Buongiorno, Mi sono resa conto di aver smesso di vivere nel quotidiano. Passo le mie giornate di ri

18 risposte
Buongiorno,
Mi sono resa conto di aver smesso di vivere nel quotidiano. Passo le mie giornate di riposo dal lavoro a Casa e per la maggior parte del tempo a letto o sul divano. Non ho voglia di fare nulla e spesso mi obbligo nel fare. Ho alle spalle esperienze traumatiche (morte dei miei genitori) e relazioni finite che vivo puntualmente come un lutto. Ho perso quasi tutte le mie amicizie e sono sola con me stessa... E evidentemente non mi basto perché sono sempre triste, frustata e appunto non vivo. Ho tre Mici e loro sono tutto il Mio Mondo... Il lavoro che prima rappresentava una soddisfazione di traguardo adesso lo vivo solo come mezzo per poter affrontare le spese. Ho tentato psicoterapia ma non porto a termine nulla perché non ho voglia di fare gli esercizi e tutto li sembra inutile. Non scatta nulla che possa farmi agire diversamente. Non so più cosa voglio e cosa fare per non star così immobile. Sono stanca.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile Signora, se ha già tentato di alleviare i suoi sintomi con una psicoterapia che non è tuttavia riuscita a seguire e si sente prostrata, dovrebbe valutare il consulto con uno psichiatra per un approccio farmacologico al problema. Auguri.

