Buongiorno, mio figlio ha 30 mesi e da 3 giorni ha iniziato a balbettare. Ha iniziato da 2 settimane

19 risposte
Buongiorno, mio figlio ha 30 mesi e da 3 giorni ha iniziato a balbettare. Ha iniziato da 2 settimane la scuola materna come anticipatario e da 4 giorni a mangiare a scuola. Nello specifico abbiamo notato che ha iniziato a balbettare appena uscito da scuola il secondo giorno di mensa. Sicuramente dall'inizio non ha mai accettato del tutto di essere lasciato a scuola ma dopo 3 giorni dall'inizio ormai non piangeva più se non i primi 15 minuti dopodiché faceva tutte le attività. Dal secondo giorno di mensa le maestre ci hanno fanno notare in maniera scocciata che lui non mangiava da solo e non beveva ancora al bicchiere ed ho il timore che abbia subito qualche trauma legato a questo in nostra assenza. Sta di fatto che ora balbetta ripetendo le prime sillabe delle prime parole ad esempio bu bu buongiorno. Lui è un bambino che parla molto e da un momento e da 3 giorni ha questo disturbo. Volevo sapere quanto tempo devo attendere prima di rivolgermi ad uno specialista per escludere un disturbo momentaneo legato ad un trauma? Grazie e buona giornata. Mi scuso per essere stato prolisso ma ho voluto dare tutti gli elementi possibili.
Salve. comprendo la sua preoccupazione di genitore alle prese con la gestione di una, se non la prima, separazione davvero importante, ovvero l'ingresso alla scuola dell'infanzia. Suggerisco di avvalersi di un supporto per sostegno alla genitorialità per approfondire meglio questi timori legati a "traumi".
Descrive suo figlio come un bambino che parla molto quindi quelle che lei individua come balbuzie potrebbero essere piuttosto delle semplici esitazioni prima di formulare la frase, succede a volte ed è transitorio.
saluti
Dott.ssa Giuditta Di Meo

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Gentile utente, la sua preoccupazione è comprensibile e lecita ha percepito un cambiamento in suo figlio e questo la turba. Non c'è un tempo definito preciso in cui ha senso o meno rivolgersi ad un professionista. Potrebbe però fare un po di monitoraggio rispetto a quando, quanto e con che parole accade. Lasci suo figlio libero di esprimersi così da comprendere se il fenomeno è presenti in diversi contesti, con diverse parole, in diverse situazioni e/o con persone diverse. Si metta in osservazione attiva, cosa da raccogliere dati utili eventualmente per rivolgersi ad un professionista. Sull'enda emotiva abbiamo la spinta all'azione, ad agire, a risolvere nel breve tempo possibile, che di fatto non è sbagliato, ma alle volte occorre anche mettersi un osservazione. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno.

La balbuzie nei bambini di 30 mesi può essere un fenomeno temporaneo, spesso legato a cambiamenti significativi, come l'inizio della scuola materna. Questi periodi di transizione possono causare stress, che si manifesta anche attraverso il linguaggio.

Nel suo caso, il cambiamento nella routine (inizio della mensa e la pressione percepita riguardo al mangiare da solo o bere al bicchiere) potrebbe aver influenzato il bambino. È comune che i bambini mostrino una reazione come la balbuzie quando vivono qualcosa che li mette a disagio.

In genere, si consiglia di monitorare la situazione per qualche settimana. Se la balbuzie persiste per più di 4-6 settimane o peggiora, potrebbe essere utile consultare uno specialista, come un logopedista o un neuropsichiatra infantile, per valutare meglio la situazione e capire se è necessario intervenire.

Nel frattempo, è importante non far sentire al bambino pressione riguardo al linguaggio o alla balbuzie, evitandone una reazione eccessiva. Lasciatelo esprimersi senza correggerlo e fornitegli un ambiente tranquillo e di supporto.

