Buongiorno, scrivo qui perché ultimamente ho un po' perso l'abitudine ed il piacere di confidarmi
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Buongiorno,
scrivo qui perché ultimamente ho un po' perso l'abitudine ed il piacere di confidarmi con qualcuno (da quando la mia amica n. 1 ha cambiato città, sembra nessuno riesca ad ascoltarmi e capirmi come lei)
Ho 22 (quasi 23) anni, lavoro da poco più di un anno ed abito con il mio ragazzo
Ultimamente è un periodo un po difficile, diciamo che la vita non è mai stata tanto gentile con me e che il mio obiettivo è stato sempre quello di risollevarmi, di uscire da quelle situazioni che hanno minato la mia tranquillità per tanto tempo e di creare i miei spazi ed una vita che sentissi mia
Per questo mi sono sempre rimboccata le maniche, ho mandato giù tanti bocconi amari e sono riuscita finalmente ad ottenere la mia indipendenza
Detto ciò, questo non ha per nulla risolto il mio malessere
Mi sento di aver risolto i problemi di qualcun altro e di stare a vivere (di nuovo) una vita che non mi appartiene
Il problema in tutto ciò, è che non riesco a capite quale degli elementi presenti scombussoli così tanto il mio equilibrio
Essendo uscita da situazioni completamente deleterie e da periodi NO abbastanza importanti, non sono riuscita a conoscere la versione di me che vive in un ambiente più sano ed è come se fino ad adesso avessi puntato al "minimo indispensabile per stare bene" (che a me sembrava prima già tantissimo) ed adesso che lo ottengo, non mi basta
In tutto ciò, mi manca la forza e la voglia di cambiare di nuovo le cose
Sono stanca, sfiduciata e mi sento come se capitassero tutte a me, dalla sciocchezza più piccola alle cose più gravi
Non so come uscire da questa situazione perché è un po come se mi stessi adagiando in questo malessere, ma non voglio diventare un'adulta che non ha dato priorità alla sua felicità
Non so tante cose, non so se il lavoro che sto facendo sarà quello della mia vita o quello che voglio, non so se la persona che ho accanto mi eleva piuttosto che affossarmi e lui non è certamente d'aiuto, perché passa un periodo brutto quanto me
Le tensioni e le problematiche sono tante e non riesco a distinguere la reale realtà, dalla realtà influenzata dai nostri eventi
Sono confusa ed un po abbandonata, ma trovo confort in questa situazione nonostante non mi vada bene
Mi chiedo se troverò mai la forza di cambiare le cose ed andare contro la controparte traumatizzata del mio io
Per adesso, scrivo un messaggio anonimo ad un gruppo di dottori che non conosce la mia storia, sperando che questo possa portarmi illuminazione
Dove posso trovare la spinta per fare altri 100 passi?
scrivo qui perché ultimamente ho un po' perso l'abitudine ed il piacere di confidarmi con qualcuno (da quando la mia amica n. 1 ha cambiato città, sembra nessuno riesca ad ascoltarmi e capirmi come lei)
Ho 22 (quasi 23) anni, lavoro da poco più di un anno ed abito con il mio ragazzo
Ultimamente è un periodo un po difficile, diciamo che la vita non è mai stata tanto gentile con me e che il mio obiettivo è stato sempre quello di risollevarmi, di uscire da quelle situazioni che hanno minato la mia tranquillità per tanto tempo e di creare i miei spazi ed una vita che sentissi mia
Per questo mi sono sempre rimboccata le maniche, ho mandato giù tanti bocconi amari e sono riuscita finalmente ad ottenere la mia indipendenza
Detto ciò, questo non ha per nulla risolto il mio malessere
Mi sento di aver risolto i problemi di qualcun altro e di stare a vivere (di nuovo) una vita che non mi appartiene
Il problema in tutto ciò, è che non riesco a capite quale degli elementi presenti scombussoli così tanto il mio equilibrio
Essendo uscita da situazioni completamente deleterie e da periodi NO abbastanza importanti, non sono riuscita a conoscere la versione di me che vive in un ambiente più sano ed è come se fino ad adesso avessi puntato al "minimo indispensabile per stare bene" (che a me sembrava prima già tantissimo) ed adesso che lo ottengo, non mi basta
In tutto ciò, mi manca la forza e la voglia di cambiare di nuovo le cose
Sono stanca, sfiduciata e mi sento come se capitassero tutte a me, dalla sciocchezza più piccola alle cose più gravi
Non so come uscire da questa situazione perché è un po come se mi stessi adagiando in questo malessere, ma non voglio diventare un'adulta che non ha dato priorità alla sua felicità
Non so tante cose, non so se il lavoro che sto facendo sarà quello della mia vita o quello che voglio, non so se la persona che ho accanto mi eleva piuttosto che affossarmi e lui non è certamente d'aiuto, perché passa un periodo brutto quanto me
Le tensioni e le problematiche sono tante e non riesco a distinguere la reale realtà, dalla realtà influenzata dai nostri eventi
Sono confusa ed un po abbandonata, ma trovo confort in questa situazione nonostante non mi vada bene
Mi chiedo se troverò mai la forza di cambiare le cose ed andare contro la controparte traumatizzata del mio io
Per adesso, scrivo un messaggio anonimo ad un gruppo di dottori che non conosce la mia storia, sperando che questo possa portarmi illuminazione
Dove posso trovare la spinta per fare altri 100 passi?
