Buongiorno, mio padre 81 anni ha sofferto dapprima di Tachicardia Ventricolare (per 35 anni) e poi n

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Buongiorno, mio padre 81 anni ha sofferto dapprima di Tachicardia Ventricolare (per 35 anni) e poi negli ultimi anni la tachicardia ha lasciato posto alla Fibrillazione Atriale Parossistica. Ha provato qualche mese fa a fare un tentativo di Cardioversione Elettrica ma non ha funzionato. Quotidianamente prende Isoptin 120mg, Frequil 100mg, Eliquis 5mg, Luvion 50mg, Lasix 25mg.

Ciononostante ogni tre mesi circa avverte episodi di fibrillazione che ci costringono a ricoveri in ospedale dove riceve Cordarone o Amiodarone finché l'aritmia non si regolarizza (dopo 24/36 ore).

Ultimamente ha preso l'abitudine di misurare a casa la frequenza cardiaca è ha notato che è mediamente di 100 bpm. Non avverte questa aritmia ma il fatto di sapere che è così alta lo preoccupa.
Chiedo se oltre quello che stiamo facendo è possibile percorrere altre soluzioni terapeutiche.
Grazie in anticipo
Buongiorno, esistono due tipi di strategia per la gestione della Fibrillazione Atriale: Rhytm Control (tentativo di cardioversione) e Rate Control (Gestione della aritmia che rimane cronicamente ma viene controllata a livelli di frequenza cardiaca accettabile con la terapia farmacologica). Da quello che leggo, sembra che suo padre abbia una fibrillazione Atriale di tipo persistente o permanente (cronica), in questi casi, antiaritmici come il Frequil non sono indicati. Esistono numerosi altri farmaci per il controllo della frequenza cardiaca che possono essere utilizzati, ma è necessaria una valutazione clinica, eventualmente associata ad un ecocardiogramma, per trovare il farmaco più adatto a suo padre. Un obiettivo di frequenza cardiaca accettabile deve essere di 70/80 bpm.
Sperando di esserle stato utile, le porgo cordiali saluti.

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