Buongiorno, scrivo su questo forum per parlare della situazione tra me e il mio ragazzo. Stiamo insi

19 risposte
Buongiorno, scrivo su questo forum per parlare della situazione tra me e il mio ragazzo. Stiamo insieme da 2 anni e mezzo, io ho 21 anni e lui quasi 24, siamo molto affini perché molto simili, insomma riusciamo a capirci al volo sulla maggior parte delle cose.

Tuttavia, ultimamente faccio fatica a reggere alcune cose che fanno parte del suo modo di fare e di essere. Diciamo che, di solito, quando c'è da prendere un'iniziativa, lui tende ad adeguarsi a quello che voglio io. Se fosse per lui non faremmo mai niente a parte guardare film a casa mia, coccolarci sul letto o fare l'amore, e basta. Di solito lo invito a dormire da me una volta a settimana durante il weekend e quando viene dorme quasi per tutta la mattina e, quando si sveglia, vorrebbe rimanere tutto il tempo sul letto. Io tante volte gli propongo di fare qualcosa di diverso come andare in palestra o in un centro commerciale, ma lui si sente quasi forzato a uscire, mi dice proprio che "non ha tutto questo bisogno di uscire".

Ho provato diverse volte a toccare l'argomento, gli ho detto esplicitamente che io ho bisogno di uscire più spesso e che mi piacerebbe che fosse lui a prendere più spesso l'iniziativa, ma quando si tratta di conversazioni così intime lui è come si sentisse colpevolizzato, e la sua reazione istintiva è non rispondere ed evitare lo sguardo: l'unica cosa che fa è rannicchiarsi e "nascondere" la sua testa contro il mio collo, quasi come se si vergognasse. E in effetti è così: ho provato a chiedergli perché fa così e mi dice che si vergogna innanzitutto con se stesso. Io cerco sempre di tranquillizzarlo e dirgli che è tutto okay, lo abbraccio in queste situazioni come per consolarlo e fargli capire che non deve sentirsi in colpa; tuttavia avrei anche bisogno di una comunicazione verbale, e non solo basata sul contatto fisico (gliel'ho detto ma non ho avuto nessuna risposta a questo).

Per quanto non sembri lui mi ama molto, starebbe con me per sempre e me lo dimostra tutti i giorni con i suoi modi di fare con me: è sempre molto rispettoso, non mi giudica e mi ascolta sempre, sa essere ironico e coinvolgente. Ritengo infatti che questo problema che ho con lui non derivi da una sua mancanza di affetto nei miei confronti, bensì da alcuni suoi problemi personali, quali una scarsissima autostima e poca fiducia in se stesso, fattori che lo portano a procrastinare su molte cose (soprattutto quelle che non gli piacciono) e a sentirsi demotivato. Inoltre, anche per questi motivi, è molto in ritardo con gli studi universitari e questo lo fa sentire un fallito, per quanto io cerchi di dirgli che non c'è niente di male nell'allungare un percorso universitario. E, un' altra cosa non meno importante, è la situazione che ha in casa: lui non vede l'ora di andarsene da casa sua perché, per quanto sua madre e il compagno gli vogliano bene, si sente quasi oppresso dalle aspettative e dall'iperprotezione con cui è cresciuto e convive tuttora. Credo che nel profondo lui stia vivendo una leggera forma di depressione, il che motiverebbe la sua scarsa motivazione generale nel fare praticamente qualsiasi cosa. Io credo che lui veda in me, oltre che una compagna di vita, anche una specie di rifugio: quando sta con me non deve pensare ne all'università né al contesto familiare, sentendosi in questo modo "libero dalle sue catene mentali".

Di tutto questo gli ho già parlato ricevendo però uno scarso riscontro, dovuto, come già accennavo prima, al suo senso di vergogna che ha con sé stesso. È da quando stiamo assieme che gli consiglio di andare da uno psicologo ma ultimamente lo sto spronando di più a farlo. Lui lo farebbe, l'unica cosa che lo frena al momento sono i soldi (attualmente è in stage e lo stipendio non è altissimo, sta aspettando che gli cambino contratto). Un altro fattore, forse secondario rispetto ai soldi, che lo frena un po' è la reazione di sua madre: ha paura che si offenderebbe, pensando di aver fallito a crescerlo.