Dr.ssa Emanuela Carosso
psicologa - psicoterapeuta.
Buonasera, mi spiace molto per la sua situazione, le consiglio di ritentare una psicoterapia perché a mio avviso in questo momento potrebbe esserle di grande aiuto, probabilmente l'approccio del collega a cui si è rivolto non era quello giusto per lei. Un caro saluto
Gentile utente, mi dispiace molto per il momento difficile che sta affrontando, comprendo le difficoltà che il suo stato d'animo attuale comporta. Provi a chiedersi cos'é che non ha funzionato nel percorso psicoterapeutico che ha svolto, se si è autosabotata (e in tal caso perché, quali emozioni hanno prevalso?), se non era in linea con l'orientamento della collega (in tal caso ci sono molti professionisti specializzati in traumi che potrebbe consultare), se era un impegno emotivo che in quel momento non riusciva a sostenere o altro.. Rispondere a queste domande potrebbe aiutarla a scegliere i prossimi passi da intraprendere, inoltre, come le è già stato consigliato, potrebbe prendere in considerazione un consulto psichiatrico, stabilizzando l'umore con un farmaco può essere più facile ritrovare le energie per lavorare su se stessi, soprattutto quando ci sono traumi passati molto difficili da elaborare, come nel suo caso. Le auguro che il messaggio che ha scritto sia solo il primo passo di una lunga strada che la porterà a trovare il benessere che merita. Un caro Saluto, Dott.ssa M. Benvenuti
Salve. Nel suo racconto si percepisce il momento difficile che sta attraversando, dovrebbe chiedere un consulto con uno psichiatra e rivalutare un percorso di psicoterapia.
Buon giorno, deve essere un momento davvero difficile e di grande sofferenza. Talvolta il dolore emotivo è così forte da far sentire privi di energie e di voglia di fare, come "appiattiti", come se tutto fosse più faticoso e richiedesse sforzi immani. In questi casi la psicoterapia (magari combinata, in una prima fase, ad una farmacoterapia) potrebbe essere la via maestra per ritrovare un maggiore equilibrio. Ci riprovi, non se ne pentirà. Cordiali saluti
Comprendo la sua soffereza
Quel Casa,,,Micia e Mio Mondo scritti con la maiuscola raccontano il suo bisogno di calore e raccoglimento ed anche il suo dolore
Non si arrenda con la psicoterapia
Psiche in greco vuol dire anima
la psicoterapia e prima di tutto l'incontro di due anime e se queste non si capiscono...non funziona
tutto questo per dirle che deve solo trovare il 'suo' terapeuta.
Lo cerchi , lo cerchi con impegno ed un po' di fiducia e si fermi solo quando ha trovato la persona con cui si sente di partire per questa bella avventura che e una psicoterapia.
non si preoccupi se non sara' la prima o la seconda o la terza persona che vede; l' importante è che lei si senta ' compresa ' da questa persona
poi potrete lavorare bene insieme indipendentemente dal tipo di approccio, dalla specializzazione che col terapeuta abbia.
le auguro di trovare la persona con cui fare questo viaggio,non
si arrenda e lasci che qualcuno la porti per mano fuori da questo tunnel.
le faccio i miei auguri
Buongiorno. Ci sono periodi nella vita delle persone, dove ci si sente persi, soli, con un umore deflesso. Le cause possono essere diverse, come lei accenna in quanto scrive : lutti, separazioni, fasi del ciclo di vita... Tutto ciò ha bisogno di uno spazio mentale per essere elaborate ed è per questo che le consiglio di intraprendere un percorso psicoterapeutico che la aiuterà a trovare un nuovo senso e significato alla sua vita.
Un cordiale saluto.
Gentile,
alla luce di ciò che racconta, credo sarebbe utile per lei rivalutare un percorso psicoterapeutico, al quale potrebbe essere opportuno valutare parallelamente una terapia psicofarmacologica per aiutarla a regolare l'umore. A volte, gli accadimenti spiacevoli ed i lutti possono lasciarci svuotati, come se nulla o quasi avesse senso. Elaborarli prendendosi il tempo che occorre è la via maestra.
Cordialmente, EP
Buongiorno e grazie per la sua sofferta condivisione. Di approcci psicoterapeutici ce ne sono tanti. Solo alcuni di questi, trai i quali quelli cognitivo comportamentali, prevedono dei compiti. Provi con un altro approccio (psicodinamico/relazionale/ipnotico.. solo per dirne alcuni). D'altra parte, la psicoterapia è la risposta diretta alle problematiche da lei espresse. Un caro saluto.
Buongiorno, la sua richiesta di aiuto è già un elemento positivo che implica una volontà di guarigione, comincerei con effettuare dei controlli e delle visite per escludere qualsiasi problematica organica. Successivamente credo che la psicoterapia sia fondamentale in questo momento della sua vita, per affrontare la sua situazione. Con il passare del tempo il suo problema potrebbe rendere la sua vita invalidante, diventare un circolo vizioso, portando alla cronicizzazione del disturbo. In questo caso la sua libertà si limiterebbe maggiormente e finirebbe per non bastarle anche ciò che ora si fa bastare. La terapia può aiutarla a ridurre la sofferenza e migliorare la qualità della vita, tornare a vivere serenamente e ritrovare le amicizie perdute. Spero che riesca a ritrovare la gioia di vivere, resto a disposizione. Un cordiale saluto Dott.ssa Caterina Dimuccio
Gentile utente, il suo messaggio descrive bene l'entità della sua sofferenza. Andrebbero però approfondite tutte le questioni esposte in sede di psicoterapia, le suggerirei dunque di ritentare.
Se posso in qualche modo aiutarla non esiti a contattarmi.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Curatolo
Gentile utente, come già suggerito dai colleghi le consiglieri di valutare la possibilità di consultare uno psicoterapeuta. Si dia la possibilità di riprovarci. Un caro saluto, dott.ssa Giada D'Amico
Gentile utente, mi dispiace che stia attraversando un periodo così difficile. Se ha già provato la terapia e non ha ottenuto i risultati desiderati, potrebbe voler cercare un altro terapeuta. La terapia può richiedere tempo per vedere miglioramenti significativi, ma trovare il terapeuta giusto è essenziale. Le suggerisco quindi un aiuto professionale e soprattutto di essere paziente con se stessi durante questo processo. La strada verso la guarigione può essere lunga, ma con il tempo e il supporto giusto, è possibile ottenere miglioramenti significativi. Un caro saluto!
Salve. Il quadro che ci ha descritto chiarisce bene il suo stato emotivo. L'anedonia, ossia l'incapacità a provare piacere per le attività svolte, è un sintomo davvero difficile da gestire. Tuttavia emerge anche una spinta, è chiaro che questo stato di non vita non la fa stare bene. La psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere le cause del suo malessere e soprattutto potrebbe aiutarla a trovare la strada per stare meglio. Il fatto che lei ci abbia già provato non deve scoraggiarla. Ci riprovi ancora.
Dott.ssa Michela Saviano
Gentilissima, Tolstoj diceva "Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo". La sua lettera mi ha fatto ripensare a questo passaggio di Anna Karenina, sostituendo la parola famiglie con persone. Ho sentito varie persone dire quello che lei ha scritto. Gli effetti sono questi, le cause sono diverse, ognuno ha il suo tipo di infelicità.Soprattutto ad un'età di mezzo, come immagino sia la sua, l'infelicità si fa sentire, si fanno bilanci, ci sono lutti con cui fare i conti, la solitudine. La depressione serpeggia, a stento cucini, il vestire interessa poco, si lavora per poter vivere. Non è facile neanche per lo psicoterapeuta, glielo assicuro, l'apatia fa muro. La stanchezza potrebbe coprire emozioni molto più intense, tappate, energia bloccata.Le posso suggerire due cose: 1) consultare uno psichiatra per un supporto farmacologico. Quando si è andati tanto giù un supporto chimico è necessario, altrimenti anche la psicoterapia non decolla, perchè la persona non si sente le energie psichiche. 2) riprendere un percorso psicoterapeutico. Potrebbe sceglierne anche uno a mediazione artistica, soprattutto musicoterapia. I più terapeutici rimarranno sempre i suoi Mici, questo non c'è dubbio, che l'ameranno molto per l'amore incondizionato che lei ha per loro. Le faccio tanti auguri, rimango a disposizione per approfondimenti, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Salve Signora, leggendo il suo messaggio mi arriva il suo profondo dolore. Comprendo la sua difficoltà e la sua stanchezza, tuttavia in questa richiesta di aiuto già mi sembra lei abbia fatto un passo importante nella direzione giusta. La invito a rivolgersi ad un professionista per intraprendere un nuovo percorso di terapia, possibilmente con un approccio alternativo rispetto a quello già sperimentato. Le auguro di trovare la sua strada. Saluti.
Dott.ssa Azzurra Orsini
Buongiorno.
La mancanza di motivazione e l'apatia che descrive, unite al peso di traumi passati e alla perdita di relazioni significative, possono portare a uno stato di profonda stanchezza e tristezza. Spesso, esperienze come la perdita dei genitori e le relazioni finite possono lasciare ferite profonde che richiedono tempo e supporto per essere elaborate. Non deve sentirsi in colpa se non riesce a portare a termine un percorso terapeutico o a fare esercizi: ogni persona ha i propri tempi e trovare la giusta terapia e il giusto terapeuta può fare la differenza. Potrebbe essere utile considerare un tipo di terapia che non richieda necessariamente esercizi formali, ma che sia più basata sull'esplorazione delle emozioni e delle esperienze vissute, come la psicoterapia psicodinamica o le metodologie attive come lo psicodramma. Sono disponibile per un percorso che possa aiutarla a trovare di nuovo uno scopo, e a trasformare il senso di immobilità che sta vivendo in un movimento verso il suo benessere. Un caro saluto. D.ssa Raileanu

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