Buongiorno. Mia figlia si taglia di 14 anni. Ce ne siamo accorti solo ieri sera e siamo disperati!

22 risposte
Buongiorno.
Mia figlia si taglia di 14 anni. Ce ne siamo accorti solo ieri sera e siamo disperati! Cosa fare? A chi rivolgersi?
Buongiorno, l'adolescenza è una tappa della vita nella quale le difficoltà sono spesso espresse attraverso comportamenti eclatanti, ma non necessariamente di difficile soluzione; il corpo che cambia, la tenuta delle regole sociali, il confronto con il gruppo dei pari, la sessualità sono alcune delle tematiche pongono difficili interrogativi a chi si affaccia all'età adulta. Nel caso di sua figlia, è senz'altro fondamentale richiedere l'aiuto di un professionista al fine di indagare la natura della sofferenza che sostiene il comportamento autolesivo. Può rivolgersi a uno psicoterapeuta privatamente oppure fare riferimento alle strutture territoriali competenti (consultori, ambulatori per bambini e adolescenti, strutture accreditate). Non conosco la sua zona di residenza, altrimenti avrei potuto essere più precisa nelle indicazioni.

Un caro saluto,

dott.ssa Genitore

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Buongiorno. Purtroppo questo tipo di comportamento é un indicatore sempre più diffuso di un disagio psichico specifico che ha a che vedere con la sfera dell'emotivitá e con la strutturazione della personalità dell'adolescente. Parlate amorevolmente con vostra figlia facendole comprendere la vostra preoccupazione e la necessità di farsi seguire da uno psicoterapeuta. Dopodiché cercate uno specialista a cui affidarla. Nel caso lei dovesse rifiutare tale sostegno rivolgetevi voi genitori al terapeuta per un sostegno alla genitorialità. Cordiali saluti, dott. Gualazzi.
Buongiorno, è comprensibile quanto spavento posso generare questa scoperta, ma concordo con la collega sull'attenzione da prestare a questo tipo di comportamenti lesivi che, però, non obbligatoriamente segnalano una patologia.Potrebbe trattarsi di un momento di difficoltà di passaggio espresso attraverso manifestazioni importanti che potrebbero essere esplorati attraverso il confronto con uno psicoterapeuta che vi aiuti a decidere, insieme a vostra figlia, il percorso migliore per far fronte a questa nuova situazione. Un cordiale saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Buongiorno, si l'adolescenza è un periodo della vita particolarmente impegnativo per l'adolescente che si prepara a lasciare l'età dell'infanzia e della fanciullezza per entrare nell'età dell'adultità. Allo stesso modo il periodo adolescenziale di un figlio è un evento complesso e critico anche per la famiglia che, sia in presenza di disagio o meno, deve saper riaggiustare le proprie dinamiche interne. E' utile e consigliato come scritto sopra prendere contatto con psicoterapeuti. Può utilizzare il canale del servizio pubblico, come il consultorio o le ATS (ASL) di competenza territoriale oppure chiedere un appuntamento ad un psicoterapeuta che opera nel settore privato e con esperienza con adolescenti.
Abbia fiducia!!
Dott. Omar Vitali
Buona sera, come scrivono i colleghi l'adolescenza è un periodo di grande cambiamento. I tagli e l'autolesionismo sono dei sintomi di un malessere. Possono avere diversi significati ed è importante scoprire cosa succede a vostra figlia. Cercate un terapeuta vicino a voi che possa prendere in carico vostra figlia.
Cordiali saluti, dott.ssa Giulia Mattalia
Buonasera, si sente la sua preoccupazione per la situazione, ma concordo con i colleghi che non sempre questo tipo di comportamenti segnalano patologie, disturbi o situazioni necessariamente gravi. Le consiglio, come già hanno fatto in molti, di mettersi in contatto con un professionista che possa fare una valutazione globale del funzionamento di sua figlia, il quale dopo questa fase le restituirà sicuramente un quadro più completo e immagino anche una spiegazione sulla funzione di questo sintomo. Il professionista in questione può essere uno psicologo, uno psicoterapeuta o uno psichiatra. Qualora preferisse le strutture pubbliche invece, ci sono consultori, csm/cps, neuropsichiatrie infantili.
Spero possa trovare al più presto risposte e soluzioni alle sue domande. Dott. Cimino
Buongiorno. Oltre allo sgomento iniziale provate a fare posto ad un pensiero divergente rispetto anche alle dinamiche familiari, non solo individuali . Potete rivolgervi presso il servizio pubblico territoriale (Tsmree ) o presso gli ambulatori presenti in ospedale (su Roma Policlino in Via dei Sabelli oppure Ospedale Bambino Gesù_Neuropsichiatria Infantile). Diversamente presso un terapeuta privato che lavori nella fascia adolescenziale
Buonasera signora, è importante prendere sul serio questo comportamento di sua figlia e cercare di comprenderne le motivazioni sottostanti. Innanzitutto, vi consiglio di rivolgervi ad uno psicologo/psicoterapeuta che possa aiutare sia voi che vostra figlia ad affrontare questa fase; se vostra figlia non volesse venire dallo psicologo, andate voi genitori.
Nonostante non sia facile, cercate come genitori di mantenere la calma, cercando di non allarmarvi eccessivamente, ma senza tuttavia banalizzare; ricercate un dialogo con vostra figlia sulle ragioni che l'hanno spinta a tale gesto. Ripeto, è un comportamento che va considerato con serietà e che merita la giusta attenzione, ma non è detto che si tratti di una manifestazione patologica... A volte tra gli adolescenti si diffondono delle "mode" (come poco tempo fa il fenomeno della "Blue Whale"), purtroppo a volte molto nocive, basate però su un'emulazione e non su una reale sofferenza.
Non so quale sia la vostra zona di provenienza, ma presso l'ospedale San Paolo di Milano (zona Famagosta) c'è un servizio apposta per il fenomeno del cutting rivolto agli adolescenti e alle loro famiglie.
Rimango a disposizione per eventuali informazioni e chiarimenti.
