Buongiorno, mio figlio 31 anni, ha una grande sofferenza e non riesce a lavorare. Inoltre nega di av

17 risposte
Buongiorno, mio figlio 31 anni, ha una grande sofferenza e non riesce a lavorare. Inoltre nega di avere un problema. Se qualcuno glielo fa notare lui chiude i rapporti. Noi genitori non sappiamo piu cosa fare.
Buongiorno,
Comprendo la preoccupazione di genitore, ma suo figlio è maggiorenne, tralaltro da molto, e se non pensa di avere un problema c'è poco e niente da fare al posto suo. Inizierà un percorso se e quando sarà il momento giusto per lui. Mi sento di consigliare di valutare piuttosto di iniziare voi genitori un percorso per dare un senso, gestire e contenere questa vostra preoccupazione.
Un saluto

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Mi dispiace per la situazione che state affrontando con vostro figlio. È comprensibile che vi sentiate frustrati e impotenti di fronte alla sua sofferenza. Il fatto che lui neghi di avere un problema potrebbe essere un segnale di resistenza o il bisogno di difendersi da qualcosa che lo fa soffrire profondamente.

In questi casi, è fondamentale cercare di creare un ambiente di sostegno e accettazione, pur mantenendo fermezza nel farlo confrontare con la realtà della sua situazione.
Potrebbe essere utile suggerire a vostro figlio di parlare con uno psicologo o uno psicoterapeuta per esplorare le sue emozioni e trovare un modo per affrontare le sue difficoltà. Ricordate che ognuno ha il proprio percorso e il vostro compito è quello di essere presenti e solidali, senza imporre soluzioni. Sarà lui a decidere se e quando farsi aiutare.
Infine, non esitate a prendervi cura anche di voi stessi e a cercare il supporto di un esperto per affrontare al meglio questa situazione delicata.
Un caro saluto
Buonasera,
credo che potrebbe essere utile suggerirgli di parlare con uno psicologo e/o uno psicoterapeuta, per cercare di risolvere le sue problematiche, senza giudicarlo o insistere sulle carenze che sta manifestando in questo momento, ma facendogli capire che siete preoccupati per la sua situazione e che state cercando soltanto di aiutarlo a star meglio, ad essere più felice e soddisfatto di sè e della propria vita.
Nel frattempo stargli vicino senza "pretese", cercando di stimolarlo anche con piccole cose ad attivarsi potrebbero aiutarlo a prendere la decisione da solo.
Resto a disposizione, anche online
Dott.ssa Siciliano Sandra
Buonasera e grazie per la condivisione. Mi dispiace molto per suo figlio purtroppo però non ho abbastanza elementi per darle un consiglio. Valuti la possibilità di un consulto con un psicoterapeuta che, con ulteriori informazioni, le potrà consigliare che sistema adottare per relazionarsi con lui ed eventualmente portarlo ad un percorso con uno specialista. Cerchiamo insieme di trovare lo spiraglio giusto e ridare colore a tutto. Resto a disposizione per qualsiasi informazione, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Buongiorno gentile utente,
Non è una situazione facile per nessuno. La negazione è già di per sé una difesa che esprime un grande disagio. Il suo racconto andrebbe però approfondito in una una consulenza genitoriale per capire come possiate aiutare vostro figlio.
Dr.ssa Damiano Maria
Salve comprendo la preoccupazione di voi genitori, potreste consigliargli di rivolgersi ad un terapeuta ma se vostro figlio non pensa di avere un problema, ed inoltre è maggiorenne, sarà lui a decidere se e quando iniziare un percorso. A voi genitori consiglio una consulenza genitoriale per capire come poter gestire meglio la situazione. Un caro saluto, dott.ssa Francesca Gruosso.
gentile Utente,
potrebbe essere utile un percorso di terapia familiare, per ascoltare i pensieri di tutti e valutare effettivamente che ruolo potreste avere voi genitori in questa situazione e che significato dare al "sintomo" del figlio, nel caso di una sua resistenza ad un incontro familiare (che comunque prevede consultazioni anche sul singolo) consiglierei un percorso a voi genitori per cercare delle modalità comunicative per indurre un cambiamento in lui.
la famiglia è un sistema, se cambia l'atteggiamento di un membro, cambiano di conseguenza quelli degli altri elementi del sistema.
un caro saluto e per qualsiasi informazione sono qui.
Dott.ssa Teresa Colaiacovo
Salve, capisco la sua preoccupazione da genitore.
Purtroppo suo figlio è maggiorenne per cui non può decidere per lui ed imporgli di intraprendere un percorso di psicoterapia. Potrebbe però suggerirgli di intraprendere un percorso individuale oppure intanto può partire da lei l’idea di intraprendere una psicoterapia per comprendere come meglio gestire la relazione con suo figlio e lavorare sulla sua emotività.
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Buongiorno, trovo opportuno che lei, suo figlio, e suo padre facciate ognuno la propria proposta di come vorreste stare in questa famiglia, in modo reciproco. Penso ad un tipo di terapia che sia familiare, qualora vostro figlio non vi aderisca, date voi inizio alle danze. Quando vostro figlio si troverà nella possibilità di sentenziare, allora è possibile che decida di coinvolgersi.
Resto a disposizione per le vostre necessità.