Dal suo racconto emerge un profondo senso di stanchezza e di confusione, quasi come se, pur avendo fatto molti passi in avanti, ora si trovasse di fronte a una nuova fase della vita che non riesce ancora a decifrare. Spesso, quando usciamo da situazioni difficili e finalmente ci liberiamo di ciò che ci ha oppresso per tanto tempo, ci si aspetta di sentirsi subito sollevati e appagati. Tuttavia, ciò che descrive è comune a molte persone che si trovano a passare da una fase di sopravvivenza a una di ricerca di senso e autenticità.Lei ha dimostrato di avere una forza incredibile nel superare i momenti difficili e nel costruire la sua indipendenza. E anche vero che ora si trova davanti a una sfida diversa, quella di scoprire chi è veramente al di là delle lotte passate. È come se stesse cercando di incontrare una parte di sé che non ha avuto ancora modo di conoscere a fondo, quella che vive in un ambiente più sano e sereno. Questa parte di sé, però, può richiedere tempo per emergere e, soprattutto, ha bisogno di spazio per esprimersi.Il fatto che ora senta di non riconoscersi più pienamente nella vita che ha costruito, e che il suo malessere persista nonostante i cambiamenti fatti, potrebbe indicare che si trova a un bivio: un momento in cui è chiamata a esplorare nuove dimensioni di sé. Il suo senso di stanchezza potrebbe derivare dal peso delle aspettative, forse sue o imposte dall'esterno, che la fanno sentire come se dovesse essere sempre in controllo o in grado di gestire tutto.Per trovare la spinta a fare altri cento passi, forse potrebbe riflettere su cosa significhino per lei questi passi. Che cosa desidera veramente per se stessa? Che cosa la farebbe sentire realmente viva e in sintonia con il suo essere più profondo? Talvolta la spinta a cambiare non arriva da un’imposizione esterna, ma emerge quando ci permettiamo di ascoltare con sincerità i nostri desideri più autentici, anche quelli che potremmo non aver ancora riconosciuto o accettato.Potrebbe essere utile esplorare con calma quali aspetti della sua vita attuale la fanno sentire più distante da sé stessa. È possibile che il suo malessere sia una forma di segnale che la invita a non accontentarsi e a cercare di più, nonostante la fatica. E non c’è fretta: il cammino verso la realizzazione personale è un processo che può richiedere tempo, pazienza e auto-compassione.La invito a esplorare queste domande con delicatezza, ascoltando ciò che emerge dentro di lei senza giudizio. Le risposte non devono arrivare subito, ma il semplice atto di riconoscere il proprio desiderio di autenticità è già un grande passo verso il cambiamento. Cordiali saluti
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Gentile utente,
Mi colpisce molto il modo in cui descrive la sua esperienza e la sua riflessione, che sembrano riflettere un profondo bisogno di comprensione e di cambiamento. È comprensibile che, dopo aver lottato tanto per costruire la sua indipendenza e raggiungere un certo equilibrio, si senta ora disorientata. Ciò che descrive – la sensazione di vivere una vita che non le appartiene, nonostante gli sforzi per migliorare la sua situazione – può essere davvero frustrante.
Quando si raggiungono traguardi che sembravano inarrivabili, può capitare di trovarsi di fronte a un vuoto o a un senso di insoddisfazione che non ci si aspettava. È come se, avendo risolto problemi esterni, emergessero questioni più profonde legate al significato, al senso di appartenenza e all’identità personale. Probabilmente, ora si trova di fronte a una nuova fase, quella in cui il suo obiettivo non è solo sopravvivere o "stare meglio", ma vivere in modo più autentico e soddisfacente. Questo, però, richiede un lavoro diverso rispetto a quello che ha già svolto, ed è naturale sentirsi stanchi o scoraggiati.
Si sta chiedendo se riuscirà mai a trovare la forza di fare altri 100 passi, e mi sembra che parte di questa risposta possa essere già nel suo desiderio di cambiare le cose e nel fatto che è qui a parlarne. Ha già dimostrato di essere una persona capace di affrontare sfide difficili e di lavorare per il suo benessere. Ora, potrebbe essere importante dedicarsi ad ascoltare con maggiore attenzione i suoi bisogni e desideri autentici, e non solo quelli legati alla "sopravvivenza".
Se desidera esplorare più a fondo queste sensazioni e trovare insieme un modo per uscire da questo stallo, potrebbe considerare di intraprendere un percorso di supporto psicologico. Potrebbe essere uno spazio in cui riflettere su ciò che davvero la rende felice e su come riconnettersi con la sua autenticità.
Se volesse, sarei disponibile ad accompagnarla in questo percorso.
Mi colpisce molto il modo in cui descrive la sua esperienza e la sua riflessione, che sembrano riflettere un profondo bisogno di comprensione e di cambiamento. È comprensibile che, dopo aver lottato tanto per costruire la sua indipendenza e raggiungere un certo equilibrio, si senta ora disorientata. Ciò che descrive – la sensazione di vivere una vita che non le appartiene, nonostante gli sforzi per migliorare la sua situazione – può essere davvero frustrante.
Quando si raggiungono traguardi che sembravano inarrivabili, può capitare di trovarsi di fronte a un vuoto o a un senso di insoddisfazione che non ci si aspettava. È come se, avendo risolto problemi esterni, emergessero questioni più profonde legate al significato, al senso di appartenenza e all’identità personale. Probabilmente, ora si trova di fronte a una nuova fase, quella in cui il suo obiettivo non è solo sopravvivere o "stare meglio", ma vivere in modo più autentico e soddisfacente. Questo, però, richiede un lavoro diverso rispetto a quello che ha già svolto, ed è naturale sentirsi stanchi o scoraggiati.