Insomma è una situazione dalla quale non so come uscire fuori. Vorrei costruire un ponte comunicativo più solido con lui quando parliamo di temi delicati come questo ma lui è davvero molto debole e sensibile e fatica molto a migliorarsi sotto questo aspetto.

Ovviamente ci sarebbero da aggiungere tanti altri dettagli ma mi sembrava già abbastanza lungo questo mio intervento, perciò vi prego di non esitare a farmi domande più specifiche se ne avete. Nel frattempo vi ringrazio e vi auguro una buona giornata.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile Utente,
che meravigliosa consapevolezza e capacità di analisi per i suoi 21 anni! Capisco quanto possa essere difficile comunicare con l'altro, diverso nel modo di porsi e nell'atteggiamento e ritengo che lei stia già facendo quanto in suo potere (stargli vicino, essere propositiva, comunicare i suoi bisogni, non giudicarlo, ecc.). Questo però, come altra faccia della medaglia, conferma lui nella sua posizione di non asserirsi, di non affermarsi, di non prendere decisioni per sé. Comprendo molto bene sentimenti di colpa e difficoltà economiche (ci si può rivolgere ai servizi pubblici eventualmente) ma se la necessità di fare qualcosa per sé non parte dalla persona stessa (dunque lui) potrebbe significare che per quella persona il problema non c'è ("non ha tutto questo bisogno di uscire") o non è ancora un problema (così come non lo è tutto il resto a cui si adatta). Ognuno di noi ha tempi diversi, volontà di esplorarsi e cambiare in tempi diversi. Se poi, per lei, la situazione dovesse diventare insostenibile, si chieda lei cosa vuole per sé e cosa può fare per sé stessa.
Un caro saluto
Gentile utente buonasera.
Lei sta facendo tantissimo per il suo compagno e, a dispetto della sua giovane età, mostra grande maturità, gentilezza e capacità di compassione (che è un gradino in più rispetto alla sola empatia).
C'è però una cosa che non può fare, scegliere per lui. La scelta di affrontare il proprio disagio e di rivolgersi a chi può aiutarlo, spetta al suo compagno. Forzare la mano in questo senso è controproducente. A un certo punto lui capirà che il suo bisogno di vivere in modo soddisfacente potrebbe passare da un percorso psicologico e di crescita personale. Fino ad allora, senza essere privata del suo diritto di essere felice, continui a sostenerlo, spronarlo ed amarlo come ha fatto finora.
Magari lui ha delle domande che non riesce a fare, ha dei dubbi e delle preoccupazioni di cui si imbarazza a parlare, oppure delle esigenze e dei bisogni non soddisfatti. Da parte del suo ragazzo, quindi, potrebbe essere un primo passo quello di scrivere su questo forum, così come ha fatto lei per lui. La forma anonima e la possibilità di ricevere tante risposte diverse da parte di professionisti del settore, gli consentirebbe di aprire un po' il focus e cominciare ad avere maggiore consapevolezza.

