Buongiorno, Sono anni che cerco di intraprendere una psicoterapia che funzioni, ma allo stesso tem

16 risposte
Buongiorno,
Sono anni che cerco di intraprendere una psicoterapia che funzioni, ma allo stesso tempo sia accogliente, mi senta a mio agio e mi possa aprire completamente.

Ho avuto due psicoterapeute, una per un anno e una per un anno un paio di anni dopo. la seconda terapia interrotta perché ho preferito prediligere un percorso di coppia.
premetto che non si sono interrotte perché mi trovassi male con le terapeute, mi sentivo a mio agio, non mi pesava andare a colloquio con loro. Mi sentivo ascoltata e accolta. L'unica cosa che sentivo non riuscire a c'entrare il punto della situazione reale.

Il percorso di coppia con mio marito è stato un grande fallimento personale, mi sono trovata malissimo, ho sentito di essere interpretata in modo giudicante. ho fatto fatica ma dopo un anno e mezzo abbiamo interrotto. nel frattempo mi sono trovata una psicologa, era settembre 2021, da cui sono andata fino a febbraio inoltrato.
Mio marito ha ripreso contatti con la su vecchia psicologa, inizialmente per una terapia individuale. questa psicologa ha proposto a mio marito un percorso di coppia che prevedesse la presa in carico di entrambi. L'ho conosciuta, e ho pensato che se mio marito aveva trovato benefici con lei potevo provare.

quindi ho interrotto la mia terapia con la psicologa scelta da me per non sovrapporre due percorsi.
inizialmente sembrava tutto bene, c'era qualcosa che nel suo appiccio che mi bloccava, forse perchè molto "chiacchierona", e questo lasciava poco spazio a me. Ma inizialmente non l'ho sentito come un peso.

C'è stata una seduta, a maggio di quest'anno, dove mi sono sentita compressa. io sono incinta. all'epoca di 5 mesi. in un'ora mi ha bombardato di parole, cambiando argomenti, facendo domande tendenziose, non aperte, ma che prevedevano già una mezza risposta o interpretazione. Almeno questa la mia sensazione.
Ho pianto per buona parte dell'ultima mezz'ora della seduta, andando oltre al tempo necessario.
ho pianto la sera per il malessere procurato dalla sensazione di non accoglienza, e frenesia, e poco ascolto empatico.

da allora le sedute sono andate male, peggiorando la situazione una forte lite con mio marito legata al mio malessere che buttavo su di lui, relativo a questo spazio. io ero tre giorni al mare, e la lite si è svolta a distanza, con insulti da parte di mio Marito e minacce di divorzio.
Ho chiamato la dottoressa in questione chiedendo un appuntamento prima del previsto, in lacrime. In questo stato di agitazione, mi consiglia di contattare un suo collega psichiatra per farmi prescrivere dei farmaci.

Se si era già incrinato il rapporto di fiducia, lì si era del tutto rotto.

Mio marito so che ci teneva a continuare questo percorso insieme, ma ogni volta che ho una seduta con lei (online perché distante e questo mi crea altri disagi) mi sento male, non ascoltata, non accolta, parla tantissimo e non sento di avere spazio. questo mi fa innervosire. quando dico di non essere d'accordo con le sue interpretazioni, dice che lo faccio per differenziarmi. come se non potessi essere legittimata ad avere un pensiero su di me e la mia storia.

sto malissimo. ho appena finito la sua seduta e ho pianto per mezz'ora.
io non mi sento depressa. mi sento una persona solare, ma molto sensibile.

Quello che chiedo è:
- avere un percorso condiviso io e mio marito, con la stessa psicologa è previsto?
- è possibile che sia solo "responsabilità" mia il mio malessere con lei? cosa che la dottoressa mi rimanda. io con le precedenti dottoresse non mi sono trovata male, l'ultima in particolare aveva un approccio a me congeniale e mi sono sempre sentita accolta e ascoltata. una persona delicata e molto rispettosa nell'entrare nella sofferenza dell'altro.
mi sento terribilmente sbagliata, come se fosse solo dovuto a me il non funzionamento di questo spazio.

