Buongiorno, soffro di disturbo ossessivo compulsivo di due tipologie (contaminazione e danno) e sto

16 risposte
Buongiorno, soffro di disturbo ossessivo compulsivo di due tipologie (contaminazione e danno) e sto disperatamente cercando un modo per uscirne. La parte peggiore è che passo tante ore a lavarmi le mani ripetutamente, compromettendo in tal modo le mie giornate (fatico a prepararmi, fatico a uscire di casa, ho paura di tante cose che tocco che siano pericolose per me quindi evito di fare e toccare tante cose per evitare di dovermi andare a lavare le mani). La situazione è diventata importante e ho provato a cercare un aiuto. Lo psicologo a cui mi sono rivolta ha insistito per farmi lavorare sui miei traumi del passato ma la cosa mi ha fatto stare male perché ha riaperto ferite e ricordi di 20 anni fa che forse era meglio lasciare dov'erano, quindi dopo 7 sedute dalle quali invece di migliorare continuavo a peggiorare e stare male, ho deciso di abbandonare. Ho poi fatto due sedute di terapia breve strategica ma non riesco a comprendere e di conseguenza a fare gli esercizi che mi vengono proposti, perché sono troppo specifici mentre il mio disturbo si modifica nel tempo (non ci metto mai lo stesso tempo a lavarmi le mani e una cosa che magari oggi mi dà fastidio riesco invece a sopportarla domani). Ho notato che le mie compulsioni sono più o meno forti in base al mio stato d'animo (aumentano se litigo con qualcuno o mi viene detto qualcosa che mi ferisce). Vorrei tanto trovare qualcuno che possa aiutarmi a capire come modificare i miei pensieri disfunzionali e come modificare i miei comportamenti per tornare ad avere una vita normale. Spero che possiate darmi qualche consiglio per capire in che direzione devo andare per trovare la terapia che può aiutarmi davvero a guarire dal mio disturbo. Grazie. Cordiali saluti
Salve,
Le psicoterapie sono percorsi abbastanza lunghi, quindi con il numero di sedute che ha seguito è assolutamente normale che non abbia ancora avuto giovamenti. Trovi un terapeuta di cui si fida e si dia tempo di lavorare insieme. Dalle sue richieste sembra che un approccio cognitivo - comportamentale sarebbe indicato, ed è peraltro molto efficace nel tipo di disturbo da cui è affetto.
Per i sintomi che descrive è inoltre molto efficace una terapia farmacologia, quindi valuti la possibilità di affiancare una visita psichiatrica.
Sono sintomi invalidanti e causa di molta sofferenza, ma si affrontano e si possono gestire e superare nella maggior parte dei casi.

Buon lavoro!

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Gentile Amica,

il disturbo ossessivo compulsivo è una delle patologie più invalidanti e difficili. Capisco bene come si può sentire! Il mio consiglio è di intraprendere una terapia cognitivo comportamentale (che ha solide prove di efficacia nei confronti del DOC). Abbia fiducia, se ne può usicre!