Spero di averla aiutata in qualche modo,
un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Salve, la ringrazio innanzitutto di aver condiviso questo pensiero con noi. L'amore non ha dei canoni precisi, ogni persona lo sperimenta in maniera diversa, sia fisicamente che emotivamente. Lei, nonostante la giovane età sembra dimostrare molta maturità e consapevolezza, enormi risorsi sopratutto all'interno di una relazione. Come accennavano i miei colleghi però la scelta di affrontare questo disagio, spetta solo ed esclusivamente a lui, però se lei comunque pensa che questa dinamica possa essere eccessiva per lei al momento, mi sento di consigliarle, magari, una terapia psicologica che potrebbe permettergli di conoscersi meglio e di sviluppare delle strategie utili per poter vivere al meglio il presente, costruendo delle basi solide al fine di affrontare in maniera chiara questa relazione. Sarebbe uno spazio solo per lei alla scoperta di se stessi. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicolò In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza
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Buongiorno, comprendo la complessità della situazione che stai affrontando con il tuo ragazzo e apprezzo la tua apertura nel condividerla.
La situazione sembra coinvolgere molteplici sfaccettature, tra cui le dinamiche familiari, la percezione di sé, la motivazione personale e il benessere emotivo. La tua comprensione dei possibili fattori sottostanti, come la scarsa autostima e la demotivazione, è un punto di partenza essenziale.
Proprio come hai suggerito, la consulenza psicologica può rappresentare una risorsa preziosa per affrontare questi temi in profondità. Il fatto che tu lo stia spronando a cercare un professionista è un passo positivo. Potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-comportamnetale in modo da indagare i pensieri disfunzionali. Nel frattempo, potresti considerare di mantenere un approccio empatico e paziente, continuando a incoraggiarlo a condividere i suoi pensieri e sentimenti.
Per quanto riguarda le preoccupazioni finanziarie, potrebbe essere utile esplorare opzioni di consulenza a basso costo o gratuite disponibili nella tua zona, come servizi di consulenza universitari o centri pubblici.
Per quanto riguarda la paura di deludere sua madre, potresti sottolineare il fatto che cercare supporto psicologico non è un segno di fallimento, ma un passo coraggioso verso il proprio benessere emotivo. Può essere utile spiegare che la salute mentale è un aspetto importante della vita di ognuno e cercare aiuto è un atto di autocura.
E' importante che tu presti attenzione anche al tuo benessere emotivo durante questo processo. Affrontare le sfide di un partner può essere impegnativo, e prendersi cura di te stessa è essenziale per mantenere una comunicazione aperta e costruttiva. Altrettanto importante è che sia lui a sentire il bisogno di doversi rivolgere a qualcuno.
Ti auguro il meglio mentre affronti questa situazione complessa. Resto a disposizione per ulteriori domande o supporto.
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Gentile utente, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per vedere meglio le dinamiche che ha descritto.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Cara, grazie di questa condivisione ricca e colma di amore.
Credo che in ogni relazione si creino degli "incastri" più o meno funzionali e funzionanti .
Nel suo caso , mi colpisce molto la sua profonda capacità di " protendersi" verso il suo compagno , di farlo sentire accolto e valorizzato nonostante le difficoltà che egli vive a causa del proprio vissuto e che , com è naturale che sia , porta anche nella relazione di coppia.
Percepisco in lei una richiesta di aiuto su come poter sciogliere le criticità insite in questa relazione e su come riuscire ad aiutare il suo compagno ad essere più attivo e proattivo.
Credo che sarebbe benefico per lui iniziare un lavoro personale di esplorazione della propria interiorità anche e soprattutto in relazione ai modelli appresi nella famiglia d'origine che potrebbero non averlo aiutato a sufficienza in un processo di autentica individuazione del sé, rendendolo probabilmente insicuro e rallentando l' emersione di un Sé pienamente adulto e capace di autosostenersi ,
indipendentemente dalla persona che ha al suo fianco.
Tuttavia, ritengo che , proprio alla luce degli " incastri " relazionali , se fosse lei a lavorare un pochino su di sé e su ciò che porta nella relazione con il suo compagno, questo gioverebbe non poco al rapporto di coppia. Nella terapia della Gestalt si parla spesso di " adattamento creativo " davanti a situazioni che risultano essere oggettivamente e soggettivamente complesse da sostenere attraverso i comportamenti standard che siamo abituati ad operare, per come ci hanno insegnato .
Valuti la possibilità di richiedere un sostegno psicologico che possa aiutarla a trovare strategie evolutive efficaci e potenzianti per poter vivere al meglio la sua relazione e riflettere, come in un nuovo specchio, una versione di sé che possa fare da sprone e stimolo non solo per sé stessa ma anche per la crescita del suo compagno.
Se lo desidera, sono a sua disposizione per un primo colloquio di conoscenza. Anche online.
Le auguro ogni bene .
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Buonasera e grazie per la condivisione. In effetti, nel suo racconto ci sono vari elementi mancanti che impediscono di fare un quadro completo della situazione. Esorti il suo fidanzato a intraprendere un percorso di psicoterapia per aiutarlo a comprendere e modificare le sue paure più che allontanarle. Si possono concertare anche un piano di terapie con soluzioni economiche adatte o con terapie online. Resto a disposizione per chiarimenti e/o informazioni. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Salve gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione. Le rinnovo i complimenti dei colleghi per la sua sensibilità e intelligenza emotiva, e ribadisco l'idea fondamentale che è il suo fidanzato a dover prendere la decisione consapevole di dover affrontare gli aspetti profondi della sua personalità che lo autolimitano in questo momento.
Ciononostante mi chiedo se sia utile a lungo termine per il suo fidanzato trovare in lei il rifugio e la sostituzione della madre iperprotettiva che già si ritrova a casa.
Mi chiedo inoltre quanto sia sostenibile per lei assumere questo ruolo accumulando frustrazione e rinuncia ai propri bisogni personali. È giusto accompagnare con dolcezza il suo fidanzato nel suo percorso di vita, ma si ricordi che non è suo figlio, non è il suo bambino. Se vuole un adulto accanto a lei lo tratti da adulto, e questo significa potergli restituire anche con una certa intensità il suo malessere e la necessità di cambiamento per entrambi.
A volte per poter ricostruire bisogna anche distruggere un poco senza aver paura di farlo, e da quello che lei scrive sembra che la vostra relazione sia abbastanza sicura per contenere un momento del genere.
Buona crescita.
Per ogni approfondimento sono a sua disposizione anche online, il primo colloquio è gratuito. Un caro saluto. Dott Mauro Terracciano
mi sembra che tu abbia una comprensione empatica della situazione del tuo ragazzo e dei suoi problemi personali. È lodevole che tu lo supporti e lo incoraggi a cercare l'aiuto di uno psicologo. Tuttavia, è importante ricordare che il cambiamento personale richiede tempo e sforzo individuale. Potresti continuare a mostrarti compassionevole e disponibile, ma è fondamentale che anche lui sviluppi la volontà e l'impegno per affrontare le sue difficoltà. Inoltre, potrebbe essere utile per te esprimere in modo chiaro le tue necessità comunicative e di condivisione di esperienze al di fuori di casa. La comunicazione aperta e onesta è fondamentale per costruire una relazione sana. Considera anche l'importanza di prenderti cura di te stessa e del tuo benessere emotivo. Rimango a disposizione, Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Cara, è evidente la sua capacità analitica nel descrivere la situazione con il suo ragazzo in modo dettagliato e coinvolgente. Ha delineato chiaramente le dinamiche presenti nella vostra relazione, esprimendo con empatia le preoccupazioni e le osservazioni personali.
La sua comprensione delle sfide personali che il suo compagno potrebbe affrontare, come la scarsa autostima e i timori legati al contesto familiare, dimostra un approccio premuroso e attento.
Si nota la sensibilità nel cercare di comunicare in modo chiaro e costruttivo con il suo compagno, mantenendo rispetto per la sua fragilità emotiva. L'obiettivo di costruire un ponte comunicativo più solido è un passo importante verso la risoluzione delle difficoltà presenti nella vostra relazione.
Considerando la complessità della situazione, un dialogo aperto e onesto potrebbe essere fondamentale per affrontare le sfide e cercare soluzioni insieme. Continui ad incoraggiare il suo compagno ad affrontare i suoi disagi e, se possibile, cercate insieme delle modalità per superare queste sfide.
Al fine di sentirsi sostenuta in questo, potrebbe essere utile esplorare l'opzione di un percorso di sostegno psicologico. Tale sostegno potrebbe offrire uno spazio sicuro e confidenziale per esplorare e affrontare le sfide personali che sta vivendo sviluppando nuove risorse personali.