Si sta chiedendo se riuscirà mai a trovare la forza di fare altri 100 passi, e mi sembra che parte di questa risposta possa essere già nel suo desiderio di cambiare le cose e nel fatto che è qui a parlarne. Ha già dimostrato di essere una persona capace di affrontare sfide difficili e di lavorare per il suo benessere. Ora, potrebbe essere importante dedicarsi ad ascoltare con maggiore attenzione i suoi bisogni e desideri autentici, e non solo quelli legati alla "sopravvivenza".
Se desidera esplorare più a fondo queste sensazioni e trovare insieme un modo per uscire da questo stallo, potrebbe considerare di intraprendere un percorso di supporto psicologico. Potrebbe essere uno spazio in cui riflettere su ciò che davvero la rende felice e su come riconnettersi con la sua autenticità.
Se volesse, sarei disponibile ad accompagnarla in questo percorso.
Gentilissima, hai fatto bene a scrivere qui. A volte scrivere a se stessi fa già bene, perchè porta al di fuori di te le cose che hai dentro, un po' intrecciate ed arruffate. Quando si deve scrivere, bisogna organizzare le idee e questo è già un buon lavoro. Se poi c'è un interlocutore è ancora meglio. Anche se ha cambiato città perchè non continui a sentirti con la tua amica? E' importante avere qualcuno che ti capisce. Venendo alla tua lettera, io non ci ho capito molto sulla tua storia personale, ho però capito che sei molto insoddisfatta, hai del malessere e un passato che deve averti fatto soffrire. Ho capito che il tuo ragazzo in questo momento non può esserti di aiuto e forse questo rapporto non ti convince molto. Vuoi, e questa mi sembra la cosa più importante, avere la tua felicità, come è giusto che sia. Attaccati forte a questo desiderio, è vitale. Mi sembra di capire che va fatto un po' di ordine dentro di te. E questo non puoi farlo da sola, con la zavorra che ti porti dietro. "regalati" un percorso psicologico che ti aiuti a lavorare su di te, suoi tuoi bisogni, le tue emozioni, aspetti traumatici del passato. Te lo meriti, perchè credo che hai fatto tutto da sola. Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Gentile, mi dispiace sentire la sfiducia e la preoccupazione che la attanagliano in questo periodo. Mi rendo conto che gestire numerose situazioni difficili possa portare ad un sentimento globale di rassegnazione e di stanchezza.
La sua amica può anche avere lasciato la città in cui vive, ma non necessariamente lei deve smettere di considerarla come punto di riferimento, sopratutto in un'epoca in cui si è vicini anche a km di distanza.
Tuttavia, dal suo resoconto emergono anche una serie di domande importanti che si fa, rispetto al suo lavoro e alla sua relazione. Non sa se sono delle situazioni che la rendono felice o se non la fanno sentire pienamente sè stessa, cioè non sa se siano delle scelte identitarie. E' proprio questo che potrebbe causarle quel sentimento di insoddisfazione e di arrendevolezza di fronte alla sua quotidianità, nonostante non ci siano degli avvenimenti che la "scombussolano" in modo forte ed evidente.
Sicuramente però porsi tali domande è un primo passo per iniziare a riflettere su tali aspetti e denota una certa forza nel non voler rimanere nel suo stato di infelice quiete.
Rivolgersi ad uno specialista della salute mentale è la scelta più indicata per gestire la sua attuale fragilità e per iniziare un percorso di risollevamento e trasformazione del sè. Le potrebbe essere utile per capire se ci sono aspetti della sua vita che collimano con le sue reali aspirazioni/desideri e per capire se vi sono risorse personali che può mettere in campo per modificarne qualcuno di essi in futuro.
Infine si domandi, quale gesto per sè stessa potrebbe farla felice? Ha qualche hobby o passione che ha accantonato e che potrebbe darle nuovi stimoli per affrontare la quotidianità?
Se avesse bisogno di un confronto sono a sua disposizione.
Dott.ssa Desirèe Pesce.
La sua amica può anche avere lasciato la città in cui vive, ma non necessariamente lei deve smettere di considerarla come punto di riferimento, sopratutto in un'epoca in cui si è vicini anche a km di distanza.
Tuttavia, dal suo resoconto emergono anche una serie di domande importanti che si fa, rispetto al suo lavoro e alla sua relazione. Non sa se sono delle situazioni che la rendono felice o se non la fanno sentire pienamente sè stessa, cioè non sa se siano delle scelte identitarie. E' proprio questo che potrebbe causarle quel sentimento di insoddisfazione e di arrendevolezza di fronte alla sua quotidianità, nonostante non ci siano degli avvenimenti che la "scombussolano" in modo forte ed evidente.
Sicuramente però porsi tali domande è un primo passo per iniziare a riflettere su tali aspetti e denota una certa forza nel non voler rimanere nel suo stato di infelice quiete.
Rivolgersi ad uno specialista della salute mentale è la scelta più indicata per gestire la sua attuale fragilità e per iniziare un percorso di risollevamento e trasformazione del sè. Le potrebbe essere utile per capire se ci sono aspetti della sua vita che collimano con le sue reali aspirazioni/desideri e per capire se vi sono risorse personali che può mettere in campo per modificarne qualcuno di essi in futuro.
Infine si domandi, quale gesto per sè stessa potrebbe farla felice? Ha qualche hobby o passione che ha accantonato e che potrebbe darle nuovi stimoli per affrontare la quotidianità?
Se avesse bisogno di un confronto sono a sua disposizione.
Dott.ssa Desirèe Pesce.