grazie mille in anticipo per le risposte.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che voi possiate proseguire una terapia al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarvi ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendovi il benessere desiderato.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Io le posso soltanto dire di ricontattare la sua vecchia psicologa che ha mollato nel momento in cui ha iniziato il suo percorso di coppia. Sono due percorsi completamenti diversi e paralleli, anche perché nella terapia di coppia non avrà mai tutto quello spazio che forse le serve. Le suggerisco anche una psicoterapia di coppia in presenza. Un caro saluto
buonasera, mi dispiace molto per le sue difficoltà. credo sia importante per lei in questo momento così delicato (penso alla gravidanza) trovare e avere uno spazio in cui si senta accolta e sostenuta. Ricontatti la sua psicoterapeuta e continui il suo percorso personale. La aiuterà, anche, a capire meglio cosa succede nella terapia di coppia e a comprendere meglio i suoi vissuti. Cordialmente dr.ssa Rosa Gotti
Gentilissima,
ho letto e comprendo il suo disagio. Quello che posso consigliarle, così come altri colleghi hanno già fatto, è di riprendere con la terapia individuale, meglio se con l'ultima terapeuta a cui si è riferita. Spesso ci vuole tempo per toccare più punti, ed alcune volte i percorsi possono sembrare statici. Quel che conta è comunque sempre condividerlo con il proprio specialista e rivalutare di volta in volta le esigenze. Attualmente, oltretutto la sua mi sembra una richiesta importante che merita di essere accolta e ritrovare il suo spazio.
Un caro saluto
Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
Buongiorno,
mi dispiace per la situazione, immagino come ci si senta quando si percepisce di non avere spazio sufficiente.
Sarebbe utile che lei ricontattasse la sua precedente terapeuta per valutare la ripresa di un percorso individuale. E' importante, in questa fase, che lei recuperi spazio per sé; la terapia individuale e quella di coppia sono percorsi paralleli che possono coesistere.
Cordialmente, EP
carissima signora, si avverte leggendo tutta la sua profonda tristezza.
Un lavoro di terapia di coppia deve partire da zero per entrambi i patner, nel senso che la dottoressa di suo marito non può trasformarsi in una terapeuta di coppia, sono ovvie le sue interpretazioni che magari si sente "giudicata", è naturale tutto ciò.
le consiglio di intraprendere vista la sua situazione attuale un percorso di psicoterapia di coppia da una nuova terapeuta che sia nuova per entrambi.
la saluto cordialmente e mi auguro che tutto possa andare pe il meglio.
dott.ssa Alessia Supino
Buongiorno, deduco dal suo racconto che può confrontarsi con esperienze sia positive che negative di terapia. Come in tutti i rapporti, anche la relazione terapeutica può non essere quella ottimale, generando insoddisfazione.
In merito alla domanda specifica, ritengo che due percorsi individuali con la stessa terapeuta generino una situazione assai complessa e difficile da gestire per la terapeuta. Considerate le sensazioni che si porta dietro, anche il prosieguo del percorso di coppia con la stessa terapeuta non è consigliabile. Riterrei opportuno cominciare o riprendere il suo percorso individuale ed eventualmente rivolgersi ad altro professionista per un trattamento di coppia. Buon tutto
dott.ssa Loretta Fallica