Gentilissima, ho letto la sua storia e la ringrazio per aver condiviso un pezzetto della sua vita. Premetto che vedere una persona che si preoccupa in modo così attento è molto bello, anche alla sua età ed è un sollievo vedere una giovane così empatica e comprensiva. Detto ciò, sono veramente tanti i punti da argomentare e questo spazio non sarà mai esaustivo. Innanzitutto sono d'accordo con il mio collega, lei può essere accogliente e comprensiva ma non può scegliere per lui. Parlare di "depressione" magari è un po eccessivo e, anche se fosse, purtroppo in tal caso non potrebbe far nulla di curativo, avendo un ruolo specifico, cioè essendo la fidanzata e questo lei lo sa. Io la invito ad indagare dentro di lei, anche con un professionista, per cercare di capire, tra le tante cose, se la relazione e i suoi sentimenti vanno nella stessa direzione del suo fidanzato. Tutta l'energia usata per capire il modo, il mondo e il sistema familiare del suo ragazzo può usarla per meglio comprender se stessa. L'accoglienza va benissimo ma, senza nulla togliere alle buoni intenzioni in generale, meglio evitare l'interpretazione psicologica della persona e della famiglia, (soprattutto se non si è un professionista), semplicemente perché la linea tra il: "sentirsi capiti" e il "sentirsi giudicati/sbagliati/inadeguati" rischia di essere davvero troppo sottile, specialmente perché l'altro potrebbe non sentirsi pronto a riconoscere alcune dinamiche personali. La ringrazio ancora per la condivisione. Rimango a disposizione.
Dott.ssa Simona Pietrafesa
Buongiorno,
grazie della chiara e profonda riflessione che ci ha donato.
Le sue preoccupazioni e frustrazioni sono comprensibili. Per quanto sia bello avere dei momenti di intimità nella coppia lo è altrettanto condividere altro con il proprio partner (passioni, interessi, momenti di vita non necessariamente legati alla sfera casalinga). La scelta di aprirsi con il suo compagno è stata sicuramente corretta, la sua empatia la ha portata a comprendere cosa potesse comportare nel suo compagno questo tipo di risposte. Sicuramente per il suo compagno potrebbe essere molto utile intraprendere un percorso psicoterapico, allo stesso tempo ritengo possa essere incoraggiante per il suo compagno e anche utile per la coppia intraprendere un percorso congiunto in cui trovare nuovi modi (forse più efficaci) di esprimere i propri bisogno e desideri.
Rimango a dispostizione
cordialmente,
Dott.ssa Giorgia Sapienza
Come i colleghi riportano potrebbe essere utile considerare l'opinione di uno psicologo o di un professionista della salute mentale.
Cordialmente