Caro utente, grazie per aver condiviso i tuoi pensieri in un momento così delicato. Dopo aver dedicato tante energie per affrontare situazioni che minavano la tua serenità, è comprensibile che ora tu possa provare un senso di vuoto o insoddisfazione nonostante i traguardi raggiunti. Spesso, è proprio quando ci fermiamo che emergono domande profonde su chi siamo, cosa desideriamo davvero, e come ci rapportiamo alla nostra vita attuale. Hai attraversato un lungo percorso di lotta, ed è naturale sentirsi stanchi e affaticati. In periodi di crisi personali, anche le aree della relazione e del lavoro possono diventare fonte di confusione.
Prima di spingerti verso un nuovo cambiamento, ti incoraggio a concederti il permesso di prenderti cura di te stessa, con la gentilezza e il riposo che meriti; concentrarti su ciò che senti e desideri per te stessa, senza forzarti a trovare risposte definitive. A volte, i cambiamenti significativi avvengono non attraverso grandi salti, ma grazie a piccoli passi di cura e consapevolezza. Un abbraccio.
Prima di spingerti verso un nuovo cambiamento, ti incoraggio a concederti il permesso di prenderti cura di te stessa, con la gentilezza e il riposo che meriti; concentrarti su ciò che senti e desideri per te stessa, senza forzarti a trovare risposte definitive. A volte, i cambiamenti significativi avvengono non attraverso grandi salti, ma grazie a piccoli passi di cura e consapevolezza. Un abbraccio.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
La spinta per fare altri 100 passi può darla una pausa.
Riesci ad ascoltare come ti senti?
Quali colori useresti per fare un disegno di quello che hai scritto?
E' difficile dare delle risposte con le parole, ma le emozioni possono essere una buona bussola.
Ti mando un fiore
Riesci ad ascoltare come ti senti?
Quali colori useresti per fare un disegno di quello che hai scritto?
E' difficile dare delle risposte con le parole, ma le emozioni possono essere una buona bussola.
Ti mando un fiore
Grazie per quello che ha scritto e la profondità con cui cerca di ascoltarsi e di comunicare.
Quello che ha scelto e fatto finora ha avuto un senso, ma si cambia, si cresce, e i nostri bisogni si trasformano spingendoci ad altro.
Lei sta chiedendo un luogo per riflettere, un luogo anche simbolico: le propongo un colloquio per approfondire questa riflessione.
Quello che ha scelto e fatto finora ha avuto un senso, ma si cambia, si cresce, e i nostri bisogni si trasformano spingendoci ad altro.
Lei sta chiedendo un luogo per riflettere, un luogo anche simbolico: le propongo un colloquio per approfondire questa riflessione.
Buonasera, da quanto scrivi sembra veramente che nella vita hai passato tanti eventi e relazioni che ti sei dovuta rimboccare le maniche, buttare giù bocconi amari, risolvendo problemi di altri. Penso che in questo momento dove tu ti sei resa indipendente, sia ottimo per fare un lavoro su di te. Questa è la tua zona di confort perché avendo vissuto molto tempo con questi carichi (messi magari da altri), e poi complicato trovare nuove modalità di vivere che siano più sane. Il fatto che non vuoi diventare un'adulta che non ha dato priorità alla sua felicità, mi fa molto ben sperare nella tua forza di volontà e di cambiamento. Per non adagiarti nel malessere che stai vivendo, trovare un nuovo senso nuovo, e scoprire chi sei e cosa vuoi nel profondo ti consiglio di prendere un appuntamento, se hai qualche psicologo di fiducia nelle tue vicinanze. Se così non fosse io mi rendo disponibile.
Ti auguro passo dopo passo di giungere alla vita che sogni.
Ti auguro passo dopo passo di giungere alla vita che sogni.
Cara utente, grazie per aver condiviso questa parte di lei con così tanta sincerità. Dalle sue parole mi arriva molto forte la sua enorme sensazione di stanchezza e di sfiducia ma anche una grande voglia di costruirsi, finalmente, una vita che sia autenticamente sua e che la soddisfi appieno. Nel suo messaggio tocca moltissimi aspetti della sua vita e racchiuderli tutti in un'unica risposta sarebbe ingiustamente riduttivo poichè meriterebbero un loro valido spazio. Mi colpiscono molto le sue parole "trovo confort in questa situazione nonostante non mi vada bene". Riferisce di aver passato una vita piena di battaglie e momenti difficili: forse lì, in quelle situazioni tanto pesanti, si è costruita una sorta di abitudine. Quanto meno è come se sapesse già cosa aspettarsi. La nostra mentre preferisce situazioni prevedibili, anche se negative, rispetto a quelle nuove, che potrebbero essere spaventose...ma anche ricche di tante belle novità. Coltivi questa sua volontà di mettersi al primo posto! Resto a sua disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Federica Bertucci
A volte sono i periodi più o meno tranquilli quelli che ci fanno stare più male quando abbiamo alle spalle anni e anni di stress, dolore e trauma. Quando tutto si appiana, vengono a galla tante cose (emozioni, stati d'animo, vissuti) che avevamo messo da parte per un po', perché prima non ci era consentito di stare male. Inoltre, anni di battaglie e sofferenza, soprattutto quando tale sofferenza non è riconosciuta dagli altri ed in primis da noi stessi, possono portare ad estrema stanchezza e demotivazione. Oltre a questo, anni di turbolenze e difficoltà, specialmente quando tali difficoltà sono degli altri e noi dobbiamo farcene carico o doverle gestire, ci portano a focalizzarci totalmente sull'altro, perdendo il senso di noi stessi e arrivando, ad un certo punto, a non sapere chi siamo.
