Buongiorno, riassumo in breve la mia situazione. Ho un amico che purtroppo non abita in Italia, quin

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Buongiorno, riassumo in breve la mia situazione. Ho un amico che purtroppo non abita in Italia, quindi ora come ora mi è difficile vederlo di persona, lui ha 21 anni ed è depresso per via di una perdita che ha avuto da piccolo, non è mai andato a farsi vedere, premetto, però è da quando è adolescente che si sente sempre in colpa, vuoto, dice di non provare emozioni a meno che non sia di tristezza, non riesce a concentarsi nello studio perchè pensa troppo e mi dice sempre di come si sente per morire o che non ce la fa più. Purtroppo non vuole saperne di sentire uno psicologo perchè pensa di poter guarire grazie a se stesso e all'aiuto di Dio, ieri si è sentito particolarmente male e mi sono spaventata che potesse arrivare a gesti estremi. Io sono l'unica persona con cui si confida in merito e vorrei aiutarlo, però non so come fare visto che non vuole sentire nessuno, gli do tutto il mio supporto e sostegno, ma non basta. Volevo chiedere, è possibile in qualche modo aiutarlo facendo io visite al posto suo per capire come comportarmi e come aiutarlo? Un comportamento del genere potrebbe influenzare la sua fiducia che ha nei miei confronti in modo negativo? Può una persona depressa guarire da sola con un aiuto parziale? Mi scuso in anticipo se ho dato troppi dettagli
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare il suo amico e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che gli impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarlo a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essergli utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale. E' necessario, ovviamente, che sia lui a effettuare i colloqui, risulta evidentemente complesso andare in terapia per riferirsi a una terza persona. Provi a parlare della situazioni con i familiari di questa persona per avere maggiore supporto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno, capisco la sua preoccupazione e me ne dispiace. Purtroppo (ma anche per fortuna) non è possibile fare un percorso 'al posto di qualcuno', ma sicuramente - dato che la situazione le crea molta angoscia - può rivolgersi a uno/a specialista che la aiuti a gestire le emozioni e a capire come relazionarsi al meglio con il suo amico. La depressione è difficile da affrontare e il contesto in cui la persona vive può aiutare, il suo amico ha una rete di sostegno? Familiari, amici a cui chiedere aiuto? Provi a contattare qualcuno che gli è vicino.
Buonasera, purtroppo malgrado la sua comprensibile preoccupazione, non può essere aiutato chi non vuole essere aiutato. Nel senso che un conto che lei può sostenerlo come amica, diversi è un intervento di un professionista specializzato. E non può essere lei a fare il percorso al posto del suo amico a meno che non abbia lei stessa una motivazione personale. Potrebbe proporre al suo amico, per iniziare, di provare a fare un colloquio online. Un caro saluto
Gentile Utente, vive una situazione davvero spinosa. Il suo amico sta male, in modo evidente, la fa testimone del suo dolore ma poi si pone in una posizione di immobilità che paradossalmente porta lei che ci scrive a muoversi e a cercare soluzioni. La sua premura è ammirevole, e la terapia potrebbe aiutarla a capire al più come defibrillare la motivazione del suo amico, rendendolo consapevole della passività nella quale persiste. La guarigione passa per la motivazione, e se il suo amico non vuole sentir parlare di psicologi, di cure o soluzioni, allora le racconta costantemente il proprio dolore allo scopo di…? Sfogarsi, certo, ma quindi vuole solo ascolto e compagnia nello sfogo? Questo assetto è molto comune nella persona sofferente, e diventa necessario assolverci dalla ferocia di un soccorso che l’Altro fattivamente rifiuta. Un caro augurio di buona fortuna
Buongiorno, mi è dispiaciuto molto leggere quanto ha raccontato, credo che lei (non solo il suo amico) stia vivendo un periodo di estrema angoscia e preoccupazione, sentendosi l'unica persona a ricoprire un ruolo di supporto per lui. Mi sento, tuttavia, di metterla in guardia dalla posizione in cui si trova: il suo amico, che vive una condizione di estrema sofferenza e isolamento, non è in grado (non ne avrebbe le energie) di scorgere altro se non il proprio star male. Non potrebbe in alcun modo farsi carico dei suoi vissuti come amica, come persona, dunque l'unica a poterlo e doverlo fare è solo lei. Le suggerisco di iniziare un proprio percorso, nel quale prendersi cura della fatica e del dolore che comporta occuparsi di qualcuno che sta male, e che non sembra trovare altre soluzioni o appigli al di fuori di lei.