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buonasera comprendo il suo malessere di essere imprigionato nei pensieri ossessivi e compulsioni. Partendo dalla sua frase: "Ho notato che le mie compulsioni sono più o meno forti in base al mio stato d'animo (aumentano se litigo con qualcuno o mi viene detto qualcosa che mi ferisce)" l'obiettivo su cui lavorare insieme ad uno psicoterapeuta è la gestione delle sue emozioni spiacevoli senza ricorrere alle compulsioni. Le consiglio l'approccio cognitivo. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Gentlissima Utente,
mi dispiace molto per la sofferenza che sta vivendo e la frustrazione che prova nel non riuscire ad ottenere miglioramenti concreti, tuttavia vorrei condividere con Lei alcune riflessioni „incoraggianti“. Dal suo modo di parlare e di descrivere la situazione lei sembra avere una buona consapevolezza circa le sue difficoltà ed il loro funzionamento, aspetto assolutamente da non sottovalutare e che può rappresentare un ottimo presupposto per svolgere un lavoro terapeutico solido ed efficace. Ad oggi disponiamo di solide evidenze scientifiche che indicano la terapia cognitvo-comportamentale come trattamento di comprovata efficacia per il disturbo ossessivo compulsivo.
Non demorda ed insista nel cercare la terapia adatta per la sua problematica, sia schietta ed onesta e chieda se il/la Collega ha dimistichezza con le sue specifiche difficoltà, si faccia descrivere il piano terapeutico e tutti i vari passaggi che si intende fare.
Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
gentilissima, quello che lei descrive è molto diffuso nel DOC e molto invalidante, come gia,ustamente lei sottolinea.Il percorso psicoterapeutico ha bisogno del suo tempo, perciò è importante che lei trovi un contesto nel quale si sente accolta, "non in pericolo" rispetto alle sue emozioni e possa sviluppare nel tempo fiducia con il/la terapeuta. Faccia dei colloqui di conoscenza con due o tre psicoterapeuti, di orientamento diverso, così da poter scegliere quello che la fa sentire più a suo agio. Abbia pazienza cta farete un lavoro con se stessa, non si scoraggi Lei è così analitica e osservatrice di sè che se porterà queste qualità nel processo terapeutico, insieme al terapeuta farete un lavoro di "coppia" potente. Tanti auguri, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Dalla tua toccante descrizione, emerge chiaramente la sofferenza causata dal Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e dal ciclo di pensieri e azioni, che limita la tua vita quotidiana. La psicoterapia della gestalt osserva questo meccanismo come un tentativo di ripristinare l'equilibrio interiore, seppur disfunzionale poiché genera ansia e disagio. L'approccio gestaltico si concentra sul qui e ora, ponendo l'accento sulla tua esperienza presente, senza addentrarsi in traumi del passato che potrebbero risultare dolorosi e non necessari in questo momento. L'obiettivo potrebbe essere quello di accrescere la consapevolezza di come i tuoi pensieri, emozioni e comportamenti si influenzano a vicenda, creando un sistema relazionale interno, a te percettibile e riconoscibile per gestirlo. Un terapeuta esperto saprà adattare la terapia alle tue esigenze specifiche, aiutandoti a sviluppare maggiore consapevolezza e flessibilità. Qui ti lascio alcuni consigli utili per affrontare le tue giornate e il percorso terapeutico:
- Esplora la tua esperienza nel presente: focalizzati su come ti senti in questo momento, descrivendo le tue emozioni, i pensieri e le sensazioni corporee associate alle ossessioni e compulsioni. Il terapeuta ti guiderà nell'esplorazione di queste esperienze senza giudizio, aiutandoti a comprenderne il significato e l'impatto sulla tua vita.
- Sperimenta nuovi comportamenti: la terapia gestaltica incoraggia l'azione diretta, supportandoti nell'esplorazione di nuovi modi di rispondere alle tue ossessioni. Questo potrebbe includere tecniche di esposizione graduale alle situazioni temute o esercizi di mindfulness per gestire l'ansia.
- Sii paziente e gentile con te stesso: il cambiamento richiede tempo e impegno. Non scoraggiarti se i progressi sono lenti o se ci sono dei momenti di regressione. La terapia gestaltica ti aiuterà a sviluppare la compassione verso te stesso, accettando il tuo processo senza giudizio.
Abbi fiducia in te stessa e nel processo terapeutico. Con dedizione e perseveranza, puoi raggiungere i tuoi obiettivi.
Saluti dott.ssa Arianna Glorioso
Buongiorno capisco molto bene la sua difficoltà ad affrontare traumi del passato ma a volte è necessario attraversare la sofferenza e ricucire ferite per stare bene. Le consiglio di riprendere la psicoterapia e vedrà che seguendo i suoi tempi riuscirà a migliorare la sua vita
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
l'approccio strategico è davvero molto funzionale nell'intervento per il DOC. Considerato che è già in carico a un/a collega La invito a portare questi aspetti in colloquio affinché possano integrare e rinforzare l'intervento.
Saluti
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. L'approccio più indicato per il disturbo ossessivo compulsivo, soprattutto in fase acuta, è quello cognitivo comportamentale, affiancato dal supporto di uno psichiatra. Non demorda, cerchi un terapeuta cognitivo comportamentale che le ispira fiducia e che possa lavorare in équipe con uno psichiatra, sono sicura che all'interno della giusta relazione terapeutica troverà sollievo e spazio per progredire ed evolvere. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno,

Capisco quanto possa essere difficile convivere con il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e quanto possa influire sulla tua vita quotidiana. È positivo che tu stia cercando aiuto e che tu sia consapevole delle tue difficoltà.

Il DOC può essere complesso da trattare e spesso richiede un approccio terapeutico personalizzato. Un’opzione potrebbe essere la terapia interazionista, che si concentra sulle dinamiche relazionali e può aiutarti a comprendere meglio come le tue interazioni influenzano i tuoi sintomi.

Ti incoraggio a prendere un appuntamento con un professionista della salute mentale specializzato nel trattamento del DOC. Un terapeuta esperto può aiutarti a sviluppare strategie per gestire le tue compulsioni e migliorare la tua qualità di vita.