Ed è difficile voler cambiare qualcosa di noi quando non sappiamo veramente chi siamo. Può addirittura sembrare più semplice e facile adagiarsi allo status quo, anche se esso non porti né serenità né soddisfazione.
Non ha specificato se ha alle spalle dei percorsi psicologici o al momento ne sta seguendo uno. Il mio consiglio è di provare a rivolgersi a qualcuno che la possa aiutare a fare chiarezza e le sia di supporto.
Dott.ssa Laura Verbena
Ed è difficile voler cambiare qualcosa di noi quando non sappiamo veramente chi siamo. Può addirittura sembrare più semplice e facile adagiarsi allo status quo, anche se esso non porti né serenità né soddisfazione.
Non ha specificato se ha alle spalle dei percorsi psicologici o al momento ne sta seguendo uno. Il mio consiglio è di provare a rivolgersi a qualcuno che la possa aiutare a fare chiarezza e le sia di supporto.
Dott.ssa Laura Verbena
Buongiorno, dalla descrizione sembra una persona molto forte e piena di risorse su cui ha sempre fatto leva. Avendo solo 22 anni, questo è da reputare un ottimo punto di forza su cui contare, in quanto già solo a quell’età è riuscita a rendersi indipendente. Detto ciò sembra che ci sia una discrepanza tra la vita che “doveva/deve” svolgere per probabilmente “sopravvivere” in quanto doveva trovare il modo di gestire ed uscire da situazioni pensanti e difficili. Discrepanza tra ciò che ha dovuto fare e ciò che invece vorrebbe fare, come vorrebbe fosse la sua vita. Mi sembra di capire sia questo il motivo principale che le crea sofferenza.
Aver chiesto aiuto ed essersi esposta, per una persona che ha sempre fatto tutto da sola, immagino non sia stato semplice; quindi, è molto apprezzabile si sia aperta e abbia chiesto consiglio.
Probabilmente adesso non ha più bisogno di dover essere/ avere determinati atteggiamenti e sta emergendo tutto ciò che negli anni ha messo da parte, perché doveva dar priorità e risolvere altre cose che erano più urgenti e importanti in quel momento?
Penso ci sia molto altro dietro, che andrebbe a mio parere approfondito con almeno degli iniziali consulti psicologici, per capire come e se eventualmente partire ed intraprendere un percorso adatto a lei.
Se desidera approfondire questi temi, sono disponibile per un confronto. Le sedute si svolgono online, consentendoci di lavorare insieme indipendentemente da dove si trova.
Spero di esserle stata utile,
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Ginevra Pieri
Aver chiesto aiuto ed essersi esposta, per una persona che ha sempre fatto tutto da sola, immagino non sia stato semplice; quindi, è molto apprezzabile si sia aperta e abbia chiesto consiglio.
Probabilmente adesso non ha più bisogno di dover essere/ avere determinati atteggiamenti e sta emergendo tutto ciò che negli anni ha messo da parte, perché doveva dar priorità e risolvere altre cose che erano più urgenti e importanti in quel momento?
Penso ci sia molto altro dietro, che andrebbe a mio parere approfondito con almeno degli iniziali consulti psicologici, per capire come e se eventualmente partire ed intraprendere un percorso adatto a lei.
Se desidera approfondire questi temi, sono disponibile per un confronto. Le sedute si svolgono online, consentendoci di lavorare insieme indipendentemente da dove si trova.
Spero di esserle stata utile,
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Ginevra Pieri
Gentile utente, dal suo racconto mi sembra di capire che la sua vita sia stata molto faticosa e doloroso, ma lei con le due enormi risorse e abilità è riuscita sempre a tirarsi fuori dal dolore. Questo per lei è molto importante da tenere a mente. Forse oggi iniziare a sentire la stanchezza di tutta questa fatica, di tutto questo lavoro. Tuttavia oggi lei vorrebbe altro per sé, vorrebbe ritrovare il suo benessere. Prendersi cura di sé, mettere un po ordine trai dubbi e le domande che affollano la sua mente, guardare un po questo malessere, senza fare nell'immediato qualcosa. Ma semplicemente riflettere su ciò che sta vivendo e provando. Si affidi as un professionista che la possa accompagnare in questo processo. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, pur non conoscendo la sua storia passata e presente, innanzitutto nel suo racconto mi sembra che lei abbia già tante risorse. Tuttavia, sento molto la stanchezza di cui parla e mi sembra che sia assolutamente comprensibile. Come lei stessa scrive, ha dovuto superare tanti periodi difficili rimboccandosi le maniche e trovando la sua indipendenza. Si è fatta un'idea sul perché sente che quello che vive non le appartiene? Mi sembra di capire che ha sempre dovuto fare i conti con difficoltà di cui si è fatta carico lei pur molto giovane. Partirei proprio dalla frase che scrive " è un pò come se mi stessi adagiando in questo malessere", capita spesso, infatti, che pur volendo cambiare delle situazione dolorose per noi allo stesso tempo ci fa paura perché non sappiamo cosa potremmo trovare, mentre rimanere adagiati nel nostro dolore è comunque, per quanto faticoso, qualcosa che già conosciamo. Più che trovare la spinta per fare altri 100 passi mi concentrerei sul prossimo passo, su quell'1 che la porta piano piano ad acquisire maggior consapevolezza e autonomia nelle sue scelte di vita. Questo però deve andare di pari passo ad un percorso di psicoterapia che la possa aiutare a trovare strumenti per utilizzare le sue risorse interne che già ha.
Cari saluti!
Cari saluti!