Spero che queste indicazioni possano esserle utili.
d.ssa Raileanu
Salve, comprendo la sua preoccupazione, ma questi fenomeni possono avvenire nell'infanzia ed essere transitori. Mantenete un atteggiamento tranquillo quando parla, indifferenti al problema, pur essendo osservatori. Se tra qualche settimana non passa potete consultare o un neurologo infantile o un logopedista. Sarà necessario un periodo di ambientamento, ogni bambino ha i suoi tempi e un proprio carattere, nonchè grandi risorse. Oggi si tende ad adultizzare tanto i bambini rispetto a certe funzioni e a far vivere loro tempi e ritmi che sono più nostri che loro. Spero che abbia preso qualcosa di utile da questa risposta, rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve dal suo resoconto si percepisce che lei è un genitore attento e scrupoloso. Tuttavia attenderei l’eventuale protrarsi del sintomo per 4/6 settimane prima di consultare uno specialista.
La saluto Cordialmente. Dottor Emanuele Grilli
Gentile utente, capisco la sua preoccupazione, ma fino ai 36 mesi la ripetizione delle lettere può essere normale. In questa fase non mi concentrerei su un presunto sintomo.
I bambini, anche quelli che sembrano più “avanti” ( e suo figlio ha solo 30 mesi!) devono sentire che possono avere dei momenti di regressione, dei momenti in cui tornare a fare i piccoli. È importante che gli adulti non si allarmino o non li facciano sentire sotto osservazione. Il suo bambino può provare disagio per la nuova situazione, appunto perché è nuova e richiede un adattamento. Forse necessita di momenti speciali di coccole e la possibilità di lamentarsi. Come hanno già scritto i miei colleghi è necessario non dare nessun peso alla balbuzie, far finta di niente. In generale, trasmettere il messaggio che non è necessario sempre performare, garantisce nel bambino più sicurezza e serenità.
Naturalmente lei osserverà l'evoluzione del linguaggio del suo bambino nei prossimi mesi, ma soprattutto osservate la vostra ansia nei suoi confronti, perché può creargli una pressione dannosa.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Buonasera,
Dalle Sue descrizioni emerge che Lei è un genitore molto sensibile e attento.
Per questo tende a non sottovalutare i sintomi delle balbuzie.
Il bambino è ancora piccolo e per le sue emozioni non sempre trova un linguaggio adatto. In questo caso le balbuzie sono un modo di esprimere rabbia ma con la convinzione che non è buono essere arrabbiati per non far dispiacere ai genitori.
Consiglio al più presto una terapia familiare con il Modello Strutturale Integrato e un lavoro sul linguaggio emotivo per arrivare ad un'espressione della rabbia nel corpo più funzionale. In questo modo il processo di guarigione sarà più veloce.
Le faccio i miei migliori auguri e rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali saluti
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
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Gentile utente, visto io protarsi dei sintomi le suggerisco di consultare uno specialista che possa aiutare suo figlio nell esprimere le sue emozioni. Cordialmente, giada di veroli
Buonasera,
grazie della condivisione. Probabilmente potrebbe essere un pò d'ansia e stress per tutti i cambiamenti e l'inserimento scolastico. Potrebbe parlarne con le maestre e chiedere se fa così anche a scuola e informare nei prossimi giorni il pediatra, in modo da agire nella massima tutela e prevenzione. Stategli vicino e normalizzate con il dialogo che l'inizio di una cosa nuova può portare un pò di fatica e difficoltà, ma che dopo passerà e che la sua famiglia gli è vicino. E' importante che il bambino senta la sua famiglia come un posto al sicuro.
In bocca al lupo!
Gentile utente di mio dottore,
suo figlio si è da poco separato da voi per poter andar a scuola. I timori per un ambiente nuovo possono manifestarsi anche attraverso il linguaggio. Tale aspetto sicuramente con il tempo rientrerà. Ad ogni modo, rispetto allo sviluppo di alcune autonomie come il mangiare da solo ed il bere da solo sarebbe bene andare di pari passo con la scuola.
Cordialmente
Dott. Diego Ferrara
Salve, un trauma per essere tale richiede molto più che un naturale distacco dall'ambiente familiare a quello scolastico.
Può favorire il processo andare a verificare le attività quali sono e se non esistono maltrattamenti. Escluso questo, può stare tranquillo, e assecondare il distacco in maniera positiva. Eventualmente dovesse mantenere un dubbio sullo sviluppo del linguaggio, si può sempre rivolgere a uno specialista, a tempo debito.
Buongiorno,
capisco le sue preoccupazioni, come le han detto i colleghi le balbuzie potrebbero esser passeggere e dovute ad un momento difficile come l'ingresso a scuola, lo sostenga, lo ascolti, e cercate di essere sereni nel momento del distacco, i bambini poi imparano presto le nuove routine e probabilmente il momento passera'. Provi a concentrarsi anche sulle sue emozioni, e' serena di lasciare il suo bambino in quella scuola? Le piace come ambiente e come approccio? Se le risposte sono affermative il bambino sentira' questa serenita' e sara' tutto piu' semplice. Magari provate a parlarne con le insegnanti in modo da capire cosa possa essere successo. Se i sintomi perdurano qualche mese poi potete provare a sentire uno specialista.
Tanti auguri
Salve la ringrazio per aver scritto.
L’idea di eventuali movimenti regressivi da parte di un bambino possono generare un’angoscia che può porci come genitori precocemente in allerta. Per contenere quest’angoscia e per lasciare al bambino un primo tempo esplorativo fuori da casa, potrebbe essere di sostegno uno spazio di ascolto genitoriale per portare le proprie preoccupazioni e mantenere al contempo un osservatorio dedicato in cui verbalizzare le emozioni che in questa prima fase di passaggio vi coinvolgono.
Un saluto cordiale
Salve, comprendo la vostra preoccupazione da genitore attento. Tuttavia i tempi da lei descritti sono ancora precoci per poter parlare o ipotizzare la presenza di "un disturbo". Considerando i cambiamenti che il bimbo sta affrontando, potrebbe trattarsi di una momentanea fase regressiva o di un fronteggiamento della situazione stressogena con questo "sintomo" della balbuzie. Le suggerisco di continuare a monitorare e osservare i comportamenti e gli stati d'animo del piccolo e creare una buona rete di comunicazione con le insegnanti. Resto a disposizione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Oriella D'Amico
Buongiorno signora, al contrario di molti miei colleghi io le sconsiglio vivamente di fare vedere suo figlio a qualsivoglia professionista per ogni difficoltà che incontra e incontrerà in tutto il percorso scolastico. Mi perdoni però se cominciamo a ipotizzare traumi e patologie per le prime separazioni, quante malattie andremo a ipotizzare, e ovviamente a confermare con l'ausilio di valenti neuropsichiatri, da qui a 18 anni? Le suggerisco al contrario di fortificarsi come genitore in modo da avere più fiducia sia nelle capacità del suo bambino anche di assorbire situazioni sgradevoli, per questo se vuole mi può scrivere e potremo parlarne insieme. Temo che, al contrario, il rischio è di metterlo in una gabbia d'oro e di patologizzarlo già così piccolo, e prima avviene, peggio è. Esistono delle modalità invece per aiutare sia genitori che scuole e asili per gestire situazioni disfunzionali senza attaccarci etichette patologiche e senza inevitabilmente infondere al bambino sfiducia in se stesso e nel mondo. Sarebbe l'ennesima profezia che si autoavvera. In ogni caso le consiglio un bellissimo libro scritto da uno staff di terapeuti e pedagogisti strepitoso: Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Di Nardone e collaboratori.
Buonasera, non è detto che abbia vissuto episodi specifici quanto piuttosto che possa affrontare con più difficoltà un cambiamento di ambiente e le richieste che comporta. Può rivolgersi ad uno specialista anche solo per valutare la situazione emotiva di suo figlio, sicuramente può solo che giovare al piccolo e ai genitori che vivono nel dubbio e nella preoccupazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, la sua preoccupazione per suo figlio è legittima.
L'ingresso nella scuola dell'infanzia rappresenta un primo momento importante di separazione dalle figure che si prendono cura del bambino.
Come ha vissuto lei questo passaggio evolutivo? Come è per lei lasciare suo figlio a scuola tutti i giorni?
Mi sento di suggerirle di richiedere un consulto per dare voce alle sue preoccupazioni.