Dottoressa Silia Lafortezza | Milano - Buccinasco
Comprendo il suo stato d'animo. L'adolescenza è una fase particolare della vita che comporta, a volte, difficoltà e sofferenze sia per i ragazzi che per i familiari. I comportamenti di autolesionismo non vanno sottovalutati; le suggerisco di far riferimento ad uno psicoterapeuta che possa aiutare sua figlia ad esplorare le proprie dinamiche psicologiche, comprendere il significato dei comportamenti che mette in atto e infine trovare modalità costruttive di affrontare le difficoltà. Delle sedute di psicoterapia possono essere utili anche per voi genitori; vi aiuteranno a superare la disperazione iniziale e a trovare modalità e risorse per affrontare la situazione e sostenere vostra figlia nel suo percorso. Cordiali saluti.
Buongiorno signora, comprendo il vostro spavento. Attivatevi parlando in primis con vostra figlia, tenendo presente che l'adolescenza è un periodo particolare, nel quale spesso carichi emotivi importanti sono sfogati attraverso questi gesti estremi. Cercate di comprendere cosa sta accadendo a vostra figlia e chiedete aiuto con una consulenza psicologica. Potete rivolgervi a strutture pubbliche, come detto dai miei colleghi.
Un caro saluto, dott.ssa Paola De Martino
Carissma,
il comportamento della giovane oltre ad esprime una situazione di sofferenza potrebbe essere un appello di aiuto. E' stato un bene prenderne atto. Le sue questioni sul cosa fare e a chi rivolgersi sono già i primi passi per gestire questa situazione. Si affidi presto ad uno specialista, attraverso un'anamnesi della storia della giovane, potrà darvi le giuste indicazioni.
Gentile Utente, ci vorrebbero più informazioni per comprendere perché sua figlia senta il bisogno di procurarsi i tagli, si può dire però che questo comportamento autolesivo è indice di un malessere psicologico. Ciò non significa che soffra di una psicopatologia, ma che stia provando una forte sofferenza emotiva. Il fatto che vi siete accorti di questo comportamento può spaventarvi molto, ma vi dà anche l’occasione di poter aiutare vostra figlia. Le consiglio di parlare con la ragazza e motivarla a seguire un percorso psicologico. Rivolgersi a un professionista è fondamentale per comprendere cosa la spinge a procurarsi i tagli e aiutarla a gestire in modo più funzionale il malessere che prova.
Cordiali saluti, dott.ssa Irene Capello.
Salve
vostra figlia vi sta segnalando un profondo disagio che non è in grado di governare.
Una strada possibile è rivolgersi ad un collega con formazione sistemico familiare che accolga tutti e tre.
Morena Spinello
Buonasera, è sicuramente una situazione delicata, è importante affidarsi a professionisti preparati per accogliere la richiesta d'aiuto che vostra figlia sta esprimendo. Potrebbe essere significativo sia un intervento familiare sia individuale e mirato a vostra figlia.
Nel pubblico esistono servizi specifici che si occupano di minori, adolescenti che affrontano dinamiche simili.
Inoltre può anche essere utile un percorso sulla genitorialità anche in questo caso è possibile fare riferimento al pubblico o al privato.
Dott. Simone Marenco
C'è bisogno che la ragazza ne parli con un collega. Di solito il passaggio all'atto, nel caso specifico il tagliarsi, segue sempre l'incontro con un fenomeno eccessivo che si è configurato come traumatico. Non sottovaluti il fenomeno ma, al tempo stesso, non colpevolizzi sua figlia.
Ci tenga aggiornati, se lo ritiene utile.
Le auguro il meglio,
saluti
Dr Antonio Raia
Buongiorno, come già anticipato dai colleghi, l'autolesionismo è sintomo di un disagio più diffuso, in cui l'emozione che non trova regolazione viene portata sul corpo nel tentativo di trovare conforto, pace. L'autolesionismo può essere visto in quest'ottica come un tentativo, disfunzionale, di controllo emotivo, là dove, proprio per la giovane età c'è la sensazione di non riuscire a far fronte adeguatamente a ciò che si sente emotivamente, e il corpo diventa uno strumento di contenimento, uno strumento per sentirsi vivi, l'unico luogo dove poter mettere così un argine alla tempesta emotiva. Agite con cautela, comprendo la preoccupazione, ascoltate e domandate ciò che è la realtà di vostra figlia, ma con cura, tatto, attenzione ed empatia. Vi consiglio un consulto da uno psicologo psicoterapeuta che valuterà il percorso. Saluti.
Buonasera,
la Sua reazione è comprensibile: l'impatto dell'adulto con l'adolescenza e la gamma di complesse dinamiche che essa nasconde è sempre difficile.
A questo aggiungo che, ormai sulla base di una casistica piuttosto nutrita, il problema si estende al macro-contesto sociale e attuale degli adolescenti, tanto da lasciar pensare che il taglio abbia, tra le altre, una valenza di "rendicontazione" del disagio interno con i simili ed i confidenti (che possono "sapere").
La metafora è chiara: la pelle rappresenta la barriera tra l'interno e l'esterno e, quando qualcosa non riesce ad uscire, il taglio diventa un tentativo di facilitarne il flusso. Il primo passo, oltre a quello di contattare un professionista capace di catalizzare il superamento di questo problema, è quello di cercare di capire la quota del "non detto" tra Lei / voi e la ragazza, ponendosi su una dimensione non interventista ma di assoluto e paziente ascolto.
Un caro saluto,
Guido Rutili
Buongiorno! Immagino l'angoscia e lo d smarrimento di un genitore h nel constatare che la figlia compie atti simili. Intanto parlate con vostra figlia facendole sentire che ci siete e che siete preoccupati per lei. In seconda battuta è il caso di contattare uno psicoterapeuta per valutare la situazione e offrire una mano concreta a quella che è una manifestazione di disagio in un'età delicata come l'adolescenza.
Dott.ssa Valeria Randisi
Caro genitore,
tra le diverse reazioni ad un malessere emotivo profondo, esiste una sindrome definita da autolesionismo ripetuto.