Cordialmente, Dott. Marco Di Campli, psicologo psicoterapeuta
Caro utente,
innanzitutto grazie per aver condiviso qua la sua situazione.
La terapia per il trattamento del DOC attualmente raccomandata e più validata dai dati empirici (es. Olatunji et al., 2013) è la Cognitivo-Comportamentale (CBT), in particolare la tecnica di esposizione e prevenzione della risposta (ERP; Heyman, Mataix-Cols & Fineberg, 2006).
Quindi le consiglierei di cercare un terapeuta con questo tipo di approccio.

Dott.ssa Giada Valmonte
Buongiorno, lei descrive una condizione di sofferenza basata su atti della vita quotidiana: tutti laviamo le mani più volte al giorno, magari quando abbiamo toccato oggetti sporchi o siamo entrati in contatto con ambienti contaminati e potenzialmente dannosi per la salute. Usciamo da una epidemia difficile paragonata alla Spagnola del 1918 che ci ha resi per un periodo tutti "ossessivo-compulsivi". Cambiando il contesto, muta il significato del comportamento: in quel caso le regole "ossessive", nel contatto e nei rapporti con gli altri, nell'uso di mascherine in pubblico e con altre procedure, avevano un significato di prevenzione e non di "disturbo".
Lei nella domanda intuisce la "soluzione" quando dice "vorrei tanto trovare qualcuno che possa aiutarmi a capire come modificare i miei pensieri disfunzionali". E' proprio così: non credo che vi siano tecniche più appropriate di altre, ma molto dipende dal tipo di relazione terapeutica che si stabilisce nel corso della psicoterapia. Una relazione terapeutica deve avere lo scopo di mutare la narrazione patologica con cui lei ha trasformato gesti quotidiani in comportamenti che non le appaiono più funzionali. Con una buona relazione terapeutica credo che potrà risolvere questo tipo di disturbo. Cordiali Saluti
Gentile utente, il disturbo ossessivo compulsivo è senza dubbio un disturbo invalidante poiché non lascia liberi di fluire nel quotidiano, blocca il pensiero e le azioni e la sensazione di chi ne soffre è quello di essere ingabbiati in qualcosa che non lascia scampo.
Comprendo la sua sofferenza ma mi pare di percepire nel suo caso che ci sia una consapevolezza da cui partire. Lei stesso dice di trovarsi di fronte a delle modalità che variano a seconda del suo stato emotivo e credo che possa partire proprio dalla conoscenza di sé per meglio comprendere cosa scatena l'automatismo dell'azione.
Una relazione terapeutica può essere buona se c'è una alleanza anche comporta a volte sofferenza e frustrazione, ma come ogni cosa l'impegno in qualche modo ripaga sempre
Cordiali saluti
Dott.ssa Aida Faraone
Salve, il DOC che la affligge è un disturbo complesso da trattare.
Per farlo è necessario toccare tutti quegli elementi che sono alla radice e che lo alimentano.
Per questo motivo occorre tempo, impegno e anche una certa dose di sofferenza.
La invito a cercarsi un terapeuta che le calzi bene a pelle.
Occorre che lei senta che quella persona è giusta per lei, e perché questo avvenga non dovrà pensare di andare veloce, anzi!
Comunichi sempre i suoi disagi perché possano trovare accoglimento ed essere elaborati a due.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile utente, capisco il suo stato di sofferenza e frustrazione, purtroppo la problematica che descrive richiede tempo per essere affrontata adeguatamente. Non bastano sette incontri. Occorrono molti mesi prima di ritrovare una condizione di benessere. Del resto, immagino, sia intercorso del tempo per strutturare una costellazione di sintomi quale lei descrive. Non c'é una soluzione univoca. Per alcuni il percorso migliore è differente rispetto ad altri. Certo le ricerche indicano che la terapia cognitivo-comportamentale fornisce risultati misurabili, ma non è semplice mettere a confronto le terapie, per cui anche altri approcci sono in grado di dare risultati soddisfacenti.
Ritengo che un elemento importante nella scelta del percorso terapeutico sia che lei possa trovarsi a suo agio e in piena fiducia con il terapeuta. Non si attenda però risultati immediati. Si conceda del tempo. Consideri che il percorso terapeutico può metterla in una condizione disagevole, ma questo è utile per proseguire nella direzione del cambiamento verso il benessere. Il percorso terapeutico può essere paragonato al lavoro di ristrutturazione di una casa: quando si abbattono muri o si cambiano le piastrelle del bagno si crea una condizione di disagio, occorre smontare il vecchio per montare il nuovo. Solo al termine del lavoro si ritroverà una sensazione di benessere, quasi dimenticandoci il senso di smarrimento in cui ci si trovava durante l'esecuzione dei lavori.
Occorre tempo, pazienza e fiducia.
Le auguro ogni bene.
Ricevo in studio e online
Dott. Fabrizio Capra

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