Sono a disposizione qualora desideri parlarne insieme, anche online.
Un caro saluto, dott.ssa Sonia Setti
Gentile utente, si percepisce la sua angoscia e preoccupazione nei confronti della salute del suo amico, ed è ammirevole la sua volontà di aiutarlo in tutti i modi possibili. Difficilmente però potrà intervenire in suo aiuto “iniziando una terapia al posto suo”; ritengo che possa supportarlo, come già sta facendo, cercando di fargli capire l’importanza di prendersi cura della sua sofferenza e di iniziare un percorso di presa di consapevolezza e di cambiamento. Può essere utile anche capire se ci sono altri famigliari/amici che potrebbero aiutarla nel raggiungimento di questo obiettivo. Cordiali saluti, dott.ssa Sara Nargis Liguori
Buongiorno, comprendo bene la sua situazione e il modo in cui si sente in quanto molto spesso noi psicologi ci troviamo a provare le stesse cose nei confronti delle persone con cui lavoriamo. La differenza, ovviamente, è che noi abbiamo tutta una formazione che ci aiuta nel farvi fronte, mentre lei ne è giustamente in balìa.
Mi verrebbe da dirle, in maniera forse un po' brutale ma il più concreta possibile, che il suo amico è stato molto chiaro sul come vuole procedere e non possiamo fare altro che rispettare la sua decisione, standogli vicino. Dopotutto, la vita è la sua e ha il diritto di fare le sue scelte.
Detto questo, l'impatto che questa situazione ha su di lei non è di poca importanza, anzi. Un percorso psicologico potrebbe sicuramente aiutarla nel ricavare uno spazio in cui potersi prendere cura di sé.
Se vuole, sono disponibile per parlarne a voce.
Buonasera, comprendo la sua preoccupazione nei confronti del suo amico al quale evidentemente tiene molto. Purtroppo mi sento di concordare con i colleghi nel dirle che non si può fare una terapia al posto di qualcun'altro: la persona deve volersi far aiutare. Lei, però, potrebbe svolgere dei colloqui per se stessa, per tirar fuori la parte emotiva legata a questa situazione che vive con forte angoscia. Potrebbe, al massimo, trovare nella terapia il modo di far capire al suo amico l'importanza della motivazione a fare qualcosa e la normalità che c'è nell'avere momenti di fragilità e quindi chiedere aiuto.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Buon pomeriggio,
è ammirevole la preoccupazione per il suo amico, ma purtroppo non è possibile fare terapia al posto di qualcun altro. Una situazione in cui lei riveste contemporaneamente il ruolo di paziente al posto del suo amico e, fattualmente, di sua terapeuta, non è certamente il massimo.
Un percorso psicoterapeutico aiuterebbe profondamente il suo amico, ma ovviamente la scelta di farsi aiutare deve essere esclusivamente sua.
Se lo ritiene necessario, può valutare un percorso terapeutico per riflettere sui vissuti e la preoccupazione che questo le provoca, ma non può fare terapia al posto del suo amico, sarebbe a mio parere controproducente per entrambi.
Cordialmente, EP
Gentile Utente, il supporto é il sostegno che sta dando al suo amico sono una cosa molto bella e sicuramente di beneficio, il fatto che lei percepisca che “non basta” non é in alcuna maniera dovuto al fatto che lei non stia facendo abbastanza o che potrebbe farlo meglio, bensì é dovuto al fatto che l’aiuto di cui ha bisogno questa persona é anche quello di tipo professionale.
Questo non va a sminuire o svalutare l’aiuto che sta dando lei, sicuramente un mio collega non potrebbe esprimere e manifestare la vicinanza e il supporto che lei invece sta dando a questa persona, similmente l’aiuto che potrebbe dare il collega non é possibile che sia lei a darglielo.
Può benissimo avvallare con lui il beneficio di un percorso psicologico, aiutandolo magari ad identificare quali sono le paure e incertezze che lo portano ad escludere a priori la possibilità. Tolto questo é assolutamente scelta sua come gestire le sue fatiche e il suo dolore.
Come hanno già suggerito dei colleghi non sottovaluti gli effetti che questa situazione sta avendo su di lei, sta senza dubbio sentendo molta responsabilità nei confronti di questo amico e chiaramente si sente impotente e/o incapace di aiutarlo appieno, può essere un vissuto molto pesante.
Spero di essere stato utile, mi contatti pure se avesse ancora piacere o bisogno.