La sua tipica manifestazione, quella del tagliarsi, inizia di solito casualmente, con un graffio accidentale o come reazione impulsiva che genera immediato sollievo, fino a diventare un vero e proprio rituale.

Quel filo rosso di sangue inizia così a divenire l’unico filo di Arianna in grado, in assenza di strategie più mature, di interrompere un vuoto, un senso di colpa, un dolore mentale o un’angoscia troppo forte e insostenibile, preferendo a questi il dolore fisico.

Potrebbe consentire di ristabilire un equilibrio, di ricollocarsi nella propria vita, di esprimere la propria indipendenza affettiva dai genitori o una sfida nei confronti delle regole che questi ultimi vogliono imporre. Ma altresì rappresentare una “porta” che permette di far uscire allo scoperto emozioni celate dentro di sé per l’incapacità di gestirle.

Nel momento in cui sua figlia dovesse sentire l’irresistibile impulso di farsi del male, le consigli di provare a scaricare ciò che sente in modo alternativo: per esempio prendendo a pugni un oggetto morbido, uscendo immediatamente di casa per una lunga passeggiata, dandosi ad un’attività fisica oppure spostando l’attenzione verso qualche ricordo piacevole del passato.

Nel frattempo, con pazienza, cerchi un terapeuta di cui sua figlia possa avere stima e fiducia affinché si possa affidare senza esitazione, timore e vergogna.

Un caro saluto.
Roberto Lucchetta
Buongiorno. Mi dispiace molto per la situazione che state affrontando. Sua figlia sta attraversando una fase complicata della vita, l'adolescenza, che non sempre si riesce a gestire nel migliore dei modi. Nel vostro caso è necessario sicuramente coinvolgere un professionista, psicologo o psicoterapeuta, che si occupi di adolescenti, per aiutarvi con questo problema. Per quanto sia comprensibile la vostra preoccupazione, vi consiglio però di mantenere sempre un ateggiamento comprensivo ed amorevole con vostra figlia, che sicuramente non sta attraversando un momento meno doloroso del vostro. Non è detto che la situazione sia grave quanto pensate, ma se vi agitate e diventate aggressivi e giudicanti sicuramente non fate altro che peggiorare le cose.
Buona fortuna!
Salve, è una situazione molto delicata che andrebbe trattata il prima possibile si rivolga rapidamente a uno psicoterapeuta.
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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