Buongiorno, Mio padre nel corso degli anni ha subito diversi interventi per asportazione adenocar
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Buongiorno,
Mio padre nel corso degli anni ha subito diversi interventi per asportazione adenocarcinoma polmonare (lobectomia 2005, resezione atipica 2016)+ enucleoresezione renale per adenoma papillare (2017).
Nel 2020 è stata individuata una recidiva dell’adenocarcinoma in sede sottocarenale (7), la quale fortunatamente ha mostrato PD-1 > 50% (oltre a mutazione BRAF, V600E) che l’ha reso eleggibile per trattamento con Pembromizulab.
Ha appena concluso i due anni di trattamento con risposta e tolleranza definiti sorprendenti dagli oncologi.
A livello di imaging, effettua TAC TB con MDC ogni 3 mesi, non appare alcuna linfoadenopatia o altro, così già da pochi mesi dall’inizio della terapia (aveva difficoltà a deglutire, versamento pleurico e pericardial, tutto scomparso): chiunque lèggerebbe il referto direbbe che è sano.
Alla luce dei risultati i medici hanno deciso di continuare l’immunoterapia, sempre con cicli ogni 6 settimane.
Si ritrova purtroppo ora a dover affrontare un ennesimo tumore, questa volta.
La domanda che vorrei farvi e che non ho mai posto agli oncologi (avendo lui di fronte e temendo la risposta) è: il Pembromizulab guarisce o semplicemente cronicizza la malattia?
Per essere più schietti e diretti, se un domani (facciamo le corna), la terapia dovesse venire interrotta per un motivo o l’altro,il tumore che ora non appare macroscopicamente visibile tornerebbe ad attivarsi e quindi a crescere e diffondersi?
Grazie
Mio padre nel corso degli anni ha subito diversi interventi per asportazione adenocarcinoma polmonare (lobectomia 2005, resezione atipica 2016)+ enucleoresezione renale per adenoma papillare (2017).
Nel 2020 è stata individuata una recidiva dell’adenocarcinoma in sede sottocarenale (7), la quale fortunatamente ha mostrato PD-1 > 50% (oltre a mutazione BRAF, V600E) che l’ha reso eleggibile per trattamento con Pembromizulab.
Ha appena concluso i due anni di trattamento con risposta e tolleranza definiti sorprendenti dagli oncologi.
A livello di imaging, effettua TAC TB con MDC ogni 3 mesi, non appare alcuna linfoadenopatia o altro, così già da pochi mesi dall’inizio della terapia (aveva difficoltà a deglutire, versamento pleurico e pericardial, tutto scomparso): chiunque lèggerebbe il referto direbbe che è sano.
Alla luce dei risultati i medici hanno deciso di continuare l’immunoterapia, sempre con cicli ogni 6 settimane.
Si ritrova purtroppo ora a dover affrontare un ennesimo tumore, questa volta.
La domanda che vorrei farvi e che non ho mai posto agli oncologi (avendo lui di fronte e temendo la risposta) è: il Pembromizulab guarisce o semplicemente cronicizza la malattia?
Per essere più schietti e diretti, se un domani (facciamo le corna), la terapia dovesse venire interrotta per un motivo o l’altro,il tumore che ora non appare macroscopicamente visibile tornerebbe ad attivarsi e quindi a crescere e diffondersi?
Grazie
Gentile paziente, la sua è una domanda legittima e chiara; quello che sappiamo è che l'immunoterapia ed i farmaci anti PD-1/PD-L1 stimolano il sistema immunitario e che i pz che hanno ottime risposte, in base alle ultime evidenze, potrebbero sospendere il trattamento dopo 2 anni in quanto il massimo risultato si ottiene proprio in questo lasso di tempo. Purtroppo parlare di guarigione in questi casi è difficile, però da quello che si evince dalla sua domanda l'unica localizzazione di malattia alla recidiva era solo il linfonodo sottocarenale, e questo è sicuramente un fattore prognostico positivo. Per quanto riguarda la nuova neoplasia cui accennava, di cosa si tratta? Tenga presente che, per quanto riguarda la neoplasia polmonare, con la mutazione BRAF V600E ha anche un ulteriore arma terapeutica, l'associazione di farmaci per via orale dabrafenib/trametinib (inibitori BRAF/MEK) qualora vi sia una progressione di malattia.
MI aggiorni.
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