Salve, se non si sente a suo agio e non riesce a farsi comprendere le consiglio di trovare un altro psicologo che le possa dare ciò che cerca consigliandole di riflettere se il problema viene dall'approccio del collega oppure da aspettative nella terapia che non trovano riscontro. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, ho letto il suo scritto e mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo ma credo (come d'altronde le hanno suggerito i colleghi) che sia importante riprendere uno spazio per lei nel quale elaborare tutto questo. Tutto il malessere che sta vivendo le crea proprio difficoltà nello stare in seduta e questo credo sia l'elemento più importante. Riprenda il piacere di scoprirsi. Un caro saluto!
Buona sera, sono dispiaciuta per il disagio e la difficoltà che sta vivendo. Potrebbe essere importante per lei poter affrontare una terapia individuale, con un terapeuta diverso da quello che tratta con voi la terapia di coppia, che possa esserle di supporto e all'interno della quale possa sentirsi accolta e compresa soprattutto in un momento così delicato come la gravidanza. La terapia di coppia potrebbe essere continuata parallelamente solo se la ritiene necessaria.
Resto a disposizione per qualsiasi altro chiarimento.
Dott.ssa Maida Simona
Gentile Signora,
La terapia individuale non si contrappone ad una terapia di coppia e per questo può scegliere di riprendere a lavorare su se stessa. Nel frattempo se suo marito condivide con Lei il progetto di iniziare un nuovo percorso di coppia potrebbe essere utile per entrambi. I percorsi sia individuali che di coppia richiedono un forte investimento emotivo e per questo spesso sono faticosi e vengono vissuti come fallimenti,
Non si "scoraggi" posso dirle come terapeuta ad orientamento adleriano.
Gentile Signora, ho letto e comprendo quanto possa essere forte il suo disagio. Come già suggerito da altri colleghi, mi viene da consigliarle di ricontattare l'ultima terapeuta da cui è stata seguita, al più che si è sentita da lei accolta, capita e, soprattutto, come scrive, aveva un approccio a lei congeniale, tenuto conto anche della gravidanza che sta portando avanti. Questi sono aspetti molto importanti per affrontare le proprie sofferenze: il sentirsi capiti e soprattutto il trovarsi a proprio agio col terapeuta sono elementi fondamentali per poter arrivare a toccare i punti più sofferenti, anche se a volte il percorso può sembrare "statico". Un caro saluto Dr.ssa Chiara Cemmi - Torino
Ho letto la sua domanda. Fa male sentire un simile feedback da parte di una paziente. Trovo quasi incredibile che ci siano dei colleghi a piede libero che riempiano la seduta con i propri discorsi piuttosto che far parlare il paziente. Specie nei primi incontri questo è fuori discussione: sulla base di quale conoscenza della persona che si ha davanti si pretende di poter dire la propria? Uno dei fondamenti basilari della psicoterapeuta è quello di non applicare mai protocolli prestabiliti ai pazienti, in quanto ognuno di loro è unico.
Senza contare che - fra il serio e il faceto - le vignette cliniche sugli psicoterapeuti che stanno in silenzio si spendono.
Si tratta di una spesso dura verità con la quale chi lavora in questo ambito si imbatte: è necessario saper tacere, anche quando si tratta di "tacere l'amore", come disse una volta lo stesso Lacan.
Buongiorno, ho letto il suo racconto e ho sentito tanta fatica e sofferenza, oltre che la sensazione di non sentirsi capita, soprattutto nell'ultimo percorso di supporto rivolto alla coppia. Mi chiedo se ha avuto tutte le informazioni utili a decidere di interrompere il percorso individuale, perchè, come già spiegato da altri colleghi, è fattibile proseguire in parallelo un trattamento individuale e uno di coppia. Forse questo la avrebbe fatta sentire maggior supportata in una situazione in cui si è sentita messa all'angolo. Alcuni terapeuti possono scegliere di proseguire il percorso individuale accogliendo anche il partner, questo non è per forza scorretto soprattutto se per il partner questa scelta funziona. La invito d'altra parte a cogliere qualcosa di utile in questa situazione, ad esempio: quanto c'è di ripetitivo che riguarda la sua storia in questa situazione faticosa che lei sta affrontando? Se ci fosse un piccolo spazio di realtà in quello che le stanno rimandando, quale potrebbe essere? Cosa invece decisamente non vuole accettare in questa situazione e pensa sia responsabilità dell'altro?
Le auguro di sapersi opportunamente proteggere, anche riuscendo a trovare l'aiuto che la convince maggiormente. Un caro saluto, dott.ssa Sara Corona
Gentile Utente, una buona sintonia con il terapeuta è fondamentale. Le consiglio di ricontattare la sua psicologa precedente e continuare il suo percorso individuale, con lei avrà anche modo di esplorare i vissuti che emergono durante la terapia di coppia e valutare meglio il da farsi.
Un caro saluto, Dott.ssa Ramona
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Buongiorno! "Mi sento terribilmente sbagliata, come se fosse solo dovuto a me il non funzionamento di questo spazio" potrebbe essere il filo rosso che unisce queste relazioni (marito, terapeuta, ma forse anche genitori, amici, colleghi)? Sembra una sorta di profezia che si autoavvera e che prevede una condanna alla solitudine, all'inadeguatezza, alla sensazione di essere guasta o sbagliata. Chissà che non ci sia una potente forza interna che, in qualche modo, la spinge in quella direzione, in quel ruolo. Immagino sia davvero doloroso. In bocca al lupo

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