Dott. Alberto Binda
Certo, capisco che la tua situazione sia complessa e delicata. È positivo che tu stia cercando di comprendere le sfide del tuo ragazzo. Vorrei suggerirti di continuare a incoraggiarlo a cercare supporto professionale, magari presentando l'idea in modo rassicurante e evidenziando i benefici che potrebbe ottenere. Un confronto aperto e gentile può aiutare a superare la sua resistenza. Allo stesso tempo, continua a comunicare i tuoi bisogni e sentimenti in modo chiaro, cercando di trovare un equilibrio tra il supporto emotivo e la necessità di una comunicazione verbale più approfondita. Spero che tu possa trovare una soluzione che benefichi entrambi.
Buongiorno, consiglio a entrambi un percorso psicologico. Il suo ragazzo, da quello che scrive avrebbe bisogno di affrontare in particolare la vergogna e il rapporto con la madre. Per quanto riguarda lei, le consiglio di comprendere quanto è disposta a sacrificare quello che le piacerebbe fare. Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Ghislanzoni
Gentile utente, posso immaginare quanto sai faticoso confrontarsi e condividere la vita con una persona che è differente da lei.
Capisco la sua preoccupazione per il suo compagno. Tuttavia, il rischio di indicargli la strada giusta(che poi è giusta per lei ma potrebbe non esserlo per lui) è quello di fargli sperimentare ancora una volta quell' iper protezione di cui parlava.
Provi a condividere cosa è importante per lei e come si sente nel non ricevere risposte, nel doverlo trainare. Provi a stare sui suoi vissuti perché li sente e li conosce bene.
Un caro saluto,
Dott.ssa Del Giudice
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Buonasera carissima, il suo stile di vita è cambiato per aver incontrato un ragazzo che non condivide i momenti di socialità.
La scelta di rimanere in casa isolati non si addice alle persone in generale in modo particolare alla vostra età. Bisogna capire il motivo del suo comportamento. Consiglio un colloquio psicologico. Un caro saluto Dott.ssa Vincenza Papeo
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