Buongiorno, sono anni che prendo alprazolam generico la sera per stato d'ansia, penso di aver f

19 risposte
Buongiorno, sono anni che prendo alprazolam generico la sera per stato d'ansia, penso di aver fatto l'errore di continuare a prenderlo per così tanti anni (circa 15) farmaco che mi prescrisse il mio medico di famiglia in occasione di un periodo difficile della mia vita che mi procurò stati ansiosi. Credevo che questa pillola magica fosse la risoluzione ai miei problemi, ma non è stato così. Recentemente è morta mia madre all'improvviso e mi sono venuti attacchi di panico, il mio medico di famiglia (specializzato in neurologia) mi ha aumentato la dose, mezza compressa anche al mattino e mi ha consigliato anche una visita psichiatrica, la dottoressa ha provato a darmi la sertralina, il daparox, il trittico e quetiapina, ( non tutti in una volta ovviamente) tutti questi mi davano effetti collaterali e mi offuscavano la mente. L'unico farmaco che mi calma e mi star tranquillo ì l'alprazolam, ma la psichiatra mi ha detto che è un farmaco totalmente inutile e che sarebbe meglio toglierlo una volta per tutte. Come ho detto sopra aveva iniziato a darmi altri farmaci diminuendo la dose di alprazolam, ma gli effetti collaterali erano troppo forti e ho smesso. Ora la dottoressa in questione è in malattia e c'è un sostituto, bravissimo medico, ma non sa più da che parte farsi in quanto nessun farmaco è idoneo per me se non l'alprazolam. ho provato a calare la dose e li per li sto bene, dopo qualche giorno mi riprende il panico e tensione nervosa molto forte sulla parte sinistra del corpo dalla testa ai piedi, formicolio alla mano sinistra. ho provato a seguire una terapia psicologica strategica breve, ma ha peggiorato le cose, abito nella casa dove abitava mia madre e ho avuto un periodo difficlissimo da gestire dopo la scomparsa della mia cara mamma. cosa posso fare? mi avrebbero consigliato la terapia cognitivo comportamentale, io voglio liberarmi di questa sostanza che sta diventando qualcosa di davvero pesante. Grazie Gabriele
Gentile utente, quando si subisce una perdita così importante, con una persona che è stata così vicina e per la quale ci si è spesi così tanto, con tutti noi stessi, anche la struttura più solida può subire una forte scossa
Quello che lei ha affrontato, in seguito a questo triste evento, non è solo un lutto, ma anche una perdita di equilibrio e punti di riferimento, che per una struttura già fragile, è stato un duro colpo. La possibilità di combinare la terapia farmacologica con la psicoterapia è una scelta ottimale.
Le hanno consigliato una psicoterapia cognitiva, ma anche la psicoterapia immaginativa ha ottimi risultati nella cura dell'ansia e degli attacchi di panico.
Bisogna tener presente che lei ha una fragilità psicologica da tanti anni e il cambiamento non può essere immediato. Si affidi ad un professionista perché , dopo aver curato gli altri, adesso è il momento di prendersi cura di sé.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello

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Buonasera, come non si perde d’ animo nel richiedere un supporto farmacologico, le consiglio di non abbandonare l idea del percorso psicologico, forse non si è trovato bene ma non si perda di coraggio. La invito, se vuole ad un consulto, rimango a disposizione cordialmente dottoressa Mirella Pepi
Buonasera Gabriele,
Mi sento, innanzitutto, di mostrarle la mia vicinanza per la recente perdita di sua madre.
Essendo un evento molto importante, io credo che abbia attivato tutta una serie di sintomi rappresentati dall'ansia che ha descritto ora.
Ma posso supporre che il problema più profondo da cui si origina tutto il suo disagio sia l'elaborazione del lutto.
Quindi le consiglio di ricercare uno psicoterapeuta che possa aiutarla nella elaborazione del lutto e vedrà che risolto quello, si sentira' meglio.
In questo momento ha bisogno di supporto emotivo, di vicinanza umana, più che di farmaci, a mio avviso.
Le auguro il meglio

