buongiorno, nel 1997 ho subito un incidente stradale nel quale ho riportato la frattura scomposta de
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buongiorno, nel 1997 ho subito un incidente stradale nel quale ho riportato la frattura scomposta del femore, la frattura dell'ulna e la sublussazione del coccige. La frattura al femore sx è stata trattata con fissatore interno e relativi chiodi all'altezza del ginocchio e dell'anca. il materiale del fissatore mi ha creato un infezione e successiva osteomelite che mi ha procurato febbre molto alta per circa un mese. successivamente è stato rimosso il fissatore e messo il gesso. a distanza di 21 anni da circa un mese ho notato un rigonfiamento all'altezza della frattura. venerdì scorso ho effettuato un ecografia che ha dato questo esito:
" alla tumefazione evidente corrisponde nello spessore del fascio esterno del muscolo bicipite, la presenza di grossolana raccolta ipo-anecogena intrafasciale di circa 7 cm x 3, con alcune calcificazioni all'interno; ematoma incistato da pregresso incidente, raccolta purulente da precedente presenza di fissatore esterno per frattura del femore. utile approfondimento con RMN.
Domani effettuerò una RMN.
" alla tumefazione evidente corrisponde nello spessore del fascio esterno del muscolo bicipite, la presenza di grossolana raccolta ipo-anecogena intrafasciale di circa 7 cm x 3, con alcune calcificazioni all'interno; ematoma incistato da pregresso incidente, raccolta purulente da precedente presenza di fissatore esterno per frattura del femore. utile approfondimento con RMN.
Domani effettuerò una RMN.
Utile uno screening ematochimico alla ricerca di infezione dell'ematoma e ossea. Consulenza Infettivologica sarebbe utile prima di una visita ortopedica
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poi si faccia vedere a visita. se le condizioni locali o generali peggiorassero si faccia vedere prima
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La situazione che descrivi potrebbe indicare una raccolta incapsulata o ematoma incistato nel muscolo bicipite femorale, come ipotizzato dal referto ecografico. Questa raccolta può derivare dall'infiammazione cronica causata dalla frattura o dal fissatore usato in passato, che ha portato all’osteomielite (infezione ossea). La presenza di calcificazioni, oltre all’aspetto ipo-anecogeno della raccolta, potrebbe indicare che il corpo ha tentato di "isolare" il residuo ematico o infettivo, incapsulandolo in una struttura fibrosa o calcificata.
In situazioni come questa, una risonanza magnetica (RMN), come hai programmato, sarà utile per ottenere una visione più dettagliata e identificare se la raccolta contiene elementi infiammatori o infezione attiva. Questo esame potrà anche mostrare l’estensione precisa dell'area coinvolta e chiarire se ci sono comunicazioni con strutture ossee o muscolari adiacenti che potrebbero richiedere ulteriori interventi.
L'ortopedico potrà quindi successivamente valutare la necessità di un drenaggio della raccolta o altri trattamenti.
In situazioni come questa, una risonanza magnetica (RMN), come hai programmato, sarà utile per ottenere una visione più dettagliata e identificare se la raccolta contiene elementi infiammatori o infezione attiva. Questo esame potrà anche mostrare l’estensione precisa dell'area coinvolta e chiarire se ci sono comunicazioni con strutture ossee o muscolari adiacenti che potrebbero richiedere ulteriori interventi.
L'ortopedico potrà quindi successivamente valutare la necessità di un drenaggio della raccolta o altri trattamenti.
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