Buongiorno gentile Utente, da quello che descrive, emerge un quadro di grande forza interiore, ma anche di stanchezza e confusione, frutto probabilmente del lungo percorso che ha affrontato per raggiungere la sua indipendenza. Il fatto che abbia lottato per migliorare la sua vita e ora si trovi a chiedersi "e adesso?" è comprensibile: spesso, quando superiamo grandi difficoltà, ci troviamo a fare i conti con nuove domande e nuove sfide che emergono solo una volta che il "caos" iniziale si è calmato.
Questa sensazione di vuoto o insoddisfazione dopo aver ottenuto quello che si pensava essere l'obiettivo può essere legata al fatto che, come ha detto, non ha ancora avuto la possibilità di conoscere pienamente se stessa in un ambiente più sano e stabile. È come se, avendo sempre dovuto "sopravvivere", non avesse mai avuto lo spazio per capire realmente cosa desidera dal profondo, oltre il minimo indispensabile.
Dopo aver lottato per la stabilità, ora è il momento di iniziare a esplorare chi è lei al di là delle lotte e delle sfide. Chiedersi cosa desidera veramente, quali sono le sue passioni, i suoi valori e cosa la fa sentire autenticamente se stessa. Questo può richiedere tempo e pazienza, ma è un passaggio essenziale per capire se la vita che sta vivendo è davvero quella che le appartiene o se ci sono aspetti che potrebbero essere allineati in modo più autentico ai suoi desideri.
È normale sentirsi attratti da una situazione che, pur essendo insoddisfacente, offre una sorta di "comfort", semplicemente perché è familiare. Cambiare richiede energia e coraggio, e in periodi di stanchezza è facile sentirsi bloccati. Il fatto che lei riconosca questo meccanismo è già un grande passo. Potrebbe aiutare iniziare con piccoli cambiamenti, che le permettano di sentirsi più in controllo, senza dover stravolgere tutto subito. Spesso, piccoli passi iniziali possono portare a trasformazioni più grandi.
Lei ha menzionato che il suo ragazzo sta vivendo un momento difficile quanto lei. In questi casi, le relazioni possono diventare una fonte di ulteriore stress o una risorsa di supporto reciproco. È importante riflettere su come vi state sostenendo a vicenda in questo periodo e se la relazione contribuisce a far emergere la sua parte migliore o, al contrario, la sta frenando. Il dialogo sincero può essere fondamentale in queste situazioni, anche se a volte può sembrare complicato affrontare certe questioni.
Il suo dubbio sul lavoro che sta svolgendo è molto comune, soprattutto a questa età. Spesso, non c’è una risposta immediata a ciò che sarà "il lavoro della vita". Ciò che può aiutare è sperimentare, esplorare nuove possibilità e concedersi la libertà di cambiare strada, senza sentirsi vincolati. Se possibile, potrebbe cercare attività che la ispirano o nuove sfide che le permettano di scoprire interessi e passioni non ancora esplorati.
Essere stati "forti" per tanto tempo può creare la sensazione di doverlo essere sempre. Ma anche chi è stato resiliente ha bisogno di concedersi spazi di cura e vulnerabilità. Riflettere su cosa la sostiene, cosa la fa sentire bene (anche se sono piccole cose) e come può prendersi cura del proprio benessere emotivo è fondamentale. Il malessere non è qualcosa da sopportare indefinitamente: merita di essere ascoltato e affrontato.
Infine, le consiglierei di non sottovalutare l'importanza di un supporto professionale. Ha già mostrato il desiderio di aprirsi, e potrebbe trovare utile un percorso di terapia in cui esplorare queste sensazioni in modo più profondo, con un professionista che possa aiutarla a rielaborare le sue esperienze e trovare maggiore chiarezza.
La spinta per fare quei "100 passi" può venire dal riconoscere che ha già fatto molta strada e che non deve fare tutto da sola. Anche piccoli cambiamenti o decisioni, nel tempo, possono portarla a sentirsi di nuovo in cammino verso una vita che sente davvero sua.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Questa sensazione di vuoto o insoddisfazione dopo aver ottenuto quello che si pensava essere l'obiettivo può essere legata al fatto che, come ha detto, non ha ancora avuto la possibilità di conoscere pienamente se stessa in un ambiente più sano e stabile. È come se, avendo sempre dovuto "sopravvivere", non avesse mai avuto lo spazio per capire realmente cosa desidera dal profondo, oltre il minimo indispensabile.
Dopo aver lottato per la stabilità, ora è il momento di iniziare a esplorare chi è lei al di là delle lotte e delle sfide. Chiedersi cosa desidera veramente, quali sono le sue passioni, i suoi valori e cosa la fa sentire autenticamente se stessa. Questo può richiedere tempo e pazienza, ma è un passaggio essenziale per capire se la vita che sta vivendo è davvero quella che le appartiene o se ci sono aspetti che potrebbero essere allineati in modo più autentico ai suoi desideri.
È normale sentirsi attratti da una situazione che, pur essendo insoddisfacente, offre una sorta di "comfort", semplicemente perché è familiare. Cambiare richiede energia e coraggio, e in periodi di stanchezza è facile sentirsi bloccati. Il fatto che lei riconosca questo meccanismo è già un grande passo. Potrebbe aiutare iniziare con piccoli cambiamenti, che le permettano di sentirsi più in controllo, senza dover stravolgere tutto subito. Spesso, piccoli passi iniziali possono portare a trasformazioni più grandi.
