Buongiorno, ormai prendo ANAFRANIL da tanti anni, per disturbo
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Buongiorno, ormai prendo ANAFRANIL da tanti anni, per disturbo ossessivo compulsivo. Ho provato a diminuirlo ulteriormente ma sono stato male, irritabile, ossessivo e ansioso. Si può prendere per tutta la vita efficacemente? Ho anche stati dolorosi cronici. Aiutatemi . Grazie
Buonasera. Spesso noi psichiatri incontriamo molte difficoltà a diminuire sospendere una terapia, per la importante dipendenza che la farmacoterapia con psicofarmaci determina. Ma credo che si debba tentare, magari con una sostituzione con un antidepressivo non triciclico come l'Anafranil, sempre sotto controllo di uno specialista di fiducia.
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Buongiorno,
grazie per aver condiviso con noi il suo vissuto e le sue preoccupazioni.
Da quanto condiviso, lei assume Anafranil da diversi anni per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo e ha riscontrato difficoltà quando ha tentato di ridurre il dosaggio, manifestando sintomi quali irritabilità, ossessioni e ansia. Lei ha anche fatto riferimento a stati dolorosi cronici.
Anafranil, o clomipramina, è un farmaco triciclico utilizzato, tra gli altri, nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). È ben noto che il DOC sia una condizione che può richiedere trattamenti prolungati, e per alcuni pazienti, la terapia farmacologica continua può essere necessaria per mantenere il controllo sui sintomi. Tuttavia, la decisione di proseguire un trattamento a lungo termine dovrebbe essere presa considerando attentamente vari fattori, come l’efficacia del farmaco nel tempo, la presenza di effetti collaterali e la qualità della vita del paziente.
È essenziale fare questo tipo di valutazioni insieme al proprio medico curante o psichiatra, con il quale è possibile discutere dettagliatamente i pro e i contro di continuare il trattamento, così come esplorare possibili alternative terapeutiche o aggiustamenti del dosaggio. È comune che il processo di riduzione del dosaggio di un farmaco psicotropo possa portare a sintomi di astinenza o riacutizzazioni, e quindi, qualsiasi modifica del trattamento dovrebbe essere fatta con cautela e sotto stretta supervisione medica.
Riguardo agli stati dolorosi cronici menzionati, è molto importante che queste condizioni vengano valutate e gestite adeguatamente. Potrebbero essere necessari ulteriori approfondimenti per determinare se vi sia una correlazione con il trattamento farmacologico o con il DOC stesso, e per identificare il trattamento più appropriato.
Nella mia esperienza clinica, ho avuto modo di osservare molti pazienti con DOC che hanno necessitato di trattamenti a lungo termine, e in molti hanno trovato sollievo e stabilità con regimi terapeutici adeguatamente calibrati e personalizzati. La combinazione di farmacoterapia e psicoterapia, in particolare, può offrire un approccio olistico e completo per gestire il DOC.
Mi auguro che lei possa trovare il supporto e le risposte di cui ha bisogno e che le strategie terapeutiche adottate le permettano di vivere con serenità e benessere.
Cordiali saluti,
Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano
grazie per aver condiviso con noi il suo vissuto e le sue preoccupazioni.
Da quanto condiviso, lei assume Anafranil da diversi anni per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo e ha riscontrato difficoltà quando ha tentato di ridurre il dosaggio, manifestando sintomi quali irritabilità, ossessioni e ansia. Lei ha anche fatto riferimento a stati dolorosi cronici.
Anafranil, o clomipramina, è un farmaco triciclico utilizzato, tra gli altri, nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). È ben noto che il DOC sia una condizione che può richiedere trattamenti prolungati, e per alcuni pazienti, la terapia farmacologica continua può essere necessaria per mantenere il controllo sui sintomi. Tuttavia, la decisione di proseguire un trattamento a lungo termine dovrebbe essere presa considerando attentamente vari fattori, come l’efficacia del farmaco nel tempo, la presenza di effetti collaterali e la qualità della vita del paziente.
È essenziale fare questo tipo di valutazioni insieme al proprio medico curante o psichiatra, con il quale è possibile discutere dettagliatamente i pro e i contro di continuare il trattamento, così come esplorare possibili alternative terapeutiche o aggiustamenti del dosaggio. È comune che il processo di riduzione del dosaggio di un farmaco psicotropo possa portare a sintomi di astinenza o riacutizzazioni, e quindi, qualsiasi modifica del trattamento dovrebbe essere fatta con cautela e sotto stretta supervisione medica.
Riguardo agli stati dolorosi cronici menzionati, è molto importante che queste condizioni vengano valutate e gestite adeguatamente. Potrebbero essere necessari ulteriori approfondimenti per determinare se vi sia una correlazione con il trattamento farmacologico o con il DOC stesso, e per identificare il trattamento più appropriato.
Nella mia esperienza clinica, ho avuto modo di osservare molti pazienti con DOC che hanno necessitato di trattamenti a lungo termine, e in molti hanno trovato sollievo e stabilità con regimi terapeutici adeguatamente calibrati e personalizzati. La combinazione di farmacoterapia e psicoterapia, in particolare, può offrire un approccio olistico e completo per gestire il DOC.
Mi auguro che lei possa trovare il supporto e le risposte di cui ha bisogno e che le strategie terapeutiche adottate le permettano di vivere con serenità e benessere.
Cordiali saluti,
Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano
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