Dottor Mauro Simonetti
Buongiorno,
La depressione è un disagio psichico molto serio e va curata con l ausilio di una psicoterapia e della farmacoterapia. Dovrebbe esser il suo amico a richiedere aiuto a degli specialisti, lei in qualità di amica può solo rimandare lui l importanza di prendersi cura del suo disagio evidenziando il fatto che molte persone hanno migliorato la propria qualità della vita attraverso l aiuto medico. Nella speranza con queste poche righe di aver orientato la sua domanda.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, i miei colleghi e le mie colleghe hanno già toccato con la dovuta sensibilità la domanda che lei ci porta. Mi sento di dirle innanzitutto che tutto ciò che lei avverte e che prova ha pieno diritto e dignità di essere considerato, analizzato e affrontato in un ambiente che sia in grado di venire incontro alle sue necessità e ai suoi bisogni. Questo spazio deciderà lei come e quando strutturarlo, con i suoi tempi e i suoi modi. In alcuni frangenti, specie nel rapporto fra genitori e figli, per aiutare i problemi di questi ultimi si offre un supporto ai primi, in quanto - tramite l'esempio continuo e il miglioramento delle proprie dinamiche personali e relazionali - possano influenzare la situazione dei bambini. Nel suo caso però, mi rendo conto che ci sono due sofferenze: quella del suo amico, a cui non abbiamo accesso, e la sua, a cui invece possiamo accedere. Quello che posso proporle è lavorare intanto su come lei si stia sentendo e come lei stia affrontando questa situazione. Da lì, potrà comprendere anche come poter gestire - da amico - quello che passa la persona a lei cara. Cordiali saluti, Dott. Corrado Schiavetto.
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Buongiorno, le consiglio di cercare di convincere il suo amico a rivolgersi a uno psichiatra e/o a un psicologo. Lei non può fare un percorso di terapia al posto suo. Consiglio anche a lei di intraprendere un percorso che la aiuti. Dott.ssa Francesca Ghislanzoni.
Buongiorno mi dispiace sentire che il suo amico sta passando attraverso un momento così difficile. Capisco che lei voglia aiutarlo in ogni modo possibile, ma è importante ricordare che la decisione di cercare aiuto professionale deve essere fatta dalla persona stessa. Anche se può sembrare che l'auto-guarigione sia possibile, la depressione è una malattia che richiede il supporto di un professionista per essere affrontata e superata.
Visite al posto suo per capire come comportarsi potrebbero essere una buona idea se il suo amico lo permette, ma è importante chiarire con lui che questo non significa sostituirsi a un professionista.
È importante anche che lei si prenda cura di se stessa durante questo periodo, poiché sostenere qualcuno che è depresso può essere emotivamente esauriente. Parli con qualcuno di cui si fida, un amico o un familiare, o considera di cercare supporto da un professionista per se stessa, ruolo per il quale mi candido.
Ricordi che la guarigione dalla depressione richiede tempo e impegno, ma è possibile. Il suo amico potrebbe anche aver bisogno di un trattamento farmacologico insieme alla terapia per affrontare la sua depressione. La cosa migliore che puoi fare è continuare a offrire il suo supporto e la sua comprensione.
Ci sono diverse possibili soluzioni che potrebbe adottare. Alcune delle opzioni potrebbero includere:
Creare un ambiente di accettazione e sostegno, creando un ambiente sicuro e accogliente il suo amico si sentirà libero di parlare dei suoi sentimenti e pensieri senza giudizio. Ciò potrebbe aiutare a ridurre la solitudine e l'isolamento emotivo che spesso accompagnano la depressione.
Esplorare le emozioni e i pensieri, ciò potrebbe includere l'identificazione delle convinzioni negative, dei modelli di pensiero disfunzionali e dei comportamenti che potrebbero alimentare la depressione.
Utilizzare la terapia di gruppo, potrebbe consigliare alla persona di partecipare a una terapia di gruppo per incontrare altre persone che affrontano problemi simili. Ciò potrebbe aiutare a ridurre la solitudine e l'isolamento emotivo e fornire un ambiente di supporto e comprensione.
In ogni caso, è importante che la persona si senta ascoltata e compresa e che si sviluppi una relazione di fiducia. La depressione è una malattia seria e richiede una cura adeguata, quindi è importante che la persona riceva la giusta attenzione e il supporto necessario per superare questo stato. La invito a contattarmi per ulteriori approfondimenti.
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Ciao,