Lei ha menzionato che il suo ragazzo sta vivendo un momento difficile quanto lei. In questi casi, le relazioni possono diventare una fonte di ulteriore stress o una risorsa di supporto reciproco. È importante riflettere su come vi state sostenendo a vicenda in questo periodo e se la relazione contribuisce a far emergere la sua parte migliore o, al contrario, la sta frenando. Il dialogo sincero può essere fondamentale in queste situazioni, anche se a volte può sembrare complicato affrontare certe questioni.
Il suo dubbio sul lavoro che sta svolgendo è molto comune, soprattutto a questa età. Spesso, non c’è una risposta immediata a ciò che sarà "il lavoro della vita". Ciò che può aiutare è sperimentare, esplorare nuove possibilità e concedersi la libertà di cambiare strada, senza sentirsi vincolati. Se possibile, potrebbe cercare attività che la ispirano o nuove sfide che le permettano di scoprire interessi e passioni non ancora esplorati.
Essere stati "forti" per tanto tempo può creare la sensazione di doverlo essere sempre. Ma anche chi è stato resiliente ha bisogno di concedersi spazi di cura e vulnerabilità. Riflettere su cosa la sostiene, cosa la fa sentire bene (anche se sono piccole cose) e come può prendersi cura del proprio benessere emotivo è fondamentale. Il malessere non è qualcosa da sopportare indefinitamente: merita di essere ascoltato e affrontato.
Infine, le consiglierei di non sottovalutare l'importanza di un supporto professionale. Ha già mostrato il desiderio di aprirsi, e potrebbe trovare utile un percorso di terapia in cui esplorare queste sensazioni in modo più profondo, con un professionista che possa aiutarla a rielaborare le sue esperienze e trovare maggiore chiarezza.
La spinta per fare quei "100 passi" può venire dal riconoscere che ha già fatto molta strada e che non deve fare tutto da sola. Anche piccoli cambiamenti o decisioni, nel tempo, possono portarla a sentirsi di nuovo in cammino verso una vita che sente davvero sua.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di intraprendere un percorso di supporto resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Buongiorno,
grazie per aver condiviso questo momento così delicato della tua vita. Capisco quanto possa essere difficile sentirsi smarriti, soprattutto dopo aver superato tanti ostacoli. È naturale, dopo aver lottato a lungo per una stabilità, sentirsi insoddisfatti o incerti, come se qualcosa ancora mancasse.
Ti invito però a riflettere su una cosa: il fatto che tu abbia già superato momenti difficili dimostra che dentro di te c’è una grande forza. A volte, però, la vera sfida è riconoscere che il cambiamento e la spinta che cerchi partono da te, dalle risorse che già possiedi.
Proprio per aiutarti a riscoprire quelle forze interiori, vorrei proporti un percorso di Happy Coaching®, un metodo che aiuta a trovare un nuovo equilibrio e a valorizzare il proprio potenziale. La prima consulenza è gratuita, e potresti utilizzarla come occasione per esplorare insieme come ritrovare la direzione che senti più autentica per te.
Se ti interessa, puoi fissare un incontro per parlarne. Io ci sono.
Dott.ssa Sarah Catenacci
grazie per aver condiviso questo momento così delicato della tua vita. Capisco quanto possa essere difficile sentirsi smarriti, soprattutto dopo aver superato tanti ostacoli. È naturale, dopo aver lottato a lungo per una stabilità, sentirsi insoddisfatti o incerti, come se qualcosa ancora mancasse.
Ti invito però a riflettere su una cosa: il fatto che tu abbia già superato momenti difficili dimostra che dentro di te c’è una grande forza. A volte, però, la vera sfida è riconoscere che il cambiamento e la spinta che cerchi partono da te, dalle risorse che già possiedi.
Proprio per aiutarti a riscoprire quelle forze interiori, vorrei proporti un percorso di Happy Coaching®, un metodo che aiuta a trovare un nuovo equilibrio e a valorizzare il proprio potenziale. La prima consulenza è gratuita, e potresti utilizzarla come occasione per esplorare insieme come ritrovare la direzione che senti più autentica per te.
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Dott.ssa Sarah Catenacci
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Buongiorno, grazie per aver condiviso le tue emozioni in questo spazio. Posso immaginare quanto possa essere difficile sentirsi come bloccata in una sorta di limbo tra ciò che sei riuscita a costruire e quel malessere di fondo che sembra ancora presente nonostante i tuoi sforzi. È del tutto naturale che, dopo aver attraversato periodi difficili e aver finalmente raggiunto una stabilità, tu ti senta “senza direzione”. A volte, quando ci si trova fuori dalla lotta costante per sopravvivere, può emergere un nuovo tipo di vuoto: una mancanza di connessione profonda con ciò che stiamo vivendo e con la versione di noi stessi che abbiamo costruito.
La sensazione di aver ottenuto il “minimo indispensabile per stare bene” ma senza sentirsi veramente appagata è qualcosa che capita a molte persone. È come se ci si accorgesse che non basta più sopravvivere, ma si desidera qualcosa di più, una vita che rispecchi i propri veri bisogni, desideri e aspirazioni. Questo passaggio può portare molta confusione, soprattutto se sei abituata a lottare per la tua felicità senza avere l’opportunità di capire davvero cosa vuoi.
Non c’è una risposta semplice su come trovare la spinta per fare altri 100 passi, ma il primo passo potrebbe essere accogliere la tua stanchezza e riconoscere quanto sia stato difficile il tuo percorso finora. Anche concederti il permesso di fermarti e ascoltare te stessa può essere già un atto di gentilezza e di cura. La forza di cambiare spesso arriva nel momento in cui iniziamo ad ascoltare i nostri bisogni più profondi e ci diamo il permesso di esplorare nuovi modi di vivere e di essere.