Buonasera, mi permetta di dirlo...quanta confusione! Il supporto farmacologico va aggiustato ad misura, ogni singolo paziente presenta alcune reazioni ed effetti collaterali differenti. Va sempre abbinato ala psicoterapia, perché il farmaco agisce sui sintomi, ma la psicoterapia va alle causecognitive profonde. Lei scrive che ha sperimentato un percorso con uno psicoterapeuta strategico breve, ed ora vorrebbe sperimentare uno psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale. Sono entrambi percorsi efficaci, molto dipende dalla sintonia che si instaura tra paziente e psicoterapeuta, e anche da molti altri fattori concomitanti. Si metta tranquillo, si affidi a professionisti che le ispirano fiducia. Segua le loro indicazioni, con diligenza. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile Utente, mi dispiace molto per la sua perdita, capisco il periodo difficile che sta affrontando e il farmaco in questo momento può rappresentare una spinta con la quale affrontare l'altro percorso ma sicuramente ha bisogno di quella stampella in più per tenere l'equilibrio e mettere insieme tutti i pezzi. Con il giusto supporto psicologico sono sicura che riuscirà ed essere guidato e orientato verso la strada dell'accettazione della perdita. Colgo l'occasione per dirle che resto disponibile per ulteriori chiarimenti. Le auguro di prendersi cura di sé. e delle sue emozioni !
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso con noi la sua situazione.
Mi spiace molto per la sua perdita.
Certamente il farmaco non può essere l'unica stampella su cui si può appoggiare ora. L'alprazolam è importante poiché le da la certezza di poter tenere sotto controllo il suo stato emotivo, in un momento in cui ha poco la sensazione di controllo, ma di per se non è risolutivo. La psicoterapia è un ottima soluzione per andare a fondo e capire come ristabilire uno stato di sicurezza.
In psicoterapia ci sono moltissimi orientamenti tra cui il cognitivo comportamentale. Ognuno di essi ha però la sua efficacia, in quanto un orientamento rappresenta un modo di guardare e trattare un problema ed ognuno può essere efficace. Il mio consiglio è di affidarsi più al professionista che alla metodologia che lui/lei adopera, poiché la fiducia e il sentirsi accolti sono due aspetti senza il quale non si può fare terapia.
Può contattarmi ovviamente in caso di ulteriori dubbi,
Buon cammino
D.ssa Torrente Simona - Torino
Gentile Gabriele, ha costruito un rapporto di fiducia con il farmaco come se fosse la sua salvezza. La terapia cognitivo comportamentale la può sicuramente aiutare a trovare fiducia in se stesso elaborare i vissuti cognitivi ed emotivi e adeguare i comportamenti più funzionali al suo benessere.
Cordiali saluti
Dott.ssa Silvana Zito
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Io le suggerirei di leggersi le caratteristiche dei vari approcci (cognitivo, psicodinamico, ecc) e cercare di capire quello che più si adatta a lei. Non è solo questione di imparare una tecnica efficace. In questo modo diventerebbe anche un pò più attivo nei confronti della cura di se stesso, essendo da molto tempo abituato a prendere farmaci.
Gentile utente di mio dottore,

gli attacchi di panico al pari di altri disturbi d'ansia possono esser trattati con successo attraverso l'ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. In merito al trattamento farmacologico, solitamente gli psichiatri somministrano antidepressivi della categoria SSRI per almeno un'anno, questo affinché si possa assistere ad una completa remissione dei sintomi. Al pari di tale trattamento il paziente deve portare avanti una psicoterapia, al fine di poter meglio comprendere le funzioni relazionali del sintomo, con lo scopo di guardare ad un benessere più a lungo termine e trovando cosi gli strumenti per poter gestire i momenti di difficolta che si presentano nella vita. Nella speranza di aver orientato la sua richiesta di supporto.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve Gabriele, capisco lo stato di sofferenza che riferisce. I sintomi che riferisce sono comprensibili a seguito del lutto che ha vissuto ma andrebbero gestiti all’interno di un percorso di psicoterapia anche ad orientamento cognitivo comportamentale per aiutarla ad elaborare il lutto e a gestire i suoi sintomi ansiosi. Per il supporto farmacologico le suggerisco di rivolgersi al medico di riferimento che le ha prescritto i farmaci.
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Buona sera, prendere in considerazione colloqui con uno psicologo psicoterapeuta è un buon suggerimento; l'aiuterebbe di certo a sostenerla in questo momento di grave perdita e a lavorare sui sintomi ansiosi.
Cordialmente, dottoressa Teresita Forlano
Buonasera, intanto mi spiace per la sua situazione, capisco quanto possa essere doloroso, e non è inusuale che in situazioni del genere aumenti lo stato d'ansia e si presentino episodi di attacchi di panico. Evidentemente ha un impatto importante sulla propria quotidianità, ma può essere affrontato.
La terapia farmacologica può essere utile ad attenuare il sintomo, l'alprazolam e altre benzodiazepine possano avere un effetto importante su ansia e attacchi di panico, ma in generale è una classe farmacologica che se possibile è meglio evitare di prendere per lunghi periodi di tempo.
Anche alcuni antidepressivi potrebbero essere d'aiuto, ma è una valutazione da fare con uno psichiatra di cui si fida (ci sono altre possibili opzioni altre a quelli che ha provato).
La farmaco terapia da sola però non esaurisce le possibilità terapeutiche: lei deve affrontare un lutto importante, che comprensibilmente ha avuto un impatto molto rilevante sulla sua vita, e per questo è importante esplorare i suoi sentimenti e il suo vissuto in un percorso di psicoterapia. In realtà l'orientamento dello psicoterapeuta è secondario, l'aspetto più importante è costruire una relazione di fiducia in cui possano essere esplorati aspetti intimi e dolorosi della propria vita.
Un caro saluto, Dott. Mario D. Roffi
Buongiorno Gabriele, credo che abbia sperimentato che i soli farmaci non curano le cause ma i sintomi. Credo che dovrebbe fare una visita dallo psichiatra e aggiungere un percorso di psicoterapia con un professionista che si occupi di terapie specifiche del lutto. Vedrà che la situazione gradualmente migliorerà.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, in base ai vari sintomi di natura ansiosa le consiglio di abbinare alla farmacoterapia, una psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT).La CBT è tra i trattamenti con maggiore efficacia clinica perché aiutano la persona ad apprendere in modo concreto e pratico diverse strategie di gestione della sintomatologia. La psicoterapia porta dei cambiamenti a lungo termine anche una volta concluso il percorso, a differenza della terapia farmacologica.
Se ha bisogno di altre informazioni, mi trova online
Buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna
Buonasera Gabriele, mi spiace molto per la situazione che descrive. Comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana; immagino non si possa controllare tutto. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico psicoterapico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordialmente Saluti.
Dott. Giulio Massafra
Salve, la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto personale, così doloroso.
Le suggerirei un consulto psicologico, in quanto la semplice terapia farmacologica non basta.
Resto a disposizione.
Cordiali saluti.
Salve, come prima cosa le direi: Coraggio! 15 anni non sono pochi e quello che l'è successo può scalfire il benessere di ciascuno di noi. Non tralasci il percorso psicologico: come per individuare la terapia farmacologica giusta, anche per quella psoicologica ci vuole tempo. Ogni orientamento è diverso da un altro e con ogni terapeuta si instaura una relazione differente: deve solo darsi il tempo di trovare il terapeuta più adatto a lei. Consideri che la terapia breve-strategica è molto diretta, potrebbe considerare approcci meno veloci ma più modulati sulla sua soggettività come ad esempio la psicodinamica.
Un grosso in bocca al lupo!
Caro Gabriele, mi dispiace molto per la perdita di tua madre e comprendo quanto possa essere difficile affrontare un periodo di dolore unito a sintomi ansiosi e di dipendenza farmacologica. È positivo che tu voglia lavorare per liberarti dall’alprazolam e trovare una soluzione a lungo termine. Ti spiegherò i punti fondamentali per affrontare la situazione:

1. Comprendere la dipendenza da benzodiazepine
• L’alprazolam è efficace per ridurre rapidamente ansia e panico, ma non è adatto a un uso prolungato. Dopo 15 anni, il corpo si è abituato, creando tolleranza (bisogno di dosi maggiori per lo stesso effetto) e dipendenza (malessere quando lo si riduce).
• I sintomi che descrivi (panico, tensione muscolare, formicolio) possono essere effetti della sospensione del farmaco, che richiede una riduzione graduale.

2. Passaggi per ridurre l’alprazolam
• Non sospendere mai il farmaco bruscamente. La diminuzione deve essere lenta e graduale, seguendo un piano personalizzato da uno psichiatra esperto.
• Spesso si sostituisce l’alprazolam con una benzodiazepina a lunga durata d’azione, come il clonazepam o il diazepam, che può essere scalata più facilmente.
• L’obiettivo non è solo ridurre il farmaco, ma anche insegnare al tuo corpo e alla tua mente a gestire l’ansia senza di esso.

3. Alternativa ai farmaci

Se gli antidepressivi come la sertralina o il daparox ti hanno dato effetti collaterali, potrebbe valere la pena rivalutare il dosaggio o cambiare molecola con un nuovo psichiatra. Tuttavia, è fondamentale integrare i farmaci con la psicoterapia, che è cruciale per gestire il panico e l’ansia.

La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) è una scelta eccellente per:
• Comprendere e ridurre i meccanismi che innescano l’ansia e il panico.
• Imparare tecniche pratiche, come la respirazione diaframmatica e la desensibilizzazione.
• Cambiare i pensieri e le convinzioni che mantengono i tuoi sintomi.

4. Affrontare il lutto e i fattori emotivi
• La perdita di tua madre è un evento traumatico che merita attenzione. È normale che il lutto possa intensificare i sintomi di ansia e panico. Una psicoterapia mirata al lutto potrebbe aiutarti a elaborare le emozioni legate a questa esperienza.
• Considera anche se la casa in cui vivi possa essere un fattore che alimenta la sofferenza. Valutare un cambiamento (temporaneo o permanente) potrebbe darti un sollievo emotivo.

5. Passaggi pratici
1. Consulta uno psichiatra esperto in dismissione da benzodiazepine, spiegando il tuo desiderio di interrompere l’alprazolam.
2. Inizia una Terapia Cognitivo-Comportamentale con uno psicoterapeuta formato. Puoi chiedere specificamente se ha esperienza con ansia e lutto.
3. Considera pratiche complementari per ridurre l’ansia, come mindfulness, yoga o tecniche di rilassamento muscolare progressivo.
4. Valuta se coinvolgere il medico di famiglia per un supporto aggiuntivo durante il processo.

6. Non affrontare tutto da solo

Quello che stai vivendo è complesso, ma affrontabile con il supporto giusto. È fondamentale avere un piano personalizzato, che combini riduzione del farmaco, psicoterapia e tecniche di gestione dell’ansia. Con pazienza e il giusto aiuto, potrai liberarti dall’alprazolam e costruire una stabilità emotiva più duratura.

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