capisco che tu sia preoccupata per il tuo amico e che tu voglia aiutarlo.

È importante che tu sappia che la depressione è una malattia seria e che può avere un impatto significativo sulla vita di una persona. Non è qualcosa che una persona può superare da sola, anche con l'aiuto di Dio.

Se il tuo amico non vuole andare da uno psicologo, puoi provare a convincerlo a farlo. Puoi parlargli dei benefici della psicoterapia e di come può aiutarlo a migliorare la sua vita. Puoi anche cercare di trovare uno psicologo che sia specializzato in depressione e che possa parlare con il tuo amico nella sua lingua.

Se il tuo amico non vuole andare da uno psicologo, puoi comunque essere un'importante fonte di supporto per lui. Puoi ascoltarlo quando ha bisogno di parlare, puoi offrirgli il tuo incoraggiamento e puoi aiutarlo a trovare delle attività che lo facciano stare bene.

È importante che tu non ti senta responsabile della sua guarigione. La depressione è una malattia complessa e richiede l'intervento di un professionista. Tuttavia, tu puoi comunque fare molto per aiutare il tuo amico a migliorare la sua situazione.

Ecco alcuni consigli che potrebbero esserti utili:

Ascolta il tuo amico con attenzione e senza giudizio.
Esprimigli il tuo sostegno e la tua comprensione.
Aiutalo a trovare delle attività che lo facciano stare bene.
Incoraggialo a cercare aiuto professionale.
Prenditi cura di te stessa. È importante che tu non ti senta sopraffatta dal peso della situazione.
Se sei preoccupata per il comportamento del tuo amico, puoi contattare un professionista della salute mentale. Un terapista può aiutarti a capire la situazione e a trovare il modo migliore per aiutare il tuo amico.
Buongiorno, la condizione del tuo caro amico è complessa e andrebbe indagata ulteriormente per poterlo aiutare nel modo migliore e per poterlo sostenere ma è lui a dover fare un percorso. Riconoscere il proprio stato e la necessità di cambiate la qualità della propria vita è il primo passo per stare meglio. E' molto importante che il suo amico abbia una buona rete sociale, una famiglia attenta e degli amici che possano indirizzarlo e spiegargli che quello che sente è reale ma che il suo stato può cambiare e che può prendere in mano la sua vita. Tu puoi continuare a sostenerlo con la tua vicinanza e la tua presenza, prendendo consapevolezza del fatto che non puoi fare più di quello che stai già facendo. Nel caso in cui il tuo amico avesse bisogno di uno psicologo che conosce le Scritture, resto a sua disposizione e tua, anche on line.
Buongiorno.
Purtroppo non è possibile effettuare un percorso di cura per aiutare qualcun altro. La decisione di intraprendere un percorso di cura psicologica è la parte più difficile del percorso stesso, mettersi allo specchio e iniziare ad essere consapevoli di ciò che ci fa star male è un gesto che non tutti riescono a fare. Lei come amica più di sentirlo quando riesce e cercare di sostenerlo non può fare. Deve cercare il più possibile di far comprendere al suo amico che per guarire definitivamente ha bisogno di un sostegno effettuato da qualcuno altamente preparato.
Ci vuole pazienza, ma prima o poi tutti riescono ad acquisire forza.
In bocca al lupo. Disponibile per un colloquio
Salve, mi dispiace sentire che il tuo amico stia attraversando un periodo così difficile. È importante considerare alcune questioni chiave quando si cerca di supportare qualcuno . La depressione è una condizione complessa che può richiedere un intervento professionale. Potresti incoraggiarlo a considerare l'aiuto di uno psicologo o uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale (CBT), esperti nell'individuare strategie pratiche ed efficaci per affrontare le difficoltà attuali. La CBT si concentra sul comprendere e modificare i pensieri e i comportamenti che influenzano le emozioni, offrendo strumenti concreti per migliorare il tuo benessere psicologico. Resto a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto aggiuntivo.
Un caro saluto,
Dott. Moro
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. Chi soffre di depressione non ha piena consapevolezza del suo stato e per questo può risultare molto difficile convincere chi ne soffre a farsi aiutare. Allo stesso tempo non è possibile che sia lei a svolgere la terapia al posto del suo amico, certo lei può scegliere di seguire un suo percorso personale per approfondire ed elaborare con maggiore consapevolezza quelle emozioni che le suscita il rapporto con il suo amico. Un aiuto più diretto al suo amico può essere possibile coinvolgendo qualche familiare che sia disposto ad accompagnarlo ai colloqui, per lo meno in una fase iniziale. Tutto dipende un po' dal contesto in cui vive il suo amico, ad esempio se è inserito in una rete sociale che lo possa supportare o meno, se ha familiari che vivono vicino a lui o meno. Intanto lei può continuare a stargli vicino e a supportarlo come sta già facendo e se ha tanta fiducia in lei da confidarsi anche circa questi pensieri e stati d'animo forse sarà disposto ad ascoltare anche il suo suggerimento di farsi aiutare da un professionista adeguatamente preparato.

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