Potresti trovare utile parlare con qualcuno che possa aiutarti a capire cosa desideri veramente e come costruire una vita che rispecchi i tuoi valori e la tua felicità. A volte avere uno spazio dove sentirsi ascoltati e supportati senza giudizio può fare la differenza per ritrovare la propria direzione e ricostruire un senso di sé che va oltre la semplice sopravvivenza.
Se senti che potrebbe esserti utile esplorare questi temi più a fondo, sono qui per ascoltarti e aiutarti a fare chiarezza su ciò che senti e su come ritrovare la tua forza e motivazione per andare avanti. Ricorda che chiedere aiuto è già un atto di coraggio e il primo passo verso un nuovo equilibrio.
La sensazione di aver ottenuto il “minimo indispensabile per stare bene” ma senza sentirsi veramente appagata è qualcosa che capita a molte persone. È come se ci si accorgesse che non basta più sopravvivere, ma si desidera qualcosa di più, una vita che rispecchi i propri veri bisogni, desideri e aspirazioni. Questo passaggio può portare molta confusione, soprattutto se sei abituata a lottare per la tua felicità senza avere l’opportunità di capire davvero cosa vuoi.
Non c’è una risposta semplice su come trovare la spinta per fare altri 100 passi, ma il primo passo potrebbe essere accogliere la tua stanchezza e riconoscere quanto sia stato difficile il tuo percorso finora. Anche concederti il permesso di fermarti e ascoltare te stessa può essere già un atto di gentilezza e di cura. La forza di cambiare spesso arriva nel momento in cui iniziamo ad ascoltare i nostri bisogni più profondi e ci diamo il permesso di esplorare nuovi modi di vivere e di essere.
Potresti trovare utile parlare con qualcuno che possa aiutarti a capire cosa desideri veramente e come costruire una vita che rispecchi i tuoi valori e la tua felicità. A volte avere uno spazio dove sentirsi ascoltati e supportati senza giudizio può fare la differenza per ritrovare la propria direzione e ricostruire un senso di sé che va oltre la semplice sopravvivenza.
Se senti che potrebbe esserti utile esplorare questi temi più a fondo, sono qui per ascoltarti e aiutarti a fare chiarezza su ciò che senti e su come ritrovare la tua forza e motivazione per andare avanti. Ricorda che chiedere aiuto è già un atto di coraggio e il primo passo verso un nuovo equilibrio.
Grazie per esserti aperta così con noi. C’è molta profondità in ciò che scrivi e tanto desiderio di vivere una vita che senti essere connessa davvero a te. Prenditi cura di questo senso di insoddisfazione; può essere quello che ti da la spinta per fare il passo successivo. Senza dimenticare di ringraziare ciò che sei ora. Quando si è troppo immersi in una situazione, talvolta si perde la bussola e il senso dell’orientamento. Occorre allora fermarsi e guardare le cose dall’alto e da un altro punto di vista, come il volo dell’aquila che volando nei cieli ha una prospettiva molto più ampia. Permettiti di creare quello spazio sacro in te stessa. Se volessi un aiuto, ci sono. Felice vita. Dott.ssa Simona Vanetti
Gentile utente,
Dal suo racconto emerge un forte desiderio di conoscenza di sé stessa. Questa ricerca richiede un tempo ed uno spazio adeguato, affinché lei possa raggiungere una dimensione più autentica della sua esistenza, che al momento sembra essere ostacolata da eventi e situazioni sui quali lei non sente di averne il controllo.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista, che possa accogliere i suoi vissuti di solitudine ed accompagnarla in questo percorso di esplorazione e ricerca di sé.
Dal suo racconto emerge un forte desiderio di conoscenza di sé stessa. Questa ricerca richiede un tempo ed uno spazio adeguato, affinché lei possa raggiungere una dimensione più autentica della sua esistenza, che al momento sembra essere ostacolata da eventi e situazioni sui quali lei non sente di averne il controllo.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista, che possa accogliere i suoi vissuti di solitudine ed accompagnarla in questo percorso di esplorazione e ricerca di sé.
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso così a fondo i suoi pensieri e sentimenti. È evidente che stia attraversando un periodo di grande introspezione e complessità. La sua riflessione sul desiderio di creare una vita che senta veramente sua, dopo aver affrontato numerosi ostacoli, rivela una forte volontà di cambiamento e di crescita personale. Tuttavia, è altrettanto chiaro che le difficoltà attuali la portano a sentirsi confusa e in una sorta di stallo, mentre cerca di trovare la sua identità in un contesto che sembra essere avvolto da incertezze. È normale sentirsi oppressi, specialmente quando ci si è dedicati tanto per superare situazioni deleterie e si è ottenuta un'indipendenza che, invece di regalare serenità, sta rivelando nuove insoddisfazioni. La sensazione di adagiarsi nel malessere è spesso un riflesso del bisogno di abituarsi a situazioni nuove e difficili, una sorta di automatico rifugio che si sceglie per proteggersi dal cambiamento. Per trovare la spinta per continuare a muoversi avanti, è fondamentale riconoscere e convalidare i propri sentimenti. Considerare qualcosa di nuovo, che possa nutrire il suo benessere personale e la alimenti con entusiasmo, potrebbe rappresentare un passo importante. Un aiuto esterno, come quello di un professionista, può offrirle la chiarezza necessaria per comprendere le sue emozioni e orientarla nella ricerca della sua strada.
Non esiti a contattarmi se desidera discutere di questi temi o se ha bisogno di un supporto ulteriore.
Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
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