Dott. Festa Simone
Gentile utente, al ringrazio per la condivisione e mi permetto di fare qualche riflessione a riguardo.
Comprendo quanto la situazione possa essere complicata e frustrante, ma purtroppo non è possibile aiutare chi non vuol essere aiutato. Piuttosto, se voi genitori faticate a reggere questa condizione e l'impatto emotivo che ne deriva, potreste valutare voi di intraprendere un percorso terapeutico che vi aiuti a gestire meglio questo complicato periodo di vita e che scongiuri un vostro ulteriore scompenso.
Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Caro/a, mi dispiace per la grande sofferenza di suo figlio. Sicuramente chiedere aiuto è parte di una presa di coscienza personale che non si può instillare. Allo stesso tempo vedere una persona a cui si vuole bene in difficoltà, non è semplice e può essere motivo di aiuto e anche di un percorso. Rimango a disposizione per qualsiasi informazione.
Gentile utente mi dispiace molto per la sofferenza che prova suo figlio e di contro lei come genitore ma purtroppo fin quando suo figlio non prende coscienza del disagio e non è lui a chiedere aiuto voi non potete far nulla o molto poco per lui. Io credo sia molto importante per lui un percorso personale ma quando lo vorrà lui e se lo riterrà opportuno e soprattutto quando sarà disposto a intraprendere un percorso di cambiamento oltre che di presa di coscienza. Le auguro che voi tutti ritroviate la serenità e che suo figlio la ritrovi. Un caro saluto dott. Valeria Sicari
Buongiorno,
comprendo la vostra preoccupazione al riguardo della situazione di vostro figlio. Sicuramente sta vivendo un periodo di importante sofferenza che va ad influire in più aree di vita.
La motivazione sta alla base della cura, è proprio il motore dei percorsi psicoterapeutici e c'è il rischio, se il percorso viene 'imposto', non solo che non sia efficace ma anche che non ne venga tratto alcun beneficio.
Vostro figlio si sta difendendo chiudendosi ed evitando di affrontare le difficoltà, probabilmente non è ancora pronto per affrontarle. Vi consiglio di prendevi innanzitutto cura di voi e delle vostre preoccupazioni per poter essere di sostegno e supporto anche a lui di conseguenza. Quando sarà pronto probabilmente le cose potranno cambiare.
Rimango a vostra disposizione.
Dott.ssa Alessia Lazzaretto
Buongiorno, sarebbe utile in questa situazione che voi genitori iniziate ad intraprendere un percorso di sostegno psicologico al fine di comprendere come aiutare al meglio vostro figlio e gestire la situazione
Vorrei proporre a voi genitori un percorso di sostegno psicologico per gestire la situazione con un figlio difficile, che solo quando vorrà e potrà, inizierà un percorso per uscire dalle sue sue difficoltà. Un saluto
Buongiorno, avete mai pensato ci essere una delle cause di come si comporta vostro figlio?
Se lo avete pensato, secondo voi cosa potete fare per renderlo più autonomo?
Cari saluti,
A. M.
Buonasera,
la preoccupazione genitoriale rispetto alla sofferenza dei propri figli e al senso di impotenza che si prova quando non si riesce a fare qualcosa per aiutarli è qualcosa di inimmaginabile. Vi invito come coppia genitoriale ad intraprendere un percorso psicologico per meglio vivere questa situazione e poterne trarre giovamento e cambiamento.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Michela Dicosta

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