Un caro saluto,
Dott.ssa Genoveffa Del Giudice
Buongiorno,

Capisco la sua preoccupazione per il balbettio che ha iniziato a manifestarsi nel suo bambino, soprattutto dopo l'inizio della scuola materna. È importante sottolineare che il balbettio nei bambini piccoli è piuttosto comune, soprattutto durante le fasi di sviluppo linguistico. Il suo bambino, a 30 mesi, sta attraversando una fase in cui sta acquisendo nuove competenze verbali e questo può comportare una temporanea difficoltà nell'articolazione delle parole.

Il fatto che abbia iniziato a balbettare subito dopo il cambiamento, come l'inserimento alla scuola materna e l'esperienza della mensa, potrebbe essere legato a un adattamento emotivo e psicologico alla nuova routine. I cambiamenti, specialmente se stressanti, come essere lasciato a scuola o affrontare nuove situazioni sociali, possono influenzare temporaneamente il linguaggio di un bambino.

In genere, se il balbettio persiste per più di sei mesi o diventa sempre più evidente, potrebbe essere utile consultare uno specialista, come un logopedista o un pediatra, per valutare la situazione e capire se si tratta di un disturbo del linguaggio o semplicemente di un fenomeno temporaneo legato allo stress o ai cambiamenti.

Non esiti a rivolgervi a un professionista se la situazione non migliora o se sente che il suo bambino non si adatta bene alle nuove esperienze. Tuttavia, è anche possibile che il balbettio scompaia da solo man mano che il bambino si adatta alla sua nuova routine.

Buona giornata e spero che la situazione si risolva presto.
Buonasera, comprendo la sua preoccupazione ma prima di rivolgersi ad uno specialista provi a parlare con suo figlio facendosi raccontare cosa fa a scuola, com'è il momento del pasto, come sono gli altri bambini, se c'è qualche bambino che gli è più simpatico oppure se c'è qualcuno che non gli piace e perchè. Provare anche a rimandargli che forse la mattina fa fatica a staccarsi da voi genitori, che preferirebbe stare con voi invece di andare all'asilo. Legittimando le sue fatiche può vedere se il suo bambino riesce a raccontare cosa potrebbe disturbarlo. In questo modo inizia a farsi un'idea di come possa stare quando è a scuola, se c'è qualcosa che lo abbia turbato. Se lui non riferisce nulla di strano e il disturbo permane allora potrete rivolgervi ad uno specialista che vi può aiutare. Un caro saluto

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