicologica o terapeutica potrà aiutarla a gestire questo difficile e doloroso momento.
Le auguro il meglio, un caro saluto.
Dott.ssa Giorgia Colombo
Mi piacerebbe che ci fosse un consiglio in grado di consolarti e lenire il tuo tormento. La verità è che siamo fragili, la vita spesso ci mette a dura prova e diventa salvifico, ad un certo punto, alzare le mani e accettare di non farcela da soli. Questo non significa essere deboli, ma riconoscere che una mano tesa può accorciare la distanza tra me e il mio benessere. Io credo che sia arrivato il momento di far crollare l'armatura e concederti uno spazio in cui possano trovare luogo e accoglienza tutte le tue, legittime, paure. Prenditi, finalmente, cura di te. Sei una mamma, ma anche una donna meritevole di attenzione. Un caro abbraccio.
Gentile utente,
grazie per aver condiviso con tutti noi il suo disagio. Comprendo bene ciò che lei e suo figlio state vivendo. Quando s'innescano queste dinamiche non è certamente facile sostenere la situazione. Per tanto le consiglio un consulto psicologico per affrontare questo momento così difficile. Rimango a sua disposizione anche online.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Rosa Argenti
Gentile signora, mi dispiace profondamente per la complessità della situazione che ha descritto, poiché comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. È evidente la sua paura e ansia in questo momento così carico di tensione e preoccupazione. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con maggiori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi. Se vorrà, sono disponibile anche online per un colloquio.

Grazie per aver condiviso la tua storia, so che non deve essere stato facile. La situazione che descrivi è complessa e dolorosa, e comprendo quanto possa essere difficile per te gestire l'ansia e il timore per il futuro del tuo bambino. Di seguito, ti fornirò alcuni consigli per affrontare al meglio questa situazione dal punto di vista legale, emotivo e personale.

1. Valuta il Supporto Legale
È essenziale continuare a lavorare a stretto contatto con il tuo avvocato, soprattutto perché il tuo ex marito ha fatto ricorso per l'affidamento esclusivo. Da quanto hai raccontato, sembra che tu abbia già avviato azioni legali per proteggere i tuoi diritti e quelli di tuo figlio. Assicurati che il tuo avvocato presenti prove chiare e documentate del comportamento del tuo ex marito, incluso l'impatto negativo che ha sul bambino (come i racconti del piccolo, i momenti di ansia che manifesta e le sue paure). Le testimonianze di chi ha assistito al suo comportamento potrebbero essere di grande aiuto.

In particolare, se il tuo ex marito ha avuto comportamenti aggressivi, incluse minacce o violenze verbali e fisiche, sarebbe utile raccogliere quante più prove possibile: messaggi, registrazioni o testimonianze di altre persone (come amici o professionisti che hanno osservato il suo comportamento). La sicurezza di tuo figlio e il suo benessere devono essere la priorità, e il giudice sarà tenuto a considerare queste prove nella decisione.

2. Tutela del Bambino
Il fatto che tuo figlio mostri resistenza nel voler vedere il padre e che manifesti sintomi di ansia quando lo deve incontrare è un segnale molto preoccupante. Sarebbe importante coinvolgere uno psicologo infantile o un esperto di mediazione familiare che possa valutare il benessere emotivo del bambino e possa eventualmente fornire una relazione da presentare in tribunale. Il giudice sarà più propenso a considerare l'opinione di un professionista quando si tratta di determinare quale sia la soluzione migliore per il bambino.

Inoltre, il comportamento del tuo ex marito, come le minacce verbali o il fatto di zittire il bambino, potrebbe essere considerato dannoso per la crescita emotiva del minore. Un consulente tecnico d'ufficio (CTU) o un esperto nominato dal tribunale potrebbe essere coinvolto per fare una valutazione più approfondita della situazione.

3. Affrontare la Paura e l'Ansia
La tua preoccupazione e la paura riguardo all'esito del processo sono del tutto comprensibili. Questa situazione sembra causarti molta ansia e stress, che può influire anche sul tuo benessere fisico ed emotivo. Ecco alcune strategie che potrebbero aiutarti a gestire questi sentimenti:

Psicoterapia e Supporto Psicologico: Se hai già intrapreso percorsi di psicoterapia, potrebbe essere utile continuare, ma cercare anche di integrare tecniche specifiche per la gestione dell'ansia, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che può aiutarti a sviluppare strumenti pratici per gestire i pensieri ansiosi.

Mindfulness e Tecniche di Rilassamento: Praticare tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, la meditazione mindfulness o lo yoga, può aiutarti a ridurre i livelli di ansia e migliorare il sonno. Anche attività fisiche come camminate o esercizi leggeri possono alleviare la tensione accumulata.

Supporto Sociale: Parla apertamente delle tue paure con persone di cui ti fidi, come amici o familiari, o cerca gruppi di supporto per genitori che affrontano situazioni simili. Sapere di non essere sola può aiutarti a sentirti più forte.

Scrivere un Diario: Tenere un diario in cui scrivi i tuoi sentimenti e i tuoi pensieri potrebbe aiutarti a elaborare le tue emozioni e a vedere più chiaramente la situazione.

4. Preparazione per la Sentenza
La tua paura principale sembra essere l’esito della sentenza. Non sapendo come il giudice deciderà, potresti sentirti impotente, ma ci sono alcune cose che puoi fare per sentirti più preparata:

Documentare Tutto: Continua a raccogliere prove del comportamento del tuo ex marito, così come delle tue interazioni con lui. Se tuo figlio manifesta disagio o parla di episodi di maltrattamento o aggressività da parte del padre, prendi nota e, se possibile, chiedi il supporto di uno specialista per documentare questi episodi.

Mantieni la Comunicazione con il Legale: Parla spesso con il tuo avvocato e assicurati che le tue preoccupazioni siano tutte espresse e documentate correttamente. Il tuo legale deve essere pienamente informato di ogni dettaglio, inclusi i problemi emotivi di tuo figlio e la tua preoccupazione per il suo benessere.

Concentrati sul Benessere del Bambino: Nei momenti di ansia, concentrati sul benessere di tuo figlio e sul fatto che stai facendo tutto il possibile per garantirgli un ambiente sano e sicuro. Questo può darti forza e motivazione per affrontare le tue paure.

5. Aspetti Legali del Trasferimento
Se hai già un lavoro all’estero e tuo figlio ha manifestato il desiderio di trasferirsi lì, è importante che tu e il tuo avvocato evidenziate come il trasferimento potrebbe essere nell'interesse del bambino. Presenta tutte le prove possibili a sostegno del fatto che il bambino si è ambientato bene durante le visite, che ha legato con altri bambini e che il nuovo ambiente potrebbe offrirgli maggiori opportunità di crescita.

Assicurati che il tuo avvocato sottolinei come tu abbia cercato di trovare un accordo con il padre in modo collaborativo, dimostrando la tua disponibilità a trovare soluzioni equilibrate.


La tua situazione è molto complessa, ma è evidente che sei una madre devota che sta cercando di fare il meglio per il proprio figlio. Continua a lavorare con il tuo legale, raccogli tutte le prove possibili e cerca di mantenere la calma, anche se è difficile. Il benessere emotivo di tuo figlio è al centro della questione, e spero che il giudice tenga in considerazione questo aspetto cruciale.

Se riesci, cerca il supporto emotivo necessario per affrontare la situazione e cerca di tenere alta la speranza che la giustizia farà la